Category Archives: General

(it-en) Francia: Scarcerati Marco e Stefano

Francia: Scarcerati Marco e Stefano

Martedì sera [14 maggio 2019] hanno scarcerato Marco e Stefano [arrestati il primo maggio a Parigi]. Hanno entrambi il controle judiciaire (firme) fino al 23 maggio (giorno del processo), il divieto di lasciare la Francia, il divieto di entrare nella città di Parigi. Stanno bene, sono a casa di amici fuori Parigi.

[Tratto da roundrobin.info].

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France: Marco and Stefano released from prison

On Tuesday evening [May 14, 2019] Marco and Stefano were released from prison [arrested on May 1 in Paris]. They both have the judiciaire control (signatures) until May 23 (day of the trial), the ban on leaving France, the ban on entering the city of Paris. They’re fine, I’m at a friend’s house outside Paris.

(it-en) Aggiornamento su Davide Delogu e sul processo per la tentata evasione del 2017

Aggiornamento su Davide Delogu e sul processo per la tentata evasione del 2017

Il compagno anarchico sardo Davide Delogu, recentemente trasferito nel carcere di Rossano Calabro, informa che sarà presente all’udienza che si terrà a Siracusa il 30 maggio per le accuse inerenti la sua tentata evasione dal carcere di Brucoli (ad Augusta, in Sicilia) del primo maggio 2017. Questa udienza sarà in aula e ritiene che, per il momento, il processo si terrà a porte aperte (stando a quanto ha scritto però non fa riferimento ad alcun orario specifico). Chiede che questo aggiornamento venga divulgato.

Per scrivergli:

Davide Delogu
c/o Casa di Reclusione di Rossano Calabro
Contrada Ciminata snc
87064 Corigliano-Rossano (Cs)

[Tratto da roundrobin.info].

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Update concerning to Davide Delogu and about the trial for the attempted evasion of 2017

The sardinian anarchist comrade Davide Delogu, recently transferred to the prison of Rossano Calabro, informs that he will be present at the hearing that will be held in Syracuse on May 30th for accusations regarding his attempted escape from the prison of Brucoli (in Augusta, Sicily) of 1st May 2017. This hearing will be in the courtroom and believes that, for the moment, the trial will be held open (according to what he wrote, he does not refer to any specific timetable). He requests that this update be disclosed.

To write him:

Davide Delogu
c/o Casa di Reclusione di Rossano Calabro
Contrada Ciminata snc
87064 Corigliano-Rossano (Cs)
Italia [Italy]

(it-en-fr) E’ stata sgomberata la Biblioteca Anarchica Occupata “Disordine” a Lecce

E’ stata sgomberata la Biblioteca Anarchica Occupata “Disordine” a Lecce

Questa mattina polizia, vigili, proprietaria e ditta incaricata hanno sfondato la porta della Biblioteca anarchica Disordine e provveduto a sostituire il lucchetto. Nei prossimi giorni dovremmo riuscire a recuperare tutto quanto vi era all’interno nonostante la richiesta della proprietaria alla stessa ditta di accumulare tutto il materiale, consegnarlo ad un deposito e murare l’appartamento. Contestualmente
hanno tentato di sgomberare anche un occupante dello stabile accanto creando un varco nel muro ed entrandogli in casa, nonostante viva in quella abitazione da quasi trent’anni.
Il progetto della biblioteca anarchica era nato esattamente tre anni fa. Il mostro della gentrificazione era da tempo una minaccia. I libri e uno spazio anarchico verranno probabilmente sostituiti da sale idromassaggio, resort di lusso, suite e quant’altro e questo ci fa non poca rabbia. E uno degli ultimi quartieri ancora vissuti di Lecce sarà in mano al delirio di onnipotenza di una speculatrice palazzinara ammanicata con vari amministratori comunali e che lo trasformerà
completamente.
Ma tant’è. Ci siamo assunti il rischio e siamo pronti a ricominciare. Il progetto continua….
Resta confermata la rassegna di film in programma in queste settimane
nella piazzetta delle Giravolte e di cui alleghiamo il programma.

Anarchici della Disordine, Lecce 15/5/2019

https://roundrobin.info/wp-content/uploads/2019/05/cineforummaggio.jpg

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Anarchist occupied library “Disordine” in Lecce has been evicted

This morning police, police, owner and company contracted have broke down the door of the Anarchist Library “Disordine” and provided for replace the padlock. In the coming days we should be able to recover everything there was in spite of the request of the owner of the same company to accumulate all the material, deliver it to a warehouse and wall up the apartment. Simultaneously they tried to evict an occupant from the building next door as well creating a gap in the wall and entering the house, despite living in that house for almost thirty years.
The anarchist library project was born exactly three years ago. The monster of gentrification had long been a threat. Books and one anarchist space will probably be replaced by whirlpool rooms, luxury resort, suites and more and this makes us not little anger. And one of the last neighborhoods still lived in Lecce will be in the hands of the delirium of omnipotence of a building speculator handcuffed with various municipal administrators and that will transform it completely.
But so is it
. We have taken the risk and are ready to start again. The project continues…
The projection review of films scheduled in recent weeks remains confirmed in the Piazzetta delle Giravolte and of which we attach the program.

Anarchists of Disordine, Lecce, May 15, 2019

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Lecce (Italie) : La bibliothèque anarchiste occupée « Disordine » a été expulsée

Ce matin, la police, des vigiles, le propriétaire et l’entrepreneur en charge ont défoncé la porte et changé la serrure de la bibliothèque anarchiste Disordine. Dans les prochains jours, nous devrions réussir à récupérer tout ce qui se trouvait à l’intérieur malgré la demande du propriétaire à la même entreprise d’accumuler tout le matériel, de le livrer à un entrepôt et de murer l’appartement. Dans le même temps, ils ont tenté d’éxpulser le seul occupant de l’immeuble voisin en créant une brèche dans le mur et en pénétrant dans la maison, bien qu’il y habite depuis presque trente ans.
Le projet de bibliothèque anarchiste est né il y a exactement trois ans. Le monstre de la gentrification était depuis longtemps une menace. Les livres et l’espace anarchiste seront probablement remplacés par des jacuzzi, résidences de luxe, des suites, et plus encore, et cela nous provoque pas qu’un peu de rage. Et l’un des derniers quartiers de Lecce sera entre les mains du délire de toute-puissance d’une promotrice immobilier haut-plaçée avec divers administrateurs municipaux et qui va le transformer complètement.
Mais voilà. Nous avons pris le risque et nous sommes prêts à recommencer. Le projet continue…
La programmation des films prévus pour ces prochaines semaines est maintenue  place de la Giravolte et dont nous joignons le programme.

Des anarchistes de Disordine, Lecce 15/5/2019

[Depuis cracherdanslasoupe.noblogs.org].

(it-en) Cile: Rivendicazione di due ordigni esposivi collocati al Servizio delle tasse interne (“SII”)

Nota: nel testo si fa riferimento al TPP-11 e all’APEC Summit. Il primo è un accordo commerciale stipulato nel corso del 2018 tra i seguenti stati: Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam. Il secondo, l'”Asia-Pacific Economic Cooperation” (APEC), è un ente internazionale ed un “forum intergovernativo” tra 21 stati che si affacciano sull’Oceano Pacifico, nato nel 1989 con lo scopo di favorire la “cooperazione e la crescita economica, il libero scambio e gli investimenti nell’area asiatico-pacifica”. A partire dagli anni ’90 nell’ambito dell’APEC si svolge anche un summit annuale tra i capi di governo degli stati aderenti.

Cile: Rivendicazione di due ordigni esposivi collocati al Servizio delle tasse interne (“SII”)

Mercoledì 8, maggio nero.

Abbiamo collocato due ordigni esplosivi nell’edificio sede del Servizio delle tasse interne (“SII”), situato al civico 281 di via General del Canto, a Providencia.

Di fronte al progresso e allo sviluppo, che si materializzano oggi in progetti come il TPP-11 e l’APEC Summit, riconosciamo la necessità di sollevare diverse forme di organizzazione, scommettendo sulla proliferazione di collegamenti, spazi e reti che convergono in attacco e resistenza.

Con questa azione ricordiamo gli anarchici Mauricio Morales e Zoé Aveilla, che hanno rischiato tutto per un mondo libero dal dominio.

Memoria, onore e lotta!
Lunga vita all’anarchia!

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($hile) Claim for two explosive devices placed at the Service of Internal Taxes

Wednesday 8, Black May.

We installed two explosive devices in the building of the Service of Internal Taxes (SII), located at 281 General del Canto Street, Providencia.

In the face of progress and development, materialized today in projects such as TPP-11 and the APEC Summit, we recognize the need to lift different forms of organization, betting on the proliferation of links, spaces and networks that converge in attack and resistance.

With this action we remember the anarchists Mauricio Morales and Zoé Aveilla, who risked everything for a world free of domination.

MEMORY, HONOR AND COMBAT!
LONG LIVE ANARCHY!

[Taken from 325.nostate.net].

(it) Lucca, 19.05.19: Presentazione del giornale anarchico “Vetriolo” e dibattito

http://infernourbano.altervista.org/wp-content/uploads/2019/05/dibattito-19-maggio-19-lucca.jpgDomenica 19 maggio 2019
Presentazione del giornale anarchico “Vetriolo”

Ore 17.30: Presentazione del progetto e dibattito a partire dagli argomenti affrontati e dalle idee sostenute negli ultimi numeri pubblicati.

Se mettiamo in pratica azioni e fatti in contrapposizione allo Stato, al capitale e a questa società le parole trovano un senso differente. Invece, se queste parole e i termini stessi servono a fare speculazione politica e a darsi un tono di rappresentanza «rivoluzionaria», tanto per rimestare il vuoto, è un’altra cosa. Qui torna la questione della credibilità, in termini minimi, davanti alle persone che hanno nel cuore e nelle mani la volontà di rivoltarsi. E’ inutile che continuiamo a dirci formule trite e ritrite se non agiamo. Il dibattito nel movimento anarchico si è in parte non solo impoverito, ma anche alienato, ossessionato e incancrenito. Acrobazie teoriche, tarli, tabù e gare alla coerenza hanno portato a tralasciare superficialmente questioni fondamentali per chi si prefigge la distruzione dell’esistente. Purtroppo siamo arrivati a livelli in cui i termini definiscono se stessi e non gli eventi. Diciamolo chiaramente, un percorso rivoluzionario si fa strada con la forza, si scontra e insorge. E la rivoluzione? Essa vive sulle macerie (quelle vere) del vecchio mondo.

A seguire: Aperitivo benefit + musica.

Il Palazzo Che Brucia, presso via Don Minzoni 300 (Ex ASA), Lucca.

[Tratto da infernourbano.altervista.org].

(gr) Διεθνές κάλεσμα για αγκιτάτσια και δράση: Για την επιθετική μνήμη και ένα Μαύρο Μάη στη μνήμη του Μαουρίσιο Μοράλες

Διεθνές κάλεσμα για αγκιτάτσια και δράση: Για την επιθετική μνήμη και ένα Μαύρο Μάη στη μνήμη του Μαουρίσιο Μοράλες

“Θα αναζητήσω με κίνδυνο της ζωής μου, την καλύτερη, την αυθεντική ελευθερία…”.
Mauricio Morales

Πριν από 10 χρόνια, στις 22 Μαϊου 2009, ο εκρηκτικός μηχανισμός που μετέφερε ο αναρχικός σύντροφος Μαουρίσιο Μοράλες εξερράγη κατά λάθος πριν τοποθετηθεί στη Σχολή Χωροφυλακής, στο Σαντιάγο της Χιλής, αγγίζοντας τις μαύρες καρδιές. Έκανε αυτό το θεσμό και εκείνους που τον αποτελούν ορατούς ως στόχο επίθεσης, δημιουργώντας έτσι μια στενή σχέση μεταξύ της αλληλεγγύης με τους κρατούμενους και της δράσης. Αλλά εκείνη την ώρα ο εχθρός δεν δέχτηκε το χτύπημα, αυτή τη φορά ο κρότος δεν ταρακούνησε την υποδομή των δεσμοφυλάκων, αυτή τη φορά η ισχυρή έκρηξη πήρε τη ζωή του Μάουρι εκείνο το ξημέρωμα.

Γρήγορα, τα διάφορα αρπακτικά της αστυνομίας, των εισαγγελέων, των δημοσιογράφων και των υπουργών ήρθαν να σκυλέψουν και να καταβροχθίσουν το αίμα και το σώμα του Μάουρι. Σε αυτή τη συγκυρία, ο θάνατος ενός αναρχικού ήταν η αφορμή για την ανάπτυξη νέας ώθησης στο κυνήγι ενάντια στα αντιεξουσιαστικά περιβάλλοντα.

Από τότε η μνήμη έχει διασχίσει διαφορετικά μονοπάτια, σε διάφορες γλώσσες, ηπείρους, από το δρόμο, στο λόγο, στις δράσεις και τη φωτιά. Η μνήμη του παρέμεινε ζωντανή μέσα στην πολύμορφη δράση που μας κρατάει ενωμένους με τους νεκρούς μας. Είναι με αυτές τις χειρονομίες που ο μηχανισμός της λήθης, της σιωπής και της μετάνοιας δεχόταν συνεχώς επιθέσεις και σαμποτάζ, προστατεύοντας την απόφαση του συντρόφου Μαουρίσιο Μοράλες από το να χαθεί στο χρόνο ή στη δίνη της υπερπληροφόρησης.

Έχουν περάσει 10 χρόνια. Είναι αλήθεια ότι κάποιες φορές μοιάζει σαν μια αιωνιότητα και κάποιες φορές είναι απλώς μερικά δευτερόλεπτα. Σήμερα επιστρέφουμε σθεναρά στην κίνηση που μονιμοποιήθηκε κατά τη διάρκεια αυτής της περιόδου, επιδιώκοντας να εμπνεύσουμε νέες ενέργειες και να τις μετασχηματίσουμε σε έναν εξαιρετικό λόγο για να οξύνουμε τις αρνήσεις μας σε αυτόν τον κόσμο: Η μνήμη σήμερα όπως και χτες είναι επίθεση. Δεν επιδιώκουμε να συνεργαστούμε για να επιτείνουμε μια μακρινή, θεαματική και υπερηρωική εικόνα του συντρόφου∙ όπως πάντα, ο Μάουρι ήταν ένας από εκείνους που απέρριψαν αυτόν τον κόσμο, ένας σύντροφος, όχι ένα είδωλο, που, χρησιμοποιώντας την ευφυΐα και τη θέληση του, από τη σύγκρουση με αυτή την επιβεβλημένη πραγματικότητα αποφάσισε να αναλάβει δράση. Εκείνη τη νύχτα θα μπορούσε να είναι αυτός ή κάποιος άλλος σύντροφος που αποφάσισε να οπλιστεί με τις αρνήσεις του.

Υψώνουμε μια αναρχική και εικονοκλαστική μνήμη που μακριά από την αναζήτηση της συνεχούς επανεπιβεβαίωσης ή τον πικρό διαξιφισμό πάνω στην ιδιοκτησία της μνήμης, κατευθύνεται επιθετικά εναντίον αυτού του κόσμου.

Καλούμε τους διάφορους συντρόφους διάσπαρτους ανά τον κόσμο, την πάντα μειοψηφική τάση, που επιδιώκει την καταστροφή όσων μας κάνουν σκλάβους, τα ανήσυχα μυαλά να συμβάλλουν σε μια μνήμη της δράσης ενάντια στην κυριαρχία. Αντιλαμβανόμαστε την ύπαρξη μιας διπλής διάστασης σε αυτόν το Μάιο, από τη μία το πρόσχημα για αναρχική μάχη και από την άλλη την ειλικρινή θλίψη για την απώλεια ενός αγαπημένου συντρόφου. Πιστεύουμε ότι με συμπληρωματικό τρόπο μπορούμε να πολλαπλασιάσουμε και να αναπαράγουμε τις κινήσεις μνήμης: Δραστηριότητες, δημοσιεύσεις, τοιχογραφίες, δράσεις, φωτιές, οδομαχίες. Όλα πιάνουν, επειδή τίποτα δεν περισσεύει.

Το κάλεσμα είναι για να πάρουμε πίσω ό,τι δεν έχει μείνει ποτέ πίσω, δίνοντας ζωή σε αυτή τη συνέχιση της πρακτικής στο τρέχον σενάριο, συνεισφέροντας έτσι ώστε οι θάνατοί μας να παραμένουν επικίνδυνοι στα αυτιά των ισχυρών, αδύνατο να αφομοιωθούν από τους «προοδευτικούς πολίτες», απομακρύνοντάς μας και απορρίπτοντας κάθε θυματοποιητική έκφραση που επιδιώκει να πλασάρει μια παραμορφωμένη εικόνα του συντρόφου.

Αυτά τα λόγια είναι ένα κάλεσμα για δράση και προπαγάνδα, για να πολλαπλασιάσουμε τις χειρονομίες ενάντια στην Εξουσία, κινήσεις που καταστρέφουν την πόρτα της λησμονιάς που προσπαθεί να επιβληθεί στον Μάουρι, αλλά είναι επίσης μια πρόσκληση για να ενισχύσουμε τις ικανότητές μας, να πολλαπλασιάσουμε τις αναφορές μνήμης, να αναπαράγουμε τη μάχη και να γεννήσουμε ένα σύγχρονο αγώνα κατά της κυριαρχίας.

Στα 10 χρόνια: Για την επιθετική μνήμη και ένα μαύρο Μάη στη μνήμη του Mauricio Morales.

Η μαύρη μνήμη μας θα συνεχίσει να αντηχεί στις διαρρήξεις αυτής της πολύτιμης κοινωνικής ειρήνης.

Τίποτα δεν έχει τελειώσει, όλα συνεχίζονται!
Η μνήμη είναι επίθεση.
-2019-

(Πηγή: athens.indymedia.org)

(it-fr) Tipografia anarchica L’impazienza | Imprimerie anarchiste L’impatience

https://impatience.noblogs.org/files/2019/05/header.png

Tipografia anarchica L’impazienza

In un’epoca segnata da confusione e stupidità, chiusura di orizzonti di liberazione e sogni di sovversione, ma anche di rabbia non ancora domata dal potere, la scelta di aprire una tipografia anarchica, lungi dall’essere un semplice questione tecnica, può parlare solo di una prospettiva intransigente. Il rifiuto di adattarsi alla scomparsa del pensiero critico e al confinamento dei desideri al solo orizzonte del dominio, fornisce un solido terreno per continuare a propagare e approfondire le idee anarchiche, le rivolte e le lotte che le accompagnano ed ispirano. Quindi, avere una tipografia dedicata a facilitare la pubblicazione di libri e pubblicazioni che parlano di un anarchismo autonomo, che non si stancano di enfatizzare e di illustrare che l’idea e l’azione devono andare di pari passo, equivale a lanciare una sfida: rompere la confusione, suggerire bussole per orientarsi nelle tempeste, incoraggiare coloro il cui sangue è ancora bollente a continuare a pensare, a prendere ispirazione, a saccheggiare l’intero arsenale di idee, esperienze e sogni che hanno dichiarato una guerra fino alla morte contro ogni autorità. E questo, con tutta l’impazienza di cui siamo capaci.

Per coloro che hanno la pazienza di correre dietro le masse, di sostenere i leader, di passare il tempo con pettegolezzi assordanti, queste opere di stampa non serviranno a nulla. Piuttosto che nuotare con la corrente finché non affoghi tutto il tuo essere lì, è una questione di affinare le coscienze e armare gli spiriti. Perché «essere dentro la guerra con il resto del mondo mi turba meno che non essere in pace con la mia coscienza».

L’impazienza. Tipografia anarchica aperta da settembre 2018.

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Aperture e contatti:

Apertura: ogni martedì dall ore 17.00 alle 20.00.
Indirizzo: 45 Boulevard Pardigon, 13004 Marseille, Francia.
E-mail: impatience[at]riseup.net

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Imprimerie anarchiste L’impatience

Dans une époque marquée par la confusion et l’abrutissement, de fermeture d’horizons de libération et de rêves de subversion, mais aussi de rage pas encore domptée par le pouvoir, le choix d’ouvrir une imprimerie anarchiste, loin d’être une simple question technique, ne peut que parler d’une perspective intransigeante. Le refus de s’adapter à la disparition d’esprit critique et au cantonnement des désirs au seul horizon de la domination, fournit un sol ferme pour continuer à propager et à approfondir les idées anarchistes et les révoltes et luttes qu’elles accompagnent et inspirent. Ainsi, se doter d’une imprimerie vouée à faciliter l’édition de livres et de publications qui parlent d’un anarchisme autonome, qui ne se lassent pas de souligner et d’illustrer que l’idée et l’action doivent aller de pair, revient à se lancer un défi: battre en brèche la confusion, suggérer des boussoles pour s’orienter lors des tempêtes, encourager celles et ceux dont le sang bouillonne encore à continuer à réfléchir, à s’inspirer, à piller tout l’arsenal d’idées, d’expériences et de rêves qui ont déclaré une guerre à mort contre toute autorité. Et cela, avec toute l’impatience dont nous sommes capables.

Pour ceux qui ont la patience de courir derrière les masses, de supporter des chefs, de passer le temps avec des bavardages assourdissants, cette imprimerie ne sera d’aucune utilité. Plutôt que de nager avec le courant jusqu’à y noyer tout son être, il s’agit d’aiguiser les consciences et d’armer les esprits.  Car, « être en guerre avec le reste du monde me perturbe moins que de ne pas être en paix avec ma conscience ».

L’impatience. Imprimerie anarchiste ouverte en septembre 2018.

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Permanences & contact:

Permanences: chaque mardi de 17h à 20h.
Adresse: 45 Boulevard Pardigon, 13004 Marseille, France.
E-mail: impatience[at]riseup.net

[Depuis impatience.noblogs.org].

(en) Italy: About the sentence in “Scripta Manent” trial and update on comrade Marco Bisesti

https://anarhija.info/library/i-u-italija-uvijek-visoko-uzdignute-glave-poziv-na-1.jpgAbout the sentence in “Scripta Manent” trial and update on comrade Marco Bisesti

About the sentence in “Scripta Manent” trial:

On April 24, the Turin Assise Court issued the first instance sentence for the “Scripta Manent” trial (which followed the repressive operation for which five comrades had been arrested on September 6, 2016, and two others had received notification of pre-trial detention while they were already in prison for the attack against Roberto Adinolfi of May 7, 2012). Continue reading

(it) Italia: Il compagno anarchico Marco Bisesti in isolamento dal 06/05/2019 + Sulla sentenza “Scripta Manent”

https://anarhija.info/library/i-u-italija-uvijek-visoko-uzdignute-glave-poziv-na-1.jpgIl compagno anarchico Marco Bisesti in isolamento dal 06/05/2019

Apprendiamo dalla corrispondenza con Marco Bisesti che dal giorno 6 maggio ha iniziato a scontare 10 giorni di isolamento. Questo dopo un litigio verbale avvenuto a metà aprile con una guardia, che ha pensato di utilizzare l’idrante contro un detenuto in isolamento al piano sotto la cella dove è rinchiuso Marco.

Libertà per tutti e tutte! Continue reading

(it-es-fr) Madrid (Spagna): Operazione antiterrorismo contro l’anarchismo (13/05/2019)

Madrid (Spagna): Operazione antiterrorismo contro l’anarchismo (13/05/2019)

Nella mattina del 13 maggio una nuova operazione antiterrorismo contro l’anarchismo ha colpito a Tetouan (Madrid).

Lo spazio anarchico L’Imboscata e un altro spazio occupato sono stati perquisiti dai membri della Brigada de Información e dalla squadra antisommossa. L’operazione si è conclusa con due arresti.

Nelle nostre menti le operazioni Pandora, Piñata, Ice e l’operazione che mantiene ancora Lisa dietro le sbarre. E più recentemente le operazioni europee di polizia in risposta alla rivolta di Amburgo contro il G20, o le detenzioni dello scorso 29 ottobre 2018 a Madrid…

In breve: colpi dello Stato alla lotta. Di fronte a ciò, l’affetto, la solidarietà, le reti di affinità e la volontà di non arrendersi mai sono le armi contro la paura e la repressione.

Restate connessi per ulteriori informazioni e chiamate.

Né innocenti né colpevoli!
Solidarietà e lotta!

[Tratto da anarhija.info].

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Operación antiterrorista contra el anarquismo en Madrid

La mañana del 13 de mayo un nuevo operativo antiterrorista contra el anarquismo golpeaba en Tetuán (Madrid).

El Espacio Anarquista La Emboscada y otra vivienda okupada eran registradas por miembros de la brigada de información y un operativo de antidisturbios. La operación se ha saldado con dos personas detenidas.

En nuestra mente las operaciones Pandora, Piñata, Ice y la operación que aún mantiene a Lisa entre rejas. Más recientemente las operaciones policiales europeas en respuesta a la revuelta en Hamburgo contra el G20, o las detenciones del pasado 29 de octubre de 2018 en Madrid…

En resumen: los golpes del Estado a la lucha. Frente a esto el cariño, la solidaridad, las redes de afinidad y las ganas de no rendirse jamás son armas contra el miedo y la represión.

Permanecer atentas a más información y convocatorias.

¡Ni inocentes ni culpables!
¡Solidaridad y lucha!

[Tomado de contramadriz.espivblogs.net].

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Madrid, Espagne : Nouvelle opération antiterroriste contre les anarchistes – 13 mai 2019

Dans la matinée du 13 mai, une nouvelle opération antiterroriste a frappé l’anarchisme à Tetuán (Madrid).

L’Espace Anarchiste ‘La Emboscada’ et une autre maison squattée ont été perquisitionnés par des agents de la ‘brigada de información’ et des flics anti-émeute. L’opération s’est soldée par l’arrestation de deux personnes.

Nous avons en tête les opérations Pandora, Piñata, Ice et celle qui maintient toujours Lisa derrière les barreaux. Et plus récemment, les opérations de police coordonnées à l’échelle européenne en réponse à la révolte à Hambourg contre le G20, les arrestations du 29 octobre dernier à Madrid…

En bref : les coups de l’État contre la lutte. Face à cela, l’affection, la solidarité, les réseaux d’affinité et le désir de ne jamais abandonner sont des armes contre la peur et la répression.

Restez attentifs et attentives pour plus d’informations.

Ni innocent.e.s ni coupables !

[Depuis sansattendre.noblogs.org].

(es) Italia: Actualización sobre la operación «Renata» – 5 compañerxs en arresto domiciliario

Italia: Actualización sobre la operación «Renata» – 5 compañerxs en arresto domiciliario

El 9 de mayo, cinco presxs anarquistas del 19 de febrero de 2019 luego de la operación represiva de «Renata» fueron transferidxs a arresto domiciliario. Se trata de Agnese Trentin (que recientemente había sido transferida a la sección de la prisión AS2 de L’Aquila), Giulio Berdusco, Roberto Bottamedi (que estaban detenidos en Tolmezzo), Andrea Parolari y Nicola Briganti (que estaban detenidos en Ferrara). El compañero Luca Dolce (conocida como «Stecco») permanece en prisión debido a otros casos. Mientras que otra compañera, Sasha, quien también fue arrestada el 19 de febrero e inmediatamente puesta bajo arresto domiciliario, transformó esta última «medida de precaución» en una obligación de quedarse y regresar a casa de 9:00 p.m. a 7:00 a.m, con la obligación de permanecer en el Municipio de residencia. Lxs compañerxs fueron acusadxs inicialmente de «asociación subversiva con el propósito de terrorismo y subversión del orden democrático» (art. 270bis c. p., en cuatro personas) y de «ataque terrorista» (art. 280 cp, todxs), más otros delitos relacionados («interrupción del servicio público», «daños», «sabotaje de dispositivos telemáticos», «incendio» y «transporte de material explosivo»), ya que son consideradxs responsables de algunas acciones directas tomadas en Trentino en los últimos dos años. Posteriormente cayó la circunstancia agravante del terrorismo, por lo que la principal acusación se basa en «asociación subversiva» (art. 270 c. p.).

Aquí está la dirección de Stecco:

Luca Dolce
Casa Circondariale di Tolmezzo
via Paluzza 77
33028 Tolmezzo (Ud)
Italia

(it-es) Cile: 19 maggio. Verso la liberazione totale. Memoria e controcultura

Cile: 19 maggio. Verso la liberazione totale. Memoria e controcultura
In ricordo del compagno Mauricio Morales.

Domenica 19 maggio dalle ore 14.00.

Proiezioni, cibo vegano, aggiornamenti sui/lle compagni/e prigionieri/e, mostre e materiale di propaganda, musica e altro ancora.

Attività libera da alcool e fumo.

(Luogo ancora da confermare).

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19 de mayo. Hacia la liberación total. Memoria y kontrakultura

(Lugar por confirmar).

Actividad en recuerdo del compañero Mauricio Morales.

Domingo 19 de mayo. Desde las 14:00hrs

(it-en) Vienna, Austria: Incendiati due sportelli bancari in solidarietà con Lisa

Vienna (Austria): Incendiati due sportelli bancari in solidarietà con Lisa

Nel fine settimana compreso tra il 28 e il 29 aprile [2019] due sportelli bancari automatici sono stati incendiati a Vienna (Austria) come messaggio di solidarietà con la compagna Lisa, attualmente imprigionata a Barcellona. E’ stata accusata di aver rapinato una banca in Germania.

Non vogliamo vivere in un mondo capitalista, dove il consumo e la proprietà formano il centro dell’essere.

Un’azione per rafforzare noi stessi, quindi non smetteremo mai di attaccare queste realtà in tutti i luoghi – contro il dominio del capitalismo e dello Stato, contro il carcere e tutte le altre forme di incarcerazione e oppressione

– per restare uniti e per la libertà!

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Austria: 2 ATMs Burned in Vienna in Solidarity with Lisa

On the weekend of 28th and 29th of April, 2 ATMs were burned in Vienna (Austria) as a message of solidarity with the comrade Lisa, who is imprisoned at the moment in Barcelona. She was charged for robbing a bank in Germany.

We don’t want to live in a capitalist world, in which consumption and property are forming the center of being.

An action to strengthen ourselves, so we will never stop attacking these realities in all places – against the domination of capitalism and State, against prison and all other forms of incarceration and oppression

for sticking together and for freedom!

[From 325.nostate.net].

(it-en-fr) Italia: Operazione “Scintilla” – Beppe e Antonio sono stati scarcerati

https://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/tettoasilo.jpgItalia: Operazione “Scintilla” – Beppe e Antonio sono stati scarcerati

In attesa di altre notizie, apprendiamo da un messaggio che il giorno 6/5/2019 Beppe e Anto sono stati liberati dal carcere di Ferrara con le firme.

Liberi tutti! Libere tutte! Continue reading

(it-fr) Parigi [Francia]: Portare la guerra a casa dei ricchi e dei potenti (06/05/2019)

Parigi, Francia: Portare la guerra a casa dei ricchi e dei potenti

Senza aspettare le masse, senza aspettare gli appuntamenti rituali, senza aspettare alcun movimento o lotta specifica. Quello che ci spinge è la nostra tensione asociale individuale.

Siamo consapevoli di essere solo delle piccole spine nel fianco del potere. Ma abbiamo dalla nostra parte la dignità di quelli/e che non si arrendono, malgrado tutto.

La notte del 6 maggio, una macchina diplomativa è bruciata, in rue du Bois de Boulogne, nel sedicesimo arrondissement [il quartiere dei ricchi per antonomasia; NdT] di Parigi.

In solidarietà con gli/le anarchici/e condannati/e in Italia per il processo Scripta Manent e tutti/e gli/le altri/e, ovunque nel mondo, dalla Russia all’America Latina.

Un occhiolino ai nottambuli con l’accendino.

Viva l’anarchia!

[Tratto da anarhija.info].

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Paris : Porter la guerre chez les riches et les puissants

Sans attendre les masses, sans attendre les rendez-vous rituels, sans attendre aucun mouvement ou lutte spécifique. Ce qui nous pousse est notre tension asociale individuelle.

Nous sommes conscient.e.s que nous sommes seulement des petites épines dans le pied du pouvoir. Mais nous avons de notre côté la dignité de celleux qui ne se rendent pas, malgré tout.

La nuit du 6 mai une voiture diplomatique a brûlé, rue du bois de Boulogne, dans le seizième arrondissement de Paname.

En solidarité avec les anarchistes condamné.e.s en Italie pour le procès Scripta Manent et tou.te.s les autres, partout dans le monde, de la Russie à l’Amérique Latine.
Un clin d’œil aux noctambules à briquet.

Vive l’anarchie !

[Depuis attaque.noblogs.org].

(it-en) Aggiornamenti riguardo l’operazione “Renata”

Aggiornamenti riguardo l’operazione “Renata”

Il 7 maggio, a Trento, si è svolta l’udienza di “appello cautelare” (una specie di appello del Riesame) per i compagni e le compagne arrestati il 19 febbraio [2019]. I compagni in carcere – a parte Stecco, che rimane detenuto per un altro definitivo di pena – sono ora ai domiciliari (con tutte le restrizioni). Sasha, che era già ai domiciliari, ha l’obbligo di dimora a Rovereto e il rientro a casa fra le 21 e le 7. Continua la mobilitazione in vista del processo. E la solidarietà per i compagni ancora in carcere, soprattutto per le compagne a L’Aquila, a cui deve andare tutto il nostro sostegno. Un pensiero particolare anche ai compagni dell’operazione “Scripta manent” colpiti da pesanti condanne, solidarietà e forza!

compagne e compagni del Trentino

[Tratto da romperelerighe.noblogs.org].

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Updates regarding the “Renata” operation

On 7 May, in Trento, a “precautionary appeal” hearing was held (a kind of appeal by the Review) for the comrades arrested on 19 February [2019]. Apart for Stecco, who remains detained for another definitive sentence, the comrades in prison are now under house arrest (with all the restrictions). Sasha, who was already under house arrest, has an obligation to stay in Rovereto and return home between 9.00 pm and 7.00 am. Mobilization in view of the trial continues. And the solidarity for the comrades still in prison, especially for the companions at L’Aquila, to whom all our support must go. A special thought also to the companions of the operation “Scripta manent” hit by heavy sentences, solidarity and strength!

comrades of Trentino

(it-en) Aggiornamento sull’operazione “Renata”: trasferiti/e agli arresti domiciliari cinque compagni/e

Aggiornamento sull’operazione “Renata”: trasferiti/e agli arresti domiciliari cinque compagni/e

Il 9 maggio sono stati trasferiti/e agli arresti domiciliari cinque compagni/e anarchici/e prigionieri/e dal 19 febbraio 2019 a seguito dell’operazione “Renata”. Sono Agnese Trentin (che da poco era stata trasferita nella sezione AS2 carcere de L’Aquila), Giulio Berdusco, Roberto Bottamedi (che erano detenuti a Tolmezzo), Andrea Parolari e Nicola Briganti (che erano detenuti a Ferrara). Resta in carcere, a causa di altre condanne definitive, il compagno Luca Dolce (detto “Stecco”). Mentre un’altra compagna, Sasha, anch’essa arrestata il 19 febbraio e posta fin da subito agli arresti domiciliari, ha avuto quest’ultima “misura cautelare” trasformata in obbligo di dimora e rientro a casa dalle ore 21.00 alle 7.00 del mattino. I/le compagni/e erano inizialmente accusati/e di “associazione sovversiva con la finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico” (art. 270bis c. p., in quattro persone) e di “attentato con finalità di terrorismo” (art. 280, tutti), più altri reati correlati (“interruzione di pubblico servizio”, “danneggiamento”, “sabotaggio di apparecchi telematici”, “incendio” e “trasporto di materiale esplodente”), perché ritenuti/e responsabili di alcune azioni dirette avvenute in Trentino negli ultimi due anni. Successivamente è caduta l’aggravante di terrorismo, quindi l’accusa principale è divenuta di “associazione sovversiva” (art. 270 c. p.).

Ecco l’indirizzo di Stecco:

Luca Dolce
Casa Circondariale di Tolmezzo
via Paluzza 77
33028 Tolmezzo (Ud)

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Update about “Renata” operation: five comrades were transferred to house arrest

On May 9, five anarchist prisoners from February 19, 2019 following “Renata” repressive operation were transferred under house arrest. They are Agnese Trentin (who had recently been transferred to the AS2 prison section of L’Aquila), Giulio Berdusco, Roberto Bottamedi (who were detained in Tolmezzo), Andrea Parolari and Nicola Briganti (who were detained in Ferrara). Comrade Luca Dolce (known as “Stecco”) remains in prison because of other final sentences. While another comrade, Sasha, who was also arrested on 19 February and immediately placed under house arrest, had this last “precautionary measure” transformed into an obligation to stay and return home from 9.00 pm to 7.00 am, with the obligation to stay in the municipality of residence. The comrades were initially accused of “subversive association with the purpose of terrorism and subversion of the democratic order” (art. 270bis c. p., in four persons) and of “terrorist attack” (art. 280 c. p., all), plus other related crimes (“interruption of public service”, “damage”, “sabotage of telematic devices”, “fire” and “transport of explosive material”), because they are considered responsible for some direct actions taken in Trentino in the last two years. Subsequently the aggravating circumstance of terrorism fell, therefore the main accusation became of “subversive association” (art. 270 c. p.).

Here the address of Stecco:

Luca Dolce
Casa Circondariale di Tolmezzo
via Paluzza 77
33028 Tolmezzo (Ud)
Italia [Italy]

(it) Uno scritto di Stecco dal carcere di Tolmezzo

Nota: Il compagno anarchico Stecco è stato arrestato il 19 febbario 2019 nell’ambito dell’operazione repressiva “Renata”, in cui sono stati arrestati sette anarchici (una tra queste posta immediatamente agli arresti domiciliari) accusati degli articoli 270bis (in quattro) e 280 del codice penale (tutti), più altri reati correlati, in riferimento ad alcune azioni dirette avvenute negli ultimi due anni in Trentino. Nel mese di marzo i giudici del riesame hanno ritenuto insussistenti le accuse mosse inizialmente, rimuovendo l’aggravante di “terrorismo”. I compagni e la compagna in carcere sono detenuti in sezioni AS2 nelle carceri di Ferrara, Tolmezzo e L’Aquila.

Uno scritto di Stecco dal carcere di Tolmezzo

Cari compagni e compagne,
è giunta l’ora di dire qualcosa riguardo a quello che è successo in febbraio.
Sono passati poco più di due mesi dal nostro arresto con l’operazione “Renata”, e posso dire di essere sereno e forte, sicuro come non mai che la lotta prosegue nonostante i colpi inferti dallo Stato.

Il mio arresto a Torino, nelle vicinanze di corso Giulio, è avvenuto intorno alle 17,00 in modo tranquillo. Mentre stavo lasciando il compagno con cui mi trovavo, avevo notato il tipico poliziotto in borghese davanti a me alla fermata del tram, pochi secondi dopo mi sono trovato circondato. Posso dire che tutto si è svolto con molta tranquillità, e mi vien da dire con una fastidiosa “gentilezza”, al contrario di come sono stati trattati i miei compagni e compagne in Trentino.
Prima di partire per Trento pensavo ancora che il mio fermo fosse legato a dei definitivi che aspettavo da tempo. Qualcosa di strano lo percepivo: troppa gente con stellette in quei corridoi della caserma di Torino. Solo alla prima visita dell’avvocato ho scoperto che il giorno stesso dell’arresto mi sono state confermate le misure alternative al carcere. Una casualità? Sta di fatto che attorno alle 20,00 mi consegnano alcune carte riguardo ad una perquisizione nei miei confronti e nella casa in cui vivo. Ovviamente ho notato i “nostri” fatidici 270 bis, 280 bis ed una sfilza di altri reati. Sul momento, date e luoghi elencati non erano comprensibili, ma comprensibile era la mia reazione. Mentre leggevo, non mi sono sorpreso di quello che stava accadendo; niente agitazione né batticuore, ma la semplice certezza delle mie idee e convinzioni, certezza di aver sempre lottato per degli ideali di giustizia, di libertà, di uguaglianza tra tutti gli uomini e le donne.
Così, con questa strana tranquillità, ho affrontato il viaggio ai 70 km all’ora fino a Trento con quattro Ros. Arrivati alla caserma di Trento intorno alle 2,00 di notte, ho capito subito la vastità dell’operazione. La caserma era un formicaio di uomini e donne in divisa e non, valigioni, carte e cartacce.
È la terza volta in 8 anni che lo Stato mi accusa di “terrorismo” assieme a tanti miei compagni e compagne, ed un po’ la trafila la conosco, anche se ’sta volta sono anch’io uno di quelli a finire in gattabuia. Quando ci hanno fatto uscire dalla caserma, tutto era preparato per bene: sirene e lampeggianti spiegati per le foto dei miseri giornalisti appostati lungo la strada. Ho capito che la caccia agli anarchici era studiata nei particolari più infami, in modo da far da grancassa a chi sta in alto, i cui discorsi contro la libertà – oggi tristemente appoggiati da gran parte degli sfruttati – vengono rafforzati e propagandati sotto la luce dei riflettori.
Un’altra convinzione che mi ha tenuto, e mi tiene, tranquillo, è che qualsiasi cosa mi fosse successo o mi succeda i miei compagni non solo ci sono, ma hanno la forza di reagire a questo nuovo attacco. Respirare, anche se per poco, l’aria di Torino mi ha dato forza. Quella forza che dai compagni e solidali di quella città si è trasmessa in tanti luoghi. Sentire un clima coeso, determinato, non può che far bene a tutti e tutte, nonostante le difficoltà degli ultimi tempi. La cascata di telegrammi e lettere arrivataci ha confermato quelle mie sensazioni.
Da tanti anni pensavo quello che ha scritto il mio compagno Roberto: “L’ho sempre saputo, lottare per la libertà significa anche poterla perdere”. Parole semplici, chiare e soprattutto veritiere. Ora che in carcere ci sono, vedo e sento cose che a volte mi sono sfuggite (le due mie prime e brevi esperienze di carcere erano un assaggio di quello che vivo ora). Ora tocco con mano tanti miei ragionamenti fatti in questi anni di lotta. Stare qui a Tolmezzo vuol dire percepire come lo Stato e il suo apparato repressivo siano in costante lavoro e aggiornamento sui modi di isolare chi si ostina a lottargli contro. E ancor più dure sono le condizioni in cui si trovano le nostre compagne a L’Aquila, in quell’ibrido fra AS2 e 41 bis.
Vogliono togliere a questo carcere la fama di posto di aguzzini e picchiatori meritata all’epoca dell’ex direttrice Silvia Dalla Barca, anche se quelle mani pesanti sono ancora qui. Solo che ora i detenuti sono per la maggior parte in AS e provenienti dal sud Italia, non stranieri isolati a cui si può fare tutto quello che si vuole senza che nessuno lo sappia. La tattica ora è diversa. Il carcere è tutto spezzettato nelle varie categorie: mafia qui, mafia là, 41 bis, comuni, islamici, anarchici ecc. Tattica che sembra funzionare, se si pensa che tra i pochi “comuni” che ci sono alcuni si sono menati per insulti razzisti e pregiudizi vari, con gran favore per la Direzione. Penso che comprendere l’evoluzione delle carceri, la loro storia, i cambiamenti nel codice penale, il modo in cui vengono condotte le inchieste, non solo contro noi anarchici, sia molto utile per capire cosa dire e fare oggi sia fuori che dentro.

Oggi è il 25 aprile. Alcuni detenuti mi hanno chiesto se festeggiavo ed è stato interessante come in pochi minuti si convenisse che non c’è stata alcuna liberazione. La storia del movimento partigiano è molto complessa. Posso portare rispetto per quella lotta, ma anch’io parteggio. Se penso a quella lotta, penso a compagni come Pedrini, Tommasini, Mariga, Mariani e tanti altri, che il fascismo e lo Stato li hanno combattuti ben prima dell’8 settembre e ben dopo il 25 aprile. Soprattutto non hanno combattuto per fini politici e di potere, non hanno tradito gli scopi che tanti giovani, uomini e donne, si prospettavano con i loro sacrifici. È anche grazie a quei compagni, alle loro esperienze, ai loro racconti che io ora ho le conoscenze per affrontare il carcere con forza e dignità. Per me esiste un filo sotterraneo che mi unisce a quei compagni, non perché io abbia lo stesso coraggio – tante cose che loro hanno vissuto io non le ho provate sulla mia pelle –, ma perché cerco umilmente di portare avanti le stesse lotte e idee. Trovo ipocrita che, come ogni anno, su giornali quali il “Corriere della Sera” venga ricordato un grande fotografo come Robert Doisneau, il quale durante la guerra falsificò documento per il movimento francese della Resistenza, e allo stesso tempo si condanni e criminalizzi chi oggi scappa dai lager finanziati dall’Occidente dove è rinchiuso perché senza documenti e che solo tramite la fuga e la falsificazione dei documenti può cercare di sottrarsi alle autorità e rimanere libero. Questa giornata rispecchia l’ipocrisia della società in cui viviamo, in cui tutto può essere il contrario di tutto.
Questi sono tempi tristi. Le notizie di massacri indiscriminati si susseguono in modo angosciante. I fatti in Libia, Sri Lanka, Nuova Zelanda, Venezuela e tutti quelli tenuti nascosti fanno parte dello stesso lato della medaglia di altri massacri compiuti dai vari eserciti in giro per il mondo.
Tutti questi avvenimenti parlano di morti indiscriminate, sommarie, barbare, compiute non per scopi di emancipazione, ma che mirano a brutalizzare la vita per la sopraffazione e il potere.
In questo contesto di guerre e cambiamenti sociali di varia natura per l’ennesima volta il movimento anarchico nella sua storia viene accusato di “terrorismo”. Questa accusa è una grave offesa, la quale ha come scopo di denigrare le nostre idee e i nostri metodi. Lo Stato, che usa i metodi più sporchi e infami, quando ha paura o necessità va a colpire gli sfruttati più coscienti che lottano. In tanti modi gli anarchici si sono difesi da questi attacchi ribadendo la giustezza delle loro idee e pratiche nel tempo.
Anch’io ora voglio dire la mia. L’isolamento e questa cella non possono riuscire a tenermi zitto. Non mi passerà mai la voglia di portare chiarezza dove c’è la peggior confusione. Per farlo citerò dei fatti e delle parole di alcuni anarchici.
Da tanti anni in Russia, gli anarchici e non solo vengono uccisi, torturati, la propaganda imbavagliata, i familiari arrestati. Nel 2001 il giovane anarco-sindacalista Nikita Kalin viene ucciso con un colpo di pistola alla testa per via della sua attività nella fabbrica dove lavorava. Tanti altri sono stati colpiti da una feroce repressione dello Stato e dei suoi servi fascisti che negli ultimi anni non ha fatto che aumentare. Il 31 ottobre 2018, alle ore 8,52, ad Arkhangelsk, un giovane anarchico, Mikhail Zhlobitsky, muore dilaniato dalla sua bomba all’interno della Direzione regionale del FSB (il servizio segreto russo). Tre agenti vengono feriti e l’edificio viene danneggiato. Questo fatto drammatico ci fa capire che da una parte abbiamo perso un coraggioso compagno e che dall’altra la colpa di quanto successo è dello Stato. Se si mettono all’angolo le idee e la libertà, esse reagiranno con gli uomini e le donne più coraggiosi e determinati. Sono le condizioni sociali che fanno sì che simili episodi avvengano. E questo fatto non è “terrorismo”. Noi ora possiamo piangere il compagno scomparso, ma ancor più capire che la lotta debba andare avanti finché fatti come questi non siano più necessari.

Il 20 settembre 1953 uscì un articolo di Mario Barbari sul giornale anarchico “Umanità nova”, in cui quel compagno così commentava il libro di Giuseppe Mariani a proposito dei fatti del Diana del 1921:
E il tiranno non è forse un leone famelico – sempre in cerca di brame conquistatrici – quando nella sua dispotica brutalità non esclude nessun mezzo ai danni di chi tenta di liberarsi dalla tirannia stessa nel timore che altri siano resi edotti della realtà che li schiaccia? Il tiranno è dunque l’espressione genuina della violenza e chi lo combatte, combatte la violenza”.

Noi anarchici dobbiamo tenere una bussola che ci distingua sempre da chi usa la violenza per i suoi scopi cattivi. Malatesta la chiamava “ginnastica morale”, grazie alla quale il senso della violenza rivoluzionaria sia diverso da quello della violenza utilizzato dallo Stato tramite i suoi mezzi e servi. Uno dei nostri compiti è portare chiarezza in questa società basata sulla violenza, lottare perché finalmente la brutalità venga sostituita con la fratellanza e la solidarietà per tutto il genere umano. Forse oggi quella per rimanere umani è la battaglia più difficile, sottrarsi all’odio che ci circonda lo è ancora di più. Se ci riusciamo i nostri scopi potranno emergere con forza e lucidità.
Con le loro accuse ci vogliono buttare in un paniere il cui contenuto è più che marcio; noi invece dobbiamo rimanere incorrotti davanti alla barbarie.

Continuava Barbani:
Non si tratta quindi più di violenza o non-violenza; di amare od odiare; di comprendere o compatire; ma di lottare strenuamente con tutte le nostre energie di uomini coscienti per estirpare la tirannia ed eliminare il giogo della schiavitù materiale e spirituale; e per questo, incitiamo ciascuno a comprendere se stesso per comprendere nel pari tempo gli altri. Se domani una nuova aurora ci trovasse presenti alla realtà d’una rivolta di oppressi e di relitti umani, non disdegneremo di essere presenti nel fragore delle barricate ed anche allora saremo certi di non commettere alcuna violenza, ma di combattere la violenza!”.

Il libro “Memorie di un anarchico” di Giuseppe Mariani mi ha fatto più volte fare profonde riflessioni che mi hanno aiutato ad avere chiarezza su pratiche e metodi. Finisco questo discorso con le parole di Gigi Damiani presenti nell’introduzione al libro di Mariani:
“… Ma la storia ci insegna che vi sono momenti in cui la violenza diventa una necessità sociale. Solo è necessario, per quanto possibile, che essa non colpisca alla cieca e che non faccia pagare agli umili le colpe dei grandi”.

Penso che in questo momento, grazie purtroppo anche agli attacchi dello Stato contro il nostro movimento, abbiamo l’occasione di tornare con ancora più forza a parlare delle nostre idee, pratiche e sogni. Degli spazi, se pur piccoli, si stanno aprendo e noi dobbiamo criticare i movimenti riformisti e in malafede. Negli ultimi mesi tante persone si pongono diversi quesiti rispetto alla direzione che sta prendendo questa società, soprattutto con cortei di opinione che purtroppo hanno un carattere difensivo, riformista e non condivisibile. Tocca a noi, con chi ci sta, creare rotture e stimolare la realtà in modo tale che questa tenue ripresa di coscienza vada alla radice dei problemi sociali e non si faccia incantare da parole come democrazia-diritti-progresso-civiltà. La chiarezza e le nostre pratiche siano ora fondamentali per riuscire a creare un rapporto di forza necessario a far arretrare lo Stato e i padroni dai loro intenti. Anche qui ci vuole una sana ginnastica.
E se procuratori al di sotto di ogni sospetto come Raimondi e i questori di Torino e di Trento si sorprendono della solidarietà espressa a noi anarchici invitando la cosiddetta società civile a starci lontano, vuol dire che la strada è giusta, e non possono che farmi felice. Le nostre lotte, la nostra propaganda, le nostre pratiche, anche se in piccolo, spaventano in qualche modo chi di dovere.

Ringrazio di tutto cuore tutti i compagni e compagne che in questi mesi si stanno caricando di tante fatiche per portare avanti le lotte e la solidarietà a tutti noi in galera. Ringrazio tutti quelli che tramite assemblee, riviste, approfondimenti portano avanti il dibattito e la crescita delle nostre idee.
La mia sincera vicinanza va ai compagni e compagne indagati e rinchiusi in prigione per i processi “Scripta Manent”, “Panico”, “Scintilla” e tutti i compagni e compagne detenuti nelle galere di ogni dove.
La mia più viva preoccupazione va alla compagna anarchica Anahi Salcedo rinchiusa in Argentina in condizioni fisiche precarie e con mancanza di cure appropriate.
Un saluto fraterno vada a tutti i compagni latitanti che camminano sulle strade del mondo.
Ancora una volta:
Per la Rivoluzione sociale, per l’Anarchia

carcere di Tolmezzo, 25 aprile 2019
Luca Dolce detto Stecco

[Tratto da anarhija.info].

(it-fr) Saluti ardenti da qualche parte

Saluti ardenti da qualche parte

Pubblichiamo una lettera del compagno latitante accusato dell’incendio dell’antenna-radio della polizia a Zurigo, avvenuto l’11 luglio 2016. La lettera è apparsa sul giornale anarchico Feuer der Knästen (Fuoco alle carceri). Il compagno era entrato in clandestinità qualche ora dopo quel sabotaggio incendiario, mentre gli sbirri bussavano già alle porte dei compagni in Svizzera. Al riguardo è stata realizzata una «raccolta di testi a proposito di sabotaggio, repressione e segnali di fumo dalla clandestinità» — Silenzio radio. Attualmente un altro compagno, anch’egli accusato di quell’attacco, si trova in carcere in detenzione preventiva dalla fine di gennaio 2019.

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Maggio 2019

A voi che siete fuori, a te che sei dentro,

La lingua è sempre poco chiara e, in questo caso, non esiste un vocabolario adatto per riuscire ad esprimere quanto mi mancate tutti. Voi che siete fuori, e tu che sei dentro. Quanto le vostre parole di solidarietà e le vostre azioni determinate mi danno coraggio. Fuori come dentro. Quanto il mio acceso odio contro gli schifosi guardiani della legge in uniforme, in borghese o in divisa, sia simile al vostro. Ancora una volta, hanno sequestrato un compagno vicino, questa volta da Zurigo, con la faccia tosta e la protervia di sottrargli la libertà grazie ai loro freddi articoli del codice penale che proteggono il loro potere. Ma tu non sei solo, proprio come me che sono sulla strada poco praticabile della clandestinità. Perché siamo legati dalla forza delle nostre idee e dei nostri desideri.

«Compagni per il suo viaggio cerca il creatore e non cadaveri, e neppure greggi e fedeli. Compagni nella creazione cerca il creatore, che scrivano nuovi valori su tavole nuove»
Così parlò Zarathustra, F. Nietzsche

Voi che siete fuori, tu che sei dentro ed io che sono in mezzo a nessun luogo. Ciascuno di noi è esposto a condizioni diverse, ma la volontà di preservare la nostra dignità ci lega insieme e, a dispetto di tutte le privazioni, continuiamo a tenere gli occhi fissi sull’orizzonte. Non per piombare in una veglia trasognata, né per guardare con aria malinconica attraverso la finestra come autentici «eroi» di un film kitsch di gangster, ma per affinare concretamente le nostre prospettive antiautoritarie e sovversive. Affinché, attraverso il nostro reciproco operare, possiamo avvicinarci al giorno in cui tutti potremo essere liberi, su una terra e sotto un cielo liberi.

In solidarietà per sempre.

Il vostro compagno e co-creatore da qualche parte

[Tratto da finimondo.org].

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Lettre du compagnon en cavale depuis juillet 2016 [affaire de l’incendie d’antenne de police à Zurich]

Ci-dessous une lettre du compagnon depuis la clandestinité qui vient de paraître dans le journal anarchiste « Feuer der Knästen ». Il est inculpé de l’incendie de l’antenne de police municipale à Zurich le 11 juillet 2016. Il a rejoint la clandestinité quelques heures après ce sabotage incendiaire, alors que les flics frappaient déjà aux portes des compagnons en Suisse. On pourra relire la brochure « Silence radio – Recueil de textes à propos de sabotage, de répression et de signaux de fumée depuis la clandestinité, Zurich, 2016 ». Un autre compagnon, inculpé en partie pour cette même attaque, est incarcéré en détention préventive depuis fin janvier 2019.

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Salutations ardentes de quelque part

Mai 2019

A vous qui êtes dehors, à toi qui es à l’intérieur,

La langue est toujours floue et dans ce cas, il n’existe aucun vocabulaire adapté pour parvenir à exprimer à quel point vous me manquer tous. A vous qui êtes dehors, à toi qui es à l’intérieur. A quel point vos mots de solidarité et vos actes déterminés me donnent des ailes. Dehors comme dedans. A quel point ma haine enflammée à l’encontre des sales gardiens de la loi en uniforme, en robe ou en costume, est semblable à la vôtre. Une fois de plus, ils ont kidnappé un compagnon proche, qui cette fois-ci vient de Zurich, en ayant le culot et l’audace de lui retirer sa liberté grâce à leurs articles froids du code pénal qui maintiennent leur pouvoir. Mais tu n’es pas seul, tout comme moi qui suis sur le chemin peu praticable de la clandestinité. Car nous sommes reliés par la force de nos idées et de nos désirs.

« Des compagnons, voilà ce que cherche le créateur et non des cadavres, des troupeaux ou des croyants. Des créateurs comme lui, voilà ce que cherche le créateur, de ceux qui inscrivent des valeurs nouvelles sur des tables nouvelles ».
Ainsi parlait Zarathoustra, F. Nietzsche

A vous qui êtes dehors, à toi qui es dedans et moi qui suis au milieu de nulle part. En effet, nous sommes tous exposés à des conditions différentes mais la volonté de préserver notre dignité nous relie et en dépit de toutes les privations, nous continuons à garder nos yeux rivés sur l’horizon. Non pas pour sombrer dans une rêverie éveillée, ni pour regarder d’un air mélancolique par la fenêtre comme le véritable « héros » d’un film kitsch de gangster, mais pour peaufiner concrètement nos perspectives anti-autoritaires et subversives. Pour que, grâce à notre coopération, nous puissions nous rapprocher du jour où nous pourrons tous nous retrouver en liberté, sur une terre et sous un ciel libres.

En solidarité pour toujours.

Votre compagnon et co-créateur de quelque part.

[Depuis sansattendre.noblogs.org].

(it-es) Cile: “Meravigliosamente violento. Conversazioni, memoria e tensioni. A dieci anni dalla morte di Mauricio Morales”

21 maggio. Meravigliosamente violento.
Conversazioni, memoria e tensioni.
A dieci anni dalla morte di Mauricio Morales.

Martedì 21 maggio 2019, ore 16:00, av. Brasil #658, Santiago Centro [Cile].

Questa iniziativa è gestita con l’intenzione di valutare e sottolineare ciò che sono stati questi 10 anni di memoria e conflitto, vedendo nell’ampiezza della lotta di diverse generazioni di compagni i modi di ricordare i/le nostri/e morti, le esperienze individuali e collettive, le critiche e l’equilibrio nella memoria che stiamo generando tra tutti/e noi, così come i differenti modi di vedere e/o formare una “comunità in lotta” e le sue prospettive.

Durante la giornata ci sarà cibo solidale con i/le compagni/e in prigione e musica per ravvivare, oltre al lancio della rivista “Hermosamente Violento”, ma soprattutto vogliamo che questa giornata sia uno spazio per parlare, valutare e progettare tra tutti/e.

Per un maggio nero!
La nostra memoria è nera, il nostro cuore anche!

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CONVERSA MAURI21 de mayo. Hermosamente Violento.
Conversaciones, memoria y tensiones.
A 10 años de la muerte de Mauricio Morales.

21 de Mayo/16:00hrs. Av. Brasil #658. Santiago Centro.

Esta actividad se gesta con la intención de evaluar y tensionar lo que han sido estos 10 años de memoria y combate, ver en la amplitud de la lucha de varias generaciones de compañerxs las formas de recuerdo a
nuestrxs muertxs, las experiencias individuales y colectivas, las críticas y el balance en la memoria que hemos ido generando entre todxs, como también las distintas formas del como ver y/o formar una “comunidad de lucha” y sus proyecciones.

Durante la jornada habrá comida en solidaridad con lxs compañerxs en prisión, música para amenizar, además del lanzamiento de la revista “Hermosamente Violento”, pero sobre todo buscamos que sea un espacio para conversar, evaluar y proyectar entre todxs.

¡Por un Mayo negro!
¡Nuestra memoria es negra, nuestro corazón también!

[Tomado de 325.nostate.net].

(es) Italia: Condenas contra compañerxs anarquistas por la operación “Scripta Manent”

https://anarhija.info/library/i-u-italija-uvijek-visoko-uzdignute-glave-poziv-na-1.jpgItalia: Condenas contra compañerxs anarquistas por la operación “Scripta Manent”

Tras largos meses de proceso judicial, finalmente el tribunal italiano dicto condena contra distintos compañerxs anarquicxs acusados de pertenencia a la FAI-FRI y por distintos ataques explosivos contra el dominio.

Las sentencias repartidas por los inquisidores de turno fue la siguiente:
Alfredo Cospito: 20 años de prisión;
Anna Beniamino: 17 años de prisión;
Nicola Gai: 9 años de prisión;
Alessandro Mercogliano: 5 años de prisión;
Marco Biseti: 5 años de prisión. Continue reading

(it-en) Iran: L’anarchico Soheil Arabi gravemente picchiato dalle guardie del carcere

Iran: L’anarchico Soheil Arabi gravemente picchiato dalle guardie del carcere

Lunedì 29 maggio 2019: il prigioniero politico anarchico Soheil Arabi, detenuto a Fashafoyeh (il carcere di Teheran), è stato inviato all’ospedale di Firoozabadi dopo essere stato ferito fisicamente da delle percosse ma è stato poi riportato al carcere senza cure mediche.

La ragione per cui l’anarchico prigioniero fu mandato all’ospedale era una ferita nella sua area testicolare, causata dalle guardie di sicurezza che lo picchiavano.

Alla fine del mese di Farvardin (12 marzo – 20 aprile), il compagno Sohail Arabi è stato convocato, interrogato e picchiato duramente per il suo legame con la lettera che scrisse dal carcere di Teheran riguardo le condizioni dei prigionieri nel carcere della “Grande Teheran” Fashafoyeh.

Ieri, malgrado l’invio di Soheil Arabi all’ospedale, e a causa di una mancanza di coordinamento tra il carcere e l’ospedale di Firoozabadi, ha atteso a lungo senza essere curato perché all’ospedale mancava un letto vuoto per sua ammissione. Alla fine è tornato in prigione senza alcun trattamento medico.

Soheil Arabi fu trasferito al capo della sicurezza del carcere a causa del suo legame con una lettera di protesta scritta sulle condizioni dei prigionieri nel carcere di Teheran e fu interrogato con delle percosse. Per aver attirato l’attenzione sui casi di violazioni dei diritti umani e sulla diffusa privazione e tortura dei detenuti nel carcere di Teheran è stato picchiato e gli è stato negato l’accesso al telefono e alle riunioni.

Soheil è stato arrestato a Teheran il 4 novembre 2013 dagli agenti della Guardia Rivoluzionaria Islamica e non è ancora stato rilasciato.

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Iran: Anarchist Prisoner Soheil Arabi Severely Beaten by Prison Guards

Monday, May 29 2019: Anarchist political prisoner Soheil Arabi, detained in Fashafoyeh (the Greater Tehran Prison), was sent to Firoozabadi Hospital after being physically injured from beatings but was returned to the prison without treatment.

The reason for sending this anarchist prisoner to the hospital was because of an injury to his testicular area, which was caused by security guards beating him.

At the end of the month of Farvardin (March 12 – April 20), comrade Sohail Arabi was summoned, interrogated and severely beaten for his connection with the letter he wrote from the Greater Tehran Prison about the condition of the prisoners in Fashafoyeh “Greater Tehran” Prison.

Yesterday, despite Soheil Arabi being sent to the hospital, and due to a lack of coordination between the prison and Firoozabadi Hospital, he waited for a long time without being treated because the hospital lacked a vacant bed for his admission. He eventually returned to the prison without any medical treatment.

Soheil Arabi was transferred to the head of security of the prison due to his connection with a protest letter written about the conditions of prisoners in the Greater Tehran Prison and he was interrogated with beatings. For bringing attention to cases of human rights abuses and the widespread deprivation and torture of prisoners held in Greater Tehran Prison, he was beaten and it was ordered that he was denied access to the telephone and to meetings.

Soheil was arrested in Tehran on November 4, 2013 by Islamic Revolutionary Guard Corps agents and has yet to be released.

[From mpalothia.net].

(it) Fissate le luci, miei cari!

https://roundrobin.info/wp-content/uploads/2019/04/FissateLuciMi-1-362x1024.jpgViviamo in un mondo di schermi. L’adulto medio trascorre la maggior parte delle sue ore di veglia davanti allo schermo di un dispositivo. Siamo abbacinati, siamo letteralmente dipendenti da Facebook, Google, Instagram, Twitter…
Come siamo arrivati a questo punto?
Chi ne trae beneficio? Qual è il loro impatto sugli esseri umani e sulla società nel suo insieme? Cosa succederebbe se l’intera esistenza umana venisse ridotta alla portata di un clic? Ed è davvero questo che vogliamo?
Fissate le luci, miei cari! — documentario indipendente realizzato senza fini di lucro — solleva tali interrogativi nel tentativo di tornare al mondo fisico reale, di formare una visione critica dell’odierna pervasività tecnologica guidata dall’interesse economico di poche compagnie e dalla ragione di ogni Stato. Affrontando temi come la dipendenza, la «privacy», la sorveglianza, la manipolazione delle informazioni, la modificazione del comportamento ed il controllo sociale, ci pone tutti davanti ad una domanda semplice quanto immediata: mentre il mondo è in fiamme, mentre ciò che resta dell’universo sensibile sta scomparendo, distrutto da un algoritmo, noi dove siamo?

***

Sabato 11 maggio dalle 17:00 in poi, ospitato da l’Accerchiata di Milano in piazza Emilio Alfieri, il Cigno Nero organizza la proiezione del documentario, cui seguirà una discussione sull’argomento.

(it) Roma: 6+6+6 anni di occupazione

https://roundrobin.info/wp-content/uploads/2019/05/comple-benci.jpgRoma, 24-25-26 maggio 2019, 18 anni di occupazione del Bencivenga Occupato.

6+6+6 anni di occupazione

Venerdì 24/5/2019
Ore 18:00 – Discussione su dinamiche e conseguenze della violenza di genere dentro e fuori gli spazi occupati.
Ore 21:00 – Cenna abbuffé vegan.
Ore 22:00 – Concerto punk hc con: Dromspell, Neri per il kaos, Bionde elettromagnetiche, Plutonium baby, Urto nudo, Fuoco. A seguire: dj Fantasma.

Sabato 25/5/2019
Ore 19:00 – Asta delle fantasmagoriche tavole di Simone Lucciola.
Ore 20:00 – Pizzata.
Ore 22:00 – Concerto punk hc con: Rake off, Hyle, Nofu, Lou quinse, Burst, Greve, Lvtn, Afasia, Rauchers. A seguire: dj set industrial/tekno.

Domenica 26/5/2019
Ore 18:00 – Gran risacca in giardino, aperitivo musicale presso il bar-atro con: Anonima ciociara – Rocker insane. Presentazione: Raccolta anarcoscettica. Performance: Il giardino violetto musica un film. A seguire: dj set Risva nisko.

No fasci, no sbirri, no sessisti.
Tutto il ricavato delle serate sarà benefit per anarchicx detenutx e indagatx colpitx dalla repressione in Italia e nel mondo. 

Bencivenga Occupato, via Bencivenga 15, Roma. Bus: 90, 60, 211, 84, N4.
https://bencivenga15occupato.noblogs.org

(it-es) Cile: Manifesto in memoria del compagno Mauricio Morales, a dieci anni dalla sua morte in azione

Manifesto in memoria del compagno Mauricio Morales, a dieci anni dalla sua morte in azione:

Mauricio Morales presente

La mattina del 22 maggio 2009 moriva in azione il compagno Mauricio Morales, in seguito alla detonazione anticipata del congegno esplosivo con il quale intendeva attaccare la Scuola della Gendarmeria, una fabbrica di miserabili carcerieri.

Ricordiamo la vita del Punki Mauri, la vita che ha scelto di vivere, le sue idee ed azioni, le decisioni che lo hanno portato a percorrere il sentiero anarchico, con cuore e convinzione. Dalla strada cerchiamo di mantenere viva l’anarchia, in ogni gesto di memoria attiva e conflittuale, senza vittimismo o docilità, rendendo l’atto e la parola un elemento pericoloso per l’ordine sociale dei potenti.

Niente è finito
Tutto continua

Por la expansion del caos…
Prokura ke viva la anarkía

____________________________________________

Propaganda en memoria del compañero Mauricio Morales, a 10 años de su muerte en acción (Chile):

Mauricio Morales presente

La madrugada del 22 de mayo de 2009 muere en axión el compañero Mauricio Morales, tras la detonación anticipada del artefacto explosivo con el que pretendía atacar la Escuela de Gendarmería, fábrica de miserables carceleros.

Recordamos la vida del Punki Mauri, la vida que eligió vivir, sus ideas y acciones, las decisiones que lo llevaron a transitar el camino anárquico, con corazón y convicción. Desde la kalle procuramos que siga viva la anarquía, en cada gesto de memoria activa y confrontacional, sin victimismo ni docilidad, haciendo en el acto y la palabra un elemento peligroso para el orden social de los poderosos.

NADA HA ACABADO
TODO CONTINÚA

Por la expansión del caos…
Prokura ke viva la anarkía

[Tomado de 325.nostate.net].

(it) Cronache di viaggio e atterraggio nel regno dell’Aquila

Cronache di viaggio e atterraggio nel regno dell’Aquila

Sveglia anticipata sabato 6 aprile: trasferimento in 3 dall’AS2 di Roma Rebibbia con destinazione L’Aquila. In pratica la sezione AS2 a Rebibbia è stata chiusa nei giorni successivi al nostro trasferimento, e si può ipotizzare un suo cambio d’uso in AS3, visto il sopraffollamento in cui vivevano le detenute accusate e/o condannate per 416 c.p. (una cosa analoga era avvenuta nel marzo 2017 quando l’intera AS2 femminile – comuniste e anarchiche – di Latina era stata spostata a Rebibbia, convertendola poi in AS3). Quella in cui ci troviamo ora l’AS2 abruzzese, che ha il triste primato di essere ormai l’unica sezione di Alta Sicurezza femminile, classificata AS2, sull’italico suolo. Si tratta di una microsezione di 4 celle singole, chiamata “sezione gialla”, uno spazio configurato e utilizzato in passato come 41bis femminile, e che ora ospita oltre a noi “nuove giunte” (mi si perdonino gli eccessi di terminologia galeotta, ma questo è), anche una prigioniera di religione musulmana classificata AS2: quest’ultima, dopo la liberazione a febbraio delle altre 2 recluse nella sezione, è stata più di 20 giorni in isolamento, per cui si può presumere che il nostro arrivo sia servito a togliere dall’imbarazzo il DAP per questa sua condizione. Sin dall’inizio è risultata evidente una gestione militaresca e demenziale da parte dei GOM (è loro, qui a L’Aquila, la gestione della sezione), che vorrebbero applicare il rigore e il controllo propri del 41bis. D’altra parte la galera aquilana ospita 41bis maschile e femminile (dove è murata viva da anni l’unica prigioniera comunista classificata in questo regime), una REMS, sezioni di AS3, la nostra di AS2 e una sezione di “comuni”, una ventina, che fungono da lavoranti visto che il resto del carcere è blindato. La prima mossa della direzione è stata il tentativo di una barocca applicazione dell’articolo 18 o.p. sulla censura della corrispondenza e della stampa, spiegata da un’ispirata ispettrice GOM e giustificata dal fatto che l’AS2 preveda in automatico la censura (questione che spetta invece non al carcere, ma all’autorità giudiziaria di competenza di ognuna di noi), arrivando anche all’assurdo di un’eventuale valutazione di applicazione di 41bis per qualcuna di noi. Le motivazioni che ci sono state fornite sono sintomo di una (patologica) mania di onnipotenza, di potere, che coinvolge tutta la scala gerarchica, dalla direttrice all’ultima agente.

Dopo una settimana di blocco effettivo della corrispondenza in entrata e uscita, contornato da discussioni con divise di ogni ordine e grado, è emerso che la c.c. de L’Aquila, più realista del re, aveva chiesto ai vari tribunali di competenza suddetta censura di quotidiani “per evitare contatti con la zona di provenienza criminale”, e della corrispondenza vista l’allerta dei “superiori uffici del DAP ad estendere un maggior controllo e monitoraggio sulla corrispondenza della detenuta in oggetto, soprattutto in questo momento storico che vede coinvolta l’Europa tutta in una serie di attentati terroristici”: è insomma censurabile sia la stampa della zona di provenienza (sic) che qualsiasi scritto dell’universo mondo. Dopo richieste di delucidazioni, il capolavoro della logica è stato svelato: era una semplice richiesta prestampata. Peccato che appunto i criteri valutativi della censura siano quelli del 41bis, secondo i quali fra l’altro, è previsto il concreto ritaglio degli articoli del quotidiano, che viene mondato dalle notizie pericolose.

Sono continuate nei giorni successivi a emergere altre usanze tipiche del 41bis, la cui continua contestazione provoca una manciata di rapporti disciplinari, pratica locale molto in voga: ne abbiamo totalizzati 9 nella prima settimana, 6 nella seconda, per futili motivazioni e arbitrarie, se non inventate, interpretazioni. Tali usanze riguardano l’uso maniacale del metal-detector ad ogni ingresso e uscita dalla cella, dal passeggio, dalla socialità, senza dimenticare quelli della doccia – se ne contano dalle 12 alle 16 volte; l’impossibilità di avere CD e lettore e di ascoltare musica (sono utilizzabili solo per misteriosi e non meglio specificati “motivi di studio”); il numero di libri permessi in cella, solo 4, con l’aggiunta del Corano o altro testo religioso e Codice Penale (alla richiesta di sostituire breviari religiosi o penali con qualcosa di più consono… i GOM dimostrano scarso senso dell’umorismo); il numero contingentato di vestiario in cella, oltre che di generi di uso e consumo, quel poco d’altro che si può avere, viene tenuto in un armadietto esterno a cui si accede sotto controllo visivo e conteggio da parte delle guardie tramite apposita tabella; l’impossibilità di portare all’aria carta e penna; l’ordine, il controllo, la conta da parte delle GOM, che contano minuziosamente ogni cosa e aggiornano le loro debite liste di tutti gli oggetti tenuti in cella e nel magazzino, e verificati nelle due perquisizioni settimanali. Il passeggio dell’aria è di pochi metri (8×10), e la cosiddetta “socialità” è una barzelletta di cattivo gusto che dovrebbe assolvere negli stessi orari e nella stessa stanzetta spoglia (una ex sala colloqui) le funzioni di socialità (c’è solo un tavolino con 4 sedie), palestra (c’è solo una cyclette), e luogo di preghiera. Lo spezzettamento della giornata imposto (ore 7 apertura blindo, 7:15 ritiro posta, 7:30 carrello colazione, 8 battitura, 9/11 aria, 11:30 vitto, 12/13 condivisione pranzo, 13/15 socialità, 15 battitura, 15:30/17:30 aria, 17:30 vitto) assieme al controllo visivo pressoché continuo, dato l’obbligo del blindato aperto fino alla chiusura alle 20, tranne un’ora e mezza un cui è consentito accostarlo dopo pranzo, sono tipici di un carcere caserma. Insomma, se la sezione AS2 risulta non avere un regolamento vero e proprio, ha di fatto adottato norme da 41bis con le relative pressioni, ovviamente senza chiamarlo come tale (l’unico regolamento interno della gabbia aquilana risale al 2002, periodo fra l’altro in cui i circuiti di AS non erano ancora stati istituiti), ma modificandone solo alcuni aspetti, come ad esempio poter tenere in cella il fornelletto anche dopo le 20, o poter condividere il pranzo.

Per quel che riguarda la convivenza, dopo qualche giorno “blasfemia”, o meglio ateismo anarchico e religione sono parsi ben poco compatibili per la detenuta musulmana, che ha chiesto il trasferimento per “incompatibilità”, per cui la direzione se la risolve per ora con un divieto d’incontro particolarmente odioso e ridicolo viste le ridotte dimensioni della sezione, che cerchiamo di contrastare vista la condizione di isolamento di fatto. Il tentativo di sperimentazione carceraria applicato dal DAP pare traballare, vista l’ingestibilità ammessa dalle stesse guardie locali.

Ultima nota di colore: non riuscendo ad applicare la censura, almeno a chi non l’aveva già, la direzione ha comunque disposto il trattenimento del temutissimo, a quanto pare, libro “Cucinare in Massima Sicurezza”. Viene da chiedersi cosa mai disporrà la “competente” Autorità Giudiziaria.

Non c’è comunque da stupirsi della brutale stupidità dell’istituzione totale, soprattutto quando questa si manifesta chiara, palese nella sua ottusità.

Quello che però abbiamo avuto modo di tastare con mano è quanto sia sempre utile gridarglielo in faccia.

Dalla sezione AS2 aquilana.

Testo datato 26 aprile 2019 (n. d. r.).

[Tratto da roundrobin.info].

(it) Continuare su altri frangenti

[Riceviamo e diffondiamo questo testo riguardo l’esperienza del foglio anarchico periodico “Frangenti”].

Il passo tra l’agire ed il fare, coatta ripetizione stantìa, può essere quanto mai breve. “Frangenti” è nato da un’ipotesi, una scommessa: trovare un modo di comunicare il pensiero e l’azione che fosse differente, che riuscisse a dilagare oltre al milieu di Movimento ed i suoi siti. Per dare corpo a questa riflessione persone diverse si sono incontrate, confrontate, scoperte per trovare un modo di organizzarsi all’interno di questo ambizioso progetto. A volte ci sono riuscite, a volte meno. Nel corso di questi due anni più volte si è sentita l’esigenza di cambiare, di trasformarsi, scontrandosi però con diversi limiti, di volta in volta: dalla distanza geografica agli impegni personali di ognuno, dal carattere individuale di chi vi partecipava al problema della virtualità, dalla repressione poliziesca alle miserie o le bellezze dell’anarchismo di oggi.
Trovandoci di fronte ad un bivio, è preferibile sospendere i contributi: in seguito alle nuove riflessioni e necessità, si è insinuato tra chi scrive un senso di inadeguatezza nel guardare e proseguire le pubblicazioni all’interno della forma editoriale che ci siamo fin qui dati. Tuttavia, poiché non possiamo né rifiutare l’affinamento e la crescita della riflessione, sull’altare di un progetto originario, cercando di trovare stimolo nell’identica riproposizione di una forma che rischia di diventare automatismo sterile, né possiamo affermare a cuor leggero che l’ipotesi che diede vita a “Frangenti” non sussista più e che questo periodico si sia rivelato qualcosa di superfluo nella nostra azione quotidiana, pensiamo occorra fermarsi e sostare al bivio. E riflettere.
L’avventura che ci ha condotte a questo punto è, come scrissero molti anni fa, un’avventura senza rimpianti. La strada che ci si spalanca davanti, in una società che ha distrutto l’avventura, è nonostante ciò la certezza che l’avventura della distruzione della società può proseguire su altri e diversi percorsi, resi possibili anche dal tragitto fatto insieme.
Che ne sarà di queste relazioni, di questi progetti, di questo giornale nessuno lo può sapere. Come nessuna può sapere il momento in cui le scintille dell’attacco, invece di affievolirsi nel vento della memoria, continueranno a volteggiare incendiando la rabbia della sterpaglia sociale. L’importante è continuare a pensare e discutere, senza arrendersi al dolce suono affabulatorio delle sirene del fare.

(it) Riflessioni sul processo contro alcuni anarchici in Belgio

Insieme ad altri anarchici, sono stato chiamato a comparire davanti ad un tribunale dello Stato belga, accusato principalmente di far parte di quella che, all’inizio della lunga indagine, veniva definita «organizzazione terroristica», ma che alla fine è stata riclassificata come «associazione di malfattori». Non scrivo queste righe per avviare un qualsiasi dialogo indiretto con le istituzioni statali, né per raccontare la mia vita, ma semplicemente per strappare il velo di silenzio che lo Stato potrebbe essere intenzionato a stendere sulle eventuali condanne.

La rivolta contro il potere, la lotta per la libertà, ha sempre accompagnato la storia umana. Per meglio dire, a mio parere sfidare il potere costituito è cruciale per la storia umana sulla terra — e, alla luce dell’attuale società titanica che sprofonda in oceani di sangue, sofferenza, disperazione e tragedie indicibili, alquanto paradossale. C’è una bella tragedia greca che solleva il problema della rivolta, dell’incompatibilità tra Stato e coscienza, tra coercizione e libertà, tra legge ed etica. E’ la storia di Antigone, la figlia di un re, che ha rifiutato di obbedire. Che non accettava di inchinarsi davanti alle leggi di questo mondo, alle leggi fatte dagli uomini, volendo seguire solo le «prescrizioni divine». È ovvio che gli dèi esistono soltanto nella mente umana, così come le leggi divine; la vera essenza di questa tragedia è la rivolta contro il potere costituito. In definitiva, le «prescrizioni divine» in base a cui Antigone intendeva condurre la propria vita sono semplicemente gli echi della sua coscienza e le conseguenze etiche che ne derivano. Rinunciare alla propria coscienza per obbedire al potere equivale a cessare di esistere come individualità. E come potrebbe la coscienza non entrare immediatamente in conflitto con le leggi umane? Tali leggi vengono imposte per mantenere il potere in carica, l’ordine delle cose. I potenti, i giudici, i ricchi (ma anche, purtroppo, un buon numero dei loro sudditi) diranno che le leggi esistono per il benessere di tutti, che sono un’espressione — magari incompleta — della giustizia sociale e che, pur con tutta la loro imperfezione, rimangono necessarie per prevenire la «guerra di tutti contro tutti». Antigone sapeva che tutto ciò era solo una chiacchiera per addormentare gli increduli e legittimare il principio del potere, dell’autorità. Queste leggi, queste espressioni — nel «migliore» dei casi — dei rapporti sociali esistenti, sono costruzioni erette sull’immenso lago di sangue che si riempie giorno dopo giorno. Milioni di vite sono state spente in nome della legge. Milioni di altre sono condannate a un’esistenza di schiavitù in nome della legge. Si è ucciso, massacrato, mutilato, incarcerato, bruciato, bombardato in nome della legge; si uccide, si massacra, si incarcera, si brucia, si bombarda in nome della legge. Se la coscienza individuale non si solleva contro le leggi degli uomini, se la voce della coscienza viene ridotta al silenzio e le braccia e le menti si rassegnano all’obbedienza, se l’etica individuale non si fa roccia nel diluvio umano, non ci resta che rinunciare, guardare sfilare sotto i nostri occhi gli orrori prodotti dal mondo della Legge, dai campi di concentramento ai moduli di isolamento, dalle guerre sporche alle guerre umanitarie, dallo sfruttamento perfido all’abbrutimento abietto dell’essere umano attraverso le protesi tecnologiche, dai campi di deportazione ai massicci annegamenti nel Mediterraneo. Il mito di Antigone è una tragedia, perché la rivolta della sua coscienza contro le leggi promulgate dal re suo padre non si basa sulla coercizione, sull’imposizione di un altro modello, sulla sete di potere: si basa solo sulla sua convinzione individuale, sulla propria etica che è costitutiva del suo essere.

Oggi, alcuni anarchici vengono trascinati davanti al tribunale dello Stato belga perché, in sostanza — sfondiamo subito questa porta aperta — non hanno ovviamente rispettato la Legge. L’anarchico è contro la legge, questo è evidente. Non contro questa o quella legge più o meno ingiusta, ma contro il principio stesso di legge. Egli concepisce di vivere insieme solo partendo dalla coscienza individuale di ciascuno, e non dalla coercizione, dall’imposizione, dall’autorità che lo Stato e il capitalismo incarnano oggi. Ma c’è qualcosa di ancora peggiore negli anarchici. Non solo infrangono le leggi, guidati solo dalle proprie convinzioni e dalla propria etica piuttosto che dal codice penale, no. Si spingono oltre: non violano le leggi perché vorrebbero vivere come i ricchi, per acquisire potere sugli altri, per impadronirsi del potere statale, no, le trasgrediscono perché sono contro ogni legge, ogni imposizione, ogni Stato, sia esso democratico, religioso, socialista, fascista, dittatoriale o repubblicano — e per di più, hanno l’arroganza di pensare di aver ragione a farlo. Questo è il loro crimine, quello che nessuno Stato potrà mai perdonare loro: gli anarchici vogliono la distruzione dello Stato, di qualsiasi Stato e la fine dello sfruttamento. Che importa allora, al di fuori dei labirinti delle procedure giudiziarie, se tali anarchici hanno detto questo o attaccato quello: sono in ogni caso colpevoli. Colpevoli di seguire la voce della propria coscienza piuttosto che della legge, colpevoli di rivoltarsi contro lo Stato e lo stato delle cose; colpevoli di dare suggerimenti agli sfruttati e agli oppressi e di seguire essi stessi la strada della rivoluzione sociale per trasformare radicalmente i rapporti sociali esistenti; colpevoli, se ne hanno l’ardire, il coraggio e l’intelligenza, di cercare di minare il dominio, di attaccare con i mezzi che ritengono adatti ai loro fini, anche da soli o in pochi e quando tutto e tutti vorrebbero scoraggiarli. L’anarchismo, è il pensiero e l’azione che spingono verso la distruzione dello Stato, la distruzione di tutte le istituzioni, la distruzione del capitalismo, delle merci e del lavoro salariato, la distruzione di tutto ciò che permette ad alcuni di sfruttare tutti gli altri.

Nella storia delle ostilità tra anarchici e Stato, non c’è niente di più classico dell’accusa di «associazione di malfattori». È un’espressione giuridica molto malleabile, adatta a tutti i contesti, e il corollario repressivo del principio stesso dello Stato, così ben sintetizzato dai fascisti italiani: «Tutto nello Stato, niente fuori dallo Stato, niente contro lo Stato». Poiché l’unica organizzazione consentita dallo Stato è la sua, è l’organizzazione del suo potere con la sua amministrazione, le sue caserme, i suoi agenti di polizia, i suoi guardiani, i suoi controllori, i suoi dirigenti. Tutto il resto, tutto ciò che è situato potenzialmente al di fuori dello Stato viene o tollerato, in quanto non dannoso (come nel caso di molte associazioni sociali o culturali), o incoraggiato perché integrabile (come nel caso di comitati cittadini, partiti o sindacati), oppure classificato, prima o poi, come «criminale». Migliaia di anarchici sono stati accusati e condannati come «malfattori» negli ultimi 150 anni. In funzione delle esigenze repressive del momento, questa accusa può essere facilmente estesa per includere più persone. Dopo le festicciole che hanno scosso la borghesia parigina alla fine del XIX secolo, bastava essere in possesso di un volantino anarchico per essere condannati come membri di una «associazione di malfattori» e rischiare così di venire imprigionati nel bagno della Guyana. In sostanza, oggi non è cambiato nulla: gli anarchici disturbano, per quanto pochi siano, e vengono quindi trascinati davanti ad un tribunale, in quanto malfattori. Inoltre, non è un segreto: l’anarchico si dedica, in un modo o nell’altro, alla distruzione di questo mondo di oppressione e sfruttamento. Distruggendo i luoghi comuni e i pregiudizi, distruggendo la fede nell’autorità, distruggendo le strutture in cui si materializza il potere, criticando perfino gli uomini, sì, che sono responsabili delle atrocità che stanno alla radice di questo mondo. Ogni anarchico, secondo le sue capacità, le sue attitudini, le sue possibilità. Ma sì, in fondo sono tutti colpevoli di voler distruggere l’autorità. A questo proposito, come qualcuno ha detto alla vigilia della promulgazione in Francia delle leggi scellerate, concepite per frenare la propagazione delle idee anarchiche in un momento in cui la polvere nera della vendetta e della giustizia sociale era percepita ovunque: «Ciononostante l’altra mattina i bottegai di Parigi, nel sistemare le vetrine, con il loro robusto buon senso si son detti: — Non c’è il minimo errore, vogliono scalzare le basi dei nostri monumenti secolari, siamo di fronte a un nuovo complotto. — Suvvia, suvvia, prodi bottegai! vagate nei territori dell’assurdo. Pensate un attimo che la cospirazione di cui parlate non è nuova; se si tratta di radere al suolo gli edifici tarlati della società che odiamo, è da tanto che se ne parla. È il nostro complotto di sempre!». Implorare la clemenza o la pietà dei tribunali sarebbe allora rinnegare il crimine per il quale sono stato chiamato a comparire: il fatto, indiscutibile e debitamente provato dai segugi della polizia e dei servizi segreti, che io sono effettivamente ciò che volevano dimostrare che fossi, un anarchico, un nemico dichiarato dello Stato, un amante della libertà. Per il resto, che volete che dica degli anni di lotta che ho potuto condividere con altri ribelli e anarchici? Dei notevoli mezzi di sorveglianza che sono stati utilizzati per identificare, schedare, braccare e — eventualmente — catturare quegli anarchici che hanno sfidato il potere diffondendo le loro critiche, partecipando a lotte e conflitti sociali, difendendo la necessità della rivolta e dell’azione diretta per opporsi all’ingiustizia, allo sfruttamento, alla reclusione, alla servitù. La polizia si è intrufolata nelle case dei compagni, li ha seguiti nei loro viavai, ha nascosto telecamere e microfoni nelle loro case, ha inviato infiltrati alle loro iniziative, ha analizzato le parole scritte nei loro fogli di agitazione, ha intercettato la loro posta e ascoltato le loro conversazioni telefoniche, si è coordinata coi suoi colleghi al di là delle frontiere, ha lavorato con la Sicurezza di Stato e l’intelligence militare, ma soprattutto, soprattutto, ha assistito, alquanto impotente, immagino, alla continuazione degli sforzi di ribelli anonimi, a una lunga serie di sabotaggi e di attacchi multiformi perpetrati da mani rimaste sconosciute. Azioni dirette che hanno colpito obiettivi che anch’io ritengo nocivi per la libertà, in quanto responsabili dello sfruttamento e dell’oppressione. Forse a un certo punto ne hanno avuto abbastanza e, invece di continuare la caccia degli imprendibili autori dei sabotaggi e degli attacchi che hanno continuato a moltiplicarsi in tutte le direzioni, hanno guardato le montagne di carte, di rapporti, di intercettazioni accumulate… non sapendo cosa trarne in linguaggio giudiziario. Così, la buona vecchia ricetta è arrivata in soccorso dei poliziotti della cellula antianarchica e dei magistrati della Procura federale: anziché cercare di raccogliere prove del loro possibile coinvolgimento in quegli attacchi, limitiamoci ad accusarli di appartenere ad una «organizzazione». Terrorista in un primo momento, per far montare la questione; di malfattori oggi, forse per assicurarsi una condanna più facile. Un’organizzazione senza nome, senza strutture, senza tessere di appartenenza. Ma comunque un’organizzazione, dato che, dicono, esiste una biblioteca anarchica nel centro cittadino di Bruxelles, ci sono pubblicazioni anarchiche, con distribuzione di migliaia di copie nelle strade, ci sono contatti tra anarchici ed altri refrattari, sia fuori che dietro le sbarre, ci sono iniziative, dibattiti, raduni, piccole manifestazioni, che hanno innegabilmente conosciuto la partecipazione degli anarchici. Questo caso, frutto di sei anni di indagini, è talmente debole sul piano giudiziario che può essere considerato solo come un patetico tentativo di attaccare un pugno di anarchici (perseguendoli, al di là dell’appartenenza ad un’associazione criminale e dell’assurda accusa, per un anarchico, nemico dell’autorità, d’essere un capo, detentore di autorità, per reati minori che non richiedono un’argomentazione giuridica troppo solida, come una rissa in strada, un corteo selvaggio, delle scritte) per spaventare gli altri, regolare alcuni conti aperti e fornire un facile strumento giuridico (associazione criminale) allo scopo di reprimere ogni velleità sovversiva. È anche per questo motivo che respingo tutte le accuse nei miei confronti, che rifiuto di dichiararmi innocente o colpevole, e che ho deciso di non partecipare nemmeno a questo processo. Se vogliono condannare un anarchico, poiché, in fin dei conti, tale è il loro mestiere che esercitano con maggiore o minore successo, ma sempre obbedendo ai loro superiori e alla ragione di Stato che è la loro religione, si accomodino: hanno il mio nome scritto migliaia di volte sulle montagne di carte di questo fascicolo.

Ma, a differenza della tragedia di Antigone che, gettata in prigione dal suo stesso padre e re, si suicida piuttosto che inchinarsi e rinunciare, io non posso che rispondere alla mia potenziale condanna con una promessa piena di vita: non mi inchinerò, né oggi né domani, davanti alle leggi degli uomini, e continuerò, in coerenza con la mia coscienza e la mia sensibilità, a percorrere il mio cammino di lotta per l’anarchia.

Laurent

[1/05/2019]

Nota
Ricordiamo che il processo contro gli anarchici si è tenuto a Bruxelles il 29 e il 30 aprile.
Dopo la sua requisitoria, il pubblico ministero Malignini ha fatto le sue richieste:
300 ore di lavoro o una pena sussidiaria di 4 anni (1 persona)
250 ore di lavoro o una pena sussidiaria di 3 anni (2 persone)
200 ore di lavoro o una pena sussidiaria di 30 mesi (4 persone)
150 ore di lavoro o una pena sussidiaria di 18 mesi (1 persona)
100 ore di lavoro o una pena sussidiaria di 12 mesi (1 persona)
12 mesi con la condizionale e una multa di 50 euro (1 persona)
Proscioglimento (2 persone)
Gli accusati hanno rifiutato di accettare una pena di lavoro, quindi il tribunale potrà eventualmente condannare gli imputati solo ad una pena detentiva.
La sentenza è prevista per il 28 maggio 2019
Per maggiori informazioni: lalime.noblogs.org

[Tratto da finimondo.org].

(it-en) Italia: Aggiornamenti dal Veneto

Italia: Aggiornamenti dal Veneto

Resoconto e aggiornamenti sulla compagna e i compagni che lo scorso 29 marzo [2019] sono stati fermati a Rondissone, nei pressi di Torino, e quindi arrestati per “porto di materiale esplodente in luogo pubblico”.

Al momento sono tutti e 4 agli arresti domiciliari con le massime restrizioni, cioè non possono né vedere né parlare con persone esterne ai propri familiari/conviventi.
In totale, si sono fatti 5 notti in carcere (alle Vallette) perché all’interno della macchina su cui viaggiavano sono stati rinvenuti 7 petardi, che nelle carte vengono definiti di “potenza micidiale” e via  dicendo. In sostanza, i compagn* sono ritenuti socialmente pericolosi per questo motivo e ciò giustifica la misura dei domiciliari.
Giovedì 11 aprile c’è stata una perizia balistica sul contenuto dei petardi volta a dimostrare che sono oggetti “illegali”, di categoria f4 e quindi vietati a chi non ha il permesso. Al momento non ci sono notizie sull’esito della perizia.
In questa storia, ci sono state numerose irregolarità dal punto di vista giuridico che l’avvocato ha denunciato. Infatti, sono stati tratti in arresto venerdì notte, lunedì mattina hanno avuto l’udienza di convalida degli arresti nella quale il pm ha chiesto la detenzione in carcere, mentre il gip non ha convalidato l’arresto, ma ha comunque risposto alla richiesta del P. M. con gli arresti domiciliari.
I ragazzi avrebbero dovuto uscire dal carcere lunedì in giornata, invece sono stati trattenuti fino a mercoledì e scarcerati dopo l’interrogatorio di garanzia che si è svolto fuori tempo massimo, ovvero oltre i limiti consentiti dalla stessa legge. Inoltre, l’avvocato per ben due volte non è riuscito ad accedere agli atti e non ha potuto visionare il procedimento fino a mercoledì mattina.
In seguito, son stati scortati tutti e 4 a bordo di un blindato della penitenziaria, che li ha accompagnati uno ad uno nelle loro abitazioni tra Padova e Vicenza.
Un paio di considerazioni a mente fredda.
Questa vicenda ha degli aspetti assurdi e non è stato facile comprendere ciò che stava succedendo, nemmeno i compagn* ne erano consapevoli. In un altro periodo, probabilmente sarebbero stati fermati e poi rilasciati al termine del corteo, oppure arrestati e liberati lunedì con processo per direttissima, come spesso accade in queste situazioni.
L’aria che tira è sicuramente molto pesante e la repressione è la quotidianità per chi lotta, il corteo del 30 a Torino e gli arresti più altri fermi preventivi che ci sono stati ne sono l’esempio.
Mantenere questo clima di tensione è funzionale a spezzare la grandissima solidarietà che si è creata attorno all’Asilo Occupato e ai compagni arrestati in questi ultimi mesi. Non c’è quindi da stupirsi se, in questo contesto, 4 ragazz* presi il giorno prima del corteo, prima ancora di arrivare in città, siano stati arrestati e tutto ciò che comporta.
Al momento è stato presentato ricorso al tribunale del riesame che entro 20 giorni è chiamato ad esprimersi in merito alle misure cautelari.
Per il resto, i compagn* stanno bene e l’esperienza in carcere ha permesso loro di ricevere supporto dalle persone che hanno conosciuto.
Seguiranno altri aggiornamenti e contributi.

Chi lotta non è mai solo!

[Tratto da roundrobin.info].

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Italy: Updates from Veneto

Report and updates on the comrades who were stopped on 29th March in Rondissone, near Turin, and arrested for ‘transport of explosive material in a public place’.

At the moment all four arrested are under house arrest with maximum restrictions, that is to say they can’t see or talk to anyone other than their family or partners.

They spent 5 nights in prison (Le Vallette) because in the car they were in 7 firecrackers were found, which the court papers describe as being of ‘lethal force’ and so on. Basically, the comrades are considered socially dangerous for this reason, hence the measure of house arrest.

On Thursday 11th April there was a ballistic examination of the content of the firecrackers aimed at demonstrating that the latter are ‘illegal’ objects, f4 category, so forbidden to anyone without permission. At the moment there’s no news of the result of the examination.

There are numerous irregularities in this story from a judicial point of view, which the defence lawyer has denounced. In fact, the comrades were arrested on Friday night and on Monday morning at the hearing to validate the arrests the prosecutor asked for their remand in custody whereas the investigating judge didn’t validate the arrests and responded to the prosecutor’s request with house arrest.

The comrades should have got out of jail on Monday, but  were kept inside until Wednesday and only released after the guarantee questioning, which took place after the time limit had expired, that is to say beyond the limit allowed by the law itself. Moreover, on two occasions the defence lawyer had no access to the papers and couldn’t examine the proceedings until Wednesday morning.

Then the 4 comrades were escorted in a prison armoured vehicle, which took them to one of their homes between Padua and Vicenza.

A couple of considerations with a cold mind.

This affair has absurd aspects and it wasn’t easy to understand what was going on, even the comrades didn’t know. In the past they would have been stopped and then released at the end of the demonstration, or they would have been arrested and released on the Monday morning with a summary trial, as often happens in this kind of situation.

The current atmosphere is certainly very heavy and repression is a daily occurrence for those who struggle, as shown by the demonstration on the 30th in Turin and other arrests and preventive arrests.

To keep up this atmosphere of tension it is functional to break down the massive solidarity that formed around Asilo and the comrades recently arrested. So it’s not surprising that in this context 4 comrades stopped the day before the demo, even before they reached the city, were arrested with all the consequences.

An appeal was submitted to the court of review, which is to decide about house arrest in 20 days.

For the rest, the comrades are doing well and the experience in prison allowed them to have the support of people they met there.

More updates and contributions to follow.

Those who struggle are never alone!

[From actforfree.nostate.net].

(it-fr-en) Russia: Aggiornamenti dal processo contro gli anarchici

Russia: Aggiornamenti dal processo contro gli anarchici

Il 19 aprile l’anarchico Evgenij Karakašev di Eupatoria [Crimea, ndt] è stato condannato dal tribunale distrettuale militare della Ciscaucasia, a Rostov sul Don, per istigazione al terrorismo attraverso il social network russo “Vkontakte”.

Il tribunale lo ha condannato a 6 anni di carcere. Gli è anche stato vietato di gestire siti internet per 2 anni. Evgenij Karakašev ha reagito tranquillamente al verdetto. La procura russa aveva chiesto 9 anni di carcere per Karakašev. Il suo avvocato presenterà ricorso contro la decisione del Tribunale militare.

Questa è sola l’ultimo di una serie di episodi nei quali FSB [Servizio Sicurezza Federale, ntd] ha fatto uso sistematico della tortura per costringere gli arrestati a firmare confessioni false in modo da fabbricare “cospirazioni terroriste” coinvolgendo gli attivisti.

Il 1° febbraio 2019 gli agenti del FSB, l’apparato russo per la sicurezza statale, discendente dal KGB, hanno arrestato una dozzina di persone in tutto il paese, nell’ultima ondata della loro campagna repressiva contro gli anarchici accusati. Dopo averli brutalmente torturati nel corso delle successive 24 ore, per costringerli ad accettare le dichiarazioni incriminanti, ne hanno rilasciati 11. Il dodicesimo arrestato, Azat Miftakhov, era temporaneamente scomparso all’interno del sistema legale, mentre il FSB aveva continuato a torturarlo e impedendo l’accesso del suo avvocato.

[NdT: per informazioni e/o sostegno scrivere a Croce Nera Anarchica Mosca, e-mail: abc-msk at riseup.net]

Pubblicato in avtonom.org.

[Tratto da anarhija.info].

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Russie : Des nouvelles des procès contre des anarchistes

Le 19 avril, l’anarchiste Yevgeny Karakashev, d’Yevpatoria [en Crimée; NdAtt.], a été reconnu coupable par le tribunal militaire du district du Caucase du Nord, à Rostov-sur-le-Don, dans une affaire pour “incitation à la perpétration d’activités terroristes” via le réseau social russe « Vkontakte ».

Le tribunal l’a condamné à 6 ans de colonie pénitentiaire. Il a aussi l’interdiction de gérer des sites web pendant 2 ans. Yevgeny Karakashev a réagi calmement à la lecture du verdict. Le bureau du Procureur russe avait initialement demandé pour Karakashev 9 ans de colonie pénitentiaire. Son avocat fera appel de la décision du Tribunal militaire.

Ceci n’est que le dernier d’une série de cas au cours desquels le FSB a systématiquement utilisé la torture pour forcer les personnes arrêtées à signer des faux aveux, afin de fabriquer des « complots terroristes » impliquant des activistes.

Le 1er février 2019, les policiers du FSB, l’appareil de sécurité de l’État russe héritier du KGB, ont arrêté une douzaine de personnes au cours de la dernière vague de leur campagne de répression contre les anarchistes, à travers tout le pays.
Après les avoir brutalement torturés pendant les 24 heures qui ont suivi, afin de les forcer
à accepter des déclarations qui les incriminent, 11 d’entre eux ont été libérés. Le douzième arrêté, Azat Miftakhov, a disparu pendant un moment dans les méandres du le système judiciaire, pendant que le FSB continuait à le torturer et refusait que son avocat lui rende visite. […]

[Depuis attaque.noblogs.org].

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Update on the Trials of Russian Anarchists

On April 19, the anarchist Yevgeny Karakashev from Evpatoria was convicted by the North Caucasian District Military Court in Rostov-on-Don in the case of Calls for Committing of Terrorist Activity in the Russian social network “Vkontakte”.

The court sentenced him to 6 years in a penal colony. He also has a 2-years ban for management of web-sites. Yevgeny Karakashev calmly reacted to the verdict. The Russian prosecutor’s office had originally requested for Karakashev 9 years in a penal colony. His lawyer will appeal against the decision of the Military Court.

This is just the latest in a series of events in which the FSB have systematically employed torture to force arrestees to sign false confessions in order to fabricate “terrorist conspiracies” involving activists.

On February 1, 2019, officers of the FSB, the Russian state security apparatus descended from the KGB, arrested a dozen people in the latest wave of their campaign of repression against accused anarchists throughout the country. After brutally torturing them over the following 24 hours in order to force them to agree to incriminating statements, they released 11 of them. The twelfth arrestee, Azat Miftakhov, temporarily disappeared within the legal system while the FSB continued torturing him and refusing his lawyer access to him. This is just the latest in a series of events in which the FSB have systematically employed torture to force arrestees to sign false confessions in order to fabricate “terrorist conspiracies” involving activists.

How to help: Comrades are collecting money for Yevgeny’s lawyer work on the appeal and to support Yevgeny in prison. Transfer money on Paypal – abc-msk@riseup.net – please mention “for Yevgeny Karakashev”

From https://avtonom.org.

[English text from www.amwenglish.com].

(it-en) 10 anni: Chiamata internazionale per l’agitazione e l’azione – Per una memoria offensiva e un Maggio Nero in memoria di Mauricio Morales

10 anni: Chiamata internazionale per l’agitazione e l’azione – Per una memoria offensiva e un Maggio Nero in memoria di Mauricio Morales

“Cercherò a rischio della mia vita, la migliore, l’autentica libertà…”.
Mauricio Morales

Dieci anni fa, il 22 maggio 2009, un ordigno esplosivo trasportato dal compagno anarchico Mauricio Morales esplodeva accidentalmente prima di essere stato collocato nella Scuola di Gendarmeria a Santiago, in Cile, facendosi sentire nei cuori neri. Ha reso questa istituzione e coloro che la compongono visibili come un obiettivo da colpire, generando così uno stretto rapporto di solidarietà tra prigionieri e azione. Ma quella volta il nemico non era stato colpito, quella volta il boato non aveva scosso l’infrastruttura dei carcerieri; quella volta, durante le prime ore del mattino, la potente esplosione aveva tolto la vita a Mauri.

Velocemente gli avvoltoi delle varie polizie, magistrati, giornalisti e ministri arrivarono a rovistare e a banchettare nel sangue e sul corpo di Mauri. In quella occasione la morte di un anarchico era un pretesto per sviluppare nuovi attacchi nella caccia reperessiva agli ambienti anti-autoritari.

Da allora il ricordo ha percorso diversi sentieri in lingue differenti, continenti, dalle strade alle parole, azioni e incendi. Il suo ricordo è rimasto vivo nell’azione multiforme che ci tiene legati ai nostri morti. E’ con questi gesti che l’ingranaggio dell’oblio, del silenzio e del pentimento è stato continuamente attaccato e sabotato, impedendo che le decisioni del compagno Mauricio Morales fossero divorate dal tempo o dal vortice dell’eccessiva informazione.

Sono trascorsi 10 anni, è vero che talvolta sembra un’eternità e a volte solo una manciata di secondi. Oggi ritorniamo con fermezza ai gesti che sono diventati permanenti durante questi anni, cercando di infondere nuove energie e trasformarle in un ottimo motivo per affilare il nostro rifiuto di questo mondo: oggi come ieri, la memoria è attacco. Non stiamo cercando di contribuire ad una esasperante, spettacolare e super-eroica immagine del nostro compagno. Come sempre, Mauri era una delle persone che rifiutano questo mondo, un compagno, non un’icona, che usando il proprio ingegno e la propria volontà ha deciso di realizzare l’azione scontrandosi con questa realtà imposta. Quella notte avrebbe potuto essere lui o un altro/a compagno/a ad aver deciso di armarsi con le proprie negazioni.

Solleviamo una memoria anarchica e iconoclasta, che lontana dal ricercare una continua riaffermazione o una disputa amara attorno alla proprietà del ricordo, è diretta in maniera offensiva contro questo mondo.

Invitiamo i vari compagni sparsi per il mondo – la tendenza che è sempre in minoranza, che cerca la distruzione di ciò che ci rende schiavi, le menti irrequiete – che contribuiscono ad una memoria di azione contro il dominio. Questo maggio siamo coscienti dell’esistenza di una doppia dimensione; da una parte il pretesto per la lotta anarchica, e dall’altra il sincero dolore per la perdita di un compagno amato. Noi crediamo che in maniera complementare possiamo moltiplicare e riprodurre i gesti della memoria: attività, pubblicazioni, scritte, azioni, incendi, scontri di strada. Tutto funziona, perché nulla viene lasciato in disparte.

Questa chiamata è per riprenderci quello che non è mai stato dimenticato, dando vita a questa continuità della prassi nell’attuale contesto, contribuendo così che le nostre morti rimangano pericolose alle orecchie dei potenti, azioni impossibili da recuperare da parte dei “cittadini progressisti” che ci separano e rigettando ogni espressione vittimista che intenda imporre un’immagine distorta del nostro compagno.

Queste parole sono un invito all’azione e alla propaganda, a moltiplicare i gesti contro il potere, gesti che distruggono la porta dell’oblio che si cerca di chiudere dietro Mauri, ma sono anche un invito a rafforzare le nostre capacità, a moltiplicare le occasioni di memoria, a riprodurre la lotta e generare un conflitto attuale contro il dominio.

Ai 10 anni: Per la memoria offensiva e un Maggio Nero in memoria di Mauricio Morales.

La nostra memoria nera continuerà a risuonare nelle fratture di questa cara pace sociale.

Nulla è finito, tutto continua!
La memoria è attacco.
-2019-

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https://325.nostate.net/wp-content/uploads/2019/04/llamado-MM-ingles.jpg10 Years: International call for agitation and action – For an offensive memory and a black May in memory of Mauricio Morales

“I will seek at the risk of my life, the best, the authentic freedom…”.
Mauricio Morales

Ten years ago, on May 22, 2009, an explosive device transported by anarchist comrade Mauricio Morales accidentally exploded before it could be installed in the Gendarmerie School in Santiago, Chile, making itself felt in black hearts. He made that institution and those who compose it visible as an objective to attack, thus generating a close relationship of solidarity between prisoners and action. But at that time the enemy did not receive a blow, this time the roar did not shake the jailers’ infrastructure; at that time the powerful explosion took Mauri’s life during that early morning.

Quickly the vultures of the different police, prosecutors, journalists and ministers came to scavenge and feast on the blood and body of Mauri. On this occasion, the death of an anarchist was the excuse to develop new thrusts in hunts against anti-authoritarian environments.

Since then memory has crossed different paths in different languages, continents, from the street, to words, actions and fire. His memory has remained alive in the multiform action that keeps us united with our dead. It is with these gestures that the machinery of oblivion, silence and repentance has been continuously attacked and sabotaged, preventing the decisions of comrade Mauricio Morales to be consumed in time or in the vortex of over-information.

It’s been 10 years, it’s true sometimes it seems like an eternity and sometimes it’s just a couple of seconds. Today we return strongly to the gestures that have been made permanent during this time, seeking to imbue new energies and transform them into an excellent reason to sharpen our denials of this world: Memory today as yesterday is attack. We do not seek to collaborate in exacerbating a distant, spectacular and superheroic image of our comrade; As always, Mauri was one of those who rejected this world, a companion, not an icon, who, using his ingenuity and will, decided to take action by the confrontation against this imposed reality. That night it could have been him or another compañerx that decided to arm himself with their denials.

We raise an anarchic and iconoclastic memory, that far from seeking the continuous reaffirmation or the bitter dispute over the property of memory, is directed offensively against this world.

We call the various companions scattered throughout the world, the tendency which is always a minority, that seeks the destruction of what makes us slaves, the restless minds that contribute to a memory of action against domination. This May, we are aware of the existence of a double dimension , on the one hand, the pretext for anarchic combat and on the other hand the honest sadness for the loss of a beloved companion. We believe that in a complementary way we can multiply and reproduce the gestures of memory: Activities, publications, murals, actions, fires, combat in the streets. Everything works, because nothing is left aside.

This call is to take back what has never been left behind, giving life to that continuity of practice in the current scenario, contributing so that our deaths remain dangerous to the ears of the powerful, actions which are impossible to recuperate by the “progressive citizens” that separate us and rejecting any victimizing expression that seeks to impose a distorted image of our comrade.

These words are a call to action and propaganda, to multiply the gestures against Power, gestures that destroy the door of forgetfulness that is sought to put on Mauri, but it is also an invitation to strengthen our capacities, to multiply the instances of memory, to reproduce the combat and generate a contemporary fight against dominion.

To 10 years: For the offensive memory and a black May in memory of Mauricio Morales.

Our black memory will continue to resonate in the ruptures of this precious social peace.

Nothing has finished, everything continues!
Memory is attack.
-2019-

[Text from 325.nostate.net].

(en) Miserable wretches!

Miserable wretches!

Everything was ready from the morning: journalists and live TV on the national channel…

A miserable judge in Turin, Roberto Sparagna, left no stone unturned in putting pressure on a gang of equally miserable individuals (jury led by judge Alessandra Salvadori).

A poor madman in search of fame after having moved from the anti-mafia prosecution to the terrorism one, he succeeded where other miserable colleagues of his had failed for decades: subversive association for the purposes of terrorism.

Already I see him in a few days’ time sitting on the Vespa armchairs in “Porta a Porta” [long-standing populist TV news show], along with some failed criminologist spouting off about anarchism and how it is divided into groups, smaller groups, good and bad and his heroic deeds against the F.A.I.-F.R.I.

I would like to remind the miserable deputy prosecutor that despite the high sentences you’ve obtained against our comrades, brothers and sisters Alfredo, Nicola, Anna, Marco e Alessandro, you have only won a small battle… the war against the State and miserable wretches like yourself will be a long one.

I am aware that these few lines of mine will end up adding to another pile of shit that you’ll vomit on the next judicial proceedings in the appeal court, but that’s not my problem…

Never think that I will lose any sleep with your threats because your fellow inquisitors have already tried in the past, and if you talk about me today it means that I am still standing and not backing off one millimetre. I will also continue to do what I do best: take your disgusting plan and turn it against you.

You will never see Alfredo, Nicola, Anna, Marco e Alessandro buried in your dungeons. They are with us every day, hour, minutes and seconds, and we will never fail to make them feel our warmth, our solidarity and complicity until we have them with us again.
This goes for them and many other anarchist comrades imprisoned in the jails all over the world.
This goes until nothing remains of your institutions and prisons but ashes.

Forever your enemy!
For the insurrection, for Anarchy.

25/04/19
Gioacchino Somma

[From actforfree.nostate.net].

(it-en) Solidarietà con gli anarchici processati dallo Stato belga

Solidarietà con gli anarchici processati dallo Stato belga

Fare perdere la repressione
Tutte le forme di violenza fisica e psicologica intrinseche all’imposizione quotidiana propria di tutti gli Stati e di tutte le democrazie, questa è la repressione.
La continua espansione delle sue pene, dei procedimenti giudiziari e degli strumenti di reclusione potrebbero essere la sua realizzazione più ovvia.
L’interiorizzazione generalizzata della sua percezione di “giustizia” e l’onnipresente confusione che afferma che la realizzazione personale passa attraverso il lavoro e il consumo sono sicuramente i suoi più grandi successi.
Tuttavia, la repressione perde.
Ogni volta che ci ribelliamo, sputiamo di fronte al colonialismo morale di questo sistema, e lo sabotiamo.
Ogni volta, ondate di rivolta espongono i limiti del controllo dello Stato, e rendono immaginabile una fine completa ad esso.
Ogni volta, le nostre azioni scartano la cortina fumogena delle menzogne e ci fanno capire che la nostra libertà è da trovare nell’attaccare l’autorità e non nell’obbedire ad essa.
La repressione ha tutto da perdere.

Solidarietà con gli anarchici processati dallo Stato belga

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Solidarity with the anarchists prosecuted by the Belgian state

Making repression lose
All forms of physical and psychological violence that are intrinsic to the daily enforcement of all states and all democracies, this is repression.
The continuous expansion of its punishment, prosecution, and imprisonment tools might be its most obvious realization.
The generalized internalization of its perception of “justice”, and the omnipresent confusion that personal fulfillment comes through work and consumption are surely its greatest achievements.
However, repression loses.
Each time we rebel, we spit in the face of the moral colonialism of this system, and we sabotage it.
Each time, waves of revolt expose the limits of the control of the state, and render imaginable a complete end to it.
Each time, our actions discard the smoke screen of lies, and make us sense that our freedom is to be found in attacking authority and not in obeying it.
Repression has everything to lose.

Solidarity with the anarchists prosecuted by the Belgian state

[English text from actforfree.nostate.net and lalime.noblogs.org].

(it) Italia: Bollettino n. 2 – Biblioteca Spazio Anarchico “Lunanera” – Cosenza

i-b-italia-bollettino-n-2-biblioteca-spazio-anarch-1.jpgBollettino n. 2

E’ disponibile il secondo numero del Bollettino della biblioteca dello Spazio Anarchico “Lunanera”

indice:
– Cum ira et studio
– “La responsabilità degli anarchici
– Senza dogmi
– Cani e porci
– Presentazone del libro “I Giustizieri. Propaganda del fatto e attentati anarchici di fine Ottocento” di Gino Vatteroni. Alcune riflessioni dialogando con l’autore.
– Una breve nota introduttiva alla riedizione del libro “Storie nostre
– Alcune considerazioni su: “Guerra alla natura. Riflessioni sugli ultimi sviluppi delle manipolazioni genetiche in campo agricolo e zootecnico
– Scontro di classe e difesa della natura
– Sull’onda di una non-presentazione
Bandiera Nera
– Sono gli individualisti degli anormali
– Considerazioni sull’individualismo anarchico
– Per la distruzione delle opinioni

per richiedere copie o per organizzare presentazioni scrivere alla mail: lunanera[chiocciola]mortemale.org

Spazio Anarchico “Lunanera”
viale della Repubblica – 293 – Cosenza

[Tratto da anarhija.info].

(fr-es) Hérésie, numéro 3

https://attaque.noblogs.org/files/2019/04/H%C3%A9r%C3%A9sie_3.pngHérésie, numéro 3

Ceci est le troisième numéro d’Hérésie. Pour simplifier, le sous-titre est « réflexions individualistes », mais la revue n’est pas enfermée dans cette définition, et de temps en temps les différents textes publiés peuvent même se contredire entre eux. La raison d’être d’Hérésie est de contribuer à des débats parmi les anarchistes, de ressortir des oubliettes des vieux textes qui n’ont pas perdu du sens aujourd’hui, et de traduire des textes qui selon moi méritent d’être diffusées dans l’aire francophone.

Tant que mon pessimisme ne me fera pas abdiquer sur l’envie et le besoin de m’adresser à ceux/celles qui partagent des désirs, des angoisses, des rages et des réflexions similaires, Hérésie existera, et sera publiée de façon plus ou moins régulière.

Sommaire du numéro 3 :

• Introduction
• Prélude, Benjamin de Casseres
• Du pessimisme, Neti
• Mon individualisme libertaire, D. Giraud
• Lettre d’une lycéenne à ses parents
• Vagabond, Apio Ludd
• La Louve, L.
• Au-delà du Mouvement, DMP
• Drogue, M.V.
• Ne cesse jamais de chercher, Une Assemblée d’Anarchistes Anonymes

La proposition de contributions, de dialogue, reste toujours ouverte. Et les retours, critiques, remarques sont toujours bienvenus.

Comme pour les numéros précédents, Hérésie n’est pas disponible sur la toile virtuelle, il suffit donc d’envoyer un mail à diomedea(arobase)riseup(point)net pour la recevoir sur papier dans sa boîte aux lettres.

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Hérésie, n. 3

Este es el tercer número de Hérésie. Para simplificar, el subtítulo es «reflexiones individualistas», pero la revista no está incluida en esta definición, y de vez en cuando los diversos textos publicados pueden incluso contradecirse entre sí. La razón de ser de Hérésie es contribuir a los debates entre lxs anarquistas, dejando atrás los textos antiguos que hoy no han perdido sentido y traducir textos que, en mi opinión, merecen ser transmitidos. en la zona francófona.

Mientras mi pesimismo no me haga renunciar al deseo y la necesidad de dirigirme a quienes comparten deseos, ansiedades, rabias y reflexiones similares, Hérésie existirá y se publicará más o menos regular.

Sumario del numéro 3:

• Introduction
• Prélude, Benjamin de Casseres
• Du pessimisme, Neti
• Mon individualisme libertaire, D. Giraud
• Lettre d’une lycéenne à ses parents
• Vagabond, Apio Ludd
• La Louve, L.
• Au-delà du Mouvement, DMP
• Drogue, M.V.
• Ne cesse jamais de chercher, Une Assemblée d’Anarchistes Anonymes

La propuesta de aportes y diálogo sigue abierta. Y los comentarios, críticas, comentarios son siempre bienvenidos.

En cuanto a los problemas anteriores, Hérésie no está disponible en el lienzo virtual, por lo que solo envíe un correo electrónico a diomedea (arroba) riseup (dot) net para recibirlo en papel en su buzón.

[Traducción: anarquia.info].

(it) Che stiano tornando?

“Passeggiate del tubo”. È così che vengono chiamate le escursioni che alcuni organizzano per far vedere ad altri il percorso che il gasdotto Tap dovrà percorrere lungo il territorio salentino, per arrivare dall’approdo alla centrale di depressurizzazione, e poi da questa al raccordo Snam nazionale, percorrendo ulteriori 55 chilometri.

Una di queste passeggiate è stata organizzata anche il giorno di pasquetta. Dopo una opportuna intervista di rito con una tv locale, quindi, il Portatore Sano di Notizie Scientifiche ha guidato un manipolo di Aspiranti Conoscitori della Verità lungo l’area di cantiere di Tap che passa proprio a ridosso della masseria dove si svolgeva la pasquetta, spiegando loro, presumibilmente, con termini appropriati e forbiti, e dall’alto delle sue competenze scientifiche, che la recinzione che avevano davanti agli occhi era una recinzione, la quale delimitava un’area di cantiere che era proprio un’area di cantiere, lungo cui dovrà passare un tubo d’acciaio, al cui interno dovrà poi scorrere del gas.

Una volta rientrati gli escursionisti, qualcun altro andava a verificare con i suoi occhi e si rendeva conto che sì, in effetti quella recinzione era una recinzione, ma solo fino ad un certo punto… Sì, perché percorsi qualche centinaio di metri, quella recinzione era stata divelta dal terreno, e non solo divelta, ma si poteva notare che era stata accartocciata, tagliata, resa inservibile, e questo per diverse centinaia di metri e lungo i due lati che delimitavano l’area di cantiere. Una bella sorpresa, insomma, gradevole anche alla vista che, da un certo punto in poi, spaziava libera sui prati di margherite, senza una bruttura d’acciaio che ostruisse la visuale.

Un pensiero si insinua nella testa. Vuoi vedere che in giro c’è anche qualcun altro che fa le passeggiate del tubo, ma animato da ben più nobili e pratiche intenzioni? In fondo non sarebbe una cattiva idea: ci sono chilometri e chilometri di area in via di cantierizzazione, e con la bella stagione tanta gente in giro con la voglia di passeggiare in campagna. Basterebbe avere con sé pochi ed elementari attrezzi, un pizzico di fantasia e un po’ di voglia di giocare…

Torna in mente il primo periodo della lotta contro Tap, esattamente due anni fa, quando le creature fantastiche della campagna uscivano di notte e chiudevano i vigilanti nei cantieri, ne smontavano le recinzioni, ergevano barricate, tendevano imboscate… Ecco, è nuovamente a loro che corre il pensiero, a questi esseri giocosi e dispettosi, sempre pronti a cavalcare un arcobaleno o tirare la coda ai cavalli.

Che stiano tornando?

[Tratto da tiltap.noblogs.org].

(it-fr-es) Miserabili!

Miserabili!

Era tutto pronto fin dal mattino: giornalisti e dirette tv sulla tv nazionale…

Non si è fatto mancare nulla il miserabile magistrato di Torino, Roberto Sparagna, per mettere pressione su una banda di altrettanti miserabili (o giuria popolare capitanata dal giudice Alessandra Salvadori).

Un povero demente in cerca di visibilità che dopo aver traslocato dalla procura antimafia a quella per terrorismo, è riuscito ad arrivare dove per decine di anni altri miserabili dei suoi colleghi hanno fallito: associazione sovversiva con finalità di terrorismo.

Già me lo vedo tra qualche giorno seduto sulle poltrone di casa Vespa a “Porta a Porta”, in compagnia di qualche criminologa fallita a raccontare cosa sia l’anarchismo e come si divide in gruppi, gruppetti, buoni e cattivi e le sue gesta eroiche contro la F.A.I.-F.R.I.

Vorrei ricordare al miserabile sostituto procuratore che nonostante le pene elevate che hai ottenuto contro i nostri compagni, fratelli e sorelle Alfredo, Nicola, Anna, Marco e Alessandro, hai vinto una piccola battaglia… la guerra contro lo Stato ed i miserabili come te sarà lunga.

Sono cosciente che queste poche righe andranno ad aggiungersi ad un’altra quantità di merda che vomiterai sui prossimi atti giudiziari in corte d’appello, ma non è mio problema…

Non pensare mai che mi togli il sonno con le tue minacce perché già c’hanno provato i tuoi colleghi inquisitori in passato, e se oggi tu parli di me vuol dire che resto sempre in piedi e non arretro di mezzo millimetro. Inoltre continuerò a fare quello che so fare di meglio: prendere il tuo bel piano di merda e ribaltartelo contro.

Alfredo, Nicola, Anna, Marco e Alessandro non li vedrete mai seppelliti nei vostri lager!
Loro sono con noi ogni giorno, ora, minuti e istanti, e non mancheremo mai di fargli sentire il nostro calore, la nostra solidarietà e la nostra complicità fino a quando non li avremo di nuovo tra noi.

Questo sarà per loro e per tantissimi altri compagni anarchici detenuti in ogni lager del mondo.
Questo sarà fino a quando delle vostre istituzioni e delle vostre carceri non rimarranno che le ceneri.

Per sempre nemico vostro!
Per l’insurrezione, per l’Anarchia.

25/04/19
Gioacchino Somma

[Tratto da anarhija.info].

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Minables!

Tout était prêt depuis le matin : journalistes et directe télé sur les chaînes nationales…

Le minable Proc’ de Turin, Roberto Sparagna, ne manquait de rien, afin de mettre la pression sur une bande de minables comme lui (le jury populaire, guidé par la juge Alessandra Salvadori).

Un pauvre dément à la recherche de notoriété qui, après son déménagement du parquet anti-mafia à celui antiterrorisme, a réussi à arriver là où, pendant des dizaines d’années, d’autres minables collègues à lui ne sont pas parvenus : association subversive avec finalité de terrorisme.

Je le vois déjà, dans quelques jours, chez Vespa sur « Porta a Porta » [émission télé d’« information », très connue, menée par le journaflic Bruno Vespa], avec une quelconque criminologue ratée, en train de raconter qu’est ce qu’est l’anarchisme, comme il se divise en groupes, bandes, gentils et méchants, ainsi que ses propres actes d’héroïsme contre la FAI/FRI.

Je voudrais rappeler au minable Procurateur adjoint que, malgré les dures peines que t’as obtenu contre nos compagnons, frères et sœurs Alfredo, Nicola, Anna, Marco et Alessandro, tu n’a gagné qu’une petite bataille… la guerre contre l’État et ses minables serviteurs, comme toi, sera longue.

Je sais que ces quelques lignes iront s’ajouter au tas de merde que tu vomira dans les prochains dossiers judiciaires en Appel, mais ce n’est pas mon problème…

Ne pense pas que tu me fais peur avec tes menaces, tes collègues inquisiteurs y ont déjà essayé par le passé et si aujourd’hui encore tu parle de moi, cela signifie que je suis encore débout et que je ne recule pas, ne serait que d’une demi-millimètre. En plus, je continuerai à faire ce que je sais faire de mieux : prendre ton joli tas de merde et te le renvoyer.

Alfredo, Nicola, Anna, Marco et Alessandro, toi et tes semblables vous ne les verrez pas enterrés dans vos bagnes !
Ils sont avec nous chaque jour, à chaque heure, à chaque minute, à chaque instant et nous ne manquerons pas de leur faire sentir notre chaleur, notre solidarité et notre complicité, jusqu’à quand on les reverra à nouveaux parmi nous.

Cela vaut pour eux et pour les très nombreux compagnons anarchistes prisonnier dans toutes les prisons du monde.
Cela vaut jusqu’à quand, de vos institutions et de vos prisons, ne resteront que des cendres.

Toujours votre ennemi !
Pour l’insurrection, pour l’Anarchie !

25/04/2019
Gioacchino Somma

[Depuis attaque.noblogs.org].

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Miserables!

Todo estaba listo por la mañana: periodistas y señal en vivo en la televisión nacional…

El miserable magistrado de Turín, Roberto Sparagna, no perdió nada para presionar a una banda de hombres miserables (o jurado popular encabezado por la jueza Alessandra Salvadori).

Un pobre demente en busca de visibilidad que, después de pasar de la oficina del fiscal antimafia a la de terrorismo, logró llegar a donde fallaron durante décadas otrxs miserables colegas: una asociación subversiva con objetivos terroristas.

Ya lo veo en unos pocos días sentado en los sillones de la casa Vespa en «Porta a Porta», en compañía de algunxs criminólogxs explicando qué es el anarquismo y cómo se divide en grupos, grupos pequeños y bueno sobre sus hazañas heroicas contra la FAI-FRI.

Me gustaría recordarle al miserable fiscal adjunto que a pesar de las altas sanciones que han recibido nuestrxs compañerxs, hermanos y hermanas Alfredo, Nicola, Anna, Marco y Alessandro, ha ganado una pequeña batalla… la guerra contra el Estado y los miserables como tu será algo largo.

Soy consciente de que estas pocas líneas se agregarán a otra cantidad de mierda que vomitará en los próximos actos judiciales en el tribunal de apelación, pero no es mi problema…

Nunca pienses que nos quitas el sueño con tus amenazas porque tus compañerxs inquisidores en el pasado ya lo han intentado, y si hoy hablas de mí, significa que siempre estoy en pie y no medio milímetro detrás. También continuaré haciendo lo que mejor hago: toma tu hermoso plan de mierda y ponlo en tu contra.

¡Alfredo, Nicola, Anna, Marco y Alessandro nunca lxs verán enterradxs en tus prisiones!

Están con nosotrxs cada día, hora, minuto e instante, y nunca dejaremos de hacerles sentir nuestro calor, nuestra solidaridad y complicidad hasta que lxs tengamos nuevamente entre nosotrxs.

Esto será por ellxs y por muchxs otrxs compañerxs anarquistas en cada campo de concentración del mundo.

Esto será hasta que sus instituciones y sus prisiones queden en cenizas.

¡Por siempre vuestro enemigo!
Por la insurrección, por la anarquía!.

04.25.19
Gioacchino Somma

[Traducción: anarquia.info].

(it-en) Italia: Condanne per il processo “Scripta manent”

https://anarhija.info/library/i-u-italija-uvijek-visoko-uzdignute-glave-poziv-na-1.jpgCondanne per il processo “Scripta manent”

E’ stata emessa la sentenza di primo grado nel processo iniziato a giugno 2017 riguardante l’operazione “Scripta manent”, che il 6 settembre 2016 comportò l’arresto di cinque compagni anarchici e la notifica della custodia cautelare in carcere ad altri due compagni già prigionieri (Alfredo e Nicola). Le richieste di condanna proposte dal pubblico ministero R. Sparagna per 22 compagni anarchici imputati superavano i 200 anni.

Il 24 aprile, come riportato in Croce Nera Anarchica, sono state emesse le condanne:

Condannati i compagni anarchici Alfredo Cospito ad anni 20, Anna Beniamino ad anni 17, Nicola Gai ad anni 9, Alessandro Mercogliano e Marco Bisesti ad anni 5. Assolti gli altri imputati.

LA SALUTE E’ IN VOI! Continue reading

(es) Kalinov Most, n. 4 – Publicación Anarquista Internacional / Abril 2019

Índice:

*Editorial

*Sobre la necesidad de continuar la lucha dentro de la cárcel: Prisiones, opciones y trayectoria subversiva en la región chilena.

*Estrategias y particularidades del control al interior de las cárceles en el Estado Español.

*Autoatentados, montajes y sospechas: Cuando la teoria del Estado entra en nuestras cabezas.

*La peste de la cripto-democracia (o cómo lo autoritario se nos colo a base de falsas oposiciones y errados conceptos.

(Aportes externos)

*Breve reporte informativo del Estado del tiempo.

*Pólvora y tinta. Reflexiones sueltas…Sin separar teoría-acción, contra toda especialización.

e-mail: kalinovmost[at]riseup.net
www.kalinovmost.wordpress.com

(it-en-fr) Italia: “Lo spirito continua” – Incendiato un ripetitore nei pressi di Rovereto

Tratto da roundrobin.info:

“Lo spirito continua” – Incendiato un ripetitore nei pressi di Rovereto

Apprendiamo dai media locali che nella notte fra il 15 e il 16 aprile a Terragnolo, vicino a Rovereto, ignoti hanno incendiato un ripetitore della RAI e della telefonia mobile. Lasciate le scritte: “Solidarietà con anarchici in galera”, “Contro videoconferenza e blocco posta”, “Lo spirito continua”.

Qui il link ad uno degli articoli dei media di regime.

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From 325.nostate.net:

Trentino, Italy: TV & Mobile Phone Tower Torched in Solidarity with Anarchist Prisoners

Local newspapers have reported that a TV and mobile phone tower was set on fire in Terragnolo, in the Potrich (Trentino) area on April 16th at around 10PM. Painted slogans reading “Solidarity With Anarchist Prisoners”, “Stop Video Conferencing” (which replaces prisoner transfers to court hearings), “Stop Blocking Mail” and “The Spirit Continues” were found at the site.

Of the four incendiary bottles used to start the fire, only one managed to ignite the cables, the other three that were located inside the electrical transformers failed to ignite due to ‘lack of oxygen’ according to the carabiniers [paramilitary police] in charge of the investigation. A person who lived nearby spotted the flames from the street and notified the fire brigade, however they arrived to late to prevent many of the cables from burning. This location is also part of a region that has been selected to experience the 5G network in the near future.

Technicians were able to restore TV service during the night, however mobile phone reception is still not properly restored.

Freedom For All,
Fire To The Prisons

Source and some good photos:

https://sansattendre.noblogs.org/post/2019/04/19/terragnolo-trentin-italie-incendie-dune-antenne-relais-en-solidarite-avec-les-anarchistes-incarceres-16-avril-2019/

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Depuis sansattendre.noblogs.org:

Terragnolo (Trentin), Italie : Incendie d’une antenne relais en solidarité avec les anarchistes incarcérés – 16 avril 2019

On apprend par les journaux locaux qu’un relais de téléphonie et de télévision a été incendié à Terragnolo, dans la zone de Potrich (Trentin) le 16 avril vers 22h. Les tags « Solidaires avec les anarchistes en prison, contre la visioconférence (qui remplace les transferts aux audiences) et le blocage du courrier » et « l’esprit continue » ont été retrouvés sur place.

Sur les quatre bouteilles incendiaires utilisées, une seule aurait pris contre les câbles, les trois autres situées à l’intérieur des transformateurs électriques ayant fait long feu, « faute d’oxygène » selon les carabiniers chargés de l’enquête. C’est un voisin apercevant les flammes depuis la route qui a prévenu les pompiers, arrivés trop tard pour empêcher de nombreux câbles de se consumer. Cet emplacement fait par ailleurs partie de ceux retenus pour expérimenter la 5G dans le coin.

Les techniciens ont réussi à remettre la télévision au cours de la nuit, mais la téléphonie mobile restait, elle, très perturbée.

Liberté pour toutes et tous,
feu aux prisons !

(it-en) Incontro Internazionale di Liberazione Animale – Roma, 26-28 Luglio 2019

Incontro Internazionale di Liberazione Animale 2019
Roma, 26-28 luglio 2019

Un momento in cui incontrarci, condividere analisi e conoscenze, discutere di pratiche e strategie per la lotta contro l’oppressione degli animali e la distruzione dei loro habitat. Una lotta che per noi è parte di una tensione più ampia contro ogni forma di sfruttamento, oppressione e autorità, per la liberazione totale.

Questo incontro ha l’intento di connettere individui e piccoli gruppi di affinità che lottano per la liberazione animale in una direzione che è differente da quella intrapresa dalla maggior parte dei gruppi animalisti odierni. I gruppi di attivisti animalisti che non hanno sviluppato un’analisi politica più ampia, a volte per semplice qualunquismo a volte per scelte ben ragionate, stanno attraendo sempre più persone che sostengono o semplicemente accettano politiche razziste, sessiste, nazionaliste e patriarcali. Dall’altro lato, in parte del movimento di liberazione si è diffuso l’approccio riformista che fa affidamento sui mass media, su pratiche capitaliste di marketing e sul dialogo con lo Stato. Parleremo della situazione nei nostri paesi e di come ricostruire un movimento radicale.

Ci piacerebbe che l’incontro si focalizzasse in particolare sulle proposte pratiche e strategiche di azione oltre che sulle discussioni filosofiche e teoriche. Vorremmo che fosse un luogo dove condividere le nostre esperienze, dove trovare ispirazione e dove valutare quello che sta funzionando o meno nei nostri territori rispetto ai nostri sforzi di riaccendere una lotta di liberazione animale che sia anarchica e intersezionale. Questo incontro si pone in continuità con l’Incontro Europeo per la Liberazione Animale che si è svolto a Bilbao dall’1 al 3 giugno 2018 e quelli degli anni precedenti a Bristol e Marsiglia [1].

La lotta anarchica per liberazione da ogni forma di autorità e potere è il quadro entro cui intendiamo la lotta per la liberazione animale. Molte persone possono non definirsi anarchiche ma opporsi comunque alla gerarchia e all’addomesticamento, e vorremmo che queste persone prendessero parte all’incontro.

Vogliamo costruire una rete in cui lavorare collettivamente per costruire legami di solidarietà e resistere alla repressione dello Stato. La lotta di liberazione animale è per noi strettamente connessa ad altre lotte di liberazione (contro il patriarcato, l’omo/transfobia, il razzismo, il colonialismo, la distruzione ecologica ecc.) e ha bisogno di ascoltare ed entrare in connessione con le persone più colpite da queste oppressioni e con le loro lotte, per costruire un movimento inclusivo che non riproduca le gerarchie dominanti. Altri aspetti importanti di cui vogliamo parlare sono il supporto all’azione diretta e il supporto ai/le prigionierx.

Vogliamo che questo incontro sia completamente auto-organizzato. Proporremo un paio di discussioni ma vogliamo lasciare lo spazio a chiunque di proporre un dibattito. Incoraggiamo in particolare compagnx e attivistx a partecipare e condividere le esperienze di lotte di liberazione animale nei propri territori o le proprie conoscenze pratiche. Se vuoi proporre una presentazione contattaci con una breve descrizione alla email

e-mail: animalgathering2019[at]riseup.net
sito internet: https://animalgathering2019.noblogs.org/
Note: [1] Bilbao 2018: https://animalliberationgathering.wordpress.com/
Bristol 2017: https://bristolliberationgathering.wordpress.com/
Marseille: ratattack[at]riseup.net
[Tratto da quaglia.noblogs.org].
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International Animal Liberation Gathering 2019 – Rome (Italy)
Rome, 26th-28th July 2019
An occasion to meet each other, to share analyses and skills and to discuss experiences and strategies in the fight against the oppression of animals and the destruction of their habitats. A fight that for us is part of the wider fight against every form of exploitation, oppression and authority, for total liberation.
This gathering wishes to connect individuals and small groups of like minded people working for animal liberation in a way that is radically different from that undertaken by the majority of animal right groups nowadays. Animal activist groups that lack wider politics, be it for political apathy or for well thought out choices, are becoming increasingly appealing to people with fascist, nationalist, sexist and racist views.
On the other side, in the last years a reformist approach that relies on mass media, on market capitalism and dialogue with the State spread in part of the animal rights movement. We will be talking about the situation in our countries and about how to rebuild a radical movement.
We would like the gathering to have a special focus on strategy and practical proposals in addition to the philosophical and theoretical discussions. We want it to be a place where to share our experiences, to find inspiration and see what is working or not in our territories concerning our efforts to incite once again an animal liberation struggle that is anarchist and intersectional. This gathering is in continuity with the European Animal Liberation Gathering which took place in Bilbao from 1 to 3 June 2018 and the previous ones in Bristol and Marseille [1].
The anarchist struggle for liberation from any form of authority and power is the frame into which we conceive the struggle for animal liberation. Many people would not define themselves as anarchist but are still opposed to hierarchy and domestication, we would love for these people to be part of the gathering.
We want to build a network where we can work collectively to build solidarity bonds and resist repression. The animal liberation struggle is for us strongly interconnected to other struggles for liberation (against patriarchy, homo/transphobia, racism, colonization, environmental destruction and so on) and needs to listen and connect with the people most affected by these oppressions and their struggle to build a inclusive movement that doesn’t reproduce the dominant hierarchies. Other important aspects that we want to talk about are the support for direct action and prisoners support.
We want this gathering to be completely self-organized. We will propose a couple of discussions but we want to leave the space for everybody to propose a debate. We especially encourage comrades and activists to participate and share their experiences of animal liberation struggles in their territory or their practical skills. If you want to propose a presentation please contact us with a short description of it.
e-mail: animalgathering2019[at]riseup.net
website: https://animalgathering2019.noblogs.org/
Notes:
[1] Bilbao 2018: https://animalliberationgathering.wordpress.com/
Bristol 2017: https://bristolliberationgathering.wordpress.com/
Marseille: ratattack[at]riseup.net
[From 325.nostate.net].

(it) Italia: Presidi alle carceri di Ferrara, Tolmezzo e L’Aquila (28/04/2019)

Domenica 28 aprile 2019
Presidi alle carceri di Ferrara, Tolmezzo e L’Aquila
In solidarietà agli anarchici e alle anarchiche prigionieri/e

Carcere di Tolmezzo (via Paluzza 77): Ore 14.00.
Carcere di Ferrara (via Arginone 327): Ore 13.00.
Carcere de L’Aquila (via Amiternina 3, località Costarelle di Preturo): Ore 13.00.

[Tratto da paginecontrolatortura.noblogs.org: qui e qui].

(en-it) Athens, Greece, 22.03.19: Grenade Attack Against the Russian Consulate by FAI / FRI Revenge Cell “Mikhail Zhlobitsky”

From 325.nostate.net and mpalothia.net:

Athens, Greece: Grenade Attack Against the Russian Consulate by FAI / FRI Revenge Cell “Mikhail Zhlobitsky”.

We assume responsibility for the grenade assault on the Russian Consulate on Tzavella Street in Chalandri [suburb in Northern Athens] on March 22.

Each state seeks continuity, which is of particular importance both for its existence and for the preservation and expansion of its vital space. We define the vital space of a state structure as a concept that raises every economic and spatial interest. Applying this policy to us is what we commonly call imperialism. This policy is not a strategic choice of a state, but it is indistinguishable from its very existence. Automatically, each state applies or follows the imperialist policy of an alliance in that country. This position comes to overthrow the rhetoric of the holy fellowship of the smaller ones in dynamic states towards the more powerful ones, which the left has been trying to make for years and parts of the anarchist space embraces. Over the years, many alliances have been built up and, as a result, many skirmishes, depending on the interests at stake. Under the veil of these inter-axiomatic contrasts in combination with the economic and political conjuncture, discrepancies in the dynamics of each state are created or adjusted. Relationships between states have always been a dynamic condition that is modified on the subject rather than a static situation.

On the basis of the above parameters, since the middle of the last century, there are two states that have predominantly dominated the world chessboard, the US state and the state of Russia (up to 1991 as the USSR). A common mistake we find in leftist approaches is that these two states are two poles of continual conflict, deliberately disregarding the synthetic (geo) political strategies they have drawn over the years from the division of political influence zones into the Yalta conference in February 1945, as well as political support for military interventions inside Syria. A piece of the same narrative carries a highly unilateral critique of so-called “American imperialism,” while turning a blind eye to Russia’s expansive politics by burying many of the war crimes it has committed. We do not make any distinction between these two states, as we consider our policies equally hostile.

Recalling the ghosts of the past

Bourgeois democracy in Russia was established in 1991 after the fall of the communist regime. For so many years, we have perceived a pervasive nostalgia for the political management of the Soviet Union, which seems totally stupid to us because, with the justification of any political changes to the regimes, some seem to consciously ignore the same power of authority that governs the existence of the state itself. These nostalgists also ignore and often defend the USSR’s expansive aspirations by flushing this strategic choice of a state-friendly country, since they consider it a “red” war to enforce the socialist regime. They have attempted to break the criminal policy of the 1979 military intervention in Afghanistan, the long-suffering repression of the 1956 rebellion of Hungary, the violent interference and enforcement of Czechoslovakia (1968), and especially the invasion of Poland 1939, where millions of people were massacred in collaboration with Nazi Germany. Somewhere here we want to point out that when we talk about military tactics and military interventions, we mean the constant strategy of terrorizing and murdering the civilized people for the more effective enforcement of the occupying army. It is obvious to us that an army invading another country, apart from the direct frontal confrontation with the rival troops, has the political choice to diffuse the feeling of fear and insecurity in the civilian population. This is achieved through multiple bombings in various parts of the public domain (often in schools and hospitals), while at the same time destroying production structures with the ultimate goal of physically depriving citizens. It seems ridiculous and hypocritical to read tearful analyzes of the bombing of the US state, while ignoring Russian crimes.

Another tangible example of the practices of this troubled state was the management of relations with Ukraine’s anarchist black army of Nestor Machno. The then Communist leadership took advantage of the dynamics and the fighting skills of this army by doing joint ventures against the White Army Nationalists. Then, when it felt that it had nothing more to gain from this partnership, it realized that the ideological and political interests of the two sides were in conflict, since the anarchists of Ukraine did not support the communist model, and the Bolsheviks decided to exterminate them politically, of course. The Communists did not want to allow the existence of an anarchist structure in such a near-spatial field, as they had to deal with their own internal political opponents. The regime itself had mobilized, for the domestic repression of political opponents of every political origin, the Cheka (an identical organization of the Greek Communist Party’s GUN), which initially assassinated nationalists and defenders of the Tsarist regime and later anarchists, Trotskyists, and even Stalinists who chose to disagree with any decisions of the central political line in the name of sociopolitical uniformity and totalitarianism.

Power is “regenerated”, rot is perpetuated

Russia, after the restoration of the free market system in the country and the fall of communist totalitarianism, has evolved into a new type of autocracy with a democratic mantle. To rebuild its economic and political prestige, as expected, it has continued and continues to date geopolitical demands and defending its interests in transnational skirmishes. At the top of the political leadership, the same president, who is faithful to the tradition of Russia, has been steadfastly committed to creating for himself a profile as a leader who is something of a glorious tsar and a robust general secretary. At the top of the economic elite, there is a powerful class of wealthy oligarchs, which is a new version of the aristocracy. Orthodoxy, conservatism and old traditions have remained unchanged in time, despite the change of regimes and are the pillars of the new seemingly reborn Russia. These pillars have been well established since socialist times and have been preserved in a suffocating environment of very intense governmental autarchism. The above concepts compose the puzzles of an incomparable social ethics, resulting in the disciplining, apathy and inactivation of the most deprived social groups to date. While nationalism and chauvinism dominate the social sphere of Russia; at the same time, every sign of opposition to the dominant norms, every radical expression, every kind of activism, any aggressive mood for power is mercilessly hit by a powerful state mechanism that retains the reflexes of socialist repression. In particular, in February 2018, several anarchists were arrested, tortured and jailed for hanging banners saying “The FSB is the main terrorist” and for participation in Narodnaya Samooborona. A few months earlier, FSB arrested and tortured 8 anarchists to confess that they were part of the Network. The craze of state repression to eliminate anarchist action did not stop there. Last February, 10 comrades were put in state hostage, during which they were beaten and electric shocked to confess their guilt and “give up” their companions. Azat Miftahov, who is accused of building explosives and joining Narodnaya Samooborona, remained in the hands of the state in opposition to his comrades, who were eventually tortured and released.

On Oct. 31, 17-year-old anarchist Mikhail Zhlobitsky invaded the offices of the FSB (Federal Security Office and successor to the KGB) in Arkhangelsk, triggering an explosive device, causing serious damage to the building, injuring three officials and losing his own life. When the news came to our ears, there was a feeling of deep sorrow in the death of our brother who we may never have known, but we feel we’ve known for years because our choices are common to the same hateful enemies. Our feelings about Mikhail made these words, words that are not just hollow and wooden, words that are soaked and charged with rage, words that when spilled on the paper flew sparks and triggered our desire to pull the fork from the grenade and send it to the Russian Consulate’s office, giving shape to our most rabid need for revenge. The nightmare that the comrade gave birth to FSB federal cops, will be revived every time we or some other comrade decides to attack. Mikhail, like any comrade who gave his life for Anarchy, will again take flesh and bones through retaliatory actions and sow terror into the pathetic journalists and the worried cops and judges. As a minimum sign of respect for our deceased partner, we chose to give his name to the attack we made.

Strength and solidarity to the anarchists Yuliy Boyarshinov, Vasiliy Kuksov, Dmitriy Pchelintsev, Arman Sagynbaev, Andrey Chernov, Ilya Shakurskiy, Igor Shishkin, Viktor Filinkov, those arrested on February 1, 2019 and Azat Miftahov.

Do you hear the noise coming from far away? They are desperate screams from torture rooms. The harsh blows of the bullets in body. The creepy sound made by the body when the current passes through it during the electric shock. They are nearby, asking for their lost comrades and wondering if they are still alive or if they are in a secret detention center. It is mourning, angry, but also numb for the little one who took revenge by giving his own life. They are our comrades and they suffer. Listen carefully…

FAI / FRI Revenge Cell ‘Mikhail Zhlobitsky’

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Tratto da roundrobin.info:

Atene, Grecia, 22.03.2019: Attacco contro il consolato russo

Nei vostri incubi, i nostri morti vengono per primi

Ci assumiamo la responsabilità dell’attacco con una granata al consolato russo in Via Tzavella a Halandri (nord di Atene) il 22 marzo.

Ogni stato cerca la continuità, che è di particolare importanza sia per la sua esistenza che per la conservazione e l’espansione del suo spazio vitale. Definiamo lo spazio vitale di una struttura statale come un concetto che riunisce ogni interesse economico e spaziale. L’attuazione di questa politica è per noi ciò che comunemente chiamiamo imperialismo. Questa politica non è una scelta strategica di uno stato, ma è inseparabile dalla sua stessa esistenza. Ogni stato attua o segue automaticamente la politica imperialista di un paese alleato in quel paese. Questa posizione viene a mettere da parte la retorica di santificare gli stati più piccoli contro gli stati più forti, che la sinistra cerca di vendere da anni ed è abbracciata da frammenti del movimento anarchico. Nel corso degli anni sono state costruite molte alleanze e, di conseguenza, sono state combattute molte battaglie, a seconda degli interessi in gioco. Sotto il velo di questi contrasti interautoritari, combinati con il contesto economico-politico, si creano o si aggiustano divergenze nelle dinamiche di ogni stato. Le relazioni tra gli stati membri sono sempre state una condizione dinamica che si è modificata su queste basi e non una situazione statica.

Sulla base dei parametri sopra riportati, dalla metà del secolo scorso, ci sono due stati che hanno dominato in maniera predominante la scacchiera mondiale, lo stato degli Stati Uniti e lo stato della Russia (fino al 1991 come URSS). Un errore comune che troviamo negli approcci di sinistra è che questi due stati sono i due poli di un conflitto continuo, ignorando deliberatamente le strategie (geo)politiche sintetiche che sono state portate avanti negli anni, dalla divisione delle zone di influenza politica nella conferenza di Yalta nel febbraio del 1945, fino al supporto politico agli interventi militari in Siria. Parte della stessa narrazione porta avanti una critica fortemente unilaterale al cosiddetto “imperialismo americano”, chiudendo un occhio sulla politica espansionista della Russia e seppellendo molti dei crimini di guerra che ha commesso. Non facciamo alcuna distinzione tra questi due stati, in quanto consideriamo le loro politiche altrettanto ostili.

Ricordare i fantasmi del passato

La democrazia borghese in Russia è stata fondata nel 1991 dopo la caduta del regime comunista. Per molti anni, abbiamo visto una nostalgia pervasiva per la gestione politica dell’Unione Sovietica, che riteniamo totalmente stupida perché, con la giustificazione di qualsiasi cambiamento politico dei regimi, alcuni sembrano ignorare consapevolmente la stessa continuità autoritaria che governa l’esistenza di ciascuno stato.
Questi nostalgici, inoltre, ignorano e molte volte difendono le ambizioni espansioniste dell’URSS riproponendo la scelta strategica di uno stato amico, poiché le considerano una guerra “rossa” per l’imposizione del regime socialista.

Hanno tentato di salvare la politica criminale dell’intervento militare in Afghanistan nel 1979, la repressione omicida della rivolta in Ungheria (1956), la violenta interferenza e implicazione negli affari interni della Cecoslovacchia (1968) e, soprattutto, l’invasione della Polonia nel 1939, dove milioni di persone sono state massacrate in collaborazione con la Germania nazista. Da qualche parte qui vogliamo sottolineare che quando parliamo di tattiche di guerra e di interventi militari, intendiamo la costante strategia di terrorizzare ed uccidere la popolazione civile per un più efficace rafforzamento dell’esercito di occupazione. Va da sé che un esercito che invade un altro paese, oltre a confrontarsi direttamente con le truppe avversarie, fa la scelta politica di diffondere paura e insicurezza tra la popolazione civile.

Ciò si ottiene attraverso numerosi bombardamenti in vari luoghi pubblici (molte volte scuole e ospedali), mentre si distruggono le strutture produttive con l’obiettivo ultimo di un impoverimento fisico dei cittadini. A noi sembra ridicolo e ipocrita leggere comunicati strappalacrime a seguito dei bombardamenti degli Stati Uniti, mentre si ignorano i corrispondenti crimini della Russia.

Un altro esempio eclatante delle pratiche di questo stato disgustoso è stata la gestione dei rapporti con l’armata nera anarchica ucraina di Nestor Mahno. L’allora leadership comunista ha approfittato delle capacità dinamiche e militari di questo esercito organizzando operazioni congiunte contro i nazionalisti dell’”Esercito bianco”. In seguito, quando valutò che non poteva ottenere nulla di più da questa alleanza, si rese conto che gli interessi ideologici e politici delle due parti erano in conflitto, siccome gli anarchici dell’Ucraina non supportavano il modello comunista, e i Bolscevichi decisero di distruggerli politicamente e fisicamente. I comunisti non volevano permettere l’esistenza di una struttura anarchica in un’area così vicina dal punto di vista spaziale, siccome dovevano gestire i loro oppositori politici interni.

Il regime stesso aveva mobilitato, per la repressione interna dell’opposizione politica di qualsiasi tipo, la CECA (un’organizzazione identica al GUN del Partito Comunista Greco), che ha assassinato inizialmente nazionalisti e difensori del regime zarista e, successivamente, anarchici, trozkisti ma anche stalinisti che non condividevano tutte le decisioni della linea politica centrale, in nome dell’uniformità socio-politica e del totalitarismo.

Il potere viene “rigenerato”, il marcio perpetuato

La Russia, dopo il ripristino del sistema del libero mercato nel paese e la caduta del totalitarismo comunista, si è trasformata in un nuovo tipo di autocrazia con un mantello democratico. Per ricostruire il suo prestigio economico e politico, come previsto, ha continuato e continua ancora oggi ad avanzare rivendicazioni geopolitiche e a difendere i suoi interessi nelle scaramucce transnazionali. In cima alla leadership politica rimane saldamente lo stesso presidente, che, fedele alla tradizione della Russia, si è preso cura di crearsi un profilo da leader che ha allo stesso tempo qualcosa di un glorioso zar e di un robusto segretario generale. Al vertice dell’élite economica c’è una potente classe di ricchi oligarchi, che è una nuova versione dell’aristocrazia.

Ortodossia, conservatorismo e vecchie tradizioni sono rimaste intatte nel tempo, nonostante il cambiamento di regimi, e sono i pilastri della Nuova Russia, apparentemente rinata. Questi pilastri sono stati gettati fin dai tempi del socialismo e sono stati preservati in un ambiente soffocante di autarchia statale molto intensa. Questi concetti costituiscono il puzzle di un’etica sociale fittizia, che porta alla repressione, l’apatia e la passivizzazione della maggior parte dei gruppi sociali più disagiati fino ad oggi. Mentre il nazionalismo e lo sciovinismo dominano la sfera sociale della Russia, allo stesso tempo ogni segno di opposizione alle norme dominanti, ogni espressione radicale, ogni tipo di attivismo, ogni atteggiamento aggressivo verso l’autorità viene colpito senza pietà da un potente apparato statale, che conserva i riflessi della repressione socialista.

Più precisamente, nel febbraio 2018 diversi anarchici sono stati arrestati, torturati e messi in prigione per aver appeso striscioni che dicevano “L’FSB è il principale terrorista” e per aver fatto parte dell’organizzazione Narodnaya Samooborona. Pochi mesi prima L’FSB arrestò e torturò 8 anarchici per far loro ammettere che facevano parte dell’organizzazione “Network”. La furia della repressione statale per eliminare l’azione anarchica non si è fermata lì. Lo scorso febbraio, 10 compagni sono stati presi in ostaggio, durante quel tempo hanno ricevuto pestaggi e scosse elettriche per confessare le loro colpe, e per infamare i loro compagni. Azat Miftahov, accusato di costruire esplosivi e di partecipare a Narodnaya Samooborona, è rimasto nelle mani dello stato, a differenza dei suoi compagni, che furono torturati e alla fine rilasciati.

Il 31 ottobre, il 17enne anarchico Mikhail Zhlobitsky entra negli uffici dell’FSB (Agenzia federale di sicurezza e successore del KGB) di Archangelsk, innescando un ordigno esplosivo, causando gravi danni all’edificio, ferendo tre funzionari e perdendo la vita lui stesso. Quando la notizia è arrivata alle nostre orecchie, è nato in noi un sentimento di profondo dolore per la morte di nostro fratello che potremmo non aver mai conosciuto, ma che sentiamo di conoscere da anni, perché facciamo le stesse scelte contro gli stessi odiati nemici. I nostri sentimenti per Mikhail hanno modellato queste parole, parole che non sono solo vuote e di legno, parole che sono impregnate e cariche di rabbia, parole che quando versate sulla carta hanno gettato scintille e acceso il nostro desiderio di estrarre la sicura della granata e lanciarla agli uffici del consolato russo, dando forma al nostro più furioso bisogno di vendetta.

L’incubo che il compagno, con la sua azione, ha fatto nascere nei poliziotti federali dell’FSB tornerà a prendere vita ogni volta che noi o un altro compagno decidiamo di attaccare armati. Mikhail, come ogni compagno che ha dato la sua vita per l’Anarchia, tornerà in carne e ossa attraverso azioni di guerriglia e seminerà terrore tra i patetici giornalisti di news 8 e tra i preoccupati sbirri e giudici. Come minimo segno di rispetto per il nostro compagno morto, abbiamo scelto di dare il suo nome all’attacco che abbiamo effettuato.

Forza e solidarietà agli anarchici Yuliy Boyarshinov, Vasiliy Kuksov, Dmitriy Pchelintsev, Arman Sagynbaev, Andrey Chernov, Ilya Shakurskiy, Igor Shishkin, Viktor Filinkov, ai detenuti del 1 ° febbraio 2019 e Azat Miftahov.

Senti il rumore che arriva da lontano? Sono le urla disperate dalle stanze delle torture. I duri colpi delle pallottole nei corpi. Il suono inquietante che fa il corpo quando la corrente lo attraversa durante l’elettroshock. Sono vicini, chiedendo dove sono i loro compagni scomparsi e domandando se sono ancora vivi o se sono in qualche cella segreta. È lutto, arrabbiato ma anche intorpidito per il ragazzo che si è vendicato dando la propria vita. Sono i nostri compagni e stanno soffrendo. Ascolta attentamente…

Cellula di vendetta FAI / FRI
Nucleo” Mikhail Zhlobitsky”

(it-fr) Firenze, Italia: Processo per l’operazione “Panico” – Resoconto dell’udienza del 18 aprile 2019 ed ennesima nuova calendarizzazione

https://anarhija.info/library/g-p-grecia-per-i-13-anni-di-carcere-a-irianna-14-0-1.jpgResoconto dell’udienza del 18 aprile 2019 ed ennesima nuova calendarizzazione

Oggi è iniziata con l’inghippo iniziale: le trascrizioni peritali delle intercettazioni ambientali, manco complete (cioè mancavano alcune di quelle richieste dai PM perché hanno sbagliato a far le fotocopie delle richieste) erano state depositate settimana scorsa, in particolare quella che per l’accusa è considerata più “incriminante” per Paska. Invece che “gli ho messo un bombone in bocca a casapound” però, il perito ha sentito e trascritto “è venuto a mettere un bombone ecc.” L’accusa si dev’essere risentita, perchè ha insistito affinché il perito riascoltasse l’audio e si avvalesse dell’aiuto di uno studio di registrazione per “pulire” il suono. Dopo queste pressioni, il perito ha infine ritrascritto quest’intercettazione con l’interpretazione dell’accusa, solo che poi l’ha depositata solo ieri alle 17:00, e quindi non era stato possibile per la difesa ritirarne copia prima di stamattina.
La difesa ha dunque chiesto il rinvio per l’impossibilità di condurre il controesame sul perito. Il giudice lì per lì ha detto qualcosa tipo “non c’è tempo”, senza rispondere formalmente alla richiesta e ha fatto iniziare l’udienza.
Ha deposto Monti, il perito in questione; su richiesta del giudice si è ascoltato il famoso audio. Non si sentiva granché, voci sovrapposte indistinguibili, sia nell’audio originale, quasi peggio in quello “pulito”. E’ stato ascoltato diverse volte. Al che Monti ha descritto i passaggi detti prima, e quando ha detto la sua conclusione, cioò che riteneva di doversi correggere perché effettivamente aveva detto “ho messo un bombone”, dal pubblico si è levato un sarcastico applauso e delle voci meno sarcastiche, al che il giudice ha fatto sgomberare l’aula dai compagni presenti tra il pubblico, che sono stati poi fermati dalla digos nella zona fumatori, mentre la celere è stata fatta entrare in tribunale ed aspettava poco lontano.
In assenza del suo avvocato, Paska ha deciso di autodifendersi, e in questa circostanza ha preso la parola per dichiarare che riconosce la voce intercettata come sua, ma che le parole che gli vengono attribuite non sono mai state pronunciate.
Sono stati poi nominati dei nuovi periti per le intercettazioni, che però hanno espresso delle perplessità sul riuscire a finire il lavoro in periodo di festività sotto pasqua.
L’udienza è proseguita parlando della macchina della madre di Paska, che la digos, nella sua testimonianza, sostiene di aver notato parcheggiata sotto il Panico il 2 e 3 gennaio, mentre il suo telefono risultava altrove. La difesa ha chiesto che si rinviasse l’argomento a una data in cui fossero presenti i legali di Paska, il giudice ha negato e ha fatto proseguire. Anche qui quindi Paska si è dovuto difendere da solo, e ha dichiarato che lui dal 31 in poi era a festeggiare altrove, assieme al suo telefono, e che la macchina l’aveva con sé e quindi la digos si dev’essere sbagliata.
Ha testimoniato pure un altro digos su un controllo di Ghespe effettuato in strada il 30/12, questo al fine di controbattere l’elemento difensivo della cartella clinica di Ghespe e la radiografia del suo piede fratturato a fine dicembre ’17. Il digos ha ovviamente detto che durante il fermo ghespe stava in piedi, senza gesso e non ha notato alcuna anomalia nella sua andatura. Continue reading