Category Archives: Répression

(it-en-fr) Francia: Aggiornamenti su Natascia, prigioniera per l’operazione repressiva “Prometeo”

https://anarhija.info/library/i-a-italia-aggiornamento-su-prigionieri-anarchici-1.jpgFrancia: Aggiornamenti su Natascia, prigioniera per l’operazione repressiva “Prometeo”

Nota: Martedì 21 maggio 2019 sono stati arrestati Natascia, Beppe e Robert nel contesto di una operazione repressiva chiamata “Prometeo” ed eseguita dai carabinieri del ROS. Sono state eseguite anche alcune perquisizioni. L’accusa principale è di “attentato con finalità di terrorismo o di eversione”, poiché ritenuti responsabili dell’invio di tre pacchi-bomba arrivati nel giugno 2017 ai p. m. Rinaudo (pubblico ministero in molti processi contro il movimento antagonista e gli anarchici) e Sparagna (pubblico ministero nel processo per l’operazione “Scripta Manent”) e a Santi Consolo, all’epoca direttore del DAP (“Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”) di Roma. Non sono stati accusati di alcun reato “associativo” (come gli art. 270 o 270bis, c. p.).

Natascia sta bene.
La posta è bloccata dalla censura, ma in Francia è una cosa normale quando l’inchiesta è in corso.
Al 31 di maggio ha ricevuto solo le lettere di una compagna francese, probabilmente perché più semplice per la censura proprio perché scritte in francese. Però parla di lettere che ha mandato ma che non sono mai state ricevute, per cui probabilmente quella ricevuta oggi è passata tra le maglie.
Ha ricevuto carta, buste e francobolli per l’Italia.
Ha ricevuto i soldi della cassa.
Dentro dice che è un mortorio, non succede nulla, la gente va di psicofarmaci a manetta per cui assomiglia di più ad un ospedale. Il cibo fa schifo forte.
Ma la sua compagna di cella è simpatica, si è trovata bene e l’ha aiutata molto all’inizio.
Sa che verrà trasferita a breve.Inoltre, da una lettera inviata a suo padre, apprendiamo che il 10 giugno il tribunale francese deciderà in merito all’estradizione di Natascia. Entro il 20 di questo mese sarà quindi trasferita in Italia, ma non si sa dove.
Nat libera! Tutti e tutte libere! Continue reading

(it-en-fr) Italia: Dichiarazione di inizio dello sciopero della fame di Giovanni

Italia: Dichiarazione di inizio dello sciopero della fame di Giovanni

Dalla mattina del 30 maggio 2019 ho iniziato lo sciopero della fame in solidarietà con la compagne recluse nella sezione AS2 del carcere dell’Aquila, Silvia e Anna, che da mesi stanno vivendo una condizione carceraria particolarmente restrittiva, ovvero una sorta di 41bis ammorbidito.

— Per il trasferimento delle compagne e la chiusura della sezione A.S. 2 dell’Aquila!
— Contro il 41 bis!

Per un mondo senza galere!
Per la libertà!

Giovanni Ghezzi
dal carcere di Firenze-Sollicciano.

[Tratto ad anarhija.info].

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Italy: Declaration of the beginning of the hunger strike of Giovanni

From the morning of May 30, 2019 I started the hunger strike in solidarity with the recluse comrades in the AS2 section of the prison of L’Aquila, Silvia and Anna, who for months have been experiencing a particularly restrictive prison condition, that is a kind of softened 41bis.

— For the transfer of the comrades and the closing of the AS2 section of the L’Aquila!
— Against the 41 bis!

For a world without prisons!
For freedom!

Giovanni Ghezzi
from Firenze-Sollicciano prison.

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Déclaration de Giovanni sur le début de sa grève de la faim

Le matin du 30 mai j’ai commencé une grève de la faim en solidarité avec Silvia et Anna, compagnonnes enfermées dans la section AS2 de la prison de L’Aquila, qui vivent depuis des mois des conditions de détentions très strictes, une sorte de 41bis soft.

— Pour le transfert des compagnonnes et la fermeture de la section AS2 de L’Aquila !
— Contre le 41bis !

Pour un monde sans taules !
Pour la liberté !

Giovanni Ghezzi
depuis la prison de Florence-Sollicciano.

[Depuis attaque.noblogs.org].

(it-en-fr) Italia: Comunicato e sciopero della fame di Leonardo in solidarietà ad Anna e Silvia

Italia: Comunicato e sciopero della fame di Leonardo in solidarietà ad Anna e Silvia

Dal carcere di Lucca.
A fianco di Anna e Silvia, che dalla sezione AS2 del carcere dell’Aquila intraprendono uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni carcerarie. La mia solidarietà, al di là di un caloroso abbraccio che passa oltre ben due finestre barrate, la esprimo con tre giorni di sciopero della fame a partire dal 2 giugno.
Quando il corpo pulsa, quando si mette in gioco la propria libertà, quando la galera la si affronta a testa alta, quando gli occhi si iniettano di sangue, quando si sente dentro e fuori, un’immensa appassionata voglia di libertà…
Quando ancora il cuore non si è spento.
Per l’anarchia.

Leonardo L.
Carcere di Lucca
Maggio 2019

[Tratto da roundrobin.info].

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Italy: Communiqué and Leonardo’s hunger strike in solidarity with Anna and Silvia

From the prison of Lucca.
Alongside Anna and Silvia, that from the AS2 section of the L’Aquila prison begin a hunger strike to protest against prison conditions.
Beyond a warm embrace that passes over two barred windows, I express my solidarity with three days of hunger strike starting from June 2nd.
When the body pulsates, when its freedom is put into play, when the
prison is faced with head held high, when the eyes are injected with blood, when one feels inside and out, an immense passionate desire for freedom…
When the heart hasn’t yet turned off.
For anarchy.

Leonardo L.
Prison of Lucca
May 2019

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Italie : Leo aussi en grève de la faim

Depuis la prison de Lucca.
A côté d’Anna et de Silvia qui, depuis la section AS2 de la prison de L’Aquila, mènent une grève de la faim pour protester contre leurs conditions d’enfermement. Ma solidarité, en plus d’une accolade chaleureuse qui passe au delà des barreaux de deux fenêtres, je vais l’exprimer avec trois jours de grève de la faim, à partir du 2 juin.
Quand le corps palpite, quand on se joue sa propre liberté, quand on fait face à la taule la tête haute, quand les yeux sont injectés de sang, quand on ressent, à l’intérieur et à l’extérieur, une immense, passionnée envie de liberté…
Quand le cœur, encore, ne s’est pas arrêté.
Pour l’anarchie.

Leonardo L.
Prison de Lucca
Mai 2019

[Depuis attaque.noblogs.org].

(it-fr) All’ombra del Barocco

All’ombra del Barocco

Cosa hanno in comune il ticket per visitare a pagamento le chiese di Lecce e lo sgombero di una Biblioteca Anarchica da uno stabile occupato da tre anni? Nulla, apparentemente.

Invece no. Questi due atti, che sembrano scollegati tra loro, ci parlano di un cambiamento della città e del modo di viverla, un cambiamento che coinvolge tutti. Due operazioni che mirano ad attuare sempre più quel processo, conosciuto col nome di gentrificazione, teso a trasformare i centri storici in una vetrina a solo uso e consumo di ricchi fruitori; una vetrina che può essere semplicemente guardata, visitata e fruita nelle ore diurne, e consumata in quelle notturne, tramite gli innumerevoli locali in cui si sviluppa la movida. Una città che non può più, quindi, essere vissuta.

La vita reale svanisce assieme ai vecchi modi dello stare assieme tramite cui si sviluppava la socialità tra gli individui – magari col giocare e mangiare assieme all’aperto di un piazzetta –, per mezzo di un movimento centrifugo che la spinge fuori dai centri storici, un movimento attuato col lievitare degli affitti e del costo della vita da un lato, e le norme “per il decoro” dall’altro; quelle norme che stabiliscono che non è più possibile mangiare o bere per strada, ma solo nei costosissimi locali. Un decoro ben strano, teso a guardare solo gli avventori poveri delle strade del centro, e non dentro il mondo della ricchezza, laddove i camerieri vengono sfruttati a 20 euro per una serata di lavoro.

Il paradosso che non vedono coloro che chiacchierano del turismo come forma di ricaduta economica sul territorio è questo: a fronte di uno sfruttamento enorme e di paghe da fame, ad arricchirsi sempre più sono i soliti padroni e speculatori. Non a caso, lo sgombero della Biblioteca Anarchica è arrivato perché una nota speculatrice ammanicata con la politica, Beatrice Baldisser, ha acquistato uno stabile enorme per farne un resort di lusso, come altri ne possiede, in cui per dormire occorrono centinaia di euro. Non proprio una somma a portata di tutti… E per far questo buttano per strada anche un nordafricano residente lì da un quarto di secolo.

È il totalitarismo dell’Economia e del Denaro che stende il suo manto funereo sulla vita di tutti i poveri, gli indigenti e gli sfruttati, in stretto accordo con la Politica. Un “Decreto Sicurezza” dopo l’altro, varati dalla sinistra come dalla destra, rappresentano proprio il braccio armato dell’Economia teso a vigilare su quel “decoro” ci cui si è parlato. Una vigilanza sempre più ossessiva e restrittiva costruita con norme, polizia, telecamere, ZTL, eserciti nelle strade delle città, militarizzazione massiccia delle nostre vite e pensieri e maggiori poteri e armi a ricchi e loro difensori, come testimoniano la legge sulla cosiddetta “Legittima difesa” o il taser in dotazione alla polizia.

Tacere o limitarsi a mugugnare su tutto ciò significa arrendersi. Opporsi è l’unica strada percorribile per chi abbia a cuore la libertà.

Opporsi ed aprire spazi di libertà.

Biblioteca anarchica Disordine

[Volantino distribuito a Lecce].

[Testo arrivato via e-mail].

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A l’ombre du baroque

Qu’y a-t-il de commun entre les billets pour visiter les églises de Lecce et l’expulsion d’une bibliothèque anarchiste d’un bâtiment occupé pendant trois ans ? Rien, apparemment.

Mais non, en revanche. Ces deux actes, qui semblent déconnectés l’un de l’autre, nous parlent d’un changement de la ville et de la manière de la vivre, un changement qui concerne tout le monde. Deux opérations qui visent à mettre en œuvre de plus en plus ce processus, connu sous le nom de gentrification, visant à transformer les centres historiques en une vitrine pour le seul usage et la consommation des usagés fortunés, une vitrine qui peut être simplement regardée, visitée et appréciée pendant la journée, et consommée pendant la nuit, à travers les innombrables lieux où la vie nocturne se développe. Une ville qui ne peut plus être vécue.

La vie réelle disparaît avec les anciennes façons d’être ensemble à travers lesquelles la socialité entre les individus s’est développée – peut-être en jouant et en mangeant ensemble à l’extérieur sur une petite place -, au moyen d’un mouvement centrifuge qui la pousse hors des centres historiques, un mouvement mis en œuvre avec la hausse des loyers et du coût de la vie, d’un côté et les règles « de bienséance », de l’autre, celles qui établissent qu’il n’est plus possible de servir de la nourriture et des boissons dans la rue, mais uniquement dans les lieux très coûteux. Une bienséance très étrange, destinée à ne concerner que les pauvres clients des rues du centre, et non le monde de la richesse, où les serveurs sont exploités à 20 euros pour une soirée de travail.

Le paradoxe que ceux qui parlent du tourisme comme d’une forme de retombées économiques sur le territoire ne voient pas est le suivant : face à l’énorme exploitation et aux salaires de misère, les propriétaires et spéculateurs habituels s’enrichissent de plus en plus. Ce n’est pas un hasard si l’expulsion de la Bibliothèque anarchiste est arrivée parce qu’un spéculateur bien connu, Béatrice Baldisser, enchaîné à la politique, a acheté un énorme bâtiment pour en faire une résidence de luxe, comme d’autres, où il faut des centaines d’euros pour dormir. Ce n’est pas exactement une somme à la portée de tous… Et pour y parvenir, une personne nord-africaine qui y vivait depuis un quart de siècle se fait jeter à la rue.

C’est le totalitarisme de l’économie et de l’argent qui étend son manteau funéraire sur la vie de tous les pauvres, des indigents et des exploités, en accord étroit avec la politique. Les « Décrets de sécurité » successifs, lancés aussi bien par la gauche que par la droite, représentent précisément le bras armé de l’économie visant à surveiller ce « décorum » dont il a été question. Une vigilance de plus en plus obsessionnelle et restrictive construite avec des règles, des policiers, des caméras, des ZTL [Zone à Trafic Limité], des armées dans les rues des villes, une militarisation massive de nos vies et de nos pensées, des pouvoirs et des armes plus importants pour les riches et leurs défenseurs, comme en témoigne la loi sur la  » La Légitime Défense » ou le Taser fourni à la police.

Se taire ou se limiter à marmonner sur tout cela, c’est se rendre. S’y opposer est la seule voie à suivre pour ceux qui se soucient de la liberté.

S’opposer et ouvrir des espaces de liberté.

Bibiliothèque anarchiste Disordine

[Tract distribué à Lecce, Italia].

[Depuis cracherdanslasoupe.noblogs.org].

(it-en-fr) Bruxelles, Belgio: Assolti 12 anarchici

Bruxelles, Belgio: Assolti 12 anarchici

Martedì 28 maggio [2019] è stato emesso il verdetto per il processo contro 12 anarchici a Bruxelles.
Ricordiamo che erano accusati di “associazione a delinquere” e di una serie di altri “reati” avvenuti nel contesto di lotte condotte su basi anarchiche.
Durante il processo, nell’ultimo mese, il p.m. aveva chiesto che gli accusati vengano condannati al lavoro o a varie pene detentive. La difesa invece ha chiesto l’assoluzione a causa dell’inammissibilità del giudizio.
Il tribunale ha infine dichiarato l’inammissibilità del giudizio, perciò sono stati assolti! Solo una persona, che non era inclusa nella csd. associazione a delinquere, è stata dichiarata colpevole di aggressione ad uno sbirro, ma nessuna sentenza è stata emessa per questo.
Nel frattempo il p.m. ha 40 giorni per presentare ricorso contro questa decisione. Perciò, ne riparleremo.
Comunque, non dimentichiamo i compagni accusati di aver combattuto contro la costruzione della maxi-prigione a Haren, i quali sono pure stati sotto inchiesta “anti-terrorismo”, e per i quali la camera di consiglio deciderà martedì 4 giugno 2019 su eventuali accuse da mantenere. Come anche non dimentichiamo le persone che alzano le proprie teste contro la vita che ci viene imposta in varie parti del mondo.
Per un mondo senza sfruttamento e senza frontiere.
Contro ogni autorità
E’ sempre momento di lottare.

[Tratto da anarhija.info].

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Brussels, Belgium: Report of the trial against 12 anarchists

Tuesday May 28 [2019] the verdict was delivered in the trial against 12 anarchists in Brussels.
As a reminder, they were prosecuted for “criminal association” and a series of other “offences” that occurred in the framework of struggles carried out on an anarchist basis.
During the trial last month the prosecutor had asked for the accused to be sentenced to work or to various prison sentences. The defence for their part argued for an acquittal due to inadmissibility of prosecution.
The court finally ruled inadmissibility of the proceedings, so they were acquitted! Only one person who wasn’t included in the so-called criminal association was found guilty of injuring a cop, but without any sentence being pronounced for this.
Meanwhile the prosecutor has 40 days to appeal this ruling. So, to be continued..
Still, we do not forget the comrades prosecuted for having fought against the construction of the maxi-prison at Haren. Who were also under “anti-terrorist” investigation and for whom the council chamber will decide on any possible charges to be maintained on Tuesday June 4 2019. Also we do not forget the people raising their heads against the lives imposed on us around the world.
For a world without exploitation or borders.
Against all authority.
It is always the time to fight.

[Text taken from actforfree.nostate.net].

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Belgique : rendu du procès contre 12 anarchistes

Ce mardi 28 mai a été rendu le verdict dans le cadre du procès contre 12 anarchistes à Bruxelles.
Pour rappel, illes étaient poursuivi-es pour « association de malfaiteurs » et une série d’autres “délits” ayant eu lieu dans le cadre de luttes menées sur des bases anarchistes. Lors du procès le mois dernier, le procureur avait réclamé pour les différent-es inculpé-es des peines de travail ou différentes peines de prison. La défense avait quant à elle plaidé l’irrecevabilité des poursuites et l’acquittement.
Le tribunal a finalement retenu l’irrecevabilité des poursuites, ce qui signifie qu’illes sont donc acquitté-es! Seule une personne qui n’était pas inclue dans la supposée association de mafaiteurs a été reconnue coupable de coups et blessures envers un flic, mais sans qu’il n’y ait de peine prononcée pour ces faits.
Le procureur a cependant 40 jours pour faire appel de ce jugement. Affaire à suivre donc.
Malgré tout, on n’oublie pas les compagnons et compagnon.ne.s qui sont poursuivies pour avoir lutté contre la construction de la maxi-prison à Haren. Qui ont eux aussi été sous le coup d’une enquête “anti-terroriste” et pour lesquels la chambre du conseil décidera des éventuelles inculpations à retenir ce mardi 4 juin 2019.On n’oublie pas non plus les personnes qui à travers le monde relèvent la tête face à ces vies qu’on nous impose.
Pour un monde sans exploitation ni frontières.
Contre toute autorité,
Il est toujours temps de se battre.

[Depuis nantes.indymedia.org].

(it-en-fr) Italia: Anche Ghespe è in sciopero della fame

Italia: Anche Ghespe è in sciopero della fame

Apprendiamo che il compagno anarchico Salvatore Vespertino (detto Ghespe) è dal 30 maggio in sciopero della fame, in solidarietà con le compagne Anna Beniamino e Silvia Ruggeri, rinchiuse nel carcere de L’Aquila (Anna e Silvia hanno dichiarato lo sciopero della fame il 29 maggio, contro le condizioni e le restrizioni cui sono costrette nella sezione AS2 del carcere dove si trovano).

Ghespe è stato arrestato il 3 agosto 2017 nel contesto di una operazione repressiva che ha visto otto compagni arrestati e lo sgombero dell’occupazione anarchica La Riottosa, a Firenze. Assieme ad altri due anarchici prigionieri (Giovanni e Paska) è accusato di aver compiuto l’attacco esplosivo contro la libreria fascista “Il Bargello” del 1° gennaio 2017, in cui rimase gravemente ferito un artificiere della polizia. Sono tutti imputati nel processo per l’operazione “Panico”, in cui rientrano anche i fatti di cui sono accusati (per i reati di “tentato omicidio”, trasporto di materiale esplosivo, “associazione a delinquere”, e altri), la cui sentenza è prevista a luglio 2019.

Solidarietà rivoluzionaria con Anna, Silvia e Ghespe!

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Italy: Even Ghespe is on hunger strike

We learn that the anarchist comrade Salvatore Vespertino (known as Ghespe) has been on hunger strike since May 30, in solidarity with comrades Anna Beniamino and Silvia Ruggeri, locked up in the prison of L’Aquila (Anna and Silvia declared the hunger strike on the 29th May, against the conditions and restrictions to which they are forced in the AS2 section of the prison where they are located).

Ghespe was arrested on 3 August 2017 in the context of a repressive operation that saw eight comrades arrested and the eviction of La Riottosa anarchist occupation in Florence. Together with two other anarchist prisoners (Giovanni and Paska) he is accused of having carried out the explosive attack against the fascist bookstore “Il Bargello” on 1 January 2017, in which a police blaster was seriously injured. They are all charged in the trial for the “Panico” repressive operation, which also includes the facts of which they are accused (for the crimes of “attempted murder”, transport of explosive material, “criminal association”, and others), whose ruling is expected in July 2019.

Revolutionary solidarity with Anna, Silvia and Ghespe!

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Florence (Italie) : Ghespe aussi est en grève de la faim

Le compagnon anarchiste Salvatore Vespertino (appelé Ghespe) est en grève de la faim depuis le 30 mai, en solidarité avec les compagnonnes Anna Beniamino et Silvia Ruggeri, enfermée dans la prison de L’Aquila (le 29 mai, Anna et Silvia on annoncé le début de leur grève de la faim, contre les restrictions et les conditions qui leur sont imposées dans la sections AS2 de la prison où elles se trouvent).

Ghespe a été arrêté le 3 août 2017, lors de l’opération répressive qui a mené à l’interpellation de huit compagnons et l’expulsion du squat anarchiste La Riottosa, à Florence. Il est accusé, avec deux autres anarchistes, eux aussi prisonniers (Giovanni et Paska), de l’attaque explosive contre la librairie fasciste Il Bargello à Florence, le 1er janvier 2017, lors de laquelle un démineur de la police a été gravement blessé. Ils sont tous inculpés dans le procès pour l’affaire Panico, qui comprend aussi les délits qui leur sont imputés (tentative d’homicide, transport d’explosif, association de malfaiteurs, etc.), dont la sentence est prévue pour juillet 2019.

Solidarité révolutionnaire avec Anna, Silvia et Ghespe !

Note d’Attaque – pour écrire à Ghespe, Paska et Giovanni :

Salvatore Vespertino
Giovanni Ghezzi
Casa Circondariale Sollicciano
Via Girolamo Minervini, 2/R
50142 Firenze (Italie)

Pierloreto Fallanca
Casa Circondariale Mammagialla
Strada Santissimo Salvatore, 14/B
01100 Viterbo (Italie)

[Depuis attaque.noblogs.org].

(fr) Italie : Des nouvelles de l’opération répressive Prometeo et les adresses des compas

https://anarhija.info/library/i-a-italia-aggiornamento-su-prigionieri-anarchici-1.jpgItalie : Des nouvelles de l’opération répressive Prometeo et les adresses des compas

Natascia, Beppe et Robert ont été arrêté.e.s mardi 21 mai, lors d’une opération répressive menée par le ROS des Carabinieri et nommée « Prometeo ». Il y a eu aussi d’autres perquisitions. Le chef d’inculpation principal est « attentat avec finalité de terrorisme et de subversion », puisque ils/elle sont accusé.e.s d’avoir envoyé, en juin 2017, trois colis piégés aux Procureurs Antonio Rinaudo (proc’ dans des nombreux procès contre le mouvement subversif et contre des anarchistes) et Roberto Sparagna (proc’ dans le procès Scripta Manent), ainsi qu’à Santi Consolo, qui était à cette époque le directeur du DAP [l’Administration Pénitentiaire italienne; NdAtt.]. Continue reading

(it-fr) Italia: Operazione Prometeo – Comunicato da Modena

https://anarhija.info/library/i-a-italia-aggiornamento-su-prigionieri-anarchici-1.jpgOperazione Prometeo – Comunicato da Modena

La mattina del 21/5/2019 è partita l’operazione Prometeo dei ROS che ha permesso al pubblico ministero Piero Basilone e al pool antiterrorismo Alberto Nobili di arrestare 2 compagni ed 1 compagna anarchici. Robert è stato arrestato a Modena, Beppe a Ferrara, Natascia a Bordeaux. Le accuse per tutti e 3 sono “attentato con finalità di terrorismo” ed i fatti contestati sono l’invio di 3 pacchi esplosivi a Roberto Maria Sparagna e Antonio Rinaudo, pubblici ministeri torinesi impegnati da anni nella repressione degli anarchici, e Santi Consolo, ex direttore del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, responsabile di rendere le carceri italiane dei veri e propri luoghi di tortura. Continue reading

(it-fr) Parigi (Francia): Due compagni arrestati. Stefano e Marco liberi!

Parigi (Francia): Due compagni arrestati. Stefano e Marco liberi!

Quattro compagni sotto processo per il primo maggio a Parigi, tra cui due arrestati: Stefano e Marco liberi! Tuttx liberx!

Aggiornamenti al 10 Maggio: L’avvocato ha visto i compagni, stanno bene, in cella insieme. Avranno un’udienza di scarcerazione lunedi 13 o martedi 14 Maggio. Chiedono che sia diffuso i loro indirizzi.

Perché il cielo non ci manchi mai più

Il primo maggio 2019 a Parigi poco prima di mezzogiorno, quattro compagni (due di nazionalità italiana e due di nazionalità francese) sono stati arrestati in rue Bichat da degli agenti della Bac (ndt: Brigade anti-criminalité, agenti in borghese della polizia francese) come molte altre persone durante quella giornata. Sono state ritrovate in loro possesso delle “armi” (3 martelli e un bastone) così come del “materiale di protezione”. E’ stata loro contestata la partecipazione a un “groupement en vue de la préparation de violences” (ndt: qualcosa di simile all’italiana “radunata sediziosa”), il rifiuto si sottomettersi a operazioni di “rilievi segnaletici” (DNA), e per tre di loro il rifiuto di sottomettersi a operazioni di “prelievo esterno” (foto e impronte).

L’avvocato, che difende tutti e quattro compagni, richiede l’annullamento di tutto il procedimento mettendo in luce il fatto che gli sbirri non hanno rispettato la procedura, effettuando una perquisizione fuori dal perimetro della manifestazione senza la presenza di un ufficiale di polizia giudiziaria (OPJ) e senza flagranza di reato. Per giustificare quest’ultima cosa, il procuratore, citando uno dei verbali di arresto (il solo sul quale è indicato) menziona il fatto che una delle persone avrebbe accelerato il passo alla vista della BAC. L’avvocato lo interrompe; la corte di cassazione ha già deliberato su questo punto: accelerare il passo non costituisce in alcun caso flagranza di reato. A questo il procuratore risponde con un eloquente balbettio.

Per uscire da questa situazione spinosa (nessuna ragione valida per aver perquisito i compagni, dunque perquisizione illegittima, dunque annullamento di tutti i capi di imputazione) il giudice, tenace, sospende l’udienza, si ritira in consultazione una buona oretta e mezza, prima di ritornare con una formidabile trovata: la menzione di “martello nella cintura” su un verbale di perquisizione di uno dei compagni è ora diventata “un’arma apparente” e quindi una flagranza di reato. Annullamento respinto. Quello che mostra questo passaggio è che il giudice ha la completa possibilità di interpretare le carte a suo piacimento con lo scopo di rinchiudere quelli che non lo convincono. Il tribunale non giudica dei fatti, bensì giudica delle persone, dei profili, delle idee, delle intenzioni, dei ruoli sociali. E siccome il fine giustifica i mezzi, la menzogna può rivelarsi molto utile. Da parte sua, il procuratore è un tale rosicone che quasi accusa gli incriminati di aver mantenuto il silenzio.

Invece, il rifiuto di sottomettersi alle operazioni di rilievi segnaletici (DNA), così come, per uno di loro, il rifiuto di sottomettersi a operazioni di “prelievo esterno” (foto e impronte) cadono per i due compagni italiani a causa della mancata notifica in italiano del loro stato di fermo nei termini di legge previsti.

A questo punto, l’avvocato fa appello alla decisione del giudice di perseguire i capi di imputazione. Il processo è rimandato al 23 maggio 2019. Poiché non possono più pronunciarsi sulla questione, questi maniaci dell’ordine sparano la loro ultima cartuccia, per ripicca, e sicuramente anche per amarezza, e decidono di pronunciarsi sulle misure di sicurezza in attesa del processo. è chiaro: come con altri quel giorno, hanno fame di controllo, di sbarre, di reclusione, di privazione. In breve, di incarcerazione.

In questa operazione, e nel quadro di cooperazione delle polizie dello spazio Schengen, la polizia italiana è stata molto rapida a fornire tutte le informazioni possibili sui “cittadini italiani” sotto forma di note informative. Le note, non avendo nessuno statuto legale come potrebbe invece avere una fedina penale, tuttavia pesano enormemente sulla decisione del giudice.

Dopo che il giudice e il procuratore, che condividono la stessa veste, hanno usato tutti i loro artifici per impedire la loro liberazione, i due compagni italiani sono ormai in detenzione provvisoria (DP)  nel carcere di Fleury-Mérogis in attesa del processo, previsto per il 23 di maggio nel tribunale di Parigi. Gli altri due compagni sono usciti sotto controllo giudiziario (avendo potuto presentare delle “garanties de représentation” [ndt: documenti presentati al tribunale che dimostrano la buona integrazione nel tessuto sociale, il fatto di essere un buon cittadino, ad esempio contratto di lavoro, d’affitto, iscrizione all’università, ecc.], valide agli occhi del magistrato).

E’ stata immediatamente presentata  un’istanza di scarcerazione. Inoltre, hanno avuto entrambi un foglio di via (OQTF) dalla Francia della durata di due anni che potrebbe implicare di essere portati in un CRA (ndt: centre de retention administrative, i cpr francesi) dopo un’eventuale uscita di prigione. Questo OQTF (obligation de quitter le territoir francais), così come la decisione di non riconoscere l’annullamento di tutti i capi d’accusa è stato contestato in appello dall’avvocato durante il processo (depositando la domanda al cancelliere del tribunale durante la consultazione dei giudici). La richiesta di scarcerazione (DML) è cruciale per tutte le persone che avrebbero voluto produrre delle “garanties de représentation” con lo scopo di evitare la detenzione preventiva ma che non hanno potuto farlo per mancanza di conoscenza o di preparazione. Presentare delle garanzie è una scelta, e sebbene sia criticabile in quanto contribuisce a dividere gli imputati in base a criteri di integrazione in questa società che ci urla “cammina o crepa”, è importante poter avere l’opzione di farla. Una DML accettata permette di arrivare al proprio processo come persona libera, cosa che ha molta influenza sulla decisione dei giudici (se conoscete delle persone in questa situazione, fate loro sapere che possono parlarne al loro avvocato, anche se escono dalla detenzione preventiva il giorno del loro processo è un vantaggio enorme). Nell’aula, quando il giudice annuncia la decisione di incarcerare i compagni, una compagna ha sputato in direzione del procuratore, una parte del pubblico ha urlato la propria rabbia ed è uscita in solidarietà. E’ partito un procedimento per oltraggio alla corte.

Se noi condividiamo qui alcuni dettagli precisi del processo è perché riteniamo che possano essere importanti per tutti i futuri procedimenti e che potrebbero permettere ad altri di difendersi (se possibile collettivamente), di richiedere l’annullamento dei capi d’accusa o di far valere dei vizi di procedura. Questo episodio non è che uno tra tanti, ma è mettendo in comune  le nostre esperienze e i nostri strumenti di difesa che potremo tenere testa alla giustizia e che potremo dire loro, dritto in faccia, che non sono che dei buffoni di un sistema che mantiene vivo il cadavere di questa società marcescente.

Per inviare lettere, testi o disegni ai due compagni arrestati, M. e S., potete inviare una mail a souslescrachatsleproc at riseup.net.

Per scrivere loro direttamente:

Marco Cavinato
N° d’écrou 451050 – Bâtiment D5
Maison d’Arrêt de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers
91705 Fleury-Mérogis
France

Stefano Marri
N° d’écrou 451049 – Bâtiment D5
Maison d’Arrêt de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers
91705 Fleury-Mérogis
France

Contro tutti gli stati, al di là delle loro frontiere, solidarietà!
Nessuna gabbia potrà mai rinchiudere i nostri sogni di libertà.

[Tratto da roundrobin.info].

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Pour que le ciel ne nous manque plus jamais – Défense au procès de 4 compagnons

Le 1er mai 2019 à Paris, quatre compagnons (deux de nationalité italienne et deux de nationalité française) sont arrêtés rue Bichat par des bacqueux un peu avant 12h tout comme nombre d’autres personnes ce jour-là. Sont retrouvés en leur possession des “armes” (3 marteaux et un bâton) ainsi que du “matériel de protection”. Leur est reprochée la participation à un groupement en vue de la préparation de violences, le refus de se soumettre aux opérations de relevés signalétiques (ADN) ainsi que pour trois d’entre eux le refus de se soumettre aux opérations de prélèvement externe (photos et empreintes).

L’avocate, qui défend les 4 compagnons d’une seule voix, plaide la nullité de l’intégralité du dossier en mettant en avant le non-respect de la procédure par les keufs en réalisant une fouille hors du périmètre de la manifestation sans la présence d’un Officier de Police Judiciaire (OPJ) et/ou sans flagrance (être en flagrant délit). Pour justifier cette dernière, le procureur, citant un PV d’interpellation (le seul sur lequel c’est indiqué), mentionne que l’une des personnes aurait accéléré le pas à la vue de la BAC. L’avocate le coupe, la cour de cassation à déjà statué sur ce point, accélérer le pas ne constitue en aucun cas une flagrance. A cela, le proc répond par un savant bégaiement.

Pour se tirer de ce mauvais pas (pas de raisons valable d’avoir fouillé les compagnons, donc fouille illégitime, donc nullités de toutes les charges) le juge, tenace, suspend l’audience, se retire en concertation une bonne heure et demi avant de revenir avec une formidable trouvaille: la mention “marteau dans la ceinture” sur le PV de fouille d’un des compagnons est maintenant devenue une “arme apparente” et donc un flagrant délit. Nullités complètes rejetées. Ce que ce passage montre, c’est que le juge a totalement la possibilité d’interpréter les pièces du dossier à sa guise afin de coincer ceux qui ne lui reviennent pas. Le tribunal ne juge pas des faits, il juge des gens, des profils, des idées, des intentions, des rôles sociaux. Et comme la fin justifie les moyens, le mensonge peut s’avérer très utile. Côté proc, ça pue le seum quand il accuse presque les inculpés d’avoir gardé le silence.

Par contre, le refus de se soumettre aux opérations de relevés signalétiques ainsi que pour l’un d’entre eux le refus de se soumettre aux opérations de prélèvement externe tombent pour les deux compagnons italiens du fait de la non remise de leur notification de garde à vue en italien dans le délai imparti par leur loi.

L’avocate fait à ce moment appel de la décision du juge de poursuivre les charges. Le procès est reporté au 23 mai 2019. Alors qu’ils ne peuvent plus statuer sur l’affaire, ces maniaques de l’ordre tirent leur dernière cartouche, par dépit, et surement aussi par amertume, et décident de statuer sur les mesures de sécurité en attendant le procès. Tout le monde comprend: comme avec d’autres ce jour là, ils ont faim de contrôle, de tôle, d’enfermement, de privations, bref d’incarcération.

Dans cette opération, et dans le cadre de la coopération des polices de l’espace Schengen, la police italienne fut très rapide à fournir toutes les informations possibles sur les “ressortissants Italiens” sous forme de notes de renseignements. Les notes, n’ayant aucun statut légal comme pourrait l’avoir un casier judiciaire, pèsent néanmoins énormément dans la décision du juge.

Après que le juge et le proc’, qui partagent la même robe, aient usé de tous leurs artifices pour empêcher leur remise en liberté, les deux compas italiens sont désormais en détention provisoire (DP) à la maison d’arrêt de Fleury-Mérogis en attente de procès le 23 mai, au tribunal de grande instance de Paris. Les deux autres compagnons sortent sous contrôle judiciaire (ayant pu présenter des garanties de représentation valides au yeux des magistrats).

Une demande de mise en liberté (DML) a été immédiatement déposée. En outre, ils sont également sous le coup d’une obligation de quitter le territoire pendant deux ans ce qui peut impliquer un placement en CRA après une éventuelle sortie de prison. Cette OQTF, ainsi que la décision de ne pas reconnaître la nullité de toutes les charges est contestée en appel pendant le procès par l’avocate (en déposant la demande au greffier du TGI durant la concertation des magistrats).

La demande de mise en liberté est cruciale pour toutes les personnes qui auraient voulu produire des garanties de représentation afin d’éviter la détention préventive mais qui n’ont pu le faire par manque de connaissance ou de préparation. Elle permet entre autre de présenter de nouvelles garanties de représentation. Présenter des garanties est un choix, certes criticable en tant qu’il contribue à diviser les prévenus selon des critères d’intégration à cette société qui nous crie “marche ou crève”, mais il est important d’avoir l’option de le faire. La DML acceptée permet d’arriver à son procès en tant que personne libre, ce qui a beaucoup d’influence sur la décision des juges. (Si vous connaissez des gens dans cette situation, faites leur savoir qu’ils peuvent en parler à leur avocat, même s’ils sortent de DP le jour de leur procès, c’est un avantage énorme).

Dans la salle, alors que le juge annonce la décision d’incarcérer les compagnons, une compa crache en direction du procureur, une partie du public crie sa rage et sort en solidarité. Une procédure d’outrage à magistrat est relevée.

Si nous partageons ici certains détails précis du procès c’est parce que nous estimons qu’ils ont de l’importance pour toutes les futures procédures et pourront permettre à d’autres de se défendre (si possible collectivement), de requérir les nullités de charges ou de faire valoir des vices de procédures. Cette affaire n’est qu’une parmi tant d’autres, mais c’est en mettant en commun nos expériences et nos outils de défense que nous pourrons tenir tête à la justice et leur dire, droit dans les yeux, qu’ils ne sont que les bouffons d’un système qui maintient vivant le cadavre de cette société pourrissante.

Pour envoyer des lettres, textes ou dessins aux deux compagnons en détention:

Marco Cavinato
N° d’écrou 451050 – Bâtiment D5
Maison d’Arrêt de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers
91705 Fleury-Mérogis

Stefano Marri
N° d’écrou 451049 – Bâtiment D5
Maison d’Arrêt de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers
91705 Fleury-Mérogis

Contre tous les états, par delà leurs frontières, solidarité!
Aucune cage ne pourra jamais enfermer nos rêves de liberté.

[Depuis souslescrachatsleproc.noblogs.org].

(it-es-fr) Madrid (Spagna): Operazione antiterrorismo contro l’anarchismo (13/05/2019)

Madrid (Spagna): Operazione antiterrorismo contro l’anarchismo (13/05/2019)

Nella mattina del 13 maggio una nuova operazione antiterrorismo contro l’anarchismo ha colpito a Tetouan (Madrid).

Lo spazio anarchico L’Imboscata e un altro spazio occupato sono stati perquisiti dai membri della Brigada de Información e dalla squadra antisommossa. L’operazione si è conclusa con due arresti.

Nelle nostre menti le operazioni Pandora, Piñata, Ice e l’operazione che mantiene ancora Lisa dietro le sbarre. E più recentemente le operazioni europee di polizia in risposta alla rivolta di Amburgo contro il G20, o le detenzioni dello scorso 29 ottobre 2018 a Madrid…

In breve: colpi dello Stato alla lotta. Di fronte a ciò, l’affetto, la solidarietà, le reti di affinità e la volontà di non arrendersi mai sono le armi contro la paura e la repressione.

Restate connessi per ulteriori informazioni e chiamate.

Né innocenti né colpevoli!
Solidarietà e lotta!

[Tratto da anarhija.info].

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Operación antiterrorista contra el anarquismo en Madrid

La mañana del 13 de mayo un nuevo operativo antiterrorista contra el anarquismo golpeaba en Tetuán (Madrid).

El Espacio Anarquista La Emboscada y otra vivienda okupada eran registradas por miembros de la brigada de información y un operativo de antidisturbios. La operación se ha saldado con dos personas detenidas.

En nuestra mente las operaciones Pandora, Piñata, Ice y la operación que aún mantiene a Lisa entre rejas. Más recientemente las operaciones policiales europeas en respuesta a la revuelta en Hamburgo contra el G20, o las detenciones del pasado 29 de octubre de 2018 en Madrid…

En resumen: los golpes del Estado a la lucha. Frente a esto el cariño, la solidaridad, las redes de afinidad y las ganas de no rendirse jamás son armas contra el miedo y la represión.

Permanecer atentas a más información y convocatorias.

¡Ni inocentes ni culpables!
¡Solidaridad y lucha!

[Tomado de contramadriz.espivblogs.net].

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Madrid, Espagne : Nouvelle opération antiterroriste contre les anarchistes – 13 mai 2019

Dans la matinée du 13 mai, une nouvelle opération antiterroriste a frappé l’anarchisme à Tetuán (Madrid).

L’Espace Anarchiste ‘La Emboscada’ et une autre maison squattée ont été perquisitionnés par des agents de la ‘brigada de información’ et des flics anti-émeute. L’opération s’est soldée par l’arrestation de deux personnes.

Nous avons en tête les opérations Pandora, Piñata, Ice et celle qui maintient toujours Lisa derrière les barreaux. Et plus récemment, les opérations de police coordonnées à l’échelle européenne en réponse à la révolte à Hambourg contre le G20, les arrestations du 29 octobre dernier à Madrid…

En bref : les coups de l’État contre la lutte. Face à cela, l’affection, la solidarité, les réseaux d’affinité et le désir de ne jamais abandonner sont des armes contre la peur et la répression.

Restez attentifs et attentives pour plus d’informations.

Ni innocent.e.s ni coupables !

[Depuis sansattendre.noblogs.org].

(it-en-fr) Italia: Operazione “Scintilla” – Beppe e Antonio sono stati scarcerati

https://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/tettoasilo.jpgItalia: Operazione “Scintilla” – Beppe e Antonio sono stati scarcerati

In attesa di altre notizie, apprendiamo da un messaggio che il giorno 6/5/2019 Beppe e Anto sono stati liberati dal carcere di Ferrara con le firme.

Liberi tutti! Libere tutte! Continue reading

(it-fr) Saluti ardenti da qualche parte

Saluti ardenti da qualche parte

Pubblichiamo una lettera del compagno latitante accusato dell’incendio dell’antenna-radio della polizia a Zurigo, avvenuto l’11 luglio 2016. La lettera è apparsa sul giornale anarchico Feuer der Knästen (Fuoco alle carceri). Il compagno era entrato in clandestinità qualche ora dopo quel sabotaggio incendiario, mentre gli sbirri bussavano già alle porte dei compagni in Svizzera. Al riguardo è stata realizzata una «raccolta di testi a proposito di sabotaggio, repressione e segnali di fumo dalla clandestinità» — Silenzio radio. Attualmente un altro compagno, anch’egli accusato di quell’attacco, si trova in carcere in detenzione preventiva dalla fine di gennaio 2019.

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Maggio 2019

A voi che siete fuori, a te che sei dentro,

La lingua è sempre poco chiara e, in questo caso, non esiste un vocabolario adatto per riuscire ad esprimere quanto mi mancate tutti. Voi che siete fuori, e tu che sei dentro. Quanto le vostre parole di solidarietà e le vostre azioni determinate mi danno coraggio. Fuori come dentro. Quanto il mio acceso odio contro gli schifosi guardiani della legge in uniforme, in borghese o in divisa, sia simile al vostro. Ancora una volta, hanno sequestrato un compagno vicino, questa volta da Zurigo, con la faccia tosta e la protervia di sottrargli la libertà grazie ai loro freddi articoli del codice penale che proteggono il loro potere. Ma tu non sei solo, proprio come me che sono sulla strada poco praticabile della clandestinità. Perché siamo legati dalla forza delle nostre idee e dei nostri desideri.

«Compagni per il suo viaggio cerca il creatore e non cadaveri, e neppure greggi e fedeli. Compagni nella creazione cerca il creatore, che scrivano nuovi valori su tavole nuove»
Così parlò Zarathustra, F. Nietzsche

Voi che siete fuori, tu che sei dentro ed io che sono in mezzo a nessun luogo. Ciascuno di noi è esposto a condizioni diverse, ma la volontà di preservare la nostra dignità ci lega insieme e, a dispetto di tutte le privazioni, continuiamo a tenere gli occhi fissi sull’orizzonte. Non per piombare in una veglia trasognata, né per guardare con aria malinconica attraverso la finestra come autentici «eroi» di un film kitsch di gangster, ma per affinare concretamente le nostre prospettive antiautoritarie e sovversive. Affinché, attraverso il nostro reciproco operare, possiamo avvicinarci al giorno in cui tutti potremo essere liberi, su una terra e sotto un cielo liberi.

In solidarietà per sempre.

Il vostro compagno e co-creatore da qualche parte

[Tratto da finimondo.org].

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Lettre du compagnon en cavale depuis juillet 2016 [affaire de l’incendie d’antenne de police à Zurich]

Ci-dessous une lettre du compagnon depuis la clandestinité qui vient de paraître dans le journal anarchiste « Feuer der Knästen ». Il est inculpé de l’incendie de l’antenne de police municipale à Zurich le 11 juillet 2016. Il a rejoint la clandestinité quelques heures après ce sabotage incendiaire, alors que les flics frappaient déjà aux portes des compagnons en Suisse. On pourra relire la brochure « Silence radio – Recueil de textes à propos de sabotage, de répression et de signaux de fumée depuis la clandestinité, Zurich, 2016 ». Un autre compagnon, inculpé en partie pour cette même attaque, est incarcéré en détention préventive depuis fin janvier 2019.

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Salutations ardentes de quelque part

Mai 2019

A vous qui êtes dehors, à toi qui es à l’intérieur,

La langue est toujours floue et dans ce cas, il n’existe aucun vocabulaire adapté pour parvenir à exprimer à quel point vous me manquer tous. A vous qui êtes dehors, à toi qui es à l’intérieur. A quel point vos mots de solidarité et vos actes déterminés me donnent des ailes. Dehors comme dedans. A quel point ma haine enflammée à l’encontre des sales gardiens de la loi en uniforme, en robe ou en costume, est semblable à la vôtre. Une fois de plus, ils ont kidnappé un compagnon proche, qui cette fois-ci vient de Zurich, en ayant le culot et l’audace de lui retirer sa liberté grâce à leurs articles froids du code pénal qui maintiennent leur pouvoir. Mais tu n’es pas seul, tout comme moi qui suis sur le chemin peu praticable de la clandestinité. Car nous sommes reliés par la force de nos idées et de nos désirs.

« Des compagnons, voilà ce que cherche le créateur et non des cadavres, des troupeaux ou des croyants. Des créateurs comme lui, voilà ce que cherche le créateur, de ceux qui inscrivent des valeurs nouvelles sur des tables nouvelles ».
Ainsi parlait Zarathoustra, F. Nietzsche

A vous qui êtes dehors, à toi qui es dedans et moi qui suis au milieu de nulle part. En effet, nous sommes tous exposés à des conditions différentes mais la volonté de préserver notre dignité nous relie et en dépit de toutes les privations, nous continuons à garder nos yeux rivés sur l’horizon. Non pas pour sombrer dans une rêverie éveillée, ni pour regarder d’un air mélancolique par la fenêtre comme le véritable « héros » d’un film kitsch de gangster, mais pour peaufiner concrètement nos perspectives anti-autoritaires et subversives. Pour que, grâce à notre coopération, nous puissions nous rapprocher du jour où nous pourrons tous nous retrouver en liberté, sur une terre et sous un ciel libres.

En solidarité pour toujours.

Votre compagnon et co-créateur de quelque part.

[Depuis sansattendre.noblogs.org].

(it-fr-en) Russia: Aggiornamenti dal processo contro gli anarchici

Russia: Aggiornamenti dal processo contro gli anarchici

Il 19 aprile l’anarchico Evgenij Karakašev di Eupatoria [Crimea, ndt] è stato condannato dal tribunale distrettuale militare della Ciscaucasia, a Rostov sul Don, per istigazione al terrorismo attraverso il social network russo “Vkontakte”.

Il tribunale lo ha condannato a 6 anni di carcere. Gli è anche stato vietato di gestire siti internet per 2 anni. Evgenij Karakašev ha reagito tranquillamente al verdetto. La procura russa aveva chiesto 9 anni di carcere per Karakašev. Il suo avvocato presenterà ricorso contro la decisione del Tribunale militare.

Questa è sola l’ultimo di una serie di episodi nei quali FSB [Servizio Sicurezza Federale, ntd] ha fatto uso sistematico della tortura per costringere gli arrestati a firmare confessioni false in modo da fabbricare “cospirazioni terroriste” coinvolgendo gli attivisti.

Il 1° febbraio 2019 gli agenti del FSB, l’apparato russo per la sicurezza statale, discendente dal KGB, hanno arrestato una dozzina di persone in tutto il paese, nell’ultima ondata della loro campagna repressiva contro gli anarchici accusati. Dopo averli brutalmente torturati nel corso delle successive 24 ore, per costringerli ad accettare le dichiarazioni incriminanti, ne hanno rilasciati 11. Il dodicesimo arrestato, Azat Miftakhov, era temporaneamente scomparso all’interno del sistema legale, mentre il FSB aveva continuato a torturarlo e impedendo l’accesso del suo avvocato.

[NdT: per informazioni e/o sostegno scrivere a Croce Nera Anarchica Mosca, e-mail: abc-msk at riseup.net]

Pubblicato in avtonom.org.

[Tratto da anarhija.info].

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Russie : Des nouvelles des procès contre des anarchistes

Le 19 avril, l’anarchiste Yevgeny Karakashev, d’Yevpatoria [en Crimée; NdAtt.], a été reconnu coupable par le tribunal militaire du district du Caucase du Nord, à Rostov-sur-le-Don, dans une affaire pour “incitation à la perpétration d’activités terroristes” via le réseau social russe « Vkontakte ».

Le tribunal l’a condamné à 6 ans de colonie pénitentiaire. Il a aussi l’interdiction de gérer des sites web pendant 2 ans. Yevgeny Karakashev a réagi calmement à la lecture du verdict. Le bureau du Procureur russe avait initialement demandé pour Karakashev 9 ans de colonie pénitentiaire. Son avocat fera appel de la décision du Tribunal militaire.

Ceci n’est que le dernier d’une série de cas au cours desquels le FSB a systématiquement utilisé la torture pour forcer les personnes arrêtées à signer des faux aveux, afin de fabriquer des « complots terroristes » impliquant des activistes.

Le 1er février 2019, les policiers du FSB, l’appareil de sécurité de l’État russe héritier du KGB, ont arrêté une douzaine de personnes au cours de la dernière vague de leur campagne de répression contre les anarchistes, à travers tout le pays.
Après les avoir brutalement torturés pendant les 24 heures qui ont suivi, afin de les forcer
à accepter des déclarations qui les incriminent, 11 d’entre eux ont été libérés. Le douzième arrêté, Azat Miftakhov, a disparu pendant un moment dans les méandres du le système judiciaire, pendant que le FSB continuait à le torturer et refusait que son avocat lui rende visite. […]

[Depuis attaque.noblogs.org].

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Update on the Trials of Russian Anarchists

On April 19, the anarchist Yevgeny Karakashev from Evpatoria was convicted by the North Caucasian District Military Court in Rostov-on-Don in the case of Calls for Committing of Terrorist Activity in the Russian social network “Vkontakte”.

The court sentenced him to 6 years in a penal colony. He also has a 2-years ban for management of web-sites. Yevgeny Karakashev calmly reacted to the verdict. The Russian prosecutor’s office had originally requested for Karakashev 9 years in a penal colony. His lawyer will appeal against the decision of the Military Court.

This is just the latest in a series of events in which the FSB have systematically employed torture to force arrestees to sign false confessions in order to fabricate “terrorist conspiracies” involving activists.

On February 1, 2019, officers of the FSB, the Russian state security apparatus descended from the KGB, arrested a dozen people in the latest wave of their campaign of repression against accused anarchists throughout the country. After brutally torturing them over the following 24 hours in order to force them to agree to incriminating statements, they released 11 of them. The twelfth arrestee, Azat Miftakhov, temporarily disappeared within the legal system while the FSB continued torturing him and refusing his lawyer access to him. This is just the latest in a series of events in which the FSB have systematically employed torture to force arrestees to sign false confessions in order to fabricate “terrorist conspiracies” involving activists.

How to help: Comrades are collecting money for Yevgeny’s lawyer work on the appeal and to support Yevgeny in prison. Transfer money on Paypal – abc-msk@riseup.net – please mention “for Yevgeny Karakashev”

From https://avtonom.org.

[English text from www.amwenglish.com].

(it-fr-es) Miserabili!

Miserabili!

Era tutto pronto fin dal mattino: giornalisti e dirette tv sulla tv nazionale…

Non si è fatto mancare nulla il miserabile magistrato di Torino, Roberto Sparagna, per mettere pressione su una banda di altrettanti miserabili (o giuria popolare capitanata dal giudice Alessandra Salvadori).

Un povero demente in cerca di visibilità che dopo aver traslocato dalla procura antimafia a quella per terrorismo, è riuscito ad arrivare dove per decine di anni altri miserabili dei suoi colleghi hanno fallito: associazione sovversiva con finalità di terrorismo.

Già me lo vedo tra qualche giorno seduto sulle poltrone di casa Vespa a “Porta a Porta”, in compagnia di qualche criminologa fallita a raccontare cosa sia l’anarchismo e come si divide in gruppi, gruppetti, buoni e cattivi e le sue gesta eroiche contro la F.A.I.-F.R.I.

Vorrei ricordare al miserabile sostituto procuratore che nonostante le pene elevate che hai ottenuto contro i nostri compagni, fratelli e sorelle Alfredo, Nicola, Anna, Marco e Alessandro, hai vinto una piccola battaglia… la guerra contro lo Stato ed i miserabili come te sarà lunga.

Sono cosciente che queste poche righe andranno ad aggiungersi ad un’altra quantità di merda che vomiterai sui prossimi atti giudiziari in corte d’appello, ma non è mio problema…

Non pensare mai che mi togli il sonno con le tue minacce perché già c’hanno provato i tuoi colleghi inquisitori in passato, e se oggi tu parli di me vuol dire che resto sempre in piedi e non arretro di mezzo millimetro. Inoltre continuerò a fare quello che so fare di meglio: prendere il tuo bel piano di merda e ribaltartelo contro.

Alfredo, Nicola, Anna, Marco e Alessandro non li vedrete mai seppelliti nei vostri lager!
Loro sono con noi ogni giorno, ora, minuti e istanti, e non mancheremo mai di fargli sentire il nostro calore, la nostra solidarietà e la nostra complicità fino a quando non li avremo di nuovo tra noi.

Questo sarà per loro e per tantissimi altri compagni anarchici detenuti in ogni lager del mondo.
Questo sarà fino a quando delle vostre istituzioni e delle vostre carceri non rimarranno che le ceneri.

Per sempre nemico vostro!
Per l’insurrezione, per l’Anarchia.

25/04/19
Gioacchino Somma

[Tratto da anarhija.info].

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Minables!

Tout était prêt depuis le matin : journalistes et directe télé sur les chaînes nationales…

Le minable Proc’ de Turin, Roberto Sparagna, ne manquait de rien, afin de mettre la pression sur une bande de minables comme lui (le jury populaire, guidé par la juge Alessandra Salvadori).

Un pauvre dément à la recherche de notoriété qui, après son déménagement du parquet anti-mafia à celui antiterrorisme, a réussi à arriver là où, pendant des dizaines d’années, d’autres minables collègues à lui ne sont pas parvenus : association subversive avec finalité de terrorisme.

Je le vois déjà, dans quelques jours, chez Vespa sur « Porta a Porta » [émission télé d’« information », très connue, menée par le journaflic Bruno Vespa], avec une quelconque criminologue ratée, en train de raconter qu’est ce qu’est l’anarchisme, comme il se divise en groupes, bandes, gentils et méchants, ainsi que ses propres actes d’héroïsme contre la FAI/FRI.

Je voudrais rappeler au minable Procurateur adjoint que, malgré les dures peines que t’as obtenu contre nos compagnons, frères et sœurs Alfredo, Nicola, Anna, Marco et Alessandro, tu n’a gagné qu’une petite bataille… la guerre contre l’État et ses minables serviteurs, comme toi, sera longue.

Je sais que ces quelques lignes iront s’ajouter au tas de merde que tu vomira dans les prochains dossiers judiciaires en Appel, mais ce n’est pas mon problème…

Ne pense pas que tu me fais peur avec tes menaces, tes collègues inquisiteurs y ont déjà essayé par le passé et si aujourd’hui encore tu parle de moi, cela signifie que je suis encore débout et que je ne recule pas, ne serait que d’une demi-millimètre. En plus, je continuerai à faire ce que je sais faire de mieux : prendre ton joli tas de merde et te le renvoyer.

Alfredo, Nicola, Anna, Marco et Alessandro, toi et tes semblables vous ne les verrez pas enterrés dans vos bagnes !
Ils sont avec nous chaque jour, à chaque heure, à chaque minute, à chaque instant et nous ne manquerons pas de leur faire sentir notre chaleur, notre solidarité et notre complicité, jusqu’à quand on les reverra à nouveaux parmi nous.

Cela vaut pour eux et pour les très nombreux compagnons anarchistes prisonnier dans toutes les prisons du monde.
Cela vaut jusqu’à quand, de vos institutions et de vos prisons, ne resteront que des cendres.

Toujours votre ennemi !
Pour l’insurrection, pour l’Anarchie !

25/04/2019
Gioacchino Somma

[Depuis attaque.noblogs.org].

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Miserables!

Todo estaba listo por la mañana: periodistas y señal en vivo en la televisión nacional…

El miserable magistrado de Turín, Roberto Sparagna, no perdió nada para presionar a una banda de hombres miserables (o jurado popular encabezado por la jueza Alessandra Salvadori).

Un pobre demente en busca de visibilidad que, después de pasar de la oficina del fiscal antimafia a la de terrorismo, logró llegar a donde fallaron durante décadas otrxs miserables colegas: una asociación subversiva con objetivos terroristas.

Ya lo veo en unos pocos días sentado en los sillones de la casa Vespa en «Porta a Porta», en compañía de algunxs criminólogxs explicando qué es el anarquismo y cómo se divide en grupos, grupos pequeños y bueno sobre sus hazañas heroicas contra la FAI-FRI.

Me gustaría recordarle al miserable fiscal adjunto que a pesar de las altas sanciones que han recibido nuestrxs compañerxs, hermanos y hermanas Alfredo, Nicola, Anna, Marco y Alessandro, ha ganado una pequeña batalla… la guerra contra el Estado y los miserables como tu será algo largo.

Soy consciente de que estas pocas líneas se agregarán a otra cantidad de mierda que vomitará en los próximos actos judiciales en el tribunal de apelación, pero no es mi problema…

Nunca pienses que nos quitas el sueño con tus amenazas porque tus compañerxs inquisidores en el pasado ya lo han intentado, y si hoy hablas de mí, significa que siempre estoy en pie y no medio milímetro detrás. También continuaré haciendo lo que mejor hago: toma tu hermoso plan de mierda y ponlo en tu contra.

¡Alfredo, Nicola, Anna, Marco y Alessandro nunca lxs verán enterradxs en tus prisiones!

Están con nosotrxs cada día, hora, minuto e instante, y nunca dejaremos de hacerles sentir nuestro calor, nuestra solidaridad y complicidad hasta que lxs tengamos nuevamente entre nosotrxs.

Esto será por ellxs y por muchxs otrxs compañerxs anarquistas en cada campo de concentración del mundo.

Esto será hasta que sus instituciones y sus prisiones queden en cenizas.

¡Por siempre vuestro enemigo!
Por la insurrección, por la anarquía!.

04.25.19
Gioacchino Somma

[Traducción: anarquia.info].

(it-en-fr) Italia: “Lo spirito continua” – Incendiato un ripetitore nei pressi di Rovereto

Tratto da roundrobin.info:

“Lo spirito continua” – Incendiato un ripetitore nei pressi di Rovereto

Apprendiamo dai media locali che nella notte fra il 15 e il 16 aprile a Terragnolo, vicino a Rovereto, ignoti hanno incendiato un ripetitore della RAI e della telefonia mobile. Lasciate le scritte: “Solidarietà con anarchici in galera”, “Contro videoconferenza e blocco posta”, “Lo spirito continua”.

Qui il link ad uno degli articoli dei media di regime.

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From 325.nostate.net:

Trentino, Italy: TV & Mobile Phone Tower Torched in Solidarity with Anarchist Prisoners

Local newspapers have reported that a TV and mobile phone tower was set on fire in Terragnolo, in the Potrich (Trentino) area on April 16th at around 10PM. Painted slogans reading “Solidarity With Anarchist Prisoners”, “Stop Video Conferencing” (which replaces prisoner transfers to court hearings), “Stop Blocking Mail” and “The Spirit Continues” were found at the site.

Of the four incendiary bottles used to start the fire, only one managed to ignite the cables, the other three that were located inside the electrical transformers failed to ignite due to ‘lack of oxygen’ according to the carabiniers [paramilitary police] in charge of the investigation. A person who lived nearby spotted the flames from the street and notified the fire brigade, however they arrived to late to prevent many of the cables from burning. This location is also part of a region that has been selected to experience the 5G network in the near future.

Technicians were able to restore TV service during the night, however mobile phone reception is still not properly restored.

Freedom For All,
Fire To The Prisons

Source and some good photos:

https://sansattendre.noblogs.org/post/2019/04/19/terragnolo-trentin-italie-incendie-dune-antenne-relais-en-solidarite-avec-les-anarchistes-incarceres-16-avril-2019/

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Depuis sansattendre.noblogs.org:

Terragnolo (Trentin), Italie : Incendie d’une antenne relais en solidarité avec les anarchistes incarcérés – 16 avril 2019

On apprend par les journaux locaux qu’un relais de téléphonie et de télévision a été incendié à Terragnolo, dans la zone de Potrich (Trentin) le 16 avril vers 22h. Les tags « Solidaires avec les anarchistes en prison, contre la visioconférence (qui remplace les transferts aux audiences) et le blocage du courrier » et « l’esprit continue » ont été retrouvés sur place.

Sur les quatre bouteilles incendiaires utilisées, une seule aurait pris contre les câbles, les trois autres situées à l’intérieur des transformateurs électriques ayant fait long feu, « faute d’oxygène » selon les carabiniers chargés de l’enquête. C’est un voisin apercevant les flammes depuis la route qui a prévenu les pompiers, arrivés trop tard pour empêcher de nombreux câbles de se consumer. Cet emplacement fait par ailleurs partie de ceux retenus pour expérimenter la 5G dans le coin.

Les techniciens ont réussi à remettre la télévision au cours de la nuit, mais la téléphonie mobile restait, elle, très perturbée.

Liberté pour toutes et tous,
feu aux prisons !

(it-fr) Firenze, Italia: Processo per l’operazione “Panico” – Resoconto dell’udienza del 18 aprile 2019 ed ennesima nuova calendarizzazione

https://anarhija.info/library/g-p-grecia-per-i-13-anni-di-carcere-a-irianna-14-0-1.jpgResoconto dell’udienza del 18 aprile 2019 ed ennesima nuova calendarizzazione

Oggi è iniziata con l’inghippo iniziale: le trascrizioni peritali delle intercettazioni ambientali, manco complete (cioè mancavano alcune di quelle richieste dai PM perché hanno sbagliato a far le fotocopie delle richieste) erano state depositate settimana scorsa, in particolare quella che per l’accusa è considerata più “incriminante” per Paska. Invece che “gli ho messo un bombone in bocca a casapound” però, il perito ha sentito e trascritto “è venuto a mettere un bombone ecc.” L’accusa si dev’essere risentita, perchè ha insistito affinché il perito riascoltasse l’audio e si avvalesse dell’aiuto di uno studio di registrazione per “pulire” il suono. Dopo queste pressioni, il perito ha infine ritrascritto quest’intercettazione con l’interpretazione dell’accusa, solo che poi l’ha depositata solo ieri alle 17:00, e quindi non era stato possibile per la difesa ritirarne copia prima di stamattina.
La difesa ha dunque chiesto il rinvio per l’impossibilità di condurre il controesame sul perito. Il giudice lì per lì ha detto qualcosa tipo “non c’è tempo”, senza rispondere formalmente alla richiesta e ha fatto iniziare l’udienza.
Ha deposto Monti, il perito in questione; su richiesta del giudice si è ascoltato il famoso audio. Non si sentiva granché, voci sovrapposte indistinguibili, sia nell’audio originale, quasi peggio in quello “pulito”. E’ stato ascoltato diverse volte. Al che Monti ha descritto i passaggi detti prima, e quando ha detto la sua conclusione, cioò che riteneva di doversi correggere perché effettivamente aveva detto “ho messo un bombone”, dal pubblico si è levato un sarcastico applauso e delle voci meno sarcastiche, al che il giudice ha fatto sgomberare l’aula dai compagni presenti tra il pubblico, che sono stati poi fermati dalla digos nella zona fumatori, mentre la celere è stata fatta entrare in tribunale ed aspettava poco lontano.
In assenza del suo avvocato, Paska ha deciso di autodifendersi, e in questa circostanza ha preso la parola per dichiarare che riconosce la voce intercettata come sua, ma che le parole che gli vengono attribuite non sono mai state pronunciate.
Sono stati poi nominati dei nuovi periti per le intercettazioni, che però hanno espresso delle perplessità sul riuscire a finire il lavoro in periodo di festività sotto pasqua.
L’udienza è proseguita parlando della macchina della madre di Paska, che la digos, nella sua testimonianza, sostiene di aver notato parcheggiata sotto il Panico il 2 e 3 gennaio, mentre il suo telefono risultava altrove. La difesa ha chiesto che si rinviasse l’argomento a una data in cui fossero presenti i legali di Paska, il giudice ha negato e ha fatto proseguire. Anche qui quindi Paska si è dovuto difendere da solo, e ha dichiarato che lui dal 31 in poi era a festeggiare altrove, assieme al suo telefono, e che la macchina l’aveva con sé e quindi la digos si dev’essere sbagliata.
Ha testimoniato pure un altro digos su un controllo di Ghespe effettuato in strada il 30/12, questo al fine di controbattere l’elemento difensivo della cartella clinica di Ghespe e la radiografia del suo piede fratturato a fine dicembre ’17. Il digos ha ovviamente detto che durante il fermo ghespe stava in piedi, senza gesso e non ha notato alcuna anomalia nella sua andatura. Continue reading

(fr) Italie: Appel pour le rassemblement à Florence le 20 avril – 16 heures

SANS-RÊLACHE POUR L’ANARCHIE

À Florence le 9 mars aura lieu le jugement d’un procès qui voit inculpé.e.s 28 compagnon.nes accusés d’association de malfaiteurs et de différentes attaques anonymes dans des locaux fascistes. Trois de ces compagnons, Paska, Giova et Ghespe, se trouvent depuis un moment en prison, et en plus d’autres accusations, ils sont inculpés pour transport, fabrication et détention de matériel explosif et tentative d’homicide, pour la blessure d’un artificier qui bricolât sans aucune précaution un engin situé devant un lieu fasciste la nuit du 31 décembre 2016. La prison ne leur a pas épargné les provocations et violences, en réponse à une attitude conflictuelle qu’ils ont tenu.

À Trente et Turin deux opérations répressives ont conduit à l’expulsion de l’Asilo Occupato et à 12 arrestations pour chercher à éradiquer les luttes que ces derniers portent en avant. Après les arrestations et l’expulsion, nous sommes descendus dans la rue pour répondre à la répression et prendre de force des espaces d’expression de propre notre rage. Ces derniers jours également, Scripta Manent, procès qui met sous enquête plus de vingt ans d’histoire de l’anarchisme est en train de se conclure avec de dures demandes de condamnation. Dans tous les cas, les intimidations continuent ainsi que la répression vis-à-vis de qui apporte et exprime sa solidarité aux pratiques et individualités anarchistes en procès et en prison.

Les rêves et les pratiques, les possibilités et les réalités anarchistes sont l’habituel bâton dans les roues. L’état en Italie, come ailleurs, cherche à balayer qui continue à faire obstacle à ses projets pour préparer le terrain à un ultérieur tournant autoritaire. Nous vivons une époque où un nombre toujours plus croissant de personnes vivent des expériences oppressives quotidiennes, dans ses formes racistes, patriarcales, et totalitaires, avec le chantage de la prison, risquant d’être enfermé.e.s dans un Centre de Rétention  ou déporté.e.s, de mourir au travail, durant un TSO* ou une rafle, de ne pas trouver les moyens de se séparer d’une relation violente, de vivre des genres et sexualités hors de la norme dans des conditions de marginalité, et plus encore. Selon les logiques de l’état pour maintenir l’ordre et veiller à la continuelle restructuration de l’appareil techno-industriel et coercitif à large échelle, il est nécessaire, entre autres choses, d’enterrer sous des années de prison, qui se bat depuis toujours contre les responsables de tout cela.

Dans la mise en œuvre du système de pouvoir, l’état doit isoler les pratiques d’autodétermination, de lutte, de solidarité, et d’attaque, puisqu’elles affaiblissent l’idée de la nécessité même de son existence, de sa prétention de totalité du contrôle car il a besoin d’empêcher la possibilité de s’auto organiser, tout comme la possibilité de reconnaitre ses propres et réels ennemis, pour qu’elle ne puisse pas prendre la forme d’une guerre sociale pour la subversion de ce système de domination tout comme celle d’y prendre part. Il cherche à endiguer une conflictualité anti-sociale qui ne se résigne pas au renouveau des groupes fascistes tolérés par une société aliéné, ni à l’imposition d’un système sécuritaire technologique et militaire pour défendre une ville-vitrine. Il cherche à représenter l’existence et l’agir de qui est accusé pour les pratiques d’attaque et de qui les soutien de manière à en invisibiliser les motifs.

Notre vécu et nos pratiques nous appartiennent, tout comme nos différences et nos tensions. Ils font partie de nos histoires et nos existences, pas comme une faiblesse mais comme une potentialité. Ils ne nous verrons pas dans leur petit théâtre, nous ne seront pas à leur échéances mais nous saurons nous donner le temps et les modalités. Nous ne prendrons pas des lèvres d’une sentence déjà écrite, ni d’une caution démocratique avec laquelle aujourd’hui les vies de qui n’a pas de place dans cette partie du monde, qui se fortifie toujours plus pour son bien être et ses privilèges, sont déchirées.

A Florence le 20 avril nous continuerons à être une ville où depuis toujours a été présente la critique anarchiste pour continuer à dire qu’il ne peuvent pas nous effacer et pour revendiquer avec nos pratiques d’attaque et de solidarité à toustes les anarchistes prisonnièr.es et inculpé.e.s.

FEUX PRISONS, LIBERX TUTTX !

Samedi 20 Avril
Rassemblement de solidarité à 16 h
Piazza dell’unità
Zona Santa Maria Novella
Firenze

Des individualités anarchistes

 

* Trattamento sanitario obbligatorio : Traitement Sanitaire Obligatoire (obligation de soin)

[Depuis cracherdanslasoupe.noblogs.org].

(it-fr) Cremona, Italia: Quello che non vi dicono. Libertà per Tommy

Quello che non vi dicono. Libertà per Tommy

Nella mattinata di mercoledì 10 aprile si è svolto il processo a carico di Tommy, un nostro compagno che ha tentato di resistere ad un fermo di polizia sotto casa di un fascista (che nei giorni precedenti si era messo in mostra con alcune provocazioni vigliacche) nel pomeriggio di venerdì 5 aprile. Fuori da un tribunale militarizzato, un gruppo di compagne e compagni ha espresso la propria solidarietà ribadendo che è giusto attaccare polizia e fascisti. Durante il presidio alcuni giornalisti hanno cercato di rendere omaggio al loro lavoro di infami (ben protetti dalla polizia) ed è volato qualche insulto nei loro confronti, soprattutto alla nota giornalista de ”La Provincia” Francesca Morandi, confermandosi avanguardia dei pennivendoli di regime nostrani.

Dopo circa un’ora è uscita la sentenza: un anno, otto mesi e dieci giorni di reclusione per Tommy per le accuse di resistenza, danneggiamento aggravato, lesioni, minacce e oltraggio. Nelle prossime ore capiremo se verrà accolta la richiesta di scarcerazione, se dovrà scontare la detenzione domiciliare o rimarrà in carcere.

Dopo la sentenza alcuni refrattari all’autorità hanno passeggiato nelle vie del mercato, volantinando e passando a trovare l’amato Sindaco Galimberti davanti alla sua sede elettorale insieme ad una soave musica di protesta. Ci si è fermati inoltre nel luogo dove è stato arrestato Tommy ribadendo la propria complicità con il compagno e l’odio per i fascisti, senza dimenticarsi qualche regalino sul portone di casa della merda fascista (luogo trasformatosi magicamente in bar per la stampa locale).

Nel ringraziare tutte le amiche e gli amici, i compagni e le compagne che hanno portato la loro preziosissima solidarietà a Tommy, non resta che ribadire: «… Contro sbirri e fascisti, più vetri rotti! Ribaltiamo questo mondo… Tommy libero! Tutte e tutti liberi!».

Aggiornamento:

Il giudice ha respinto la richiesta di scarcerazione per Tommy.

Per scrivergli:

Tommaso Fontana 
C. C. Cà del Ferro
via Palosca 2
26100 Cremona

Tommy libero! Tutte e tutti liberi!

[Tratto da csakavarna.org].

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Ce qu’ils ne vous disent pas. Liberté pour Tommy

Dans la matinée du mercredi 10 avril, a eu lieu le procès contre Tommy, l’un de nos compagnons qui a tenté de résister à une arrestation policière sous la maison d’un fasciste (qui, les jours précédents, avait fait preuve de quelques lâches provocations) vendredi 5 avril dans l’après-midi. Devant un tribunal militarisé, un groupe de compagnons a exprimé sa solidarité en réaffirmant qu’il est juste d’attaquer la police et les fascistes. Pendant le rassemblement, quelques journalistes ont essayé de rendre hommage à leur travail d’infâmes (bien protégé par la police) et quelques insultes ont volé, surtout pour la célèbre journaliste de « La Provincia » Francesca Morandi, se confirmant comme l’avant-garde des pennivendoli* de notre régime.

Au bout d’une heure environ, la sentence a été prononcée : un an, huit mois et dix jours d’emprisonnement pour Tommy pour des accusations de résistance, dommages aggravés, blessures, menaces et outrage. Dans les prochaines heures, nous verrons si la demande de libération sera accordée, s’il purgera sa peine à domicile ou s’il restera en prison.

Après la sentence, quelques réfractaires de l’autorité ont marché dans les rues du marché, en tractant et en allant trouver le bien-aimé maire Galimberti devant son siège électoral avec une douce musique de protestation. Nous nous sommes également arrêtés à l’endroit où Tommy a été arrêté, réitérant notre complicité avec le compagnon et notre haine pour les fascistes, sans oublier quelques petits cadeaux sur la porte d’entrée de la merde fasciste (un lieu qui s’est magiquement transformé en bar pour la presse locale).

En remerciant tous les amis, compagnons et compagnonnes qui ont apporté leur précieuse solidarité à Tommy, il ne reste plus qu’à réitérer : « …contre les flics et les fascistes, plus de vitres cassées ! Renversons ce monde..Tommy libre ! Tous  et toutes libres ! ».

* Pennivendoli : écrivains-vendus, personne qui se met au service de qui lui procurera le plus d’avantages économiques et autres.

Mise à jour :

Le juge a rejeté la demande de libération de Tommy.

Pour lui écrire :

Tommaso Fontana 
C. C. Cà del Ferro
via Palosca 2
26100 Cremona
Italia

Tommy libre ! Liberté pour tous !

[Depuis cracherdanslasoupe.noblogs.org].

(it-fr) Firenze, processo per l’operazione “Panico”: Aggiornamenti dall’udienza del 4 aprile 2019 e nuova calendarizzazione delle udienze

https://anarhija.info/library/g-p-grecia-per-i-13-anni-di-carcere-a-irianna-14-0-1.jpgAggiornamenti dall’udienza del 4 aprile e nuova calendarizzazione delle udienze

All’udienza era presente Paska ed una decina di compagni. All’inizio Paska ha fatto una breve dichiarazione per mettere a conoscenza del fatto che gli sta venendo fotocopiata la corrispondenza nonostante non sia sottoposto a censura da parte dell’autorità giudiziaria. Per questo, vista la persistenza di una fastidiosa ulteriore sorveglianza nei suoi confronti, è rinnovata l’importanza di scrivergli per mostrare la nostra solidarietà per lui, e la nostra ostilità nei loro confronti. Successivamente ha deposto la Digos in merito all’attribuzione di identità dei conversanti in alcune intercettazioni ambientali. Continue reading

(it-en-fr) Italia: Richieste di condanne del P. M. al processo “Scripta Manent”

https://anarhija.info/library/i-u-italija-uvijek-visoko-uzdignute-glave-poziv-na-1.jpg[Below English and French translations].

Scripta Manent: Richieste di condanna del P. M.

Le richieste di condanna fatte dal P.M. Roberto Maria Sparagna della procura di Torino per gli imputati del processo Scripta Manent sono:

Alfredo Cospito: 30 anni.
Anna Beniamino: 29 anni.
Gioacchino Somma: 7 anni e 6 mesi.
Valentina Speziale, Marco Bisesti, Pasquale Valitutti, Omar Nioi, Erika Preden, Alessandro Mercogliano, Daniele, Stefano, Claudia, Sergio: 6 anni e 6 mesi.
Alessandro A., Francesca G.: 8 anni.
Nicola Gai: 10 anni.
Danilo Cremonese: 10 anni.
Patrizia Marino: 7 anni e 3 mesi.
Carlo Tesseri: 8 anni e 3 mesi.
Gabriel Pombo Da Silva, Stefano Fosco, Elisa Di Bernardo: 7 anni. Continue reading

(fr) Grèce: Solidarité avec Spyros Christodoulou en grève de la faim

[Pris de attaque.noblogs.org].

Grèce : Solidarité avec Spyros Christodoulou en grève de la faim

Act for Freedom Now ! / vendredi 25 janvier 2019

Spyros Christodoulou est détenu dans les cachots de l’État grec depuis sa dernière arrestation, le 29 mai 2015 [ce jour là, la police a arrêté Spyros Christodoulou et Grigoris Tsironis. Un troisième compagnon, Spyros Dravilas, s’est donné la mort pour ne pas être arrêté. Les trois étaient accusés de braquage et d’évasion ; NdAtt.]. En ce moment, il se trouve enfermé dans la prison de Larissa et, depuis le 14 janvier, il mène une grève de la faim pour demander la confusion des peines qui lui ont été infligées le long de ces années, de façon à pouvoir connaître la date de sa libération.
La Justice, représentée par le Procureur Dracos, ne reconnaît pas ses propres lois et essaye de l’emmurer vivant, en rejetant les demandes qu’il a jusqu’ici présenté pour qu’on lui fixe une date de sortie.

Force à l’esprit indomptable de Spyros Christodoulou.

Des compagnon.ne.s

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Athènes : Attaque contre l’Institut national d’assurance

Act for Freedom Now ! / jeudi 28 février 2019

13/02/2019
L’anarchiste Spyros Christodoulou est en grève de la faim depuis le 14 janvier, demandant la confusion de ses peines. Otage du tribunal, sa sentence sera prolongé d’autres dix ans si sa demande n’est pas acceptée, même si ses autres affaires sont terminées.

Les raisons de son maintient en prison sont l’obsession, la vengeance et les basses machinations de ses persécuteurs, à la tête desquels il y a le Procureur à la Cour d’appel Drakos. L’attitude du système judiciaire à l’encontre de Spyros Christodoulou n’est pas due au hasard, mais vise à la punition exemplaire de quiconque, derrière les barreaux, ne se laisse réformer ou ne se repentit pas.

Pour toutes ces raisons, nous avons choisi de mener une attaque à coup de masses contre les bureaux centraux de l’Institut national d’assurance et la voisine Banque nationale, sur l’avenue Syggrou. Une avenue pleine de bureaux des géants capitalistes, de lieux d’exploitation des femmes et de contrôle total, que ce soit par la police, par les groupes mafieux ou par les caméras.

Notre solidarité ne se contente pas de vides menaces et d’un bla-bla facile, mais construit sa chair et ses os à travers l’action multiforme. Avec notre acte, nous voulons contribuer à l’intensification des actions en solidarité, jusqu’à l’acceptation des demandes du compagnon, qui est en grève de la faim depuis un mois.

Force et solidarité au gréviste de la faim Spyros Christodoulou !
Spyros, garde-toi bien jusqu’à ta libération.

Des anarchistes.

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Crète : Sabotage de DABs

Act for Freedom Now ! / jeudi 28 février 2019

Chacun.e de nous choisit une façon d’exprimer son refus de la normalité d’une société indifférente, de l’oppression de la part du pouvoir et de l’appauvrissement dû au modèle capitaliste, dont les régulateurs sont les banques. Quelqu’un le vide, d’autres le brûlent, d’autres les sabotent.

Nous aussi, du coup, à l’aube de lundi 11 février, on a choisi de « mettre hors service » 22 distributeurs de billets des banques, dans le centre et la banlieue de Héraklion. Les saboter a été un geste minimal de solidarité avec Spyros Christodoulou, en grève de la faim depuis le 14 janvier pour les raisons les plus fondamentales et évidentes.

Victoire pour la lutte de Spyros Christodoulou, en grève de la faim depuis le 14 janvier.
Confusion des peines par la court d’appel d’Athènes.
Les mafieux du Parquet n’ont pas de raisons de dormir tranquilles.

PS. : nous ne sommes pas surprises du fait que cette action a été cachée par les médias locaux, puisque la lutte de Spyros a rencontré le même silence de la part des médias officiels.

Collusion pour la solidarité

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Athènes : Appel pour une manifestation à moto en solidarité avec la grève de la faim de Spyros Christodoulou

Act for Freedom Now ! / mardi 5 février 2019

Lundi 11 février à 18h, Place Exarchia, Athènes.

Extrait d’une lettre de Spyros Christodoulou :
“Aujourd’hui 14 janvier 2019, à 10h, je commence la grève de la faim que j’avais annoncé et je vous promet que j’irai jusqu’au but, quel que ce soit le coût pour ma santé, je m’en fiche. Après tout, toutes les vraies luttes se gagnent avec des sacrifices. Je veux que vous, et tout le monde, sachiez que je vous remercie de cœur et que je lutterai toujours pour le futur de nos rêves, conduit par une opposition inébranlable à la loi. Après tout, la vie et la mort ont un point en commun que nous tou.te.s partageons : une lutte vraie, sincère, réelle.”

Satisfaction immédiate des demandes du gréviste de la faim Spyros Christodoulou.

Spyros, reste en forme jusqu’à ta libération.

Assemblée de solidarité avec le gréviste de la faim Spyros Christodoulou

Extraits d’un texte du compagnon anarchiste Spyros Christodoulou :

“Compagnon.ne.s, je vous salue tou.te.s avec une grande accolade adressée à chacun.e de vous individuellement. Il y a une semaine, mon avocat à dépose une nouvelle demande auprès de la Cour d’appel d’Athènes. J’ai fait ma demande pour la confusion et l’addition de mes sentences, décision qui dépend de la Cour d’appel d’Athènes, ce qui correspondrait pour moi à 14 ans, 11 mois et quelques jours de taule.

Je veux vous remercier encore une fois, compas, pour votre solidarité et pour les activité que vous avez fait tout ce temps pour moi. Merci aux compas de l’Evangelismos Squat de Héraklion, Crète, du squat de Dougrou, à Larissa, du Utopia a.d. à Komontini, des squats de Dougrou Larissa, des squats à Bolo et de ceux de Chaim, de ceux de Chania, du Rethymno, du Karditsa, à ceux de Trikala, Thessalonique, Athènes et tous les collectifs et les individus qui m’ont montré leur solidarité et leur camaraderie. Et aussi aux camarades qui, depuis l’intérieur de ceux trous, me montrent leur solidarité; pour ma part je souhaite liberté et force à tous les prisonniers politiques et aux anarchistes.

Je continue mon combat, jusqu’au but.

Spyros Christodoulou
prison de Larissa – 31 janvier 2019

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Plovdiv (Bulgaria) : Tags en solidarité avec Spyros

Indymedia Athens / mardi 26 février 2019

Aujourd’hui, 26 février 2019, nous appelons au soutien envers le prisonnier politique Spyros Christodoulou, qui est en grève de la faim depuis le 14 janvier. En lutte ensemble, jusqu’à quand chaque cage ne sera vide !


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Une lettre de Spyros Christodoulou, depuis la prison de Héraklion

Act for Freedom Now ! / lundi 30 mai 2016

26 mai 2015 : la journée était brûlante, puis tout s’assombrit…
Nous nous sommes réveillés sous un ciel nuageux et à la mi-journée, pendant que le soleil resplendissait, tout s’assombrit…

C’était 16 heures environ quand le EKAM [le forces spéciales antiterrorisme de la police grecque ; NdAtt.] nous a ordonné de nous rendre !

J’ai pensé que ce n’était pas vrai, j’ai pensé que j’entendais des trucs…
Mais le EKAM avait encerclé la maison, l’hélicoptère volait au dessus de nous et on a cherché de voir qu’est ce qu’on pouvait faire en quelques deux/trois minutes.
Mes pensées allaient aux cachots où j’allais retourner.
Les couloirs où j’allais errer inutilement.

Mes proches que j’allais laisser derrière moi !
Tout à coup, quand il entend le EKAM, Spyros, notre petit Spyros le jeun gars qui ne connaissait rien à la diplomatie, qui se distinguait par son courage, par son intégrité et par la passion pour cette liberté pour acquérir la quelle il se battait si fort, il attrape la Kalachnikov et la met sous sa gorge, mettant fin à sa vie !
Tout était effacé. La pièce remplie de fumée. Il est tombé en souriant !

Il était heureux de cette décision et on pouvait le voir sur son visage.
C’était son choix, c’est pourquoi son visage rayonnait.
J’étais surpris et effrayé, mon cœur battait si fort, je pensais que ce que je venait de voir était faux.

Mais non, notre aimé Spyros (le petit Spyros) était mort.
Il avait eu le courage et l’audace, il avait eu l’esprit de faire ce qu’il avait fait, tandis que je ne les avais pas eu !
Sa décision avait été courageuse, pas la mienne.
Il était fatigué d’errer dans les couloirs des prisons et de laisser s’écouler des années sans sens.

Spyrakos, je suis désolé si quelques fois on était en désaccord et désolé de n’avoir rien fait pour t’arrêter.
Je suis désolé, petit frère, si parfois je t’ai contrarié !
Tu es et tu seras toujours dans ma vie.
Je me souviendrai des moments quand on rigolait, quand tu me faisais sentir un enfant !

Tu est notre Spyrakos, le jeun garçon qui a tout donné, sans récompense.
Je t’aime et t’auras toujours une place dans mon cœur et quand nous nous rencontrerons à nouveau tu me racontera à nouveau tes blagues !

Honneur à Spyros Dravilas, qui vivra toujours dans mon cœur.

Spyros Christodoulou

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Nea Anchialos : Sur la mort de Spyros Dravilas

325 / lundi 22 juin 2015

Le 29 mai 2015, lors d’une opération antiterroriste de la police grecque dans le secteur de Nea Anchialos, en Magnésie (près de la ville de Volos) Spyros Dravilas a trouvé la mort dans une cachette, dans des circonstances non claires. L’opération de police contre les soidisant « braqueurs de Distomo » a porté non seulement à la mort de Spyros Dravilas (bandit et ex-prisonnier en lutte), mais aussi à l’arrestation de Grigoris Tsironis (un compagnon anarchiste, très actif pendant les deux dernières décennies, en cavale depuis 2006) et de Spyros Christodoulou (bandit et ex-prisonnier rebelle).
Les autorité ont effectué une autopsie d’où résulte que Dravilas s’est tiré une balle dans la bouche. Évidemment, on ne peut pas savoir ce qui s’est passé réellement, mais il paraît que ses proches et les deux arrêtés n’ont pas contesté cette version e l’histoire.

En 2006, Spyros Dravilas n’est pas rentré d’une permission de la prison de Korydallos (il n’est jamais rentré en prison). Arrêté à nouveau en 2008, il a été accusé (accusations qu’il a repoussé) d’avoir libéré, en juin 2006, deux prisonniers (Vassilis Palaiokostas, qui est à nouveau en cavale après une nouvelle évasion en hélicoptère et Alket Rizai, qui a été arrêté à nouveau en 2009), faisant atterrir, pour la première fois, un hélicoptère dans la cour de la prison de Korydallos.

En 2009, Dravilas a été condamné à 17 ans de prison et incarcéré à Domokos. Pendant l’été 2013, Dravilas n’est à nouveau pas rentré d’une permission et est parti en cavale.

A la suite de l’opération antiterroriste de Nea Anchialos, la police et les médias ont essayé de décrire Dravilas comme l’auteur de l’homicide du chef des matons de la prison de Domokos, Serafeim Kallimanis, qui a eu lieu le 21 février 2015 dans le secteur de Kouvela, département de Stylida. C’est probablement pas une coïncidence si, au milieu de l’hystérie des médias, l’exécution de ce maton en chef a été revendiquée le 31 mai par un communiqué signé par « Militia organisation/Popular justice » (sans faire mention de Dravilas).

Quelques extraits d’un texte du 1er juin, écrit par des compagnons et amis de Spyros Dravilas et de ceux arrêtés à Nea Anchialos :

« Grigoris a toujours été et reste un compagnon. (…) Spyros Christodoulou a toujours été et reste un prolétaire insubordonné, qui a tracé et encore trace son chemin dans la dignité, dans les conditions les plus adverses : emprisonnement et clandestinité. Exactement comme Spyros Dravilas… Certes, personne peut penser qu’il craignait des possibles représailles de la part des matons ! Aucune sale main de maton n’aurait pu le toucher sans prendre en compte le prix à payer. Pourquoi donc Spyros a considéré qu’il devait tourner le fusil contre soi-même ? Parce que Spyros, toujours souriant, le jeun qui avait toujours honoré l’amitié et tenu ses promesses, avec son dynamisme, l’ami qui a courageusement fait face aux risques que sa vie de hors-la-loi et sa liberté portaient avec elles, savait ce qui l’attendait. Il l’avait expérimenté depuis l’age de 21 ans, quand il avait connu pour la première fois la dure réalité de la prison. Après avoir passé des nombreuses années en prison, il est devenu un incontrôlé en fuite de la justice jusqu’à quand, à l’age de 34 ans, il a consciemment rejeté la possibilité de la perte de sa liberté pour une longue période. Il a refusé, comme peu de monde sait le faire, de se voire errer dans ces misérables couloirs et dans les cellules d’une maison centrale, il a refusé de se rendre, avec ses dernières années d’une jeunesse insoumise, aux bagnes modernes. Honneur perpétuel pour Spyros Dravilas ! Pour nous, Spyros n’est ni le « gars aux cheveux rasés », ni le « gars de l’évasion en hélicoptère », mais Spyros, le « kra », le vagabond du quartier de Tavros [dans la banlieue sud-ouest d’Athènes ; NdAtt.], jovial et imperturbable, l’ami au cœur d’or… Nous n’oublions pas, nous ne pardonnons pas. Solidarité avec Grigoris Tsironis et Spyros Christodoulou, arrêtés.

Pour rappel, en janvier 2006, suite à un braquage de banque dans la rue Solonos, dans le centre d’Athènes, l’anarchiste Yannis Dimitrakis a subi des graves blessures et a été arrêté. Son arrestation a été suivie par une propagande policière/médiatique délirante à propos d’une supposée « bande de braqueurs en noir ». Cette année là, les anarchistes Simos Seisidis, Marios Seisidis et Grigoris Tsironis ont été accusés de ce braquage et a été émis un mandat d’arrestation à leur encontre. En 2009, une prime de 600 000 euros a été mise sur leurs têtes (à ces jours, Marios Seidis reste en liberté).

Ici, une déclaration du compagnon Giorgios Tsironis, pendant qu’il était en garde à vue dans les locaux de la police d’Athènes (GADA), le 2 juin 2015 :

« Une période de 9 ans de liberté dans la clandestinité est finie, peut-être dans la manière la pire possible : la mort du frère Spyros Dravils. Je voudrais exprimer de tout mon cœur mes condoléances à sa famille et leur souhaiter du courage, pour supporter cette perte. Spyros, dés à présent libre pour toujours, vivra toujours dans mon cœur et dans mes pensées. Ceux/celles qui sont encore recherché.e.s, puisqu’ils/elles marchent le long des chemins inexplorés de la liberté, elles/eux aussi restent dans mon cœur et dans mes pensées. Beaucoup de force pour vous, frères et sœurs.

Pour finir, depuis une cellule de GAV au 12ème étage du siège central de la police d’Athènes, j’envoie mes salutations aux camarades emprisonné.e.s, leur souhaitant une rapide libération, jusqu’à qu’on se retrouve, bientôt.

P.S. Je remercie, reconnaissant, celles/ceux qui, en connaissance de cause ou pas, m’ont aidé et m’ont donné des moments de joie, de bonheur et de camaraderie le long de ces années.

Grigoris Tsironis

Le 2 juin, Grigoris Tsironis et Spyros Christodoulou ont été présentés au juge d’instruction et au procureur dans le Palais de justice de la rue Evelpidon, à Athènes, où presque 50 compas se sont rassemblés en solidarité. En entrant dans le bâtiment, Tsironis et Christodoulou ont insulté les journalistes. A la sortie, les flics anti-émeute n’ont pas permis que les solidaires voient les deux arrêtés, exfiltré par l’arrière du Palais de justice. Les solidaires ont crié des slogans et s’en sont suivies quelques petites échauffourées.
Les arrêtés ont été envoyés en détention préventive. Leurs ADN ont été pris de force. Leurs demandes d’être enfermés à la prison de Korydallos ont été refusées. Grigoris Tsironis sera probablement envoyé à la prison de Trikala et Spyros Christodoulou à celle de Héraklion (sur l’île de Crête).

(fr) Italie: Leo en taule

Mardi 19 février, notre ami et compagnon Leonardo Landi a été emprisonné pour purger le restant d’une condamnation, de 2 ans et 8 mois. La Cour de cassation vient en effet de confirmer la sentence de 2012, par rapport à un braquage de banque de 2007. La peine est donc définitive. En ce moment, Leo se trouve dans la prison de Lucca.
Nous confirmons notre proximité et solidarité avec Leo.

Cassa AntiRepressione delle Alpi Occidentali

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Pour lui écrire:

Leonardo Landi
Casa circondariale di Lucca
via San Giorgio 108
55100 Lucca
Italia

[attaque.noblogs.org].

(fr) La liberté vient toujours avec un couteau entre les dents

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La liberté vient toujours avec un couteau entre les dents

Regardez autour de vous, mais faites-le avec vos propres yeux. Voyez-vous comment la planète est devenue une gigantesque poubelle industrielle ? Voyez-vous comment les États étranglent les esprits et portent la guerre et le massacre partout ? Voyez-vous comment tout repose autour de nous sur l’exploitation et l’oppression de milliards de personnes ? Pouvez-vous encore compter les millions de morts de cet immense bain de sang sur lequel ce monde a construit ses gratte-ciels, ses supermarchés et ses usines ? Les affamés, les noyés, les massacrés, les bombardés, les irradiés, les torturés, les voyez-vous toutes ces piles de cadavres entassés ?

Peut-être. Mais tout est fait pour que vous n’en voyiez rien. Vous êtes exploités au travail, où vous accomplissez des tâches dont le sens vous échappe, sans la moindre satisfaction. Vous produisez des objets nuisibles, des aliments toxiques, des instruments de mort, des marchandises inutiles. Vous surveillez votre semblable, vous le tenez en laisse par l’administration, les papiers, les allocations. Vous êtes contrôlés à chaque instant de votre vie, tenus à l’œil par mille caméras et anesthésiés par mille drogues et ersatz. Vous êtes dégradés en votre for intérieur, car vous vivez avec, pour et grâce aux appareils technologiques qui vous dominent. Vous ne voulez plus rien qui ne soit déjà pré-formaté pour vous, vous ne désirez plus rien qui ne s’affiche déjà sur les écrans. Vous ne faites, en fin de compte, qu’obéir.

Et pourtant, c’est à vous tous que nous adressons ces paroles. Car nous nous reconnaissons aussi dans ce sombre tableau. Il faut avoir le courage de regarder les choses en face, et de se regarder soi-même dans le miroir. Que sommes-nous devenus ?

Les ennemis de la liberté sont forts. L’État dispose de puissants moyens de coercition et de contrôle (de la police à l’armée, de la prison à l’école, de l’administration aux tribunaux). Les capitalistes ne cessent de progresser dans le perfectionnement de l’exploitation. Les chercheurs rajoutent chaque jour un nouveau barreau à notre cage technologique. Les politiciens, les chefs religieux, les intellectuels au service de l’ordre tiennent fermement en main les troupeaux humains.

Mais voyez-vous, rien n’est complètement perdu. Nous en sommes convaincus au plus profond de nos cœurs. Car d’autres choses sautent également aux yeux. Hier, ce sont des régions entières qui se sont insurgées au cri de la liberté  ; aujourd’hui, une vague de révolte déferle sur l’hexagone français et ailleurs. Des poignées d’insurgés lancent des attaques à tout va. Des casernes crament. Des entreprises crament. Des chantiers de nouvelles horreurs crament. Des institutions crament. Des laboratoires crament. Des antennes-relais crament. La rage montre ses dents.

Rien n’est complètement perdu. Chaque individu recèle en lui le choix de s’insurger. Seul ou avec d’autres, mais toujours en affrontant le pouvoir, en luttant. C’est le défi de la liberté qui réveille la dignité offusquée, la vie piétinée, le rêve aplati. Voilà pourquoi se battent les anarchistes, ces ennemis de tout pouvoir  : réveiller la liberté, la liberté qui viendra avec un couteau entre les dents.

Début février 2019, dans la Suisse montagneuse, un anarchiste a été jeté en prison [1]. On l’accuse d’avoir appelé à la révolte contre le pouvoir, et d’avoir agi contre l’État, le militarisme et la guerre, notamment en livrant aux flammes dix véhicules de l’armée suisse sur la base militaire de Hinwill en 2015 et en brûlant une antenne-relais des services de police à Zurich en 2016.

Ce compagnon anarchiste pris en otage par l’État est le nôtre. Solidaires avec lui, continuons de conjuguer la pensée libératrice et l’action destructrice, rivant nos regards sur l’ennemi. Solidaires avec tous les prisonniers anarchistes, continuons d’aller de l’avant sur les sentiers révolutionnaires de la seule guerre qui vaille : la guerre contre tous les oppresseurs et les exploiteurs, la guerre pour la liberté. Donnons à la vie l’exquise élévation de la rébellion du bras et de l’esprit.

Solidarité avec les prisonniers anarchistes

Mort à l’État

Des anarchistes de Zurich, Franche-Comté, la plaine d’Alsace et le massif vosgien, la Meuse, Paris et banlieue, Marseille, Bruxelles, Gand, Amsterdam, Barcelone, Berlin, Munich, South London, les Alpes occidentales, Trieste, Rome, Milan, Pise, Naples, le Salento, Sicile, Montréal.


Pour recevoir des exemplaires de cette affiche, vous pouvez écrire à anarchistes_solidaires[at]riseup.net

[Trait sansattendre.noblogs.org].

(it-en-fr) Torino, Italia: Testo letto dai solidali al processo Scripta Manent

https://anarhija.info/library/i-u-italija-uvijek-visoko-uzdignute-glave-poziv-na-1.jpgBelow French and English translations.

Testo letto dai solidali al processo Scripta Manent

Lunedì 11 febbraio nell’aula bunker del carcere di Torino un nutrito gruppo di compagni e compagne ha espresso la sua solidarietà agli anarchici/e sotto processo in seguito all’Operazione “Scripta manent”. Il PM Roberto Sparagna, è stato impossibilitato a prendere parola per formulare la sua requisitoria. Dopo diversi slogan e la lettura del seguente testo, la Corte ha interrotto l’udienza. L’aula è stata sgomberata dall’intervento delle squadre antisommossa. Nel corso della protesta è stata espressa solidarietà a tutti gli anarchici arrestati sotto processo in questo periodo, in seguito all’operazione “Scripta manent”, operazione “Panico” e “Scintilla”, e contro lo sgombero dell’Asilo Occupato a Torino. Continue reading