Category Archives: Repressione

(it-en) Italia, operazione “Prometeo”: Natascia è stata trasferita nel carcere de L’Aquila ed è entrata in sciopero della fame

https://anarhija.info/library/i-a-italia-aggiornamento-su-prigionieri-anarchici-1.jpgItalia, operazione “Prometeo”: Natascia è stata trasferita nel carcere de L’Aquila ed è entrata in sciopero della fame

La compagna anarchica Natascia Savio, arrestata il 21 maggio 2019 per l’operazione “Prometeo” (assieme a Giuseppe e Robert), è stata trasferita dal carcere femminile di Rebibbia a Roma al carcere dell’Aquila, precisamente nella stessa sezione (AS2) dove sono prigioniere Anna Beniamino e Silvia Ruggeri, in sciopero della fame dal 29 maggio.

Sempre nel mese di giugno era stata trasferita dal carcere di Gradignan, nei pressi di Bordeaux (in Francia), a Roma Rebibbia, dove è stata prigioniera qualche giorno e dove ha cominciato uno sciopero della fame in solidarietà con Anna e Silvia. Il 20 giugno si è saputo del suo trasferimento all’Aquila, quindi la compagna risulta essere attualmente prigioniera nelle stesse condizioni e restrizioni imposte ad Anna e Silvia. Continue reading

(it-en) Italia, operazione “Panico”: Ghespe trasferito agli arresti domiciliari

https://anarhija.info/library/g-p-grecia-per-i-13-anni-di-carcere-a-irianna-14-0-1.jpgItalia, operazione “Panico”: Ghespe trasferito agli arresti domiciliari

Ieri venerdì 21 giugno, dopo quasi 2 anni di carcerazione cautelare [venne arrestato il 3 agosto 2017], sono stati accettati i domiciliari per Ghespe, con tutte le restrizioni, ma con possibilità di colloquio di un’ora tre volte la settimana, per portargli la spesa.

Manda un abbraccio forte a tutti! Continue reading

(it-en) Italia: Notizie dal carcere di L’Aquila al 20/06/2019

Italia: Notizie dal carcere di L’Aquila al 20/06/2019

Le condizioni di salute delle compagne Anna e Silvia [in sciopero della fame dal 29 maggio] sono buone.
Oggi è tornata in sezione la direttrice del carcere, che ha riferito di aver fatto pressione sul D.A.P. affinché la situazione cambi.

Purtroppo, proprio oggi è stato eseguito il trasferimento di Natasha da Rebibbia a L’Aquila [è stata il arrestata il 21 maggio per l’operazione “Prometeto”].

Le compagne riferiscono di aver udito forte la battitura delle sbarre anche oggi. Hanno iniziato a sentirla lunedì scorso, dopo che la notizia dello sciopero della fame è stata trasmessa sul TG regionale; così ieri, all’ora di pranzo, e appunto oggi. Avremo conferma di cosa sta accadendo all’interno del carcere solo in seguito ai prossimi colloqui.
A breve ulteriori aggiornamenti.

Nel frattempo invitiamo tutte e tutti al presidio davanti al carcere di L’Aquila, che si terrà domenica 23 giugno alle ore 15:00.

[Tratto da anarhija.info].

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Italia: Updates from L’Aquila prison on 20 June

The health conditions of the companions Anna and Silvia [on the hunger strike since May 29] are good.
Today the director of the prison is back in section, who reported having put pressure on the D.A.P. [prison administration department] so that the situation changes.

Unfortunately, today Natasha was transferred from Rebibbia to L’Aquila [she was arrested on May 21st for the “Prometeto” operation].

The comrades report having heard loudly the beating of the bars Also today. They started hearing about it last Monday after the news of the hunger strike was broadcast on the regional TG; so yesterday, at lunchtime, and precisely today. We will have confirmation of what is happening inside the prison only after the next meetings [with the imprisoned comrades].
Shortly more updates.

In the meantime we invite all to the demo in front of the prison of L’Aquila, which will be held Sunday, June 23 at 3:00 pm.

(it-en-es) Carcere di Ferrara, Italia: Aggiornamento sullo sciopero della fame al 18/06/2019

Carcere di Ferrara, Italia: Aggiornamento sullo sciopero della fame al 18/06/2019

Alfredo Cospito, in sciopero della fame dal 29 maggio, in solidarietà con le compagne Anna e Silvia, ha perso ormai ben 15 chili, ma dice che sta benino, e che ha cominciato a prendere zuccheri. Ribadisce che non porrà fine allo sciopero finché non smetteranno le due compagne nel carcere di L’Aquila.

Invece Stecco (Luca Dolce), anche lui in sciopero della fame dal 29 maggio, lo ha interrotto ieri, 17 giugno, avendo perso troppi chili.

Tutti i compagni e compagne chiedono aggiornamento sugli altri prigionieri e prigionere in sciopero della fame.

[Tratto da anarhija.info].

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Ferrara prison, Italy: Update on the hunger strike on 18 June, 2019

Alfredo Cospito, on a hunger strike since May 29th, in solidarity with comrades Anna and Silvia, has now lost 15 kilos, but says he is well and that began taking sugars. He reiterated that he would not end the strike until the two comrades in the prison of L’Aquila stopped.

Instead, Stecco (Luca Dolce), also on a hunger strike since May 29th, interrupted yesterday, June 17th, having lost too many kilos.

All the comrades ask for updates on the other prisoners them on hunger strike.

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PRISIÓN DE FERRARA, ITALIA: ACTUALIZACIÓN DE LA HUELGA DE HAMBRE (18/06/2019)

Alfredo Cospito, en huelga de hambre desde el 29 de mayo, en solidaridad con sus compañeras Anna y Silvia, ha perdido 15 kilos, pero dice que lo está haciendo bien y que ha comenzado a tomar azúcares. Reitera que no terminará la huelga hasta que las dos compañeras en la prisión de L’Aquila se detengan.

En cambio, Stecco (Luca Dolce), también en huelga de hambre desde el 29 de mayo, lo interrumpió el 17 de junio, por haber perdido demasiados kilos.

Todos los compañeros y compañeras piden información actualizada sobre lxs otrxs prisionerxs y en huelga de hambre.

[Tomado de anarquia.info].

(it-en-fr) Carcere di Uta, Italia: Maddalena in sciopero della fame dal 10 al 12 giugno

Carcere di Uta (Sardegna), Italia: Maddalena in sciopero della fame dal 10 al 12 giugno

Da una lettera dell’8/6/2019 della compagna anarchica Maddalena Calore dal carcere di Uta (arrivata ieri, 14 giugno, alla Cassa AntiRepressione delle Alpi occidentali):

“…Anche io mando un abbraccio ad Anna e Silvia con uno sciopero della fame che intraprenderò nei giorni 10, 11 e 12 Giugno, in solidarietà alla protesta che stanno portando avanti le compagne per le condizioni detentive a cui sono sottoposte.
Contro i regimi differenziati ed ogni forma di isolamento!
Una stretta di cuore a tutti i ribelli di ogni dove, con chi cerca di mantenere la propria dignità e per chi si batte per la vera libertà!
Un saluto a tutt* i/le compa
un abbraccio per la libertà.
Madda”.

[Tratto da roundrobin.info].

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Uta prison (Sardinia), Italy: Maddalena on a hunger strike from 10 to 12 June

From a letter dated 6/6 2019 written by anarchist comrade Maddalena Calore from Uta prison (arrived yesterday, June 14, at the Cassa AntiRepressione delle Alpi occidentali):

“… I too send a hug to Anna and Silvia with a hunger strike that I will undertake on June 10th, 11th and 12th, in solidarity with the protest that the comrades are carrying out for the conditions of detention to which they are subjected.
Against differentiated regimes and each
a form of isolation!
A heartfelt all rebels everywhere, with those who seek to maintain their dignity and for those who strive for true freedom!
Greetings to all the comrades.
An embrace for freedom.
Madda”.

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Uta (Italie): Maddalena aussi a fait une grève de la faim

Extraits d’une lettre de Maddalena, datée du 8 juin, depuis la prison de Uta (la lettre est arrivée le 14 juin à la Cassa Antirepressione delle Alpi occidentali):

“Moi aussi j’envoie une accolade à Anna et Silvia, en faisant une grève de la faim pendant les journées du 10, 11 et 12 juin, en solidarité avec leur protestation contre les conditions de détention auxquelles elles sont soumises.
Contre les régimes différenciés et toute forme d’isolement!
Une accolade de cœur à tous les rebelles de partout, avec ceux qui essayent de garder leur dignité et ceux qui se battent pour la vraie liberté!
Une salutation à tou.te.s les compas!
Une accolade pour la liberté!
Madda”.

[Depuis attaque.noblogs.org].

(it-en) Terni, Italia: 19 giugno – Un saluto per Juan e un grido di lotta per le anarchiche prigioniere in sciopero della fame

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Terni, Italia: 19 giugno – Un saluto per Juan e un grido di lotta per le anarchiche prigioniere in sciopero della fame

Un saluto per Juan e un grido di lotta per le anarchiche prigioniere in sciopero della fame

Il 19 giugno 2019, dalle ore 18.00, ci troveremo fuori dal carcere di Terni, in via delle Campore 32, per dare un saluto a Juan, anarchico arrestato il 22 maggio in provincia di Brescia e di recente trasferito in questa struttura dove si trovano una sezione AS2 e diverse sezioni di 41bis.

Grideremo il nostro odio per il carcere, in solidarietà con Juan, con Anna e Silvia dal 29 maggio in sciopero della fame nel carcere dell’Aquila e con gli anarchici prigionieri in sciopero della fame in altre carceri.

Mercoledì 19 giugno • Ore 18.00
Presso il carcere di Terni
in via delle Campore 32

[Tratto da anarhija.info].

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Terni, Italy: June 19 – A greeting for Juan and a scream of struggle for the imprisoned anarchists on hunger strike

A greeting for Juan and a scream of struggle for the imprisoned anarchists on hunger strike

On 19 June 2019, from 6.00 pm, we will be outside the prison of Terni, in Via delle Campore 32, to give a greeting to Juan, an anarchist arrested on 22 May in the province of Brescia and recently transferred to this structure where there are a section AS2 and different sections of 41bis.

We will shout our hatred for the prison, in solidarity with Juan, with Anna and Silvia since 29 May on hunger strike in the prison of L’Aquila and with the anarchists on hunger strike in other prisons.

Wednesday 19 June • 6 pm
At the prison of Terni
at via delle Campore 32

(it-en) Salonicco, Grecia: Giannis, Kostas e Dimitra – Dal carcere del Quartier generale di polizia

Salonicco, Grecia: Giannis, Kostas e Dimitra – Dal carcere del Quartier generale di polizia

Dalla galera del Quartier generale di polizia di Salonicco inviamo saluti anarchici ai nostri compagni che nuovamente rimangono solidali in questa nostra nuova avventura con il mattatoio repressivo poliziesco-giudiziario.

Affermiamo che rimaniamo forti, con la nostra dignità intatta, con i nostri principi e valori alla guida del nostro essere. Non cederemo alle nuove avversità che i dominatori di questo mondo ci stanno preparando.

Nessun passo indietro!
Il terrorismo è la schiavitù salariata, nessuna pace con i padroni.
Terroristi e banditi sono gli Stati e i capitalisti.
La solidarietà è la nostra arma.

Giannis Dimitrakis
Kostas Sakkas
Dimitra Syrianou
16/6/19

[Tratto da anarhija.info].

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Greece, Thessaloniki: Letter from Giannis, Kostas and Dimitra, from the dungeons of the General Police headquarters

From the dungeons of the General Police headquarters of Thessaloniki, we send comradely greetings to our comrades who once again stand in solidarity in our new adventures with the police-law repressive mincer.

We declare that we remain strong, with our dignity intact, our principles and values ​​guiding our being. We will stand up to the new sufferings that the rulers of this world are preparing for us.
Not a step back!

Terrorism is wage slavery, no peace with the bosses.
Terrorists and bandits are States and capitalists.
Solidarity is our weapon.

Giannis Dimitrakis
Kostas Sakkas
Dimitra Syrianou
16/6/19

[Text taken from 325.nostate.net].

(it-en) Italia, operazione “Prometeo”: Natascia è stata trasferita nel carcere di Rebibbia a Roma

https://anarhija.info/library/i-a-italia-aggiornamento-su-prigionieri-anarchici-1.jpgItalia, operazione “Prometeo”: Natascia è stata trasferita nel carcere di Rebibbia a Roma

Natascia è stata trasferita dal carcere di Gradignan, nei pressi di Bordeaux (Francia), al carcere di Rebibbia femminile, a Roma. Qui l’indirizzo:

Natascia Savio
Casa Circondariale di Roma Rebibbia femminile
via Bartolo Longo 92
00156 Roma Continue reading

(it-en-fr) Italia, operazione “Panico”: Giovanni e Paska sono stati trasferiti agli arresti domiciliari

https://anarhija.info/library/g-p-grecia-per-i-13-anni-di-carcere-a-irianna-14-0-1.jpgItalia, operazione “Panico”: Giovanni e Paska sono stati trasferiti agli arresti domiciliari

Apprendiamo che per i compagni anarchici prigionieri Giovanni e Paska, accusati (assieme al compagno Ghespe) di attacco esplosivo contro la libreria fascista “Il Bargello” avvenuto il 01/01/2017 (quando un artificiere della polizia rimase gravemente ferito), è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari.

[Nota: Vennero arrestati il 3 agosto 2017 nell’ambito di una operazione repressiva che comportò otto arresti, alcune perquisizioni e lo sgombero dell’occupazione “La Riottosa” a Firenze]. Continue reading

(it-en-fr) Salonicco, Grecia, 12/06/2019: Arrestati tre compagni anarchici durante un’espropriazione

Salonicco, Grecia, 12/06/2019: Arrestati tre compagni anarchici durante un’espropriazione

Giovedì 12 giugno, tre dei nostri compagni anarchici sono stati arrestati a Salonicco, mentre stavano espropriando un portavalori che stava per ricaricare un bancomat all’ospedale universitario AHEPA.

Sono stati catturai dagli sbirri dell’unità antiterrorismo proprio quando stavano entrando in macchina per abbandonare il luogo.

I due compagni sono Giannis Dimitrakis e Kostas Sakkas, che hanno già pagato il prezzo della loro scelta politica per essersi opposti alle autorità di questo mondo, sono stati presi di mira e scontato la pena in carcere. La terza compagna, Dimitra, è accusata di aver collaborato all’espropriazione.

Le loro case sono state perquisite e molti oggetti personali sequestrati. I media hanno creato un’ondata di terrore. Inoltre, nella mattina di 13 giugno i compagni sono stati portati davanti al p.m. Da allora non ci sono più stati dettagli sul caso.

Sosteniamo i nostri compagni
Dimitra, Giannis, Kostas, siate forti
La solidarietà è la nostra arma

[Tratto da anarhija.info].

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Thessaloniki, Greece: About the arrests of 3 comrades during an expropriation

On Wednesday 12th of June, three of our anarchist comrades were arrested in Thessaloniki, during expropriating a guarded money transport that was about to refill an ATM at the university hospital AHEPA.

They were caught from cops of the counter-terrorism unit just when they were getting in their car to leave from the spot.

The two comrades are Giannis Dimitrakis and Kostas Sakkas, that had already paid the price of their political choice to stand against the authorities of this world, being targeted and serving time in prison. The third comrade, Dimitra, is accused for cooperation in the expropriation.

There have been searches in their houses and many personal thing have been taken. Media create a wave of terror. Also, in the morning of 13th of June, the comrades were took to the prosecutor. Since now, there are no more details about this case.

We stand by our comrades
Dimitra, Giannis, Kostas, be strong
Solidarity is our weapon

[Text taken from 325.nostate.net].

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Thessalonique (Grèce) : Trois compas arrêté.e.s lors d’une expropriation

Mercredi 13 juin, trois de nos camarades anarchistes ont été arrêté.e.s à Thessalonique, lors de l’expropriation d’un convoi de fonds qui était en train de remplir un distributeur de billets dans l’hôpital universitaire AHEPA.

Ils/elle ont été interpellé.e.s par les flics de l’unité anti-terrorisme, au moment d’entrer dans leur voiture pour quitter les lieux.

Les deux compagnons sont Giannis Dimitrakis et Kostas Sakkas, qui ont déjà payé le prix de leur choix politique de s’opposer aux autorités de ce monde : par le passé ils ont été dans le collimateur de la justice et ont purgé des peines de prison. La troisième compagnonne, Dimitra, est accusée de complicité dans l’expropriation.

Il y a eu des perquisitions dans leurs maisons et des nombreux effets personnels ont été saisis. Les médias créent un climat de terreur. Le matin du 13 juin, les trois compas ont été présenté.e.s au juge d’instruction. pur l’instant, il n’y a pas d’autres informations.

Nous sommes à côté de nos compas.
Dimitra, Gianni, Kosta, restez fort.e.s
La solidarité est notre arme.

[Depuis attaque.noblogs.org].

(it-en) Italia: Aggiornamento al 11/06/2019 sullo sciopero della fame dei compagni anarchici prigionieri

Italia: Aggiornamento al 11/06/2019 sullo sciopero della fame dei compagni anarchici prigionieri

Alfredo Cospito, nel carcere di Ferrara, ha perso più o meno 11 chili, ma essendo prima stato sovrappeso non sta male, ma sta comunque perdendo molto peso.

Anche Stecco (Luca Dolce), il compagno detenuto nello stesso carcere di Ferrara, ha perso 9 chili.

L’avvocato che ha visto Marco Bisesti, nel carcere di Alessandria, ha riferito che il compagno ha perso 9 chili, che per il suo peso precedente è tantissimo.

Non hanno intenzione di mollare fino a quando non smetteranno le compagne.

Anche la compagna Anna Beniamino, nel carcere de l’Aquila, ha perso qualche altro chilo dall’ultimo colloquio fatto lo scorso mercoledì.

Nessuno dei compagni nominati sta prendendo zuccheri. Per quanto riguarda Alfredo, dice che non è una questione di principio, ma di salute, perché gli zuccheri potrebbero fargli male, però fa notare che nel momento quando inizierà a star male inizierà ad assumerli.

Invece, è notizia di qualche giorno fa, che Ghespe (Salvatore Vespertino) al settimo giorno dello sciopero aveva perso ben sei chili (arrivando così a 61 chili), ma nonostante la stanchezza fisica, sta bene ed è deciso a continuare.

La situazione comincia ad essere seria.

Tutti/e chiedono notizie su altri compagni e compagne in sciopero della fame.

[Tratto da anarhija.info].

[Nota: Anna Beniamino, Alfredo Cospito e Marco Bisesti il 24 aprile sono stati condannati a pene tra i 5 e i 20 anni nella sentenza di primo grado del processo “Scripta Manent” (anche altri due compagni sono stati condannati); Anna e Marco, assieme ad altri compagni, sono stati arrestati il 6 settembre 2016, mentre Alfredo è stato arrestato a settembre 2012 assieme al compagno Nicola Gai con l’accusa di aver compiuto l’azione del 7 maggio 2012 contro Roberto Adinolfi (amministratore delegato di Ansaldo Nucleare) – azione poi rivendicata individualmente da Alfredo e Nicola durante il processo. Salvatore Vespertino è prigioniero dal 5 agosto 2017 ed è attualmente accusato nel processo per la cosiddetta operazione “Panico” contro gli anarchici fiorentini. Silvia Ruggeri, prigioniera all’Aquila, è stata arrestata il 7 febbraio per l’operazione “Scintilla”. Luca Dolce è prigioniero dal 19 febbraio per l’operazione “Renata”. Anna e Silvia hanno iniziato lo sciopero della fame il 29 maggio, contro le condizioni e le restrizioni nella sezione AS2 del carcere de L’Aquila].

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Italy: Update on June 11th on the hunger strike of imprisoned anarchist comrades

Alfredo Cospito, in Ferrara prison, has lost more or less 11 kilos, but being first overweight is not ill, but is still losing a lot of weight.

Also Stecco (Luca Dolce), a comrade detained in the same prison in Ferrara, lost 9 kilos.

The lawyer who saw Marco Bisesti, in the prison of Alessandria, reported that the comrade lost 9 kilos, which due to his previous weight is very much.

They are not going to give up until the comrades in L’Aquila prison will stop the hunger strike.

Even the comrade Anna Beniamino, in the prison of L’Aquila, has lost a few more kilos since the last colloquy in prison done last Wednesday.

None of the named comrades is taking sugar. As for Alfredo, he says it’s not a matter of principle, but of health, because sugars could hurt him, but he points out that when he starts to get sick he’ll start taking them.

Instead, it’s news from a few days ago that Ghespe (Salvatore Vespertino) on the seventh day of the strike had lost as much as six kilos (thus reaching 61 kilos), but despite the physical tiredness, he is well and is determined to continue.

The situation begins to be serious.

Everyone is asking about other comrades on the hunger strike.

[Note: On April 24th Anna Beniamino, Alfredo Cospito e Marco Bisesti were sentenced to sentences of between 5 and 20 years in the first instance sentence of the “Scripta Manent” trial (two other comrades were also convicted); Anna and Marco, along with other comrades, were arrested on 6 September 2016, while Alfredo was arrested in September 2012 along with comrade Nicola Gai on charges of having carried out the action on 7 May 2012 against Roberto Adinolfi (CEO by Ansaldo Nucleare) – an action subsequently claimed individually by Alfredo and Nicola during the trial. Salvatore Vespertino is imprisoned since 5 August 2017 and is currently charged in the trial for the so-called “Panico” operation against the Florentine anarchists. Silvia Ruggeri, detained in L’Aquila prison, was arrested on February 7th for the “Scintilla” operation. Luca Dolce is imprisoned since February 19th for the “Renata” operation. The hunger strike of Anna and Silvia began on May 29th, against the conditions and restrictions in the AS2 section of L’Aquila prison].

(it-en-fr) Italia: Aggiornamenti su Juan e Manu, anarchici arrestati il 22 maggio a Brescia

Italia: Aggiornamenti su Juan e Manu, anarchici arrestati il 22 maggio a Brescia

Juan, accusato di associazione con finalità di terrorismo o eversione dell’ ordine democratico (270bis), atto di terrorismo con ordigni micidiali od esplosivi (articolo 280bis) e di strage (articolo 285) per l’attacco alla sede della lega di Treviso di agosto 2018, di possesso di documenti falsi (497bis) e di porto d’armi o oggetti atti ad offendere (per un coltellino, articolo 4 della legge 110/75) è stato trasferito al carcere di Terni.
Manu invece è stato trasferito al carcere di Monza [quest’ultimo compagno è accusato di “favoreggiamento personale” (art. 378)].

Per scrivere loro:

Juan Antonio Sorroche Fernandez
C. C. di Terni
strada delle Campore 32
05100 Terni

Manuel Oxoli
C. C. di Monza
via S. Quirico 6
20900 Monza (Mb)

Tutti liberi! Tutte libere!

[Tratto da anarhija.info].

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Italy: Updates on Juan and Manu, anarchists arrested on May 22 in Brescia

Juan was transferred to the prison of Terni. He is accused of “association with the purpose of terrorism or subversion of the democratic order” (art. 270bis of the penal code), “act of terrorism with deadly or explosive devices” (art. 280bis) and “massacre” (article 285) for the attack against the headquarters of the “Lega Nord” party in Treviso in August 2018, of “possession of forged documents” (497bis) and of “carrying of weapons or objects to offend” (for a small knife, article 4 of law 110/75).
Manu was transferred to the Monza prison [this last comrade is accused of “personal aiding” (art. 378), in reference to the absconding of Juan].

To write to them:

Juan Antonio Sorroche Fernandez
Casa Circondariale di Terni
strada delle Campore 32
05100 Terni
Italia (Italy)

Manuel Oxoli
Casa Circondariale di Monza
via S. Quirico 6
20900 Monza (Mb)
Italia (Italy)

All free!

[Text taken from anarhija.info].

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Italie : Encore des nouvelles de Juan et Manu

Juan est accusé d’association avec finalité de terrorisme et de subversion de l’ordre démocratique (art. 270bis du Code pénal), acte de terrorisme avec un engin mortel ou explosif (art. 280bis) et massacre (art. 285), pour l’attaque au local de la Lega de Treviso, en août 2018. Il est accusé aussi de possession de faux papiers (art. 497bis) et de possession d’une arme (un canif – art. 4 de la loi 110/75). Il est à la prison de Terni.
Manu, dont la préventive à été confirmée, a été transféré à la prison de Monza.

Pour leur écrire :

Manuel Oxoli
Casa Circondariale di Monza
Via San Quirico, 6
20900 – Monza (Italie)

Juan Antonio Sorroche Fernandez
Casa Circondariale di Terni
Strada delle Campore, 32
05100 – Terni (Italie)

[Depuis attaque.noblogs.org].

(it-en-fr) Francia: Aggiornamenti su Natascia, prigioniera per l’operazione repressiva “Prometeo”

https://anarhija.info/library/i-a-italia-aggiornamento-su-prigionieri-anarchici-1.jpgFrancia: Aggiornamenti su Natascia, prigioniera per l’operazione repressiva “Prometeo”

Nota: Martedì 21 maggio 2019 sono stati arrestati Natascia, Beppe e Robert nel contesto di una operazione repressiva chiamata “Prometeo” ed eseguita dai carabinieri del ROS. Sono state eseguite anche alcune perquisizioni. L’accusa principale è di “attentato con finalità di terrorismo o di eversione”, poiché ritenuti responsabili dell’invio di tre pacchi-bomba arrivati nel giugno 2017 ai p. m. Rinaudo (pubblico ministero in molti processi contro il movimento antagonista e gli anarchici) e Sparagna (pubblico ministero nel processo per l’operazione “Scripta Manent”) e a Santi Consolo, all’epoca direttore del DAP (“Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”) di Roma. Non sono stati accusati di alcun reato “associativo” (come gli art. 270 o 270bis, c. p.).

Natascia sta bene.
La posta è bloccata dalla censura, ma in Francia è una cosa normale quando l’inchiesta è in corso.
Al 31 di maggio ha ricevuto solo le lettere di una compagna francese, probabilmente perché più semplice per la censura proprio perché scritte in francese. Però parla di lettere che ha mandato ma che non sono mai state ricevute, per cui probabilmente quella ricevuta oggi è passata tra le maglie.
Ha ricevuto carta, buste e francobolli per l’Italia.
Ha ricevuto i soldi della cassa.
Dentro dice che è un mortorio, non succede nulla, la gente va di psicofarmaci a manetta per cui assomiglia di più ad un ospedale. Il cibo fa schifo forte.
Ma la sua compagna di cella è simpatica, si è trovata bene e l’ha aiutata molto all’inizio.
Sa che verrà trasferita a breve.Inoltre, da una lettera inviata a suo padre, apprendiamo che il 10 giugno il tribunale francese deciderà in merito all’estradizione di Natascia. Entro il 20 di questo mese sarà quindi trasferita in Italia, ma non si sa dove.
Nat libera! Tutti e tutte libere! Continue reading

(it-en-fr) Italia: Dichiarazione di inizio dello sciopero della fame di Giovanni

Italia: Dichiarazione di inizio dello sciopero della fame di Giovanni

Dalla mattina del 30 maggio 2019 ho iniziato lo sciopero della fame in solidarietà con la compagne recluse nella sezione AS2 del carcere dell’Aquila, Silvia e Anna, che da mesi stanno vivendo una condizione carceraria particolarmente restrittiva, ovvero una sorta di 41bis ammorbidito.

— Per il trasferimento delle compagne e la chiusura della sezione A.S. 2 dell’Aquila!
— Contro il 41 bis!

Per un mondo senza galere!
Per la libertà!

Giovanni Ghezzi
dal carcere di Firenze-Sollicciano.

[Tratto ad anarhija.info].

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Italy: Declaration of the beginning of the hunger strike of Giovanni

From the morning of May 30, 2019 I started the hunger strike in solidarity with the recluse comrades in the AS2 section of the prison of L’Aquila, Silvia and Anna, who for months have been experiencing a particularly restrictive prison condition, that is a kind of softened 41bis.

— For the transfer of the comrades and the closing of the AS2 section of the L’Aquila!
— Against the 41 bis!

For a world without prisons!
For freedom!

Giovanni Ghezzi
from Firenze-Sollicciano prison.

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Déclaration de Giovanni sur le début de sa grève de la faim

Le matin du 30 mai j’ai commencé une grève de la faim en solidarité avec Silvia et Anna, compagnonnes enfermées dans la section AS2 de la prison de L’Aquila, qui vivent depuis des mois des conditions de détentions très strictes, une sorte de 41bis soft.

— Pour le transfert des compagnonnes et la fermeture de la section AS2 de L’Aquila !
— Contre le 41bis !

Pour un monde sans taules !
Pour la liberté !

Giovanni Ghezzi
depuis la prison de Florence-Sollicciano.

[Depuis attaque.noblogs.org].

(it-en-fr) Italia: Comunicato e sciopero della fame di Leonardo in solidarietà ad Anna e Silvia

Italia: Comunicato e sciopero della fame di Leonardo in solidarietà ad Anna e Silvia

Dal carcere di Lucca.
A fianco di Anna e Silvia, che dalla sezione AS2 del carcere dell’Aquila intraprendono uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni carcerarie. La mia solidarietà, al di là di un caloroso abbraccio che passa oltre ben due finestre barrate, la esprimo con tre giorni di sciopero della fame a partire dal 2 giugno.
Quando il corpo pulsa, quando si mette in gioco la propria libertà, quando la galera la si affronta a testa alta, quando gli occhi si iniettano di sangue, quando si sente dentro e fuori, un’immensa appassionata voglia di libertà…
Quando ancora il cuore non si è spento.
Per l’anarchia.

Leonardo L.
Carcere di Lucca
Maggio 2019

[Tratto da roundrobin.info].

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Italy: Communiqué and Leonardo’s hunger strike in solidarity with Anna and Silvia

From the prison of Lucca.
Alongside Anna and Silvia, that from the AS2 section of the L’Aquila prison begin a hunger strike to protest against prison conditions.
Beyond a warm embrace that passes over two barred windows, I express my solidarity with three days of hunger strike starting from June 2nd.
When the body pulsates, when its freedom is put into play, when the
prison is faced with head held high, when the eyes are injected with blood, when one feels inside and out, an immense passionate desire for freedom…
When the heart hasn’t yet turned off.
For anarchy.

Leonardo L.
Prison of Lucca
May 2019

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Italie : Leo aussi en grève de la faim

Depuis la prison de Lucca.
A côté d’Anna et de Silvia qui, depuis la section AS2 de la prison de L’Aquila, mènent une grève de la faim pour protester contre leurs conditions d’enfermement. Ma solidarité, en plus d’une accolade chaleureuse qui passe au delà des barreaux de deux fenêtres, je vais l’exprimer avec trois jours de grève de la faim, à partir du 2 juin.
Quand le corps palpite, quand on se joue sa propre liberté, quand on fait face à la taule la tête haute, quand les yeux sont injectés de sang, quand on ressent, à l’intérieur et à l’extérieur, une immense, passionnée envie de liberté…
Quand le cœur, encore, ne s’est pas arrêté.
Pour l’anarchie.

Leonardo L.
Prison de Lucca
Mai 2019

[Depuis attaque.noblogs.org].

(it-en) Italia: Ulteriore aggiornamento sullo sciopero della fame degli anarchici prigionieri

Italia: Ulteriore aggiornamento sullo sciopero della fame degli anarchici prigionieri

Il 29 maggio 2019 le compagne anarchiche Anna Beniamino e Silvia Ruggeri hanno annunciato di aver iniziato, a partire dal giorno stesso, uno sciopero della fame contro le condizioni e le restrizioni imposte loro nella sezione AS2 del carcere dell’Aquila, dove sono rinchiuse.

Nei giorni seguenti, tra il 29 e il 31 maggio, anche altri sei compagni anarchici hanno aderito allo sciopero della fame: Alfredo Cospito e Luca Dolce (detto Stecco) nel carcere di Ferrara, Marco Bisesti nel carcere di Alessandria, Salvatore Vespertino (detto Ghespe) e Giovanni Ghezzi nel carcere di Sollicciano a Firenze, e Leonardo Landi nel carcere di Lucca. Riguardo quest’ultimo compagno nei giorni scorsi non era stato divulgato il fatto che fosse in sciopero della fame. Leonardo è stato arrestato a febbraio 2019 per un residuo di pena di 2 anni e 8 mesi relativo ad una condanna del 2012 nel processo legato all’operazione repressiva “Ardesia”. Assieme ad altri compagni era accusato di aver compiuto una rapina nel 2007 e di aver costituito una “associazione sovversiva” (reato per cui non sono stati condannati).

Anna e Marco sono stati arrestati il 6 settembre 2016 per l’operazione “Scripta Manent”, mentre Alfredo è stato arrestato a settembre 2012 per l’azione contro l’amministratore delegato di “Ansaldo Nucleare” Roberto Adinolfi (7 maggio 2012, Genova), azione rivendicata individualmente da Alfredo e dal compagno Nicola Gai durante il processo. Questi ultimi due compagni sono stati destinatari, a settembre 2016, di altrettante misure cautelari in carcere per l’operazione “Scripta Manent”. Anna, Marco e Alfredo, assieme a Nicola e Alessandro, sono stati condannati nella sentenza di primo grado nel processo “Scripta Manent” a pene tra i 5 e i 20 anni di carcere, accusati di aver costituito o partecipato ad una “associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico” (tutti e cinque, in riferimento alla FAI/FRI) e per “attentato con finalità di terrorismo”, “strage” e “detenzione e trasporto di materiale esplodente” (due persone, in riferimento a sette azioni esplosive compiute tra il 2005 e il 2007 da alcuni gruppi aderenti alla FAI). I compagni imputati nel processo erano una ventina e l’accusa di “istigazione a delinquere” relativa alla pubblicazione dell’ultima edizione di “Croce Nera Anarchica” e alla gestione di alcuni siti internet è caduta per tutti gli accusati.

Giovanni e Ghespe sono stati arrestati il 3 agosto 2017 nel contesto di una operazione repressiva che ha visto otto compagni arrestati e lo sgombero dell’occupazione anarchica La Riottosa, a Firenze. Assieme ad un altro anarchico prigioniero (Paska) sono accusati di aver compiuto l’attacco esplosivo contro la libreria fascista “Il Bargello” del 1° gennaio 2017, in cui rimase gravemente ferito un artificiere della polizia. Sono tutti imputati nel processo per l’operazione “Panico”, in cui rientrano anche i fatti di cui sono accusati (per i reati di “tentato omicidio”, “detenzione e trasporto di materiale esplodente”, “associazione a delinquere”, e altri), la cui sentenza è prevista a luglio 2019.

Il compagno Luca Dolce, detto Stecco, è in carcere dal 19 febbraio 2019, arrestato assieme ad altri sette anarchici per l’operazione repressiva denominata “Renata”. Il 9 maggio sono stati trasferiti agli arresti domiciliari cinque anarchici, mentre un altra compagna inizialmente posta agli arresti domiciliari è sottoposta ad alcune misure restrittive. Per tutti loro, nel mese di marzo, a seguito di una decisione del tribunale del riesame che ha ritenuto insussistenti le accuse e le aggravanti di “terrorismo”, è caduta l’accusa di “associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico” di cui inizialmente erano accusati una parte dei compagni arrestati, e il reato ipotizzato è divenuto quello di “associazione sovversiva”. Invariate le accuse relative a fatti specifici (“interruzione di pubblico servizio”, “danneggiamento”, “sabotaggio di apparecchi telematici”, “incendio” e “trasporto di materiale esplodente”).

La compagna Silvia Ruggeri è stata arrestata il 7 febbraio 2019 per l’operazione “Scintilla” che ha comportato l’arresto di sei anarchici, alcune perquisizioni a Torino e altrove e lo sgombero dell’Asilo Occupato di via Alessandria, occupazione anarchica esistente dal 1995. L’accusa principale era di aver costituito o partecipato ad una “associazione sovversiva”, di aver compiuto alcune azioni dirette inerenti la lotta contro i CIE ed i CPR, carceri per persone migranti e di aver redatto l’opuscolo “I cieli bruciano”, dove si indicano precise responsabilità nella gestione di queste prigioni. Cinque anarchici sono stati scarcerati nei mesi successivi. Silvia resta in carcere con l’accusa che il suo “profilo antropometrico” corrisponderebbe con quello di una persona ripresa dalle telecamere mentre posizionava un ordigno sotto un ufficio postale (le Poste Italiane hanno avuto possesso della compagnia aerea “Mistral Air”, con cui venivano effettuati rimpatri di persone migranti).

Riportiamo qui il testo che Silvia, tramite videoconferenza, ha letto il 29 maggio durante una udienza legata ad un processo per occupazione in corso a Torino, dove anch’essa è imputata:

“Ci troviamo da quasi due mesi rinchiuse nella sezione AS2 femminile de L’Aquila, ormai sono note, qui e fuori, le condizioni detentive frutto di un regolamento in odore di 41bis ammorbidito.
Siamo convinte che nessun miglioramento possa e voglia essere richiesto, non solo per questioni oggettive e strutturali della sezione gialla (ex-41bis): l’intero carcere è destinato quasi esclusivamente al regime 41bis, per cui allargare di un poco le maglie del regolamento di sezione ci pare di cattivo gusto e impraticabile, date le ancor più pesanti condizioni subite a pochi passi da qui, non possiamo non pensare a quante e quanti si battono da anni accumulando rapporti e processi penali. A questo si aggiunge il maldestro tentativo del DAP di far quadrare i conti istituendo una sezione mista anarco-islamica, che si è concretizzato in un ulteriore divieto di incontro nella sezione stessa, con un isolamento che perdura.
Esistono condizioni di carcerazione, comune o speciale, ancora peggiori di quelle aquilane. Questo non è un buon motivo per non opporci a ciò che impongono qui.
Noi di questo pane non ne mangeremo più: il 29 maggio iniziamo uno sciopero della fame chiedendo il trasferimento da questo carcere e la chiusura di questa sezione infame”.
Silvia e Anna

[Testo ricevuto via e-mail].

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Italy: Further update on the hunger strike of imprisoned anarchists

On May 29, 2019 the anarchist comrades Anna Beniamino and Silvia Ruggeri announced that in the same day they had begun a hunger strike against the conditions and restrictions imposed on them in the AS2 section (“High Surveillance 2”) in the prison of L’Aquila, where they are locked up.

In the following days, between 29 and 31 May, six other anarchist comrades also joined the hunger strike: Alfredo Cospito and Luca Dolce (known as Stecco) imprisoned in Ferrara, Marco Bisesti imprisoned in Alessandria, Salvatore Vespertino (known as Ghespe) and Giovanni Ghezzi in the Sollicciano prison in Florence, and Leonardo Landi in the prison of Lucca. Regarding this last comrade, the fact that he was on a hunger strike had not been disclosed in recent days. Leonardo was arrested in February 2019 for a residual sentence of 2 years and 8 months relating to a 2012 sentece in the trial related to the “Ardesia” repressive operation. Together with other comrades he was accused of having carried out a robbery in 2007 and of having formed a “subversive association” (a crime for which they were not convicted).

Anna and Marco were arrested on 6 September 2016 for the “Scripta Manent” operation, while Alfredo was arrested in September 2012 for the action against the CEO of “Ansaldo Nucleare” Roberto Adinolfi (7 May 2012, Genoa), an action claimed individually by Alfredo and comrade Nicola Gai during the trial. In September 2016, these last two comrades were recipients of as many precautionary measures in prison for the “Scripta Manent” operation. Anna, Marco and Alfredo, together with Nicola and Alessandro, were convicted in the first instance sentence in the “Scripta Manent” trial to sentences of between 5 and 20 years in prison, accused of having established or participated in a “subversive association with finality of terrorism and subversion of the democratic order ” (all five, in reference to the FAI/FRI) and for “terrorist attack”, “massacre” and “detention and transportation of explosive material” (two people, in reference to seven explosive actions carried out between 2005 and 2007 by some groups adhering to the FAI). The defendants in the trial were about twenty and the charge of “instigation to commit crimes” related to the publication of the last edition of “Croce Nera Anarchica” and to the running of some internet sites fell for all the accused.

Giovanni and Ghespe were arrested on 3 August 2017 in the context of a repressive operation that saw eight comrades arrested and the eviction of La Riottosa anarchist occupation in Florence. Together with another prisoner anarchist (Paska) they are accused of having carried out the explosive attack against the fascist bookstore “Il Bargello” on 1 January 2017, in which a police blaster was seriously injured. They are all charged in the trail for the “Panico” operation, which also includes the facts of which they are accused (for the crimes of “attempted murder”, “detention and transport of explosive material”, “criminal association”, and others ), whose sentence is expected in July 2019.

Comrade Luca Dolce, known as Stecco, has been in prison since February 19, 2019, arrested along with seven other anarchists for the repressive operation called “Renata”. On May 9, five anarchists were transferred under house arrest, while another comrade initially placed under house arrest is subject to some restrictive measures, for all of them, in March, following a decision of the review court that considered inexistent the allegations and aggravating circumstances of “terrorism”, the accusation (of which a part of the arrested comrades were initially accused) of “subversive association with finality of terrorism and subversion of the democratic order” has fallen, and the hypothesized crime has become that of “subversive association”. The charges relating to specific facts (“interruption of public service”, “damage”, “sabotage of telematic devices”, “fire” and “transport of explosive material”) were unchanged.

Comrade Silvia Ruggeri was arrested on 7 February 2019 for the “Scintilla” operation that involved the arrest of six anarchists, some searches in Turin and elsewhere and the eviction of Asilo Occupato of via Alessandria, an anarchist occupation existing since 1995. The main accusation was that they had formed or participated in a “subversive association”, to have carried out some direct actions concerning the fight against the CIE and the CPR, prisons for migrant people and to have drawn up the brochure “I cieli bruciano” (“The skies burn”), where precise responsibilities are indicated in the management of these prisons. Five anarchists were released in the following months. Silvia remains in prison for the accusation that her “anthropometric profile” would correspond with that of a person filmed by cameras while placing a bomb under a post office (Poste Italiane had possession of the “Mistral Air” airline, with which migrants were repatriated).

We report here the text that Silvia, via videoconference, read on May 29 during a hearing related to a process for “abusive occupation” ongoing in Turin, where she is also a defendant:

“We have been detained for almost two months in the women’s AS2 section of L’Aquila, now the detention conditions resulting from a regulation in the odor of softened 41bis are known, here and outside.
We are convinced that no improvement can and will be required, not only for objective and structural issues of the yellow section (ex-41bis): the entire prison is destined almost exclusively to the 41bis regime, so to enlarge the meshes of the regulation by a little section seems in bad taste and impractical, given the even heavier conditions suffered a few steps from here, we can’t not think of how many and how many fought for years accumulating reports and criminal trials. Added to this is the DAP’s clumsy attempt to make ends meet by setting up a mixed anarcho-islamic section, which resulted in a further ban on meeting in the section itself, with an isolation that continues.
There are prison conditions, common or special, even worse than those in L’Aquila. This isn’t a good reason not to oppose what they impose here.
We of this bread will not eat any more: on May 29th we begin a hunger strike asking for the transfer from this prison and the closure of this infamous section”.
Silvia and Anna

[Text received via e-mail].

(it-fr) All’ombra del Barocco

All’ombra del Barocco

Cosa hanno in comune il ticket per visitare a pagamento le chiese di Lecce e lo sgombero di una Biblioteca Anarchica da uno stabile occupato da tre anni? Nulla, apparentemente.

Invece no. Questi due atti, che sembrano scollegati tra loro, ci parlano di un cambiamento della città e del modo di viverla, un cambiamento che coinvolge tutti. Due operazioni che mirano ad attuare sempre più quel processo, conosciuto col nome di gentrificazione, teso a trasformare i centri storici in una vetrina a solo uso e consumo di ricchi fruitori; una vetrina che può essere semplicemente guardata, visitata e fruita nelle ore diurne, e consumata in quelle notturne, tramite gli innumerevoli locali in cui si sviluppa la movida. Una città che non può più, quindi, essere vissuta.

La vita reale svanisce assieme ai vecchi modi dello stare assieme tramite cui si sviluppava la socialità tra gli individui – magari col giocare e mangiare assieme all’aperto di un piazzetta –, per mezzo di un movimento centrifugo che la spinge fuori dai centri storici, un movimento attuato col lievitare degli affitti e del costo della vita da un lato, e le norme “per il decoro” dall’altro; quelle norme che stabiliscono che non è più possibile mangiare o bere per strada, ma solo nei costosissimi locali. Un decoro ben strano, teso a guardare solo gli avventori poveri delle strade del centro, e non dentro il mondo della ricchezza, laddove i camerieri vengono sfruttati a 20 euro per una serata di lavoro.

Il paradosso che non vedono coloro che chiacchierano del turismo come forma di ricaduta economica sul territorio è questo: a fronte di uno sfruttamento enorme e di paghe da fame, ad arricchirsi sempre più sono i soliti padroni e speculatori. Non a caso, lo sgombero della Biblioteca Anarchica è arrivato perché una nota speculatrice ammanicata con la politica, Beatrice Baldisser, ha acquistato uno stabile enorme per farne un resort di lusso, come altri ne possiede, in cui per dormire occorrono centinaia di euro. Non proprio una somma a portata di tutti… E per far questo buttano per strada anche un nordafricano residente lì da un quarto di secolo.

È il totalitarismo dell’Economia e del Denaro che stende il suo manto funereo sulla vita di tutti i poveri, gli indigenti e gli sfruttati, in stretto accordo con la Politica. Un “Decreto Sicurezza” dopo l’altro, varati dalla sinistra come dalla destra, rappresentano proprio il braccio armato dell’Economia teso a vigilare su quel “decoro” ci cui si è parlato. Una vigilanza sempre più ossessiva e restrittiva costruita con norme, polizia, telecamere, ZTL, eserciti nelle strade delle città, militarizzazione massiccia delle nostre vite e pensieri e maggiori poteri e armi a ricchi e loro difensori, come testimoniano la legge sulla cosiddetta “Legittima difesa” o il taser in dotazione alla polizia.

Tacere o limitarsi a mugugnare su tutto ciò significa arrendersi. Opporsi è l’unica strada percorribile per chi abbia a cuore la libertà.

Opporsi ed aprire spazi di libertà.

Biblioteca anarchica Disordine

[Volantino distribuito a Lecce].

[Testo arrivato via e-mail].

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A l’ombre du baroque

Qu’y a-t-il de commun entre les billets pour visiter les églises de Lecce et l’expulsion d’une bibliothèque anarchiste d’un bâtiment occupé pendant trois ans ? Rien, apparemment.

Mais non, en revanche. Ces deux actes, qui semblent déconnectés l’un de l’autre, nous parlent d’un changement de la ville et de la manière de la vivre, un changement qui concerne tout le monde. Deux opérations qui visent à mettre en œuvre de plus en plus ce processus, connu sous le nom de gentrification, visant à transformer les centres historiques en une vitrine pour le seul usage et la consommation des usagés fortunés, une vitrine qui peut être simplement regardée, visitée et appréciée pendant la journée, et consommée pendant la nuit, à travers les innombrables lieux où la vie nocturne se développe. Une ville qui ne peut plus être vécue.

La vie réelle disparaît avec les anciennes façons d’être ensemble à travers lesquelles la socialité entre les individus s’est développée – peut-être en jouant et en mangeant ensemble à l’extérieur sur une petite place -, au moyen d’un mouvement centrifuge qui la pousse hors des centres historiques, un mouvement mis en œuvre avec la hausse des loyers et du coût de la vie, d’un côté et les règles « de bienséance », de l’autre, celles qui établissent qu’il n’est plus possible de servir de la nourriture et des boissons dans la rue, mais uniquement dans les lieux très coûteux. Une bienséance très étrange, destinée à ne concerner que les pauvres clients des rues du centre, et non le monde de la richesse, où les serveurs sont exploités à 20 euros pour une soirée de travail.

Le paradoxe que ceux qui parlent du tourisme comme d’une forme de retombées économiques sur le territoire ne voient pas est le suivant : face à l’énorme exploitation et aux salaires de misère, les propriétaires et spéculateurs habituels s’enrichissent de plus en plus. Ce n’est pas un hasard si l’expulsion de la Bibliothèque anarchiste est arrivée parce qu’un spéculateur bien connu, Béatrice Baldisser, enchaîné à la politique, a acheté un énorme bâtiment pour en faire une résidence de luxe, comme d’autres, où il faut des centaines d’euros pour dormir. Ce n’est pas exactement une somme à la portée de tous… Et pour y parvenir, une personne nord-africaine qui y vivait depuis un quart de siècle se fait jeter à la rue.

C’est le totalitarisme de l’économie et de l’argent qui étend son manteau funéraire sur la vie de tous les pauvres, des indigents et des exploités, en accord étroit avec la politique. Les « Décrets de sécurité » successifs, lancés aussi bien par la gauche que par la droite, représentent précisément le bras armé de l’économie visant à surveiller ce « décorum » dont il a été question. Une vigilance de plus en plus obsessionnelle et restrictive construite avec des règles, des policiers, des caméras, des ZTL [Zone à Trafic Limité], des armées dans les rues des villes, une militarisation massive de nos vies et de nos pensées, des pouvoirs et des armes plus importants pour les riches et leurs défenseurs, comme en témoigne la loi sur la  » La Légitime Défense » ou le Taser fourni à la police.

Se taire ou se limiter à marmonner sur tout cela, c’est se rendre. S’y opposer est la seule voie à suivre pour ceux qui se soucient de la liberté.

S’opposer et ouvrir des espaces de liberté.

Bibiliothèque anarchiste Disordine

[Tract distribué à Lecce, Italia].

[Depuis cracherdanslasoupe.noblogs.org].

(it-en) Italia: Aggiornamenti sullo sciopero della fame degli anarchici prigionieri per la chiusura della sezione AS2 de L’Aquila

Italia: Aggiornamenti sullo sciopero della fame degli anarchici prigionieri per la chiusura della sezione AS2 de L’Aquila

Prosegue lo sciopero della fame per la chiusura della sezione AS2 del carcere de L’Aquila [iniziato dalle anarchiche Anna Beniamino e Silvia Ruggeri il 29 maggio 2019].

Allo sciopero si sono uniti anche gli anarchici prigionieri Salvatore Vespertino, Giovanni Ghezzi, Alfredo Cospito, Marco Bisesti, Luca Dolce.

Nella nostra vicinanza, non pubblicheremo né daremo in alcun modo spazio a raccolte di firme, telegrammi, fax, mail bombing o qualsivoglia mezzo di civile pressione volto a sottolineare la situazione repressiva in corso, riteniamo tali mezzi non solo inutili ma dannosi, controproducenti ed obiettivamente nemici del pensiero e dell’azione anti-autoritari, che in ben altro orizzonte si dispiegano.

Tratto da qui: https://www.autistici.org/cna/2019/06/03/aggiornamenti-sullo-sciopero-della-fame-dei-prigionieri-anarchici-per-la-chiusura-della-as2-de-laquila/

[Testo arrivato tramite e-mail].

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Italy: Updates on the hunger strike of imprisoned anarchists for the closure of the AS2 section of L’Aquila

The hunger strike for the closure of the AS2 section [“High Surveillance 2”] of the prison of L’Aquila continues [it was started by the anarchists Anna Beniamino and Silvia Ruggeri on 29 May, 2019].

The anarchists prisoners Salvatore Vespertino, Giovanni Ghezzi, Alfredo Cospito, Marco Bisesti and Luca Dolce also joined the hunger strike.

In our closeness, we will not publish or in any way give space to petitions, telegrams, faxes, mail bombings or any means of civil pressure aimed at emphasizing the current repressive situation; we consider these means not only useless but harmful, counterproductive and objectively enemies of anti-authoritarian thought and action, which unfold in a very different horizon.

Translated from here: https://www.autistici.org/cna/2019/06/03/aggiornamenti-sullo-sciopero-della-fame-dei-prigionieri-anarchici-per-la-chiusura-della-as2-de-laquila/

[Translation arrived via e-mail].

(it-en) Italia: Boba agli arresti domiciliari

Italia: Boba agli arresti domiciliari

Apprendiamo che il 31 maggio il giudice ha accolto l’istanza per i domiciliari per Marco, in attesa del riesame ha tutte le restrizioni.

[Nota: Per maggiori informazioni leggere il testo a questo link: anarhija.info].

[Tratto da roundrobin.info].

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Italy: Boba under house arrest

We learn that on May 31, the judge accepted the instance for house arrest for Marco, while awaiting the Court of the review he has all the restrictions.

[Note: For more informations read the text at this link (in Italian): anarhija.info].

(it-en-fr) Bruxelles, Belgio: Assolti 12 anarchici

Bruxelles, Belgio: Assolti 12 anarchici

Martedì 28 maggio [2019] è stato emesso il verdetto per il processo contro 12 anarchici a Bruxelles.
Ricordiamo che erano accusati di “associazione a delinquere” e di una serie di altri “reati” avvenuti nel contesto di lotte condotte su basi anarchiche.
Durante il processo, nell’ultimo mese, il p.m. aveva chiesto che gli accusati vengano condannati al lavoro o a varie pene detentive. La difesa invece ha chiesto l’assoluzione a causa dell’inammissibilità del giudizio.
Il tribunale ha infine dichiarato l’inammissibilità del giudizio, perciò sono stati assolti! Solo una persona, che non era inclusa nella csd. associazione a delinquere, è stata dichiarata colpevole di aggressione ad uno sbirro, ma nessuna sentenza è stata emessa per questo.
Nel frattempo il p.m. ha 40 giorni per presentare ricorso contro questa decisione. Perciò, ne riparleremo.
Comunque, non dimentichiamo i compagni accusati di aver combattuto contro la costruzione della maxi-prigione a Haren, i quali sono pure stati sotto inchiesta “anti-terrorismo”, e per i quali la camera di consiglio deciderà martedì 4 giugno 2019 su eventuali accuse da mantenere. Come anche non dimentichiamo le persone che alzano le proprie teste contro la vita che ci viene imposta in varie parti del mondo.
Per un mondo senza sfruttamento e senza frontiere.
Contro ogni autorità
E’ sempre momento di lottare.

[Tratto da anarhija.info].

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Brussels, Belgium: Report of the trial against 12 anarchists

Tuesday May 28 [2019] the verdict was delivered in the trial against 12 anarchists in Brussels.
As a reminder, they were prosecuted for “criminal association” and a series of other “offences” that occurred in the framework of struggles carried out on an anarchist basis.
During the trial last month the prosecutor had asked for the accused to be sentenced to work or to various prison sentences. The defence for their part argued for an acquittal due to inadmissibility of prosecution.
The court finally ruled inadmissibility of the proceedings, so they were acquitted! Only one person who wasn’t included in the so-called criminal association was found guilty of injuring a cop, but without any sentence being pronounced for this.
Meanwhile the prosecutor has 40 days to appeal this ruling. So, to be continued..
Still, we do not forget the comrades prosecuted for having fought against the construction of the maxi-prison at Haren. Who were also under “anti-terrorist” investigation and for whom the council chamber will decide on any possible charges to be maintained on Tuesday June 4 2019. Also we do not forget the people raising their heads against the lives imposed on us around the world.
For a world without exploitation or borders.
Against all authority.
It is always the time to fight.

[Text taken from actforfree.nostate.net].

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Belgique : rendu du procès contre 12 anarchistes

Ce mardi 28 mai a été rendu le verdict dans le cadre du procès contre 12 anarchistes à Bruxelles.
Pour rappel, illes étaient poursuivi-es pour « association de malfaiteurs » et une série d’autres “délits” ayant eu lieu dans le cadre de luttes menées sur des bases anarchistes. Lors du procès le mois dernier, le procureur avait réclamé pour les différent-es inculpé-es des peines de travail ou différentes peines de prison. La défense avait quant à elle plaidé l’irrecevabilité des poursuites et l’acquittement.
Le tribunal a finalement retenu l’irrecevabilité des poursuites, ce qui signifie qu’illes sont donc acquitté-es! Seule une personne qui n’était pas inclue dans la supposée association de mafaiteurs a été reconnue coupable de coups et blessures envers un flic, mais sans qu’il n’y ait de peine prononcée pour ces faits.
Le procureur a cependant 40 jours pour faire appel de ce jugement. Affaire à suivre donc.
Malgré tout, on n’oublie pas les compagnons et compagnon.ne.s qui sont poursuivies pour avoir lutté contre la construction de la maxi-prison à Haren. Qui ont eux aussi été sous le coup d’une enquête “anti-terroriste” et pour lesquels la chambre du conseil décidera des éventuelles inculpations à retenir ce mardi 4 juin 2019.On n’oublie pas non plus les personnes qui à travers le monde relèvent la tête face à ces vies qu’on nous impose.
Pour un monde sans exploitation ni frontières.
Contre toute autorité,
Il est toujours temps de se battre.

[Depuis nantes.indymedia.org].

(it-en-fr) Italia: Anche Ghespe è in sciopero della fame

Italia: Anche Ghespe è in sciopero della fame

Apprendiamo che il compagno anarchico Salvatore Vespertino (detto Ghespe) è dal 30 maggio in sciopero della fame, in solidarietà con le compagne Anna Beniamino e Silvia Ruggeri, rinchiuse nel carcere de L’Aquila (Anna e Silvia hanno dichiarato lo sciopero della fame il 29 maggio, contro le condizioni e le restrizioni cui sono costrette nella sezione AS2 del carcere dove si trovano).

Ghespe è stato arrestato il 3 agosto 2017 nel contesto di una operazione repressiva che ha visto otto compagni arrestati e lo sgombero dell’occupazione anarchica La Riottosa, a Firenze. Assieme ad altri due anarchici prigionieri (Giovanni e Paska) è accusato di aver compiuto l’attacco esplosivo contro la libreria fascista “Il Bargello” del 1° gennaio 2017, in cui rimase gravemente ferito un artificiere della polizia. Sono tutti imputati nel processo per l’operazione “Panico”, in cui rientrano anche i fatti di cui sono accusati (per i reati di “tentato omicidio”, trasporto di materiale esplosivo, “associazione a delinquere”, e altri), la cui sentenza è prevista a luglio 2019.

Solidarietà rivoluzionaria con Anna, Silvia e Ghespe!

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Italy: Even Ghespe is on hunger strike

We learn that the anarchist comrade Salvatore Vespertino (known as Ghespe) has been on hunger strike since May 30, in solidarity with comrades Anna Beniamino and Silvia Ruggeri, locked up in the prison of L’Aquila (Anna and Silvia declared the hunger strike on the 29th May, against the conditions and restrictions to which they are forced in the AS2 section of the prison where they are located).

Ghespe was arrested on 3 August 2017 in the context of a repressive operation that saw eight comrades arrested and the eviction of La Riottosa anarchist occupation in Florence. Together with two other anarchist prisoners (Giovanni and Paska) he is accused of having carried out the explosive attack against the fascist bookstore “Il Bargello” on 1 January 2017, in which a police blaster was seriously injured. They are all charged in the trial for the “Panico” repressive operation, which also includes the facts of which they are accused (for the crimes of “attempted murder”, transport of explosive material, “criminal association”, and others), whose ruling is expected in July 2019.

Revolutionary solidarity with Anna, Silvia and Ghespe!

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Florence (Italie) : Ghespe aussi est en grève de la faim

Le compagnon anarchiste Salvatore Vespertino (appelé Ghespe) est en grève de la faim depuis le 30 mai, en solidarité avec les compagnonnes Anna Beniamino et Silvia Ruggeri, enfermée dans la prison de L’Aquila (le 29 mai, Anna et Silvia on annoncé le début de leur grève de la faim, contre les restrictions et les conditions qui leur sont imposées dans la sections AS2 de la prison où elles se trouvent).

Ghespe a été arrêté le 3 août 2017, lors de l’opération répressive qui a mené à l’interpellation de huit compagnons et l’expulsion du squat anarchiste La Riottosa, à Florence. Il est accusé, avec deux autres anarchistes, eux aussi prisonniers (Giovanni et Paska), de l’attaque explosive contre la librairie fasciste Il Bargello à Florence, le 1er janvier 2017, lors de laquelle un démineur de la police a été gravement blessé. Ils sont tous inculpés dans le procès pour l’affaire Panico, qui comprend aussi les délits qui leur sont imputés (tentative d’homicide, transport d’explosif, association de malfaiteurs, etc.), dont la sentence est prévue pour juillet 2019.

Solidarité révolutionnaire avec Anna, Silvia et Ghespe !

Note d’Attaque – pour écrire à Ghespe, Paska et Giovanni :

Salvatore Vespertino
Giovanni Ghezzi
Casa Circondariale Sollicciano
Via Girolamo Minervini, 2/R
50142 Firenze (Italie)

Pierloreto Fallanca
Casa Circondariale Mammagialla
Strada Santissimo Salvatore, 14/B
01100 Viterbo (Italie)

[Depuis attaque.noblogs.org].

(it-en) Italia: Aggiornamenti da Brescia

Italia: Aggiornamenti da Brescia

[Nota: Per maggiori informazioni leggere i testi a questo e questo link].

Lunedì 27 maggio [2019] la moglie del compagno incarcerato perché accusato di favoreggiamento è stata prelevata dalla casa dei propri genitori per eseguire una seconda perquisizione nella casa di residenza; riperquisite tutte le sbitazioni come il giorno 22 maggio, data della prima perquisizione [e dell’arresto di Juan e del compagno accusato di “favoreggiamento” alla latitanza].

Ancora una volta, una ventina di Digos con passamontagna accompagnati dalla polizia scientifica cercavano una giacca e un computer non rinvenuti durante la prima perquisizione.
Sottolineando che anche sabato 25 maggio sono state perquisite quattro differenti abitazioni, riconducibili ad “affetti” del nostro compagno incarcerato, con armi in pugno e passamontagna.

In attesa del riesame è confermato il carcere per evitare i contatti con i/le compagni/e solidali e perché non ritenuto in grado di rispettare i domiciliari.

[Tratto da roundrobin.info].

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Italy: Updates from Brescia

[Note: for more information read the texts to this and this link].

Monday, May 27 [2019] the wife of the comrade incarcerated because he was accused of aiding and abetting was taken from the house of her parents to carry out a second search in the house of residence; reworked all the places like May 22, the date of the first search [and the arrest of Juan and the comrade accused of “aiding and abetting” the fugitive comrade].

Once again, about twenty Digos (“Division for general investigations and special operations”, in fact the political police) with balaclavas and accompanied by the forensic police were looking for a jacket and a computer not found during the first search. Recognizing that four different homes were searched on Saturday, May 25, attributable to “affections” of our imprisoned comrade, always with weapons in hand and balaclavas.

Waiting for the court of review it’s confirmed the prison to avoid contacts with the comrades in solidarity and because he isn’t considered “able to respect house arrest”.

(it-en) Italia: Aggiornamento ed indirizzi degli anarchici prigionieri per l’operazione repressiva “Prometeo”

https://anarhija.info/library/i-a-italia-aggiornamento-su-prigionieri-anarchici-1.jpg Italia: Aggiornamento ed indirizzi degli anarchici prigionieri per l’operazione repressiva “Prometeo”

Martedì 21 maggio 2019 sono stati arrestati Natascia, Beppe e Robert nel contesto di una operazione repressiva chiamata “Prometeo” ed eseguita dai carabinieri del ROS. Sono state eseguite anche alcune perquisizioni. L’accusa principale è di “attentato con finalità di terrorismo o di eversione”, poiché ritenuti responsabili dell’invio di tre pacchi-bomba arrivati nel giugno 2017 ai p. m. Rinaudo (pubblico ministero in molti processi contro il movimento antagonista e gli anarchici) e Sparagna (pubblico ministero nel processo per l’operazione “Scripta Manent”) e a Santi Consolo, all’epoca direttore del DAP (“Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”) di Roma. Non sono stati accusati di alcun reato “associativo” (come gli art. 270 o 270bis, c. p.). Una compagna è stata arrestata in Francia e verrà probabilmente trasferita in Italia a breve. Continue reading

(it-en) Italia: Dichiarazione di Silvia e Anna sull’inizio dello sciopero della fame nel carcere de L’Aquila

Dichiarazione di Silvia e Anna sull’inizio dello sciopero della fame nel carcere de L’Aquila

Nella mattina del 29 maggio 2019 si è svolta presso il tribunale di Torino la prima udienza del processo contro alcuni anarchici per l’occupazione di corso Giulio 45 (Torino). Una delle imputate è Silvia, arrestata il 7 febbraio nel contesto dell’operazione repressiva “Scintilla” e dello sgombero dell’Asilo Occupato di Torino. La compagna, tramite la videoconferenza (che le impedisce di essere presente alle udienze), ha letto un testo scritto da lei ed Anna in cui annunciano l’inizio di uno sciopero della fame contro le condizioni e le restrizioni imposte nella sezione AS2 del carcere de L’Aquila (condizioni carcerarie equiparabili a quelle della detenzione in regime di 41bis, presente proprio nel carcere dove sono rinchiuse). Ricordiamo che la compagna anarchica Anna Beniamino è prigioniera dal 6 settembre 2016 per l’operazione “Scripta manent”, per cui il 24 aprile è stata emessa la sentenza nel processo di primo grado. E’ stata condannata a 17 anni e altri quattro compagni a pene tra i 5 e i 20 anni di carcere.
Solidarietà rivoluzionaria con le compagne in sciopero della fame e con tutti gli anarchici prigionieri!

Qui di seguito il testo di Silvia e Anna:

“Ci troviamo da quasi due mesi rinchiuse nella sezione AS2 femminile de L’Aquila, ormai sono note, qui e fuori, le condizioni detentive frutto di un regolamento in odore di 41bis ammorbidito.
Siamo convinte che nessun miglioramento possa e voglia essere richiesto, non solo per questioni oggettive e strutturali della sezione gialla (ex-41bis): l’intero carcere è destinato quasi esclusivamente al regime 41bis, per cui allargare di un poco le maglie del regolamento di sezione ci pare di cattivo gusto e impraticabile, date le ancor più pesanti condizioni subite a pochi passi da qui, non possiamo non pensare a quante e quanti si battono da anni accumulando rapporti e processi penali. A questo si aggiunge il maldestro tentativo del DAP di far quadrare i conti istituendo una sezione mista anarco-islamica, che si è concretizzato in un ulteriore divieto di incontro nella sezione stessa, con un isolamento che perdura.
Esistono condizioni di carcerazione, comune o speciale, ancora peggiori di quelle aquilane. Questo non è un buon motivo per non opporci a ciò che impongono qui.
Noi di questo pane non ne mangeremo più: il 29 maggio iniziamo uno sciopero della fame chiedendo il trasferimento da questo carcere e la chiusura di questa sezione infame”.
Silvia e Anna

[Testo arrivato via e-mail].

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Italy: Declaration of Silvia and Anna on the beginning of the hunger strike in L’Aquila prison

On the morning of May 29, 2019, in the court of Turin was held the first hearing in the trial against some anarchists for the occupation of Corso Giulio 45 (Turin). One of the defendants is Silvia, arrested on 7 February in the context of the “Scintilla” repressive operation and the eviction of the Asilo Occupato in Turin. The comrade via videoconference (which prevents her from being present at the hearings) read a text written by her and Anna announcing the beginning of a hunger strike against the conditions and restrictions imposed in the AS2 section of the prison of L’Aquila (prison conditions comparable to those of detention under the 41bis regime, present right in the prison where they are locked up). We remind that the anarchist comrade Anna Beniamino is imprisoned since 6 September 2016 for the “Scripta manent” operation, for which on 24 April was issued the sentence in the trial of first instance. She was sentenced to 17 years and four other comrades sentenced between 5 and 20 years of prison.
Revolutionary solidarity with the comrades on hunger strike and with all the imprisoned anarchists!

Here is the text by Silvia and Anna:

“We have been detained for almost two months in the women’s AS2 section of L’Aquila, now the detention conditions resulting from a regulation in the odor of softened 41bis are known, here and outside.
We are convinced that no improvement can and will be required, not only for objective and structural issues of the yellow section (ex-41bis): the entire prison is destined almost exclusively to the 41bis regime, so to enlarge the meshes of the regulation by a little section seems in bad taste and impractical, given the even heavier conditions suffered a few steps from here, we can’t not think of how many and how many fought for years accumulating reports and criminal trials. Added to this is the DAP’s clumsy attempt to make ends meet by setting up a mixed anarcho-islamic section, which resulted in a further ban on meeting in the section itself, with an isolation that continues.
There are prison conditions, common or special, even worse than those in L’Aquila. This isn’t a good reason not to oppose what they impose here.
We of this bread will not eat any more: on May 29th we begin a hunger strike asking for the transfer from this prison and the closure of this infamous section”.
Silvia and Anna

[Text arrived via e-mail].

(it-en) Italia, operazione “Renata”: Stecco trasferito nel carcere di Ferrara

Italia, operazione “Renata”: Stecco trasferito nel carcere di Ferrara

Informiamo che il compagno anarchico Luca Dolce detto Stecco è stato trasferito dal carcere di Tolmezzo (in provincia di Udine) al carcere di Ferrara, precisamente nella sezione AS2 dove sono prigionieri i compagni anarchici recentemente condannati nel processo di primo grado per l’operazione “Scripta manent”. Stecco è in carcere dal 19 febbraio 2019, arrestato assieme ad altri sette anarchici nel contesto dell’operazione repressiva denominata “Renata”.

Il 9 maggio sono stati trasferiti agli arresti domiciliari cinque anarchici prigionieri per questa operazione repressiva: Agnese (che da poco era stata trasferita nella sezione AS2 carcere de L’Aquila), Giulio, Roberto (che erano detenuti a Tolmezzo), Andrea e Nicola (che erano detenuti a Ferrara). E’ rimasto in carcere, a causa di altre condanne definitive, solo il compagno Luca Dolce (detto “Stecco”). Mentre un’altra compagna, Sasha, anch’essa arrestata il 19 febbraio e posta fin da subito agli arresti domiciliari, ha avuto quest’ultima “misura cautelare” trasformata in obbligo di dimora e rientro a casa dalle ore 21.00 alle 7.00 del mattino.

Ricordiamo anche che nel mese di marzo, a seguito di una decisione del tribunale del riesame che ha ritenuto insussistenti le accuse e le aggravanti di “terrorismo”, è caduta l’accusa di “associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico” (art. 270bis, c. p.) di cui inizialmente erano accusati una parte dei compagni arrestati, e il reato ipotizzato è divenuto quello di “associazione sovversiva” (art. 270, c. p.). Invariate le accuse relative a fatti specifici (“interruzione di pubblico servizio”, “danneggiamento”, “sabotaggio di apparecchi telematici”, “incendio” e “trasporto di materiale esplodente”).

L’indirizzo di Stecco:

Luca Dolce
C. C. di Ferrara
via Arginone 327
44122 Ferrara

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Italy, “Renata” operation: Stecco transferred to the prison of Ferrara

We inform that anarchist comrade Luca Dolce, known as Stecco, was transferred from the prison of Tolmezzo (in the province of Udine) to the prison of Ferrara, precisely in the AS2 section (“High Surveillance 2”) where are imprisoned the anarchist comrades recently sentenced in the first instance trial for the “Scripta manent” operation. Stecco has been in prison since February 19, 2019, arrested along with seven other anarchists in the context of the repressive operation called “Renata”.

On May 9, five anarchists imprisoned for this repressive operation were transferred to house arrest: Agnese (who had recently been transferred to the new AS2 section in the prison of L’Aquila), Giulio, Roberto (who were detained in Tolmezzo), Andrea and Nicola (who were detained in Ferrara). Only comrade Luca Dolce (known as “Stecco”) remained in prison due to other final sentences. While another comrade, Sasha, who was also arrested on 19 February and immediately placed under house arrest, had this last “precautionary measure” transformed into an obligation to stay and return home from 9.00 pm to 7.00 am.

We also recall that in the month of March, following a court decision that considered the allegations and aggravating circumstances of “terrorism” to be non-existent, has fallen the accusation of “subversive association with the purpose of terrorism and subversion of the democratic order” (art. 270bis) of which a part of the arrested comrades were initially accused, and the hypothesized crime has become that of “subversive association” (art. 270). The charges relating to specific facts (“interruption of public service”, “damage”, “sabotage of telematic devices”, “fire” and “transport of explosive material”) are unchanged.

The address of Stecco:

Luca Dolce
C. C. di Ferrara
via Arginone 327
44122 Ferrara
Italia [Italy]

(it-en) Argentina, aprile 2019: L’anarchica prigioniera Anahí Salcedo finalmente riceve cure mediche

Argentina, aprile 2019: L’anarchica prigioniera Anahí Salcedo finalmente riceve cure mediche

Tre mesi dopo il suo trasferimento dall’Ospedale Fernández al carcere di Ezeiza, la compagna Anahí è stata sottoposta agli esami clinici, sedute di fisioterapia e alle visite generali, alcune in carcere e altre in ospedali differenti, con trasferimenti segreti e unità speciali di sbirri per i “terroristi”. Anche se sappiamo che il terrorista è lo Stato.

Ma non grazie al trattamento umano del Servizio Penitenziario Federale o alla volontà del giudice Ercolini o ai Tribunali 1 e 2 di Lomas de Zamora, che l’hanno torturata per tutto il tempo, negandole i trasferimenti clinici, respingendo da un tribunale all’altro la sua richiesta (una richiesta che è stata presentata collettivamente, che non richiedeva le cure mediche solo per Anahì, ma anche per le altre prigioniere, a causa della precaria assistenza medica nella sezione in cui è detenuta) nell’esercizio delle loro funzioni, essenziale per questo sistema di tortura.

Hanno evitato quanto più potevano, e oltre le vie legali è stato necessario sollecitare all’esterno anche con manifestazioni di strada.

Le lesioni di Anahì sono irreversibili, si sta riprendendo dall’intervento di ricostruzione della parte destra del viso, dall’amputazione di varie falangi e da una frattura della clavicola sinistra.
E’ colpita da una infezione facciale, causata dalla protesi, e necessita di un altro intervento per rimuoverla. E invece la stanno imbottendo di antibiotici (per più di 30 giorni di fila), che le hanno devastato lo stomaco. I fili e i bracket [ortodontici, NdT] sulle gengive le provocano ferite in bocca, perciò può assumere solo alimenti liquidi, cosa che non aveva ricevuto per tutto questo tempo. Sta sopravvivendo grazie all’alimentazione inviatale dai compagni e dalla sua famiglia, che rimangono solidali.

E’ importante creare reti di solidarietà e di agitazione per sostenere la salute di Anahì. Sempre PROTEGGENDO LA SUA IMMAGINE E SENZA BANDIERE.

Non ci aspettiamo che lo Stato agisca diversamente da come agisce.
Non siamo vittime di nessuno.
Non chiediamo e non ci aspettiamo giustizia.
Non pubblichiamo foto di nessuno e NON VOGLIAMO CHE CIÒ VENGA FATTO.

ABBASSO I MURI DELLE PRIGIONI!

[Tratto da anarhija.info].

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Argentina, april 2019: Anarchist Prisoner Anahí Salcedo is Finally Receiving Medical Treatment

Three months after her transfer from Fernández Hospital to Ezeiza Prison, comrade Anahí was taken for exams, physiotherapy sessions and general medical consultations- some in prison and others in different hospitals, with secret transfers and special groups of cops for “terrorists”. Although we know that the terrorist is the State.

It was not because of the humanitarian treatment of the Federal Prison Service or the will of Judge Ercolini or Courts 1 and 2 of Lomas de Zamora, who tortured her for all that time, denying her medical transfers, rejecting from one court to another her appeal (an appeal that was presented collectively, not just requesting medical treatment for Anahí but also for other prisoners due to the poor medical conditions of the unit where she is imprisoned) in the performance of their duties, essential for this system of torture.

They avoided it as much as they could, in addition to solidarity presence at the court cases, solidarity demonstrations had to be held in the street as well.

Anahí’s injuries are irreversible, she is recovering from a reconstruction operation to the right side of her face, the amputation of several phalanges and a fracture of the left clavicle.
She is suffering from a facial infection, caused by the prosthesis, and needs another operation to remove it. Instead they pumped her up with antibiotics (for over 30 days in a row) that have caused havoc to her stomach. She has stitches and brackets on her gums that hurt her mouth, so she can only have a liquid diet, which has not been given to her for all this time. She is surviving thanks to the food sent from comrades and her family who remain in solidarity.

It is important to create networks of solidarity and agitation to support Anahí’s health. Always PROTECTING HER IMAGE AND WITHOUT FLAGS.

We do not expect the State to act any differently than how it does.
We are not victims of anything.
We do not ask or wait for justice.
We do not publish the photos of anyone and WE DO NOT WANT IT TO BE DONE.

DOWN WITH THE WALLS OF THE PRISONS!

[Text taken from actforfee.nostate.net].

(it-en) Zurigo, Svizzera: Prolungata la custodia cautelare del compagno detenuto

Nota bene: La persona tratta in arresto a Zurigo il 29 gennaio 2019 per le accuse relative ad un attacco incendiario contro diversi veicoli dell’esercito svizzero a Hinwil (Zurigo) il 27 settembre 2015, per un attacco incendiario contro l’antenna radio per le comunicazioni della polizia a Waidberg (Zurigo) il 10 luglio 2016 e per l’inserimento di manifesti (la polizia crede di conoscere una data per questo, il 16 novembre 2017) nella vetrina della Biblioteca Anarchica Fermento che presumibilmente invitavano a causare “danni alla proprietà e violenza contro aziende e persone che fanno parte dello sviluppo del carcere Bässlergut a Basilea e alla costruzione del PJZ a Zurigo”, nel mese di settembre 2019 ha consapevolmente collaborato con la polizia svizzera redigendo e depositando presso l’ufficio della pubblica accusa una dichiarazione in cui rende affermazioni che potranno essere utilizzate dalle forze dell’ordine contro un compagno anarchico latitante e ricercato da luglio 2016 per le stesse azioni. Oltre a ciò, ha rivolto i sospetti verso alcuni amici e conoscenti. L’ex gruppo di solidarietà ha diffuso un testo su questa miserabile vicenda.


Zurigo, Svizzera: Prolungata la custodia cautelare del compagno detenuto

All’inizio maggio è stata prolungata di altri tre mesi la custodia cautelare compagno arrestato il 29 gennaio 2019. A parte questo, la sua situazione rimane invariata. Si trova ancora detenuto nel carcere di Zurigo e la giustizia continua a giustificare la sua custodia cautelare fino alla chiusura delle indagini con il “rischio di fuga” e “complicità”.

La posta per il compagno può essere ancora inviata tramite la biblioteca anarchica “Fermento”. In una lettera aperta il compagno aveva scritto ciò che più lo interessa: “Avrei davvero piacere di ricevere notizie e analisi sugli accadimenti in tutto il mondo, pubblicazioni anarchiche (in buste appropriate) e naturalmente lettere di amici e compagni. Capisco il tedesco, il francese, l’italiano, l’inglese e un po’ lo spagnolo e il turco. Ovviamente, i miei accusatori partecipano anch’essi alla lettura di ciò che mi viene inviato”.

Indirizzo:
Anarchistische Bibliothek Fermento
Zweierstrasse 42
8004 Zurigo
Svizzera

e-mail: bibliothek-fermento [at] riseup.net

PS: Per favore, specificate quello che dovrebbe essergli inviato o meno.

[Tratto da anarhija.info].

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Note: The person arrested in Zurich on January 29, 2019 for charges relating to an arson attack on various Swiss army vehicles in Hinwil (Zurich) on September 27, 2015, for an arson attack on the radio antenna for the police communications in Waidberg (Zurich) on July 10, 2016 and for the insertion of posters (the police believe they know a date for this, 16 November 2017) in the window of the Anarchist Ferment Library which presumably invited to cause “damage to property and violence against companies and people who are part of the development of the Bässlergut prison in Basel and the construction of the PJZ in Zurich “, in September 2019 he knowingly collaborated with the Swiss police, drafting and filing a statement in the public prosecution office which makes statements that can be used by the police against a fugitive anarchist comrade and wanted since July 2016 for the same actions. In addition, he turned suspicions to some friends and acquaintances. The former solidarity group has released a text on this miserable affair.


Zurich, Switzerland: Pre-trial detention of the comrade has been extended

The preventative detention of the comrade arrested on 29 January 2019 was extended for another three months early in May. Apart from that, his situation has not changed. He is still imprisoned in Zurich Prison and the law continues to justify his preventive detention with ‘risk of going on the run’ and ‘connivance’ until the investigation is closed.

Mail can still be sent to the comrade through the anarchist library “Fermento”. In a letter made public, the comrade wrote about what interests him in particular: “I look forward to getting news and analyses of what is happening in the world, anarchist publications (to be sent in appropriate envelopes), also of course letters from comrades and friends. I understand German, French, Italian. English and a little Spanish and Turkish. Of course, the prosecution also participates in reading what is sent to me“.

Address:
Anarchistische Bibliothek Fermento
Zweierstrasse 42
8004 Zürich
Suisse

e-mail: bibliothek-fermento [at] riseup.net

PS: Please specify what should be sent on to him or not.

[Taken from actforfree.nostate.net].

(it-fr) Italia: Operazione Prometeo – Comunicato da Modena

https://anarhija.info/library/i-a-italia-aggiornamento-su-prigionieri-anarchici-1.jpgOperazione Prometeo – Comunicato da Modena

La mattina del 21/5/2019 è partita l’operazione Prometeo dei ROS che ha permesso al pubblico ministero Piero Basilone e al pool antiterrorismo Alberto Nobili di arrestare 2 compagni ed 1 compagna anarchici. Robert è stato arrestato a Modena, Beppe a Ferrara, Natascia a Bordeaux. Le accuse per tutti e 3 sono “attentato con finalità di terrorismo” ed i fatti contestati sono l’invio di 3 pacchi esplosivi a Roberto Maria Sparagna e Antonio Rinaudo, pubblici ministeri torinesi impegnati da anni nella repressione degli anarchici, e Santi Consolo, ex direttore del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, responsabile di rendere le carceri italiane dei veri e propri luoghi di tortura. Continue reading

(it-en) Torino, Italia: Incendio al carcere, Boba arrestato

Incendio al carcere, Boba arrestato

Nella notte di ieri sera, mercoledì 22 maggio, dopo le ore 23:00 la polizia ha bussato alla porta di Boba, Mitzi e Victor con il pretesto di notificare un avviso orale alla compagna. Una volta dentro però, oltre alle carte per lei hanno sfilato dalle borse anche un mandato di arresto per Boba.

L’episodio sotto inchiesta risale alle prime iniziative messe in campo dopo l’operazione Scintilla, in particolare al saluto nel pratone delle Vallette avvenuto al termine della manifestazione antifascista contro la commemorazione annuale delle foibe. In quell’occasione aveva preso fuoco la pasticceria del carcere. L’accusa è di incendio (art. 423), la cui pena prevista va da tre a sette anni, con l’aggravante (art. 425) di aver commesso il fatto su “edifici pubblici […], destinati a uso di abitazione […], su ammassi di materiale combustibile o esplodente”. Inoltre gli viene contestato il reato di accensioni pericolose (art. 703) per aver usato, secondo l’accusa, un razzo nautico, che tuttavia prevede un pena pecuniaria o l’arresto fino a massimo un anno.

Durante l’operazione la polizia ha effettuato una perquisizione sequestrando tutti i computer presenti in casa. Per assicurarsi di non avere ficcanaso tra i piedi ha richiesto l’intervento di tre volanti che hanno tenuto lontani i primi amici accorsi sul posto.

In attesa di aggiornamenti per chi volesse scrivergli indirizzate lettere e telegrammi a:

Marco Bolognino
c/o C. C. Lo Russo e Cutugno
via M. A. Aglietta 35
10151 Torino

[Tratto da autistici.org/macerie].

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Turin, Italia: Fire at the prison, Boba arrested

On the night of Wednesday, May 22, 2019, after 11 p.m., the police knocked on the door of Boba, Mitzi and Victor under the pretext of delivering a verbal warning for the comrade. Once in the house, they also pulled a warrant for Boba’s arrest out of their pockets.

The investigation is linked to the first initiatives taken against the Operazione Scintilla, in particular an episode in the Vallette neighborhood at the end of the anti-fascist demonstration against the annual fascist commemoration of the “Foibe”. That evening, the confectionery of the Vallette prison caught fire. Boba’s charge is arson (art. 423), with a penalty of three to seven years, with the aggravating circumstance (art. 425) that the act was committed on “public buildings […] intended for residential use […], on accumulations of combustible or explosive material”.

In addition, our comrade Boba is accused of the crime of dangerous firing (Art. 703) because, according to the public prosecutor’s office, he used a “nautical missile”, which, however, provides for a fine or imprisonment of not more than one year.

During their break-in, the police searched the house and confiscated all computers in the house.
We are waiting for updates.

Meanwhile Boba’s address, you can write him letters:

Marco Bolognino
c/o C. C. Lo Russo e Cutugno
via M. A. Aglietta 35
10151 Torino
Italia [Italy]

[Partially taken from actforfree.nostate.net].

(it-en) Brescia, Italia: Aggiornamento sugli arresti

Aggiornamento dal carcere di Canton Mombello di Brescia (24/05/2018):

Oggi il compagno in stato di fermo è stato trasferito a Canton Mombello e messo in cella di isolamento come Juan [anarchico latitante arrestato il 22 maggio]. Al compagno viene imputata l’aggravante di “favoreggiamento alla sottrazione dell’esecuzione della pena”. L’avvocato ha potuto incontrare i compagni e li ha trovati forti e determinati. Attendiamo la sentenza del giudice che dovrebbe arrivare domani e di vedere presto i compagni liberi.

Liber* tutt* – Liber* subito.
Seguiranno aggiornamenti.

[Tratto da roundrobin.info].

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Update from Canton Mombello prison in Brescia, 24 May, 2019:

Today, the detained comrade was transferred to Canton Mombello and placed in solitary confinement as Juan [a fugitive anarchist comrade arrested 22 May, 2019]. The aggravating circumstance of “aiding the abduction of the execution of the sentence” is charged to the companion. The lawyer was able to meet the comrades and found them strong and determined. We await the sentence of the judge who should arrive tomorrow and we await to see the free comrades soon.

All free immediately.
Further updates coming soon.

(it-en) Brescia, Italia, 22.05.2019: Arrestato il compagno anarchico Juan

Brescia, Italia, 22.05.2019: Arrestato il compagno anarchico Juan

Ieri, 22 maggio [2019], è stato arrestato il compagno Juan, “uccel di bosco” da un pò di tempo. Perquisite due abitazioni in provincia di Brescia e due abitazioni di genitori di un compagno e una compagna nell’hinterland bresciano. Si attende la convalida dell’arresto per una delle persone fermate, accusato di favoreggiamento personale (art. 378 c. p.). La modalità nelle prime due abitazioni è la solita degli ultimi tempi: passamontagna, ecc.. Seguiranno aggiornamenti.

Per scrivere a Juan:
Juan Antonio Sorroche Fernandez
C. C. di Canton Mombello
via Spalto S. Marco 20
25100 Brescia

Presidio di solidarietà sabato 25 maggio ore 16:30 Carcere di Canton Mombello.
Solidarietà e sostegno a tutti i compagni ancora in carcere.
Liber* tutt*.

[Tratto da roundrobin.info].

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Brescia, Italy, 22 May, 2019: Arrested anarchist comrade Juan

Yesterday, 22 May [2019], comrade Juan was arrested. He was a fugitive from time. Two houses have been searched in the province of Brescia and also two other houses of parents of two comrades in the Brescia hinterland were serached. We expects the validation of the arrest for one of the people stopped, accused of personal abetting (art. 378 of the Italian criminal code). The mode in the first two homes is the usual of recent times: balaclavas, etc.. Updates will follow.

The actual address of Juan:
Juan Antonio Sorroche Fernandez
C. C. di Canton Mombello
via Spalto S. Marco 20
25100 Brescia
Italia [Italy]

Solidarity protest on saturday 25 May at 4.30 pm at Canton Mombello prison, in Brescia.
Solidarity and support for all the comrades still in prison.
All free.

(it-en) Torino: Contro la videoconferenza

https://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/deflaringe-copy.jpgContro la videoconferenza

Silvia sarà in videoconferenza il 29 maggio per la prima udienza del processo per l’occupazio di corso Giulio.
Arrestata il 7 febbraio a seguito dell’operazione Scintilla e dello sombero dell’Asilo, e detenuta dal 6 aprile insieme ad Anna nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila.
La videoconferenza nega la possibilità di presenziare in aula e viene utilizzata sempre più spesso, anche come strumento di ulteriore isolamento.

Sempre a fianco di Silvia, Anna e di ogni recluso.

Presidio al tribunale di Torino mercoledì 29 maggio alle ore 9.30.

[Tratto da autistici.org/macerie].

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Against videoconference

Silvia will be videoconferencing on May 29th for the first hearing of the trial for the occupation of corso Giulio in Turin.
Arrested on 7 February following the “Scintilla” repressive operation and the eviction of Asilo Occupato, and held since 6 April together with Anna in the maximum security prison of L’Aquila.
Videoconferencing denies the possibility of attending the courtroom and is used more and more often
, also as a tool for further isolation.

Always alongside with Silvia, Anna and every recluse.

Protest on Wednesday 29 May at 9.30 am, in front of the court of Turin.

(it-en) 21.05.2019, Italia: Arrestati tre compagni (operazione “Prometeo”)

https://anarhija.info/library/i-a-italia-aggiornamento-su-prigionieri-anarchici-1.jpg21.05.2019, Italia: Arrestati tre compagni (operazione “Prometeo”)

Apprendiamo dell’arresto dei compagni anarchici Natascia, Beppe e Robert, avvenuto il 21 maggio ed eseguito dai carabinieri del ROS nell’ambito di una operazione repressiva chiamata “Prometeo”. Sono state eseguite anche alcune perquisizioni. I media di regime riferiscono che l’accusa principale è di “attentato con finalità di terrorismo o di eversione”, poiché ritenuti responsabili dell’invio di tre pacchi-bomba arrivati nel giugno 2017 ai p. m. Rinaudo e Sparagna (quest’ultimo è il pubblico ministero nel processo per l’operazione “Scripta manent”) e a Santi Consolo, all’epoca direttore del DAP (“Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”) di Roma. Continue reading

(it-en) Francia: Scarcerati Marco e Stefano

Francia: Scarcerati Marco e Stefano

Martedì sera [14 maggio 2019] hanno scarcerato Marco e Stefano [arrestati il primo maggio a Parigi]. Hanno entrambi il controle judiciaire (firme) fino al 23 maggio (giorno del processo), il divieto di lasciare la Francia, il divieto di entrare nella città di Parigi. Stanno bene, sono a casa di amici fuori Parigi.

[Tratto da roundrobin.info].

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France: Marco and Stefano released from prison

On Tuesday evening [May 14, 2019] Marco and Stefano were released from prison [arrested on May 1 in Paris]. They both have the judiciaire control (signatures) until May 23 (day of the trial), the ban on leaving France, the ban on entering the city of Paris. They’re fine, I’m at a friend’s house outside Paris.

(it-en) Aggiornamento su Davide Delogu e sul processo per la tentata evasione del 2017

Aggiornamento su Davide Delogu e sul processo per la tentata evasione del 2017

Il compagno anarchico sardo Davide Delogu, recentemente trasferito nel carcere di Rossano Calabro, informa che sarà presente all’udienza che si terrà a Siracusa il 30 maggio per le accuse inerenti la sua tentata evasione dal carcere di Brucoli (ad Augusta, in Sicilia) del primo maggio 2017. Questa udienza sarà in aula e ritiene che, per il momento, il processo si terrà a porte aperte (stando a quanto ha scritto però non fa riferimento ad alcun orario specifico). Chiede che questo aggiornamento venga divulgato.

Per scrivergli:

Davide Delogu
c/o Casa di Reclusione di Rossano Calabro
Contrada Ciminata snc
87064 Corigliano-Rossano (Cs)

[Tratto da roundrobin.info].

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Update concerning to Davide Delogu and about the trial for the attempted evasion of 2017

The sardinian anarchist comrade Davide Delogu, recently transferred to the prison of Rossano Calabro, informs that he will be present at the hearing that will be held in Syracuse on May 30th for accusations regarding his attempted escape from the prison of Brucoli (in Augusta, Sicily) of 1st May 2017. This hearing will be in the courtroom and believes that, for the moment, the trial will be held open (according to what he wrote, he does not refer to any specific timetable). He requests that this update be disclosed.

To write him:

Davide Delogu
c/o Casa di Reclusione di Rossano Calabro
Contrada Ciminata snc
87064 Corigliano-Rossano (Cs)
Italia [Italy]

(it-en-fr) E’ stata sgomberata la Biblioteca Anarchica Occupata “Disordine” a Lecce

E’ stata sgomberata la Biblioteca Anarchica Occupata “Disordine” a Lecce

Questa mattina polizia, vigili, proprietaria e ditta incaricata hanno sfondato la porta della Biblioteca anarchica Disordine e provveduto a sostituire il lucchetto. Nei prossimi giorni dovremmo riuscire a recuperare tutto quanto vi era all’interno nonostante la richiesta della proprietaria alla stessa ditta di accumulare tutto il materiale, consegnarlo ad un deposito e murare l’appartamento. Contestualmente
hanno tentato di sgomberare anche un occupante dello stabile accanto creando un varco nel muro ed entrandogli in casa, nonostante viva in quella abitazione da quasi trent’anni.
Il progetto della biblioteca anarchica era nato esattamente tre anni fa. Il mostro della gentrificazione era da tempo una minaccia. I libri e uno spazio anarchico verranno probabilmente sostituiti da sale idromassaggio, resort di lusso, suite e quant’altro e questo ci fa non poca rabbia. E uno degli ultimi quartieri ancora vissuti di Lecce sarà in mano al delirio di onnipotenza di una speculatrice palazzinara ammanicata con vari amministratori comunali e che lo trasformerà
completamente.
Ma tant’è. Ci siamo assunti il rischio e siamo pronti a ricominciare. Il progetto continua….
Resta confermata la rassegna di film in programma in queste settimane
nella piazzetta delle Giravolte e di cui alleghiamo il programma.

Anarchici della Disordine, Lecce 15/5/2019

https://roundrobin.info/wp-content/uploads/2019/05/cineforummaggio.jpg

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Anarchist occupied library “Disordine” in Lecce has been evicted

This morning police, police, owner and company contracted have broke down the door of the Anarchist Library “Disordine” and provided for replace the padlock. In the coming days we should be able to recover everything there was in spite of the request of the owner of the same company to accumulate all the material, deliver it to a warehouse and wall up the apartment. Simultaneously they tried to evict an occupant from the building next door as well creating a gap in the wall and entering the house, despite living in that house for almost thirty years.
The anarchist library project was born exactly three years ago. The monster of gentrification had long been a threat. Books and one anarchist space will probably be replaced by whirlpool rooms, luxury resort, suites and more and this makes us not little anger. And one of the last neighborhoods still lived in Lecce will be in the hands of the delirium of omnipotence of a building speculator handcuffed with various municipal administrators and that will transform it completely.
But so is it
. We have taken the risk and are ready to start again. The project continues…
The projection review of films scheduled in recent weeks remains confirmed in the Piazzetta delle Giravolte and of which we attach the program.

Anarchists of Disordine, Lecce, May 15, 2019

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Lecce (Italie) : La bibliothèque anarchiste occupée « Disordine » a été expulsée

Ce matin, la police, des vigiles, le propriétaire et l’entrepreneur en charge ont défoncé la porte et changé la serrure de la bibliothèque anarchiste Disordine. Dans les prochains jours, nous devrions réussir à récupérer tout ce qui se trouvait à l’intérieur malgré la demande du propriétaire à la même entreprise d’accumuler tout le matériel, de le livrer à un entrepôt et de murer l’appartement. Dans le même temps, ils ont tenté d’éxpulser le seul occupant de l’immeuble voisin en créant une brèche dans le mur et en pénétrant dans la maison, bien qu’il y habite depuis presque trente ans.
Le projet de bibliothèque anarchiste est né il y a exactement trois ans. Le monstre de la gentrification était depuis longtemps une menace. Les livres et l’espace anarchiste seront probablement remplacés par des jacuzzi, résidences de luxe, des suites, et plus encore, et cela nous provoque pas qu’un peu de rage. Et l’un des derniers quartiers de Lecce sera entre les mains du délire de toute-puissance d’une promotrice immobilier haut-plaçée avec divers administrateurs municipaux et qui va le transformer complètement.
Mais voilà. Nous avons pris le risque et nous sommes prêts à recommencer. Le projet continue…
La programmation des films prévus pour ces prochaines semaines est maintenue  place de la Giravolte et dont nous joignons le programme.

Des anarchistes de Disordine, Lecce 15/5/2019

[Depuis cracherdanslasoupe.noblogs.org].

(it-fr) Parigi (Francia): Due compagni arrestati. Stefano e Marco liberi!

Parigi (Francia): Due compagni arrestati. Stefano e Marco liberi!

Quattro compagni sotto processo per il primo maggio a Parigi, tra cui due arrestati: Stefano e Marco liberi! Tuttx liberx!

Aggiornamenti al 10 Maggio: L’avvocato ha visto i compagni, stanno bene, in cella insieme. Avranno un’udienza di scarcerazione lunedi 13 o martedi 14 Maggio. Chiedono che sia diffuso i loro indirizzi.

Perché il cielo non ci manchi mai più

Il primo maggio 2019 a Parigi poco prima di mezzogiorno, quattro compagni (due di nazionalità italiana e due di nazionalità francese) sono stati arrestati in rue Bichat da degli agenti della Bac (ndt: Brigade anti-criminalité, agenti in borghese della polizia francese) come molte altre persone durante quella giornata. Sono state ritrovate in loro possesso delle “armi” (3 martelli e un bastone) così come del “materiale di protezione”. E’ stata loro contestata la partecipazione a un “groupement en vue de la préparation de violences” (ndt: qualcosa di simile all’italiana “radunata sediziosa”), il rifiuto si sottomettersi a operazioni di “rilievi segnaletici” (DNA), e per tre di loro il rifiuto di sottomettersi a operazioni di “prelievo esterno” (foto e impronte).

L’avvocato, che difende tutti e quattro compagni, richiede l’annullamento di tutto il procedimento mettendo in luce il fatto che gli sbirri non hanno rispettato la procedura, effettuando una perquisizione fuori dal perimetro della manifestazione senza la presenza di un ufficiale di polizia giudiziaria (OPJ) e senza flagranza di reato. Per giustificare quest’ultima cosa, il procuratore, citando uno dei verbali di arresto (il solo sul quale è indicato) menziona il fatto che una delle persone avrebbe accelerato il passo alla vista della BAC. L’avvocato lo interrompe; la corte di cassazione ha già deliberato su questo punto: accelerare il passo non costituisce in alcun caso flagranza di reato. A questo il procuratore risponde con un eloquente balbettio.

Per uscire da questa situazione spinosa (nessuna ragione valida per aver perquisito i compagni, dunque perquisizione illegittima, dunque annullamento di tutti i capi di imputazione) il giudice, tenace, sospende l’udienza, si ritira in consultazione una buona oretta e mezza, prima di ritornare con una formidabile trovata: la menzione di “martello nella cintura” su un verbale di perquisizione di uno dei compagni è ora diventata “un’arma apparente” e quindi una flagranza di reato. Annullamento respinto. Quello che mostra questo passaggio è che il giudice ha la completa possibilità di interpretare le carte a suo piacimento con lo scopo di rinchiudere quelli che non lo convincono. Il tribunale non giudica dei fatti, bensì giudica delle persone, dei profili, delle idee, delle intenzioni, dei ruoli sociali. E siccome il fine giustifica i mezzi, la menzogna può rivelarsi molto utile. Da parte sua, il procuratore è un tale rosicone che quasi accusa gli incriminati di aver mantenuto il silenzio.

Invece, il rifiuto di sottomettersi alle operazioni di rilievi segnaletici (DNA), così come, per uno di loro, il rifiuto di sottomettersi a operazioni di “prelievo esterno” (foto e impronte) cadono per i due compagni italiani a causa della mancata notifica in italiano del loro stato di fermo nei termini di legge previsti.

A questo punto, l’avvocato fa appello alla decisione del giudice di perseguire i capi di imputazione. Il processo è rimandato al 23 maggio 2019. Poiché non possono più pronunciarsi sulla questione, questi maniaci dell’ordine sparano la loro ultima cartuccia, per ripicca, e sicuramente anche per amarezza, e decidono di pronunciarsi sulle misure di sicurezza in attesa del processo. è chiaro: come con altri quel giorno, hanno fame di controllo, di sbarre, di reclusione, di privazione. In breve, di incarcerazione.

In questa operazione, e nel quadro di cooperazione delle polizie dello spazio Schengen, la polizia italiana è stata molto rapida a fornire tutte le informazioni possibili sui “cittadini italiani” sotto forma di note informative. Le note, non avendo nessuno statuto legale come potrebbe invece avere una fedina penale, tuttavia pesano enormemente sulla decisione del giudice.

Dopo che il giudice e il procuratore, che condividono la stessa veste, hanno usato tutti i loro artifici per impedire la loro liberazione, i due compagni italiani sono ormai in detenzione provvisoria (DP)  nel carcere di Fleury-Mérogis in attesa del processo, previsto per il 23 di maggio nel tribunale di Parigi. Gli altri due compagni sono usciti sotto controllo giudiziario (avendo potuto presentare delle “garanties de représentation” [ndt: documenti presentati al tribunale che dimostrano la buona integrazione nel tessuto sociale, il fatto di essere un buon cittadino, ad esempio contratto di lavoro, d’affitto, iscrizione all’università, ecc.], valide agli occhi del magistrato).

E’ stata immediatamente presentata  un’istanza di scarcerazione. Inoltre, hanno avuto entrambi un foglio di via (OQTF) dalla Francia della durata di due anni che potrebbe implicare di essere portati in un CRA (ndt: centre de retention administrative, i cpr francesi) dopo un’eventuale uscita di prigione. Questo OQTF (obligation de quitter le territoir francais), così come la decisione di non riconoscere l’annullamento di tutti i capi d’accusa è stato contestato in appello dall’avvocato durante il processo (depositando la domanda al cancelliere del tribunale durante la consultazione dei giudici). La richiesta di scarcerazione (DML) è cruciale per tutte le persone che avrebbero voluto produrre delle “garanties de représentation” con lo scopo di evitare la detenzione preventiva ma che non hanno potuto farlo per mancanza di conoscenza o di preparazione. Presentare delle garanzie è una scelta, e sebbene sia criticabile in quanto contribuisce a dividere gli imputati in base a criteri di integrazione in questa società che ci urla “cammina o crepa”, è importante poter avere l’opzione di farla. Una DML accettata permette di arrivare al proprio processo come persona libera, cosa che ha molta influenza sulla decisione dei giudici (se conoscete delle persone in questa situazione, fate loro sapere che possono parlarne al loro avvocato, anche se escono dalla detenzione preventiva il giorno del loro processo è un vantaggio enorme). Nell’aula, quando il giudice annuncia la decisione di incarcerare i compagni, una compagna ha sputato in direzione del procuratore, una parte del pubblico ha urlato la propria rabbia ed è uscita in solidarietà. E’ partito un procedimento per oltraggio alla corte.

Se noi condividiamo qui alcuni dettagli precisi del processo è perché riteniamo che possano essere importanti per tutti i futuri procedimenti e che potrebbero permettere ad altri di difendersi (se possibile collettivamente), di richiedere l’annullamento dei capi d’accusa o di far valere dei vizi di procedura. Questo episodio non è che uno tra tanti, ma è mettendo in comune  le nostre esperienze e i nostri strumenti di difesa che potremo tenere testa alla giustizia e che potremo dire loro, dritto in faccia, che non sono che dei buffoni di un sistema che mantiene vivo il cadavere di questa società marcescente.

Per inviare lettere, testi o disegni ai due compagni arrestati, M. e S., potete inviare una mail a souslescrachatsleproc at riseup.net.

Per scrivere loro direttamente:

Marco Cavinato
N° d’écrou 451050 – Bâtiment D5
Maison d’Arrêt de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers
91705 Fleury-Mérogis
France

Stefano Marri
N° d’écrou 451049 – Bâtiment D5
Maison d’Arrêt de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers
91705 Fleury-Mérogis
France

Contro tutti gli stati, al di là delle loro frontiere, solidarietà!
Nessuna gabbia potrà mai rinchiudere i nostri sogni di libertà.

[Tratto da roundrobin.info].

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Pour que le ciel ne nous manque plus jamais – Défense au procès de 4 compagnons

Le 1er mai 2019 à Paris, quatre compagnons (deux de nationalité italienne et deux de nationalité française) sont arrêtés rue Bichat par des bacqueux un peu avant 12h tout comme nombre d’autres personnes ce jour-là. Sont retrouvés en leur possession des “armes” (3 marteaux et un bâton) ainsi que du “matériel de protection”. Leur est reprochée la participation à un groupement en vue de la préparation de violences, le refus de se soumettre aux opérations de relevés signalétiques (ADN) ainsi que pour trois d’entre eux le refus de se soumettre aux opérations de prélèvement externe (photos et empreintes).

L’avocate, qui défend les 4 compagnons d’une seule voix, plaide la nullité de l’intégralité du dossier en mettant en avant le non-respect de la procédure par les keufs en réalisant une fouille hors du périmètre de la manifestation sans la présence d’un Officier de Police Judiciaire (OPJ) et/ou sans flagrance (être en flagrant délit). Pour justifier cette dernière, le procureur, citant un PV d’interpellation (le seul sur lequel c’est indiqué), mentionne que l’une des personnes aurait accéléré le pas à la vue de la BAC. L’avocate le coupe, la cour de cassation à déjà statué sur ce point, accélérer le pas ne constitue en aucun cas une flagrance. A cela, le proc répond par un savant bégaiement.

Pour se tirer de ce mauvais pas (pas de raisons valable d’avoir fouillé les compagnons, donc fouille illégitime, donc nullités de toutes les charges) le juge, tenace, suspend l’audience, se retire en concertation une bonne heure et demi avant de revenir avec une formidable trouvaille: la mention “marteau dans la ceinture” sur le PV de fouille d’un des compagnons est maintenant devenue une “arme apparente” et donc un flagrant délit. Nullités complètes rejetées. Ce que ce passage montre, c’est que le juge a totalement la possibilité d’interpréter les pièces du dossier à sa guise afin de coincer ceux qui ne lui reviennent pas. Le tribunal ne juge pas des faits, il juge des gens, des profils, des idées, des intentions, des rôles sociaux. Et comme la fin justifie les moyens, le mensonge peut s’avérer très utile. Côté proc, ça pue le seum quand il accuse presque les inculpés d’avoir gardé le silence.

Par contre, le refus de se soumettre aux opérations de relevés signalétiques ainsi que pour l’un d’entre eux le refus de se soumettre aux opérations de prélèvement externe tombent pour les deux compagnons italiens du fait de la non remise de leur notification de garde à vue en italien dans le délai imparti par leur loi.

L’avocate fait à ce moment appel de la décision du juge de poursuivre les charges. Le procès est reporté au 23 mai 2019. Alors qu’ils ne peuvent plus statuer sur l’affaire, ces maniaques de l’ordre tirent leur dernière cartouche, par dépit, et surement aussi par amertume, et décident de statuer sur les mesures de sécurité en attendant le procès. Tout le monde comprend: comme avec d’autres ce jour là, ils ont faim de contrôle, de tôle, d’enfermement, de privations, bref d’incarcération.

Dans cette opération, et dans le cadre de la coopération des polices de l’espace Schengen, la police italienne fut très rapide à fournir toutes les informations possibles sur les “ressortissants Italiens” sous forme de notes de renseignements. Les notes, n’ayant aucun statut légal comme pourrait l’avoir un casier judiciaire, pèsent néanmoins énormément dans la décision du juge.

Après que le juge et le proc’, qui partagent la même robe, aient usé de tous leurs artifices pour empêcher leur remise en liberté, les deux compas italiens sont désormais en détention provisoire (DP) à la maison d’arrêt de Fleury-Mérogis en attente de procès le 23 mai, au tribunal de grande instance de Paris. Les deux autres compagnons sortent sous contrôle judiciaire (ayant pu présenter des garanties de représentation valides au yeux des magistrats).

Une demande de mise en liberté (DML) a été immédiatement déposée. En outre, ils sont également sous le coup d’une obligation de quitter le territoire pendant deux ans ce qui peut impliquer un placement en CRA après une éventuelle sortie de prison. Cette OQTF, ainsi que la décision de ne pas reconnaître la nullité de toutes les charges est contestée en appel pendant le procès par l’avocate (en déposant la demande au greffier du TGI durant la concertation des magistrats).

La demande de mise en liberté est cruciale pour toutes les personnes qui auraient voulu produire des garanties de représentation afin d’éviter la détention préventive mais qui n’ont pu le faire par manque de connaissance ou de préparation. Elle permet entre autre de présenter de nouvelles garanties de représentation. Présenter des garanties est un choix, certes criticable en tant qu’il contribue à diviser les prévenus selon des critères d’intégration à cette société qui nous crie “marche ou crève”, mais il est important d’avoir l’option de le faire. La DML acceptée permet d’arriver à son procès en tant que personne libre, ce qui a beaucoup d’influence sur la décision des juges. (Si vous connaissez des gens dans cette situation, faites leur savoir qu’ils peuvent en parler à leur avocat, même s’ils sortent de DP le jour de leur procès, c’est un avantage énorme).

Dans la salle, alors que le juge annonce la décision d’incarcérer les compagnons, une compa crache en direction du procureur, une partie du public crie sa rage et sort en solidarité. Une procédure d’outrage à magistrat est relevée.

Si nous partageons ici certains détails précis du procès c’est parce que nous estimons qu’ils ont de l’importance pour toutes les futures procédures et pourront permettre à d’autres de se défendre (si possible collectivement), de requérir les nullités de charges ou de faire valoir des vices de procédures. Cette affaire n’est qu’une parmi tant d’autres, mais c’est en mettant en commun nos expériences et nos outils de défense que nous pourrons tenir tête à la justice et leur dire, droit dans les yeux, qu’ils ne sont que les bouffons d’un système qui maintient vivant le cadavre de cette société pourrissante.

Pour envoyer des lettres, textes ou dessins aux deux compagnons en détention:

Marco Cavinato
N° d’écrou 451050 – Bâtiment D5
Maison d’Arrêt de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers
91705 Fleury-Mérogis

Stefano Marri
N° d’écrou 451049 – Bâtiment D5
Maison d’Arrêt de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers
91705 Fleury-Mérogis

Contre tous les états, par delà leurs frontières, solidarité!
Aucune cage ne pourra jamais enfermer nos rêves de liberté.

[Depuis souslescrachatsleproc.noblogs.org].

(it) Italia: Il compagno anarchico Marco Bisesti in isolamento dal 06/05/2019 + Sulla sentenza “Scripta Manent”

https://anarhija.info/library/i-u-italija-uvijek-visoko-uzdignute-glave-poziv-na-1.jpgIl compagno anarchico Marco Bisesti in isolamento dal 06/05/2019

Apprendiamo dalla corrispondenza con Marco Bisesti che dal giorno 6 maggio ha iniziato a scontare 10 giorni di isolamento. Questo dopo un litigio verbale avvenuto a metà aprile con una guardia, che ha pensato di utilizzare l’idrante contro un detenuto in isolamento al piano sotto la cella dove è rinchiuso Marco.

Libertà per tutti e tutte! Continue reading

(it-es-fr) Madrid (Spagna): Operazione antiterrorismo contro l’anarchismo (13/05/2019)

Madrid (Spagna): Operazione antiterrorismo contro l’anarchismo (13/05/2019)

Nella mattina del 13 maggio una nuova operazione antiterrorismo contro l’anarchismo ha colpito a Tetouan (Madrid).

Lo spazio anarchico L’Imboscata e un altro spazio occupato sono stati perquisiti dai membri della Brigada de Información e dalla squadra antisommossa. L’operazione si è conclusa con due arresti.

Nelle nostre menti le operazioni Pandora, Piñata, Ice e l’operazione che mantiene ancora Lisa dietro le sbarre. E più recentemente le operazioni europee di polizia in risposta alla rivolta di Amburgo contro il G20, o le detenzioni dello scorso 29 ottobre 2018 a Madrid…

In breve: colpi dello Stato alla lotta. Di fronte a ciò, l’affetto, la solidarietà, le reti di affinità e la volontà di non arrendersi mai sono le armi contro la paura e la repressione.

Restate connessi per ulteriori informazioni e chiamate.

Né innocenti né colpevoli!
Solidarietà e lotta!

[Tratto da anarhija.info].

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Operación antiterrorista contra el anarquismo en Madrid

La mañana del 13 de mayo un nuevo operativo antiterrorista contra el anarquismo golpeaba en Tetuán (Madrid).

El Espacio Anarquista La Emboscada y otra vivienda okupada eran registradas por miembros de la brigada de información y un operativo de antidisturbios. La operación se ha saldado con dos personas detenidas.

En nuestra mente las operaciones Pandora, Piñata, Ice y la operación que aún mantiene a Lisa entre rejas. Más recientemente las operaciones policiales europeas en respuesta a la revuelta en Hamburgo contra el G20, o las detenciones del pasado 29 de octubre de 2018 en Madrid…

En resumen: los golpes del Estado a la lucha. Frente a esto el cariño, la solidaridad, las redes de afinidad y las ganas de no rendirse jamás son armas contra el miedo y la represión.

Permanecer atentas a más información y convocatorias.

¡Ni inocentes ni culpables!
¡Solidaridad y lucha!

[Tomado de contramadriz.espivblogs.net].

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Madrid, Espagne : Nouvelle opération antiterroriste contre les anarchistes – 13 mai 2019

Dans la matinée du 13 mai, une nouvelle opération antiterroriste a frappé l’anarchisme à Tetuán (Madrid).

L’Espace Anarchiste ‘La Emboscada’ et une autre maison squattée ont été perquisitionnés par des agents de la ‘brigada de información’ et des flics anti-émeute. L’opération s’est soldée par l’arrestation de deux personnes.

Nous avons en tête les opérations Pandora, Piñata, Ice et celle qui maintient toujours Lisa derrière les barreaux. Et plus récemment, les opérations de police coordonnées à l’échelle européenne en réponse à la révolte à Hambourg contre le G20, les arrestations du 29 octobre dernier à Madrid…

En bref : les coups de l’État contre la lutte. Face à cela, l’affection, la solidarité, les réseaux d’affinité et le désir de ne jamais abandonner sont des armes contre la peur et la répression.

Restez attentifs et attentives pour plus d’informations.

Ni innocent.e.s ni coupables !

[Depuis sansattendre.noblogs.org].

(it-en-fr) Italia: Operazione “Scintilla” – Beppe e Antonio sono stati scarcerati

https://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/tettoasilo.jpgItalia: Operazione “Scintilla” – Beppe e Antonio sono stati scarcerati

In attesa di altre notizie, apprendiamo da un messaggio che il giorno 6/5/2019 Beppe e Anto sono stati liberati dal carcere di Ferrara con le firme.

Liberi tutti! Libere tutte! Continue reading

(it-en) Aggiornamenti riguardo l’operazione “Renata”

Aggiornamenti riguardo l’operazione “Renata”

Il 7 maggio, a Trento, si è svolta l’udienza di “appello cautelare” (una specie di appello del Riesame) per i compagni e le compagne arrestati il 19 febbraio [2019]. I compagni in carcere – a parte Stecco, che rimane detenuto per un altro definitivo di pena – sono ora ai domiciliari (con tutte le restrizioni). Sasha, che era già ai domiciliari, ha l’obbligo di dimora a Rovereto e il rientro a casa fra le 21 e le 7. Continua la mobilitazione in vista del processo. E la solidarietà per i compagni ancora in carcere, soprattutto per le compagne a L’Aquila, a cui deve andare tutto il nostro sostegno. Un pensiero particolare anche ai compagni dell’operazione “Scripta manent” colpiti da pesanti condanne, solidarietà e forza!

compagne e compagni del Trentino

[Tratto da romperelerighe.noblogs.org].

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Updates regarding the “Renata” operation

On 7 May, in Trento, a “precautionary appeal” hearing was held (a kind of appeal by the Review) for the comrades arrested on 19 February [2019]. Apart for Stecco, who remains detained for another definitive sentence, the comrades in prison are now under house arrest (with all the restrictions). Sasha, who was already under house arrest, has an obligation to stay in Rovereto and return home between 9.00 pm and 7.00 am. Mobilization in view of the trial continues. And the solidarity for the comrades still in prison, especially for the companions at L’Aquila, to whom all our support must go. A special thought also to the companions of the operation “Scripta manent” hit by heavy sentences, solidarity and strength!

comrades of Trentino

(it-en) Aggiornamento sull’operazione “Renata”: trasferiti/e agli arresti domiciliari cinque compagni/e

Aggiornamento sull’operazione “Renata”: trasferiti/e agli arresti domiciliari cinque compagni/e

Il 9 maggio sono stati trasferiti/e agli arresti domiciliari cinque compagni/e anarchici/e prigionieri/e dal 19 febbraio 2019 a seguito dell’operazione “Renata”. Sono Agnese Trentin (che da poco era stata trasferita nella sezione AS2 carcere de L’Aquila), Giulio Berdusco, Roberto Bottamedi (che erano detenuti a Tolmezzo), Andrea Parolari e Nicola Briganti (che erano detenuti a Ferrara). Resta in carcere, a causa di altre condanne definitive, il compagno Luca Dolce (detto “Stecco”). Mentre un’altra compagna, Sasha, anch’essa arrestata il 19 febbraio e posta fin da subito agli arresti domiciliari, ha avuto quest’ultima “misura cautelare” trasformata in obbligo di dimora e rientro a casa dalle ore 21.00 alle 7.00 del mattino. I/le compagni/e erano inizialmente accusati/e di “associazione sovversiva con la finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico” (art. 270bis c. p., in quattro persone) e di “attentato con finalità di terrorismo” (art. 280, tutti), più altri reati correlati (“interruzione di pubblico servizio”, “danneggiamento”, “sabotaggio di apparecchi telematici”, “incendio” e “trasporto di materiale esplodente”), perché ritenuti/e responsabili di alcune azioni dirette avvenute in Trentino negli ultimi due anni. Successivamente è caduta l’aggravante di terrorismo, quindi l’accusa principale è divenuta di “associazione sovversiva” (art. 270 c. p.).

Ecco l’indirizzo di Stecco:

Luca Dolce
Casa Circondariale di Tolmezzo
via Paluzza 77
33028 Tolmezzo (Ud)

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Update about “Renata” operation: five comrades were transferred to house arrest

On May 9, five anarchist prisoners from February 19, 2019 following “Renata” repressive operation were transferred under house arrest. They are Agnese Trentin (who had recently been transferred to the AS2 prison section of L’Aquila), Giulio Berdusco, Roberto Bottamedi (who were detained in Tolmezzo), Andrea Parolari and Nicola Briganti (who were detained in Ferrara). Comrade Luca Dolce (known as “Stecco”) remains in prison because of other final sentences. While another comrade, Sasha, who was also arrested on 19 February and immediately placed under house arrest, had this last “precautionary measure” transformed into an obligation to stay and return home from 9.00 pm to 7.00 am, with the obligation to stay in the municipality of residence. The comrades were initially accused of “subversive association with the purpose of terrorism and subversion of the democratic order” (art. 270bis c. p., in four persons) and of “terrorist attack” (art. 280 c. p., all), plus other related crimes (“interruption of public service”, “damage”, “sabotage of telematic devices”, “fire” and “transport of explosive material”), because they are considered responsible for some direct actions taken in Trentino in the last two years. Subsequently the aggravating circumstance of terrorism fell, therefore the main accusation became of “subversive association” (art. 270 c. p.).

Here the address of Stecco:

Luca Dolce
Casa Circondariale di Tolmezzo
via Paluzza 77
33028 Tolmezzo (Ud)
Italia [Italy]

(it) Uno scritto di Stecco dal carcere di Tolmezzo

Nota: Il compagno anarchico Stecco è stato arrestato il 19 febbario 2019 nell’ambito dell’operazione repressiva “Renata”, in cui sono stati arrestati sette anarchici (una tra queste posta immediatamente agli arresti domiciliari) accusati degli articoli 270bis (in quattro) e 280 del codice penale (tutti), più altri reati correlati, in riferimento ad alcune azioni dirette avvenute negli ultimi due anni in Trentino. Nel mese di marzo i giudici del riesame hanno ritenuto insussistenti le accuse mosse inizialmente, rimuovendo l’aggravante di “terrorismo”. I compagni e la compagna in carcere sono detenuti in sezioni AS2 nelle carceri di Ferrara, Tolmezzo e L’Aquila.

Uno scritto di Stecco dal carcere di Tolmezzo

Cari compagni e compagne,
è giunta l’ora di dire qualcosa riguardo a quello che è successo in febbraio.
Sono passati poco più di due mesi dal nostro arresto con l’operazione “Renata”, e posso dire di essere sereno e forte, sicuro come non mai che la lotta prosegue nonostante i colpi inferti dallo Stato.

Il mio arresto a Torino, nelle vicinanze di corso Giulio, è avvenuto intorno alle 17,00 in modo tranquillo. Mentre stavo lasciando il compagno con cui mi trovavo, avevo notato il tipico poliziotto in borghese davanti a me alla fermata del tram, pochi secondi dopo mi sono trovato circondato. Posso dire che tutto si è svolto con molta tranquillità, e mi vien da dire con una fastidiosa “gentilezza”, al contrario di come sono stati trattati i miei compagni e compagne in Trentino.
Prima di partire per Trento pensavo ancora che il mio fermo fosse legato a dei definitivi che aspettavo da tempo. Qualcosa di strano lo percepivo: troppa gente con stellette in quei corridoi della caserma di Torino. Solo alla prima visita dell’avvocato ho scoperto che il giorno stesso dell’arresto mi sono state confermate le misure alternative al carcere. Una casualità? Sta di fatto che attorno alle 20,00 mi consegnano alcune carte riguardo ad una perquisizione nei miei confronti e nella casa in cui vivo. Ovviamente ho notato i “nostri” fatidici 270 bis, 280 bis ed una sfilza di altri reati. Sul momento, date e luoghi elencati non erano comprensibili, ma comprensibile era la mia reazione. Mentre leggevo, non mi sono sorpreso di quello che stava accadendo; niente agitazione né batticuore, ma la semplice certezza delle mie idee e convinzioni, certezza di aver sempre lottato per degli ideali di giustizia, di libertà, di uguaglianza tra tutti gli uomini e le donne.
Così, con questa strana tranquillità, ho affrontato il viaggio ai 70 km all’ora fino a Trento con quattro Ros. Arrivati alla caserma di Trento intorno alle 2,00 di notte, ho capito subito la vastità dell’operazione. La caserma era un formicaio di uomini e donne in divisa e non, valigioni, carte e cartacce.
È la terza volta in 8 anni che lo Stato mi accusa di “terrorismo” assieme a tanti miei compagni e compagne, ed un po’ la trafila la conosco, anche se ’sta volta sono anch’io uno di quelli a finire in gattabuia. Quando ci hanno fatto uscire dalla caserma, tutto era preparato per bene: sirene e lampeggianti spiegati per le foto dei miseri giornalisti appostati lungo la strada. Ho capito che la caccia agli anarchici era studiata nei particolari più infami, in modo da far da grancassa a chi sta in alto, i cui discorsi contro la libertà – oggi tristemente appoggiati da gran parte degli sfruttati – vengono rafforzati e propagandati sotto la luce dei riflettori.
Un’altra convinzione che mi ha tenuto, e mi tiene, tranquillo, è che qualsiasi cosa mi fosse successo o mi succeda i miei compagni non solo ci sono, ma hanno la forza di reagire a questo nuovo attacco. Respirare, anche se per poco, l’aria di Torino mi ha dato forza. Quella forza che dai compagni e solidali di quella città si è trasmessa in tanti luoghi. Sentire un clima coeso, determinato, non può che far bene a tutti e tutte, nonostante le difficoltà degli ultimi tempi. La cascata di telegrammi e lettere arrivataci ha confermato quelle mie sensazioni.
Da tanti anni pensavo quello che ha scritto il mio compagno Roberto: “L’ho sempre saputo, lottare per la libertà significa anche poterla perdere”. Parole semplici, chiare e soprattutto veritiere. Ora che in carcere ci sono, vedo e sento cose che a volte mi sono sfuggite (le due mie prime e brevi esperienze di carcere erano un assaggio di quello che vivo ora). Ora tocco con mano tanti miei ragionamenti fatti in questi anni di lotta. Stare qui a Tolmezzo vuol dire percepire come lo Stato e il suo apparato repressivo siano in costante lavoro e aggiornamento sui modi di isolare chi si ostina a lottargli contro. E ancor più dure sono le condizioni in cui si trovano le nostre compagne a L’Aquila, in quell’ibrido fra AS2 e 41 bis.
Vogliono togliere a questo carcere la fama di posto di aguzzini e picchiatori meritata all’epoca dell’ex direttrice Silvia Dalla Barca, anche se quelle mani pesanti sono ancora qui. Solo che ora i detenuti sono per la maggior parte in AS e provenienti dal sud Italia, non stranieri isolati a cui si può fare tutto quello che si vuole senza che nessuno lo sappia. La tattica ora è diversa. Il carcere è tutto spezzettato nelle varie categorie: mafia qui, mafia là, 41 bis, comuni, islamici, anarchici ecc. Tattica che sembra funzionare, se si pensa che tra i pochi “comuni” che ci sono alcuni si sono menati per insulti razzisti e pregiudizi vari, con gran favore per la Direzione. Penso che comprendere l’evoluzione delle carceri, la loro storia, i cambiamenti nel codice penale, il modo in cui vengono condotte le inchieste, non solo contro noi anarchici, sia molto utile per capire cosa dire e fare oggi sia fuori che dentro.

Oggi è il 25 aprile. Alcuni detenuti mi hanno chiesto se festeggiavo ed è stato interessante come in pochi minuti si convenisse che non c’è stata alcuna liberazione. La storia del movimento partigiano è molto complessa. Posso portare rispetto per quella lotta, ma anch’io parteggio. Se penso a quella lotta, penso a compagni come Pedrini, Tommasini, Mariga, Mariani e tanti altri, che il fascismo e lo Stato li hanno combattuti ben prima dell’8 settembre e ben dopo il 25 aprile. Soprattutto non hanno combattuto per fini politici e di potere, non hanno tradito gli scopi che tanti giovani, uomini e donne, si prospettavano con i loro sacrifici. È anche grazie a quei compagni, alle loro esperienze, ai loro racconti che io ora ho le conoscenze per affrontare il carcere con forza e dignità. Per me esiste un filo sotterraneo che mi unisce a quei compagni, non perché io abbia lo stesso coraggio – tante cose che loro hanno vissuto io non le ho provate sulla mia pelle –, ma perché cerco umilmente di portare avanti le stesse lotte e idee. Trovo ipocrita che, come ogni anno, su giornali quali il “Corriere della Sera” venga ricordato un grande fotografo come Robert Doisneau, il quale durante la guerra falsificò documento per il movimento francese della Resistenza, e allo stesso tempo si condanni e criminalizzi chi oggi scappa dai lager finanziati dall’Occidente dove è rinchiuso perché senza documenti e che solo tramite la fuga e la falsificazione dei documenti può cercare di sottrarsi alle autorità e rimanere libero. Questa giornata rispecchia l’ipocrisia della società in cui viviamo, in cui tutto può essere il contrario di tutto.
Questi sono tempi tristi. Le notizie di massacri indiscriminati si susseguono in modo angosciante. I fatti in Libia, Sri Lanka, Nuova Zelanda, Venezuela e tutti quelli tenuti nascosti fanno parte dello stesso lato della medaglia di altri massacri compiuti dai vari eserciti in giro per il mondo.
Tutti questi avvenimenti parlano di morti indiscriminate, sommarie, barbare, compiute non per scopi di emancipazione, ma che mirano a brutalizzare la vita per la sopraffazione e il potere.
In questo contesto di guerre e cambiamenti sociali di varia natura per l’ennesima volta il movimento anarchico nella sua storia viene accusato di “terrorismo”. Questa accusa è una grave offesa, la quale ha come scopo di denigrare le nostre idee e i nostri metodi. Lo Stato, che usa i metodi più sporchi e infami, quando ha paura o necessità va a colpire gli sfruttati più coscienti che lottano. In tanti modi gli anarchici si sono difesi da questi attacchi ribadendo la giustezza delle loro idee e pratiche nel tempo.
Anch’io ora voglio dire la mia. L’isolamento e questa cella non possono riuscire a tenermi zitto. Non mi passerà mai la voglia di portare chiarezza dove c’è la peggior confusione. Per farlo citerò dei fatti e delle parole di alcuni anarchici.
Da tanti anni in Russia, gli anarchici e non solo vengono uccisi, torturati, la propaganda imbavagliata, i familiari arrestati. Nel 2001 il giovane anarco-sindacalista Nikita Kalin viene ucciso con un colpo di pistola alla testa per via della sua attività nella fabbrica dove lavorava. Tanti altri sono stati colpiti da una feroce repressione dello Stato e dei suoi servi fascisti che negli ultimi anni non ha fatto che aumentare. Il 31 ottobre 2018, alle ore 8,52, ad Arkhangelsk, un giovane anarchico, Mikhail Zhlobitsky, muore dilaniato dalla sua bomba all’interno della Direzione regionale del FSB (il servizio segreto russo). Tre agenti vengono feriti e l’edificio viene danneggiato. Questo fatto drammatico ci fa capire che da una parte abbiamo perso un coraggioso compagno e che dall’altra la colpa di quanto successo è dello Stato. Se si mettono all’angolo le idee e la libertà, esse reagiranno con gli uomini e le donne più coraggiosi e determinati. Sono le condizioni sociali che fanno sì che simili episodi avvengano. E questo fatto non è “terrorismo”. Noi ora possiamo piangere il compagno scomparso, ma ancor più capire che la lotta debba andare avanti finché fatti come questi non siano più necessari.

Il 20 settembre 1953 uscì un articolo di Mario Barbari sul giornale anarchico “Umanità nova”, in cui quel compagno così commentava il libro di Giuseppe Mariani a proposito dei fatti del Diana del 1921:
E il tiranno non è forse un leone famelico – sempre in cerca di brame conquistatrici – quando nella sua dispotica brutalità non esclude nessun mezzo ai danni di chi tenta di liberarsi dalla tirannia stessa nel timore che altri siano resi edotti della realtà che li schiaccia? Il tiranno è dunque l’espressione genuina della violenza e chi lo combatte, combatte la violenza”.

Noi anarchici dobbiamo tenere una bussola che ci distingua sempre da chi usa la violenza per i suoi scopi cattivi. Malatesta la chiamava “ginnastica morale”, grazie alla quale il senso della violenza rivoluzionaria sia diverso da quello della violenza utilizzato dallo Stato tramite i suoi mezzi e servi. Uno dei nostri compiti è portare chiarezza in questa società basata sulla violenza, lottare perché finalmente la brutalità venga sostituita con la fratellanza e la solidarietà per tutto il genere umano. Forse oggi quella per rimanere umani è la battaglia più difficile, sottrarsi all’odio che ci circonda lo è ancora di più. Se ci riusciamo i nostri scopi potranno emergere con forza e lucidità.
Con le loro accuse ci vogliono buttare in un paniere il cui contenuto è più che marcio; noi invece dobbiamo rimanere incorrotti davanti alla barbarie.

Continuava Barbani:
Non si tratta quindi più di violenza o non-violenza; di amare od odiare; di comprendere o compatire; ma di lottare strenuamente con tutte le nostre energie di uomini coscienti per estirpare la tirannia ed eliminare il giogo della schiavitù materiale e spirituale; e per questo, incitiamo ciascuno a comprendere se stesso per comprendere nel pari tempo gli altri. Se domani una nuova aurora ci trovasse presenti alla realtà d’una rivolta di oppressi e di relitti umani, non disdegneremo di essere presenti nel fragore delle barricate ed anche allora saremo certi di non commettere alcuna violenza, ma di combattere la violenza!”.

Il libro “Memorie di un anarchico” di Giuseppe Mariani mi ha fatto più volte fare profonde riflessioni che mi hanno aiutato ad avere chiarezza su pratiche e metodi. Finisco questo discorso con le parole di Gigi Damiani presenti nell’introduzione al libro di Mariani:
“… Ma la storia ci insegna che vi sono momenti in cui la violenza diventa una necessità sociale. Solo è necessario, per quanto possibile, che essa non colpisca alla cieca e che non faccia pagare agli umili le colpe dei grandi”.

Penso che in questo momento, grazie purtroppo anche agli attacchi dello Stato contro il nostro movimento, abbiamo l’occasione di tornare con ancora più forza a parlare delle nostre idee, pratiche e sogni. Degli spazi, se pur piccoli, si stanno aprendo e noi dobbiamo criticare i movimenti riformisti e in malafede. Negli ultimi mesi tante persone si pongono diversi quesiti rispetto alla direzione che sta prendendo questa società, soprattutto con cortei di opinione che purtroppo hanno un carattere difensivo, riformista e non condivisibile. Tocca a noi, con chi ci sta, creare rotture e stimolare la realtà in modo tale che questa tenue ripresa di coscienza vada alla radice dei problemi sociali e non si faccia incantare da parole come democrazia-diritti-progresso-civiltà. La chiarezza e le nostre pratiche siano ora fondamentali per riuscire a creare un rapporto di forza necessario a far arretrare lo Stato e i padroni dai loro intenti. Anche qui ci vuole una sana ginnastica.
E se procuratori al di sotto di ogni sospetto come Raimondi e i questori di Torino e di Trento si sorprendono della solidarietà espressa a noi anarchici invitando la cosiddetta società civile a starci lontano, vuol dire che la strada è giusta, e non possono che farmi felice. Le nostre lotte, la nostra propaganda, le nostre pratiche, anche se in piccolo, spaventano in qualche modo chi di dovere.

Ringrazio di tutto cuore tutti i compagni e compagne che in questi mesi si stanno caricando di tante fatiche per portare avanti le lotte e la solidarietà a tutti noi in galera. Ringrazio tutti quelli che tramite assemblee, riviste, approfondimenti portano avanti il dibattito e la crescita delle nostre idee.
La mia sincera vicinanza va ai compagni e compagne indagati e rinchiusi in prigione per i processi “Scripta Manent”, “Panico”, “Scintilla” e tutti i compagni e compagne detenuti nelle galere di ogni dove.
La mia più viva preoccupazione va alla compagna anarchica Anahi Salcedo rinchiusa in Argentina in condizioni fisiche precarie e con mancanza di cure appropriate.
Un saluto fraterno vada a tutti i compagni latitanti che camminano sulle strade del mondo.
Ancora una volta:
Per la Rivoluzione sociale, per l’Anarchia

carcere di Tolmezzo, 25 aprile 2019
Luca Dolce detto Stecco

[Tratto da anarhija.info].

(it-fr) Saluti ardenti da qualche parte

Saluti ardenti da qualche parte

Pubblichiamo una lettera del compagno latitante accusato dell’incendio dell’antenna-radio della polizia a Zurigo, avvenuto l’11 luglio 2016. La lettera è apparsa sul giornale anarchico Feuer der Knästen (Fuoco alle carceri). Il compagno era entrato in clandestinità qualche ora dopo quel sabotaggio incendiario, mentre gli sbirri bussavano già alle porte dei compagni in Svizzera. Al riguardo è stata realizzata una «raccolta di testi a proposito di sabotaggio, repressione e segnali di fumo dalla clandestinità» — Silenzio radio. Attualmente un altro compagno, anch’egli accusato di quell’attacco, si trova in carcere in detenzione preventiva dalla fine di gennaio 2019.

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Maggio 2019

A voi che siete fuori, a te che sei dentro,

La lingua è sempre poco chiara e, in questo caso, non esiste un vocabolario adatto per riuscire ad esprimere quanto mi mancate tutti. Voi che siete fuori, e tu che sei dentro. Quanto le vostre parole di solidarietà e le vostre azioni determinate mi danno coraggio. Fuori come dentro. Quanto il mio acceso odio contro gli schifosi guardiani della legge in uniforme, in borghese o in divisa, sia simile al vostro. Ancora una volta, hanno sequestrato un compagno vicino, questa volta da Zurigo, con la faccia tosta e la protervia di sottrargli la libertà grazie ai loro freddi articoli del codice penale che proteggono il loro potere. Ma tu non sei solo, proprio come me che sono sulla strada poco praticabile della clandestinità. Perché siamo legati dalla forza delle nostre idee e dei nostri desideri.

«Compagni per il suo viaggio cerca il creatore e non cadaveri, e neppure greggi e fedeli. Compagni nella creazione cerca il creatore, che scrivano nuovi valori su tavole nuove»
Così parlò Zarathustra, F. Nietzsche

Voi che siete fuori, tu che sei dentro ed io che sono in mezzo a nessun luogo. Ciascuno di noi è esposto a condizioni diverse, ma la volontà di preservare la nostra dignità ci lega insieme e, a dispetto di tutte le privazioni, continuiamo a tenere gli occhi fissi sull’orizzonte. Non per piombare in una veglia trasognata, né per guardare con aria malinconica attraverso la finestra come autentici «eroi» di un film kitsch di gangster, ma per affinare concretamente le nostre prospettive antiautoritarie e sovversive. Affinché, attraverso il nostro reciproco operare, possiamo avvicinarci al giorno in cui tutti potremo essere liberi, su una terra e sotto un cielo liberi.

In solidarietà per sempre.

Il vostro compagno e co-creatore da qualche parte

[Tratto da finimondo.org].

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Lettre du compagnon en cavale depuis juillet 2016 [affaire de l’incendie d’antenne de police à Zurich]

Ci-dessous une lettre du compagnon depuis la clandestinité qui vient de paraître dans le journal anarchiste « Feuer der Knästen ». Il est inculpé de l’incendie de l’antenne de police municipale à Zurich le 11 juillet 2016. Il a rejoint la clandestinité quelques heures après ce sabotage incendiaire, alors que les flics frappaient déjà aux portes des compagnons en Suisse. On pourra relire la brochure « Silence radio – Recueil de textes à propos de sabotage, de répression et de signaux de fumée depuis la clandestinité, Zurich, 2016 ». Un autre compagnon, inculpé en partie pour cette même attaque, est incarcéré en détention préventive depuis fin janvier 2019.

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Salutations ardentes de quelque part

Mai 2019

A vous qui êtes dehors, à toi qui es à l’intérieur,

La langue est toujours floue et dans ce cas, il n’existe aucun vocabulaire adapté pour parvenir à exprimer à quel point vous me manquer tous. A vous qui êtes dehors, à toi qui es à l’intérieur. A quel point vos mots de solidarité et vos actes déterminés me donnent des ailes. Dehors comme dedans. A quel point ma haine enflammée à l’encontre des sales gardiens de la loi en uniforme, en robe ou en costume, est semblable à la vôtre. Une fois de plus, ils ont kidnappé un compagnon proche, qui cette fois-ci vient de Zurich, en ayant le culot et l’audace de lui retirer sa liberté grâce à leurs articles froids du code pénal qui maintiennent leur pouvoir. Mais tu n’es pas seul, tout comme moi qui suis sur le chemin peu praticable de la clandestinité. Car nous sommes reliés par la force de nos idées et de nos désirs.

« Des compagnons, voilà ce que cherche le créateur et non des cadavres, des troupeaux ou des croyants. Des créateurs comme lui, voilà ce que cherche le créateur, de ceux qui inscrivent des valeurs nouvelles sur des tables nouvelles ».
Ainsi parlait Zarathoustra, F. Nietzsche

A vous qui êtes dehors, à toi qui es dedans et moi qui suis au milieu de nulle part. En effet, nous sommes tous exposés à des conditions différentes mais la volonté de préserver notre dignité nous relie et en dépit de toutes les privations, nous continuons à garder nos yeux rivés sur l’horizon. Non pas pour sombrer dans une rêverie éveillée, ni pour regarder d’un air mélancolique par la fenêtre comme le véritable « héros » d’un film kitsch de gangster, mais pour peaufiner concrètement nos perspectives anti-autoritaires et subversives. Pour que, grâce à notre coopération, nous puissions nous rapprocher du jour où nous pourrons tous nous retrouver en liberté, sur une terre et sous un ciel libres.

En solidarité pour toujours.

Votre compagnon et co-créateur de quelque part.

[Depuis sansattendre.noblogs.org].

(it) Cronache di viaggio e atterraggio nel regno dell’Aquila

Cronache di viaggio e atterraggio nel regno dell’Aquila

Sveglia anticipata sabato 6 aprile: trasferimento in 3 dall’AS2 di Roma Rebibbia con destinazione L’Aquila. In pratica la sezione AS2 a Rebibbia è stata chiusa nei giorni successivi al nostro trasferimento, e si può ipotizzare un suo cambio d’uso in AS3, visto il sopraffollamento in cui vivevano le detenute accusate e/o condannate per 416 c.p. (una cosa analoga era avvenuta nel marzo 2017 quando l’intera AS2 femminile – comuniste e anarchiche – di Latina era stata spostata a Rebibbia, convertendola poi in AS3). Quella in cui ci troviamo ora l’AS2 abruzzese, che ha il triste primato di essere ormai l’unica sezione di Alta Sicurezza femminile, classificata AS2, sull’italico suolo. Si tratta di una microsezione di 4 celle singole, chiamata “sezione gialla”, uno spazio configurato e utilizzato in passato come 41bis femminile, e che ora ospita oltre a noi “nuove giunte” (mi si perdonino gli eccessi di terminologia galeotta, ma questo è), anche una prigioniera di religione musulmana classificata AS2: quest’ultima, dopo la liberazione a febbraio delle altre 2 recluse nella sezione, è stata più di 20 giorni in isolamento, per cui si può presumere che il nostro arrivo sia servito a togliere dall’imbarazzo il DAP per questa sua condizione. Sin dall’inizio è risultata evidente una gestione militaresca e demenziale da parte dei GOM (è loro, qui a L’Aquila, la gestione della sezione), che vorrebbero applicare il rigore e il controllo propri del 41bis. D’altra parte la galera aquilana ospita 41bis maschile e femminile (dove è murata viva da anni l’unica prigioniera comunista classificata in questo regime), una REMS, sezioni di AS3, la nostra di AS2 e una sezione di “comuni”, una ventina, che fungono da lavoranti visto che il resto del carcere è blindato. La prima mossa della direzione è stata il tentativo di una barocca applicazione dell’articolo 18 o.p. sulla censura della corrispondenza e della stampa, spiegata da un’ispirata ispettrice GOM e giustificata dal fatto che l’AS2 preveda in automatico la censura (questione che spetta invece non al carcere, ma all’autorità giudiziaria di competenza di ognuna di noi), arrivando anche all’assurdo di un’eventuale valutazione di applicazione di 41bis per qualcuna di noi. Le motivazioni che ci sono state fornite sono sintomo di una (patologica) mania di onnipotenza, di potere, che coinvolge tutta la scala gerarchica, dalla direttrice all’ultima agente.

Dopo una settimana di blocco effettivo della corrispondenza in entrata e uscita, contornato da discussioni con divise di ogni ordine e grado, è emerso che la c.c. de L’Aquila, più realista del re, aveva chiesto ai vari tribunali di competenza suddetta censura di quotidiani “per evitare contatti con la zona di provenienza criminale”, e della corrispondenza vista l’allerta dei “superiori uffici del DAP ad estendere un maggior controllo e monitoraggio sulla corrispondenza della detenuta in oggetto, soprattutto in questo momento storico che vede coinvolta l’Europa tutta in una serie di attentati terroristici”: è insomma censurabile sia la stampa della zona di provenienza (sic) che qualsiasi scritto dell’universo mondo. Dopo richieste di delucidazioni, il capolavoro della logica è stato svelato: era una semplice richiesta prestampata. Peccato che appunto i criteri valutativi della censura siano quelli del 41bis, secondo i quali fra l’altro, è previsto il concreto ritaglio degli articoli del quotidiano, che viene mondato dalle notizie pericolose.

Sono continuate nei giorni successivi a emergere altre usanze tipiche del 41bis, la cui continua contestazione provoca una manciata di rapporti disciplinari, pratica locale molto in voga: ne abbiamo totalizzati 9 nella prima settimana, 6 nella seconda, per futili motivazioni e arbitrarie, se non inventate, interpretazioni. Tali usanze riguardano l’uso maniacale del metal-detector ad ogni ingresso e uscita dalla cella, dal passeggio, dalla socialità, senza dimenticare quelli della doccia – se ne contano dalle 12 alle 16 volte; l’impossibilità di avere CD e lettore e di ascoltare musica (sono utilizzabili solo per misteriosi e non meglio specificati “motivi di studio”); il numero di libri permessi in cella, solo 4, con l’aggiunta del Corano o altro testo religioso e Codice Penale (alla richiesta di sostituire breviari religiosi o penali con qualcosa di più consono… i GOM dimostrano scarso senso dell’umorismo); il numero contingentato di vestiario in cella, oltre che di generi di uso e consumo, quel poco d’altro che si può avere, viene tenuto in un armadietto esterno a cui si accede sotto controllo visivo e conteggio da parte delle guardie tramite apposita tabella; l’impossibilità di portare all’aria carta e penna; l’ordine, il controllo, la conta da parte delle GOM, che contano minuziosamente ogni cosa e aggiornano le loro debite liste di tutti gli oggetti tenuti in cella e nel magazzino, e verificati nelle due perquisizioni settimanali. Il passeggio dell’aria è di pochi metri (8×10), e la cosiddetta “socialità” è una barzelletta di cattivo gusto che dovrebbe assolvere negli stessi orari e nella stessa stanzetta spoglia (una ex sala colloqui) le funzioni di socialità (c’è solo un tavolino con 4 sedie), palestra (c’è solo una cyclette), e luogo di preghiera. Lo spezzettamento della giornata imposto (ore 7 apertura blindo, 7:15 ritiro posta, 7:30 carrello colazione, 8 battitura, 9/11 aria, 11:30 vitto, 12/13 condivisione pranzo, 13/15 socialità, 15 battitura, 15:30/17:30 aria, 17:30 vitto) assieme al controllo visivo pressoché continuo, dato l’obbligo del blindato aperto fino alla chiusura alle 20, tranne un’ora e mezza un cui è consentito accostarlo dopo pranzo, sono tipici di un carcere caserma. Insomma, se la sezione AS2 risulta non avere un regolamento vero e proprio, ha di fatto adottato norme da 41bis con le relative pressioni, ovviamente senza chiamarlo come tale (l’unico regolamento interno della gabbia aquilana risale al 2002, periodo fra l’altro in cui i circuiti di AS non erano ancora stati istituiti), ma modificandone solo alcuni aspetti, come ad esempio poter tenere in cella il fornelletto anche dopo le 20, o poter condividere il pranzo.

Per quel che riguarda la convivenza, dopo qualche giorno “blasfemia”, o meglio ateismo anarchico e religione sono parsi ben poco compatibili per la detenuta musulmana, che ha chiesto il trasferimento per “incompatibilità”, per cui la direzione se la risolve per ora con un divieto d’incontro particolarmente odioso e ridicolo viste le ridotte dimensioni della sezione, che cerchiamo di contrastare vista la condizione di isolamento di fatto. Il tentativo di sperimentazione carceraria applicato dal DAP pare traballare, vista l’ingestibilità ammessa dalle stesse guardie locali.

Ultima nota di colore: non riuscendo ad applicare la censura, almeno a chi non l’aveva già, la direzione ha comunque disposto il trattenimento del temutissimo, a quanto pare, libro “Cucinare in Massima Sicurezza”. Viene da chiedersi cosa mai disporrà la “competente” Autorità Giudiziaria.

Non c’è comunque da stupirsi della brutale stupidità dell’istituzione totale, soprattutto quando questa si manifesta chiara, palese nella sua ottusità.

Quello che però abbiamo avuto modo di tastare con mano è quanto sia sempre utile gridarglielo in faccia.

Dalla sezione AS2 aquilana.

Testo datato 26 aprile 2019 (n. d. r.).

[Tratto da roundrobin.info].