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(it) Napoli, Italia: Aggiornamento sul processo contro una ventina di anarchici

Notizie da Napoli

Giovedì 14 febbraio [2019], dopo innumerevoli rinvii, si è tenuta l’udienza presso il tribunale del riesame di Napoli che doveva decidere sulle misure cautelari per una ventina di compagni e compagne e sul sequestro del C.S.L. “Louise Michel” e dello spazio 76°.
All’inizio dell’udienza la Corte stessa ha posto la questione dell’inammissibilità dell’appello presentato dal P.M. Catello Maresca. Dopo aver ascoltato le parti in merito alla questione specifica, si è riservata di pronunciarsi entro cinque giorni. Stamattina 15 febbraio la Corte ha dichiarato l’inammissibilità dell’appello.

Anarchici e Anarchiche a Napoli

[Tratto da Croce Nera Anarchica].

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Precedenti aggiornamenti e scritti:

[Napoli] Operazione repressiva legata alla Fai/Fri

Il p.m. della procura di Napoli Catello Maresca, titolare di un’inchiesta per associazione sovversiva legata alla FAI/FRI, ha chiesto l’arresto di venti compagni anarchici e il sequestro del Centro Studi Libertari, sede del gruppo anarchico Louise Michel, e dello spazio anarchico 76/A.

In seguito al rigetto del g.i.p., il p.m. è ricorso in appello, pertanto i l 14 dicembre [2017] è stata fissata la data dell’udienza di appello presso la camera di consiglio del tribunale del riesame di Napoli.

Anarchici napoletani

 

[Napoli] Aggiornamenti sull’operazione repressiva del p. m. Catello Maresca

L’udienza di appello prevista per oggi 14 dicembre [2017] presso la camera di consiglio del tribunale del riesame di Napoli, a seguito del rigetto della richiesta di 20 ordinanze di custodia cautelare ai danni di altrettanti compagni anarchici per l’operazione repressiva legata alla FAI/FRI a firma di Catello Maresca, è stata rinviata al 22 febbraio 2018.

 

Sui fatti di Napoli

La pacificazione dei movimenti politici ha provocato la scomparsa pressoché totale dalla nostra società di qualsiasi anelito rivoluzionario, sostituito da una corsa frenetica per occupare le comode e calde poltrone che il potere offre. Ciò ha determinato una strenua lotta, spesso senza quartiere, per accodarsi al politico di turno, che per beceri interessi di potere viene innalzato al rango di rivoluzionario allo scopo di garantire ai politicanti “antagonisti” uno spazio di agibilità politica all’interno delle istituzioni. Come risultato assistiamo all’annullamento volontario di qualsiasi forma di opposizione in favore della concertazione e spesso della collaborazione con un sistema politico che fino a poco tempo fa era considerato ostile. Tutti questi elementi rappresentano dati di fatto tangibili che hanno delle ricadute negative su ciò che rimane del movimento rivoluzionario o insurrezionale che dir si voglia.

In un contesto simile le ultime sacche di resistenza, coloro che si ostinano a considerare ineluttabile la distruzione di questo sistema politico ed economico, sono molto più facilmente individuabili e attaccabili da parte dell’apparato repressivo statale.

L’enorme quantità di risorse che polizia e magistratura hanno a disposizione può essere utilizzata interamente e con una resistenza ridotta ai minimi termini per annientare un nemico sociale che di fatto possiede spazi di manovra sempre più ridotti.

Nello specifico il movimento anarchico è quello più duramente colpito dall’attacco repressivo scatenato dallo stato. Tutto ciò è reso possibile anche dall’uso massiccio dei cosiddetti reati associativi che si sono adeguati costantemente all’assetto socio politico della società.

Al momento decine di compagni si trovano a scontare pene detentive in carcere, ai domiciliari o costretti alla latitanza, altrettanti sono sottoposti a varie forme di misure cautelari quali firme, obblighi di dimora, sorveglianza speciale ecc. e un numero imprecisato, sicuramente altissimo, risulta indagato dalle varie procure sparse sul territorio italiano. Fra queste la procura di Napoli, che da anni scalpita senza molto successo per dare il suo infame contributo, ha fatto sentire la sua voce agli inizi di dicembre.

A seguito di due inchieste riunite in un unico procedimento, una del 2010 e l’altra del 2011, è stato chiesto l’arresto di venti compagne e compagni anarchici. Gli inquirenti ipotizzano l’esistenza di una cellula, attiva a Napoli e con collegamenti con Grecia e Spagna, legata alla FAI/FRI e che le riviste La Miccia, Invece, Blasphemia e il blog Arraggia sono gli strumenti di propaganda che l’organizzazione utilizza per divulgare i propri comunicati e le proprie rivendicazioni.

L’accusa per tutti è di associazione sovversiva (270 bis) e, per una compagna, di reati specifici riguardanti la detenzione e l’utilizzo di esplosivi. Inoltre è stato richiesto il sequestro cautelativo del Centro Studi libertari, che dagli anni ’70 ospita il gruppo anarchico Louise Michel, e dello spazio anarchico 76A, ritenuti le basi logistiche della cellula napoletana.

Il titolare dell’inchiesta è il P.M. Catello Maresca proveniente dalla DDA, nella quale è diventato famoso per aver fatto arrestare parecchi boss legati al clan dei Casalesi. Adesso, dopo gli otto anni canonici di permanenza nell’antimafia, è stato spostato all’antiterrorismo e quindi ha pensato bene, per mantenere un certo stile, di perseguire gli anarchici.

Anche lui, come altri magistrati, si diletta a scrivere libri nei quali illustra a noi comuni mortali le “importantissime” operazioni che ha portato a termine. In uno di questi ha collaborato con Leandro Del Gaudio, a noi noto perché spesso ha utilizzato il giornale su cui scrive, Il Mattino, per buttare un po’ di fango sugli anarchici napoletani. E che non ha lesinato nel divulgare la notizia del procedimento a danno degli anarchici, evidentemente imbeccato dal suo amichetto Catello in cerca di un minimo di visibilità mediatica.

L’indagine è ancora aperta per cui al momento non abbiamo ancora avuto la possibilità di leggere la cospicua mole di carte che riguarda il procedimento aperto nei nostri confronti (la sola richiesta del P.M. conta più di 1500 pagine). Non conosciamo, ad esempio, la vera entità dell’intera operazione. Nello specifico non conosciamo il numero totale di indagati visto che è plausibile che per altri compagni non sono state richieste misure cautelari. Inoltre non sappiamo su quali basi si poggia l’ipotesi investigativa del nostro zelante magistrato.

Una delle poche cose che sappiamo è che in prima battuta la richiesta è stata rigettata da un G.I.P. che non ha ritenuto validi gli elementi in suo possesso per convalidare gli arresti. Mai domo l’integerrimo pubblico ministero è ricorso in appello perché non può accettare che qualcuno si permetta di vanificare il lavoro che così diligentemente ha portato a compimento. Una delle stelle più brillanti del firmamento degli inquisitori nostrani non tollera sconfitte per cui, a quanto sembra, non mollerà la presa fino alla fine.

A monte di tutti i ragionamenti, l’esperienza ci insegna che uno degli obiettivi principali di simili operazioni è quello di disgregare, se non addirittura estirpare, un gruppo di compagni attivi dal territorio su cui agisce.

Nel nostro caso hanno sbagliato a fare i calcoli. Non abbiamo intenzione di arretrare di un solo passo. Continueremo il nostro percorso politico ed esistenziale alla faccia di chi ci vorrebbe muti e sottomessi.

La data dell’udienza d’appello era stata fissata il 14 dicembre e spostata poi al 22 febbraio per vizio di notifiche.

Aggiornamenti seguiranno appena avremo la possibilità di avere informazioni più dettagliate.

Alcuni anarchici a Napoli

 

Sull’udienza per l’arresto di 20 compagni e il sequestro di due spazi anarchici

Oggi 22 novembre 2018, si è tenuta l’udienza del riesame per l’arresto preventivo di 20 compagni e per il sequestro del centro studi libertari e dello spazio anarchico 76A.
L’udienza è stata rinviata per la quinta volta al 14 febbraio 2019, ufficialmente per un nuovo vizio di notifica.
Seguiranno aggiornamenti.

(it) Italia: Aggiornamenti sull’operazione “Scintilla” di Torino

Il 2 marzo 2019 è caduta l’accusa di associazione sovversiva (art. 270 del codice penale) per gli anarchici arrestati il 7 febbraio a seguito della cosidetta operazione “Scintilla” e dello sgombero dell’Asilo Occupato a Torino. Lorenzo Salvato (“Larry”) e Giada Volpacchio sono stati/e scarcerati/e, mentre le altre persone restano in carcere con accuse relative a reati specifici.

A questo link maggiori informazioni e gli indirizzi degli anarchici ancora prigionieri per l’operazione “Scintilla”.

(it) Italia: Arrestato l’anarchico Leonardo Landi

E’ stato arrestato l’anarchico Leonardo Landi a seguito di una sentenza della Cassazione che lo ha condannato a scontare un residuo di pena di 2 anni e 8 mesi. Di seguito riportiamo le righe divulgate dalla Cassa AntiRepressione delle Alpi Occidentali.

L’indirizzo del compagno è il seguente:

Leonardo Landi
Casa circondariale di Lucca
via San Giorgio 108
55100 Lucca

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Arresto e aggiornamenti sulla carcerazione di Leo

Martedì 26 Febbraio è stato arrestato il nostro amico e compagno Leonardo Landi per un residuo di pena di 2 anni e 8 mesi. In questi giorni infatti la Cassazione ha confermato la sentenza del 2012 relativa ad una rapina avvenuta nel 2007, rendendo esecutiva la pena. Ora Leo si trova nel carcere di Lucca. Ribadiamo la nostra vicinanza e solidarietà a Leo.

Cassa AntiRepressione delle Alpi Occidentali

[Pubblicato anche in roundrobin.info].

(it) Firenze, Italia: Aggiornamenti udienze e nuova calendarizzazione del processo per l’operazione “Panico”

https://anarhija.info/library/g-p-grecia-per-i-13-anni-di-carcere-a-irianna-14-0-1.jpgAggiornamenti udienze e nuova calendarizzazione del processo per l’operazione “Panico”

12 febbraio: è iniziata la trattazione dello specifico di Capodanno. Hanno deposto i testi dell’accusa (digos) e della difesa (digos e artificiere) sulla ricostruzione dei fatti.

14 febbraio: udienza sul DNA. Hanno deposto i consulenti dell’accusa e della difesa (genetisti). Se vi interessa un riassunto dettagliato di quest’udienza, contattate la mail del panico [panico2 – chiocciola – inventati.org]. Continue reading

(it) Grecia: Azioni di solidarietà con il prigioniero anarchico Spyros Christodoulou in sciopero della fame (02/2019)

Azioni di solidarietà con il prigioniero anarchico Spyros Christodoulou in sciopero della fame

Nota di anarhija.info: Spyros Christodoulou[1], dopo il suo arresto il 29 maggio 2015, si ritrova rinchiuso nelle carceri dello Stato greco. Attualmente è detenuto nelle celle di Larisa e sta portando avanti uno sciopero della fame da 14 gennaio, esigendo il cumulo delle pene inflitte durante gli anni, per poter sapere la data del suo rilascio. La giustizia delegata dal p.m. Drakos non gli riconosce i diritti e cerca di seppellirlo vivo tra i muri, respingendo le richieste presentate fino ad adesso.

Heraklion, Creta
Ognuno di noi sceglie un modo per portare avanti il proprio rifiuto di normalità di una società indifferente, dell’oppressione del potere e dell’impoverimento creato dal modello capitalista, i cui regolatori sono le banche. Alcune di queste persone le svuotano, altre le bruciano, mentre le altre le sabotano.

Così, all’alba di lunedì 11/02, anche noi abbiamo scelto di “annullare l’operazione” di 22 bancomat nel centro e nella periferia di Heraklion, sabotando gli sportelli automatici come minimo gesto di solidarietà con Spyros Christodoulou, in sciopero della fame dal 14/01, per il motivo più chiaro e ovvio.

VITTORIA PER LA LOTTA DI SPYROS CHRISTODOULOU, IN SCIOPERO DELLA FAME DAL 14/01
IMMEDIATO CUMULO DELLE PENE DAL TRIBUNALE DEL SECONDO GRADO
LA MAFIA DEI MAGISTRATI NON HA MOTIVI PER DORMIRE SONNI TRANQUILLI

P.S. non ci sorprende che l’azione sia stata occultata dai media locali, dato che la lotta di Spyros ha riscontrato lo stesso silenzio da parte di tutti i mass media greci.

Complicità per la solidarietà

 

Atene
L’anarchico Spyros Christodoulou è in sciopero della fame dal 14/01 esigendo il cumulo delle pene. Tenuto in ostaggio dal tribunale, la sua sentenza sarà prolungata per altri dieci anni se la sua richiesta non sarà accolta, anche se gli altri procedimenti giudiziari sono finiti.

I motivi della sua carcerazione sono le ossessioni, la vendetta e intrighi giudiziari dei magistrati, con a capo il p.m. Dracos. L’atteggiamento del sistema giudiziario contro Spyros Christodoulou non è casuale, ma mira ad una punizione esemplare per tutti quelli dietro le sbarre che non stati riformati o non si pentono.

Per tutti questi motivi abbiamo scelto di realizzare un attacco con martelli pesanti contro gli uffici centrali della società nazionale di assicurazioni, e contro la vicina banca nazionale nel viale Syggrou. Un viale pieno di uffici dei giganti del capitale, di luoghi per sfruttamento femminile e di controllo totale effettuato o dalle forze di polizia e criminalità organizzata o dalle telecamere.

La nostra solidarietà non finisce con minacce vuote e insulti, ma crea la sua carne e le ossa attraverso la multiforme azione diretta. Con il nostro atto vogliamo contribuire all’intensificazione di azioni di solidarietà per accettare le richieste del compagno, che è ormai un mese in sciopero della fame.

Forza e solidarietà a Spyros Christodoulou in sciopero della fame
SPYROS, RIMANI FORTE FINO ALLA LIBERTÀ

Anarchici

 

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Nota:

[1] Il 20 maggio 2015 a Nea Aghialos,nella città di Volos, un’operazione di polizia ha portato all’arresto di Grigoris Tsironis e Spiros Christodoulou, ed alla morte di Spiros Dravilas.

[Tratto anarhija.info].

(it) Trentino, Italia: Che si sappia

Che si sappia

Durante la maxi-operazione antianarchica del 19 febbraio e nei giorni successivi, sono accadute alcune cose che, fuori da ogni piagnisteo o vittimismo, è importante rendere pubbliche.

Nel corso delle perquisizioni di martedì scorso, uno dei compagni arrestati è stato fatto inginocchiare da un carabiniere o poliziotto che gli ha puntato la pistola alla tempia.

Durante un’altra perquisizione, degli agenti hanno cercato di entrare in cantina prima di svegliare i compagni in casa, lamentandosi poi di nascosto di non essere riusciti a nascondere quello che volevano nascondere.

A perquisizione già finita, con una compagna arrestata e i compagni in commissariato, agenti in borghese vengono trovati ancora in casa dei perquisiti da altri compagni rilasciati un po’ prima. Anche la porta dello spazio anarchico “El Tavan”, chiusa dai compagni a fine perquisizione, viene trovata aperta un’ora dopo.

In concomitanza con l’assemblea pubblica in solidarietà agli arrestati, la casa di Bosco di Civezzano – dove viveva, oltre ai quattro compagni arrestati, un altro compagno – è stata posta sotto sequestro giudiziario. Di conseguenza Digos e Ros possono entrare e uscire senza alcun controllo. Sempre venerdì 22 febbraio, un’altra casa è stata perquisita senza che nessun compagno fosse presente. Alcuni proprietari delle case dove vivono degli indagati sono stati minacciati da Digos e Ros al fine di sfrattare i compagni.

A buon intenditor poche parole.

25 febbraio 2019
anarchiche e anarchici di Trento e Rovereto

(it) Napoli, Italia: Testo in solidarietà con gli anarchici arrestati

Immineee…immaneee…inmanette!

Qualcuno afferma che l’aumento della repressione è dovuto agli attacchi che vengono effettuati contro quegli obiettivi che rappresentano il potere in tutte le sue forme: politiche, economiche, culturali.

Se ciò fosse vero significherebbe che l’unico modo per evitare di cadere nelle mani dell’apparato repressivo sia quello di obbedire ciecamente alle leggi; significherebbe essere ciechi e muti di fronte agli abomini che, proprio nel nome di quelle leggi, vengono perpetrati nei confronti degli esseri umani, della natura. Significherebbe insomma abbandonare qualsiasi sogno di trasformazione radicale della società.

Fortunatamente non è così. Esistono ancora individui che lottano senza quartiere contro un apparato statale che ha l’unico scopo di garantire e difendere gli interessi di un branco di sfruttatori, parassiti ed assassini che detengono le sorti politiche ed economiche della società.

Dalle parole del questore di Torino si evince che lo Stato ha dichiarato guerra agli anarchici. Egli infatti ha definito i 6 compagni arrestati in seguito allo sgombero dell’”Asilo Occupato” prigionieri anziché detenuti. A distanza di una settimana si è palesata un’ennesima operazione repressiva contro gli anarchici, chiamata “Renata”, che ha portato all’arresto di 7 nostri compagni e compagne in Trentino e a decine di perquisizioni. Al momento non è ancora chiaro quanti compagni sono indagati a piede libero e quali reati vengono loro attribuiti.

Le accuse per gli arrestati sono associazione sovversiva e attentato con finalità di terrorismo. Tra gli attacchi imputati ai compagni vi sono azioni contro laboratori universitari, contro mezzi della polizia locale, antenne e ripetitori in uso alle forze dell’ordine. Non crediamo a una sola parola detta o scritta da magistrati, sbirri o giornalisti, né tantomeno vogliamo sapere se i nostri compagni sono colpevoli o innocenti. Questi sono concetti che non ci appartengono. Quello invece di cui siamo certi è che gli attacchi contestati dall’apparato giudiziario sono tutti a danno di strutture direttamente responsabili del funzionamento e della legittimazione dello stato di potere attuale. Un esempio su tutti è l’attacco contro il laboratorio di matematica industriale e crittografia dell’università di Trento. È da tempo risaputo che le università trentine e quelle italiane in generale sono delle avanguardie, spesso in collaborazione con l’accademia israeliana, in materia di ricerca e sviluppo di tecnologie per l’industria bellica finalizzata allo sterminio e alla distruzione.
Per questo riteniamo che chiunque abbia un po’ di umanità nel cuore e nella testa non può non pensare che sia giusto attaccare o quantomeno contrastare chi si nutre della morte e dello sfruttamento altrui con la naturalezza di chi ha ragione e la sera va a dormire tranquillo. Attaccare le forze dell’ordine è giusto perché sono loro il braccio armato di quel potere che si è scelto di combattere. Ed è giusto attaccare le banche, che ne rappresentano il braccio economico.

L’accusa di associazione sovversiva e la conseguente magniloquenza mediatica sono la dimostrazione della debolezza dell’impianto accusatorio, ma allo stesso tempo sono finalizzate alla ricerca di una legittimazione democratica per punire le idee di un gruppo di persone che non ha consacrato la propria vita all’assolutezza dell’autorità e delle sue leggi, alla certezza che il mondo è e deve rimanere come lo abbiamo trovato nascendo, con le sue scale gerarchiche e con i suoi privilegi.

Allo stato ed ai suoi boia “gentili” e “colti” il compito di dare forma e sostanza alla repressione, a noi e a tutti i nostri compagni il compito di rivolgere quotidianamente gli sforzi contro tutto ciò che ci priva della possibilità di una vita degna e di maturare sempre più percorsi che ci permettano di difenderci dalla repressione. La nostra complicità e solidarietà alle compagne e compagni arrestati a Torino e in Trentino e a tutti i prigionieri anarchici.

Anarchici e Anarchiche a Napoli

[Tratto da roundrobin.info].

(it) Lugano, Svizzera: Spazio Edo – Comunicato in solidarietà con la Biblioteca anarchica Fermento

Nota bene: La persona tratta in arresto a Zurigo il 29 gennaio 2019 per le accuse relative ad un attacco incendiario contro diversi veicoli dell’esercito svizzero a Hinwil (Zurigo) il 27 settembre 2015, per un attacco incendiario contro l’antenna radio per le comunicazioni della polizia a Waidberg (Zurigo) il 10 luglio 2016 e per l’inserimento di manifesti (la polizia crede di conoscere una data per questo, il 16 novembre 2017) nella vetrina della Biblioteca Anarchica Fermento che presumibilmente invitavano a causare “danni alla proprietà e violenza contro aziende e persone che fanno parte dello sviluppo del carcere Bässlergut a Basilea e alla costruzione del PJZ a Zurigo”, nel mese di settembre 2019 ha consapevolmente collaborato con la polizia svizzera redigendo e depositando presso l’ufficio della pubblica accusa una dichiarazione in cui rende affermazioni che potranno essere utilizzate dalle forze dell’ordine contro un compagno anarchico latitante e ricercato da luglio 2016 per le stesse azioni. Oltre a ciò, ha rivolto i sospetti verso alcuni amici e conoscenti. L’ex gruppo di solidarietà ha diffuso un testo su questa miserabile vicenda.


La bella e perfetta Svizzera, fatta di controllo e pace sociale, cuore della fortezza Europa passaggio chiave nel continente per le merci che passano attraverso l’asse autostradale e ferroviario. Culla di grosse multinazionali che saccheggiano e devastano il resto del mondo come il colosso Glencore o la famigerata Syngenta, solo per fare alcuni esempi.

Casa madre di grosse aziende farmaceutiche, grandi centri finanziari, banche e istituzioni umanitarie. La Svizzera, dove viene lavorato il 60% dell’oro mondiale, è sempre molto attenta e al passo con i tempi a livello tecnologico e militare lavorando a stretto contatto con lo stato di Israele e altre grandi potenze. Si pensi per esempio alla Ruag, importante azienda di armamenti esportatrice di materiale bellico in ogni angolo del pianeta, come in Nigeria, Libia, Arabia Saudita, Siria,..

Quando le idee prendono forma criticando alla radice tutto questo, lo Stato e il potere economico interviene con una sola reazione: repressione!

Così è successo alla biblioteca anarchica “Fermento” di Zurigo, attaccata con l’arresto di un compagno, uno dei suoi bibliotecari.

Questa operazione repressiva fa parte dell’agire quotidiano dello Stato contro chi vuole sovvertire questo sistema. Consapevoli di ciò affermiamo, che tutte e tutti siamo colpite/i, ma le idee non si arrestano e non si possono isolare!

Esprimiamo vicinanza, solidarietà e complicità alle compagne e ai compagni del Fermento in questo modo: continuando con la diffusione di idee e pratiche sovversive e rivoluzionarie che spazi come la biblioteca zurighese promuovono da anni.

Contro l’attacco al “Fermento” e contro l’arresto del compagno,

Per la libertà di tutte e tutti!

SPAZIO EDO – Lugano

[Tratto da frecciaspezzata.noblogs.org].

(it-en) Cagliari, Sardegna: Incendiato ripetirore

[Tratto da roundrobin.info].

Riceviamo e pubblichiamo:

Nella notte di giovedì 14 Febbraio è stato incendiato un ripetitore a
Cagliari, in piazza Maremma.
In solidarietà ai torinesi arrestati e all’Asilo sgomberato.
Antonio, Silvia, Giada, Larry, Nicco, Beppe LIBERI

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English translation:

Cagliari – A phone mast set on fire

In the night of Thursday, Februray 14th, a phone mast was set on fire in Cagliari, at square Maremma.
In solidarity with imprisoned anarchists of Turin and to the evicted Asilo.
Freedom for Antonio, Silvia, Giada, Larry, Nicco, Beppe.

(it) Italia: 2 e 3 marzo – Presidi solidali con gli anarchici arrestati a Torino e in Trentino

Visto che lo Stato disperde compagni e compagne nelle cartceri di mezza Italia per sfilacciare la solidarietà, ci muoveremo noi per salutarli. E per ribadire che, chiunque sia stato

è giusto attaccare i lager della democrazia e chi li gestisce
è giusto attaccare chi fa la guerra e chi vi collabora
è giusto attaccare chi prepara l’apocalisse nucleare
è giusto attaccare gli strumenti del controllo sociale
è giusto attaccare chi rastrella, deporta, rinchiude
è giusto attaccare le agenzie dello sfruttamento
è giusto attaccare chi si arricchisce finanziando il boia Erdogan
è giusto attaccare le sedi del razzismo di Stato

Presidi presso le carceri di:

2 marzo

Tolmezzo, via Paluzza 77. Ore 14.00.

3 marzo

Brescia (Casa Circondariale di Canton Mombello), via spalto S. Marco 20. Ore 15.00.
Brescia (Casa di Reclusione di Verziano), via Flero 157. Ore 18.00.
Vicenza, via Basilio Dalla Scola 150. Ore 15.00.
Ferrara, via Arginone 327. Ore 16.30.
Torino, via M. A. Aglietta 35. Ore 18.00.
Verona (C. C. di Montorio), via S. Michele 15. Ore 18.00.

Libertà per Silvia, Giada, Antonio, Lorenzo, Beppe, Nicco, Stecco, Agnese, Rupert, Sasha, Nico, Giulio, Poza.

[Tratto da csakavarna.org].

(it) Firenze, Italia: Presidio di solidarietà con gli anarchici prigionieri per l'”operazione Panico” (23/03/2019)

Senza tregua per l’anarchia

A marzo verrà pronunciata la sentenza contro i/le nostr* compagn* inquisit* per l'”operazione Panico”. Disertiamo il tribunale!

Sabato 23 marzo: Presidio in solidarietà a tutt* i/le prigionier* anarchic*.
Ore 16.00 a Firenze.

A breve uscirà il testo di chiamata e le informazioni più precise.

[Tratto da anarhija.info].

(it) Madrid, Spagna: Aggiornamento su Lisa

Dopo il suo trasferimento dal carcere di Willich [in Germania] a quello di Madrid, Lisa era stata messa in isolamento [regime FIES]. In una recente lettera ci dice che è passata al regime di detenzione ordinario e che le restrizioni sulla posta sono state revocate [può scrivere solo due lettere a settimana]. Sta bene e rimane forte.

Per scriverle:
Lisa Dorfer
C.P. Madrid V
Módulo 13
Carretera M609, km 3,5
28971 Soto del Real (Spagna)

[Tratto da anarhija.info].

(it) Cremona, Italia: Azione in solidarietà

[Tratto da roundrobin.info].

riceviamo e pubblichiamo:

Dopo gli arresti e le perquisizioni in Trentino, nella notte è stata messa fuori uso una colonnina della fibra ottica. Silenziare il tecnomondo per far urlare la carne viva. In solidarietà anche ai compagni di Torino, al compagno del Fermento, ai prigionieri delle operazioni scripta manent e panico. Anche qui nella nebbia di Cremona la pillola della repressione non va giù.

(it) Italia: Solidarietà con gli anarchici arrestati a Torino

Il 7 febbraio 2019 a Torino è avvenuta una operazione repressiva (denominata “operazione Scintilla”) che ha comportato, dalla prima mattinata, l’arresto di sei anarchici, alcune perquisizioni a Torino e altrove e lo sgombero dell’Asilo Occupato di via Alessandria, occupazione anarchica esistente dal 1995. L’accusa principale è di aver costituito o partecipato ad una “associazione sovversiva” (articolo 270 del codice penale) e di aver compiuto alcune azioni dirette inerenti la lotta contro i Cie ed i Cpr, carceri per persone migranti

Il 9 febbraio un corteo in risposta all’operazione repressiva si è mosso per le vie di Torino, cercando anche di avvicinarsi all’Asilo (completamente cinto da polizia e carabinieri, e nel frattempo devastato dalle forze dell’ordine e dagli operai addetti alla chiusura dell’edificio), per poi volgersi conflittualmente contro la città e ciò che quotidianamente fa da cornice all’esistenza degli oppressi. Durante il corteo alcune persone sono state arrestate e successivamente imprigionate, per poi essere scarcerate alcuni giorni seguenti.

Gli indirizzi:

Antonio Rizzo, Giuseppe De Salvatore, Lorenzo Salvato e Niccolò Blasi
Casa Circondariale di Ferrara
via Arginone 327
44122 Ferrara

Silvia Ruggeri e Giada Volpacchio
C. C. Lo Russo e Cutugno
via M.A. Aglietta 35
10151 Torino

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Qui di seguito alcuni testi in solidarietà con gli anarchici arrestati e contro lo sgombero dell’Asilo.

Solidarietà all’Asilo di Torino da Lecco

Da Lecco vogliamo esprimere vicinanza e solidarietà a* compagn* dell’Asilo occupato di Torino e a* arrestat* per associazione sovversiva dei giorni scorsi.

Questa azione repressiva è un ulteriore tassello dell’agire quotidiano dello Stato, che per sua natura attacca chi lotta per distruggerlo; non è la prima e non sarà l’ultima. Forti di questa consapevolezza, riteniamo che ogni volta valga la pena riaffermare con forza – a parole e con i fatti – che tutt* siamo colpit* e nessuno ha intenzione di fare un passo indietro.

La nostra complicità va anche a tutt* quell* che – a Torino e non solo – hanno dato una risposta, dimostrando che ci vuol ben altro per spegnere le fiamme di rivolta.

PER L’ANARCHIA, CON IL COLTELLO TRA I DENTI!

Brickoncelle e Brickoncelli

 

Bologna. Corteino in solidarietà con gli arrestati a Torino

Nella serata di giovedi 7 Febbraio un corteino composto da una trentina di “solidali con gli arrestati a Torino e con l’Asilo sotto sgombero” (questo il testo dello striscione d’apertura) ha attraversato le strade del quartiere Bolognina con interventi al megafono, scritte sui muri e attacchinaggio di manifesti sui fatti della giornata.
Infranti vetrate e bancomat di una BPM lungo il percorso.
La Banca Popolare di Milano è una delle banche azioniste di Alba Leasing, proprietaria dell’edificio del futuro CPR di Modena.

 

Savona. Solidarietà all’Asilo Occupato e ai compagni di Torino

Ancora un’operazione repressiva contro chi mette i bastoni tra le ruote alla macchina devastante dello stato e del capitalismo. Solo chiacchiere senza sostanza sono ammesse per esprimere un dissenso che deve rimanere “d’opinione”… Questo è il sistema democratico.

Gli anarchici, spina nel fianco del sistema, devono essere criminalizzati e attaccati con azione congiunta sbirri/media/politici… E’ una vecchia triste storia che ritorna!

Stroncare le relazioni sociali autentiche nella realtà per lasciare dilagare la merda propagandata dal regime mentre i servi volontari sbavano di fronte al manganello sventagliato e alle veline della questura!

Che crepi la vostra legalità con cui vi sbrodolate! Democratici, nazi-leghisti, arrivisti pentastellati che possiate sprofondare!

Solidarietà ai compagni: arrestati, caricati, oppressi… sui tetti,nelle strade e ovunque! Complicità in tutte le lotte!

Anarchici a Savona e dintorni

(it) Italia: In previsione di una mobilitazione antimilitarista in quel di Pisa

In previsione di una mobilitazione antimilitarista in quel di Pisa

Il 4 aprile 2019 ricorrerà il 70° anniversario della nascita della NATO.

Per quei giorni a livello internazionale (e probabilmente anche a Pisa) sono previste mobilitazioni pacifiste contro questa organizzazione che, forte di un’alleanza militare fra Stati, impone tramite la guerra il modello di sfruttamento dei paesi più forti a tutto il mondo.

La NATO, ormai da decenni, effettua vere e proprie invasioni di terre e massacri di popolazioni attraverso parole d’ordine come “Pace e Democrazia”, usate per nascondere i reali obiettivi: gli interessi politico/economici e il saccheggio delle risorse naturali.

Pisa, come molte altre città italiane, da sempre si caratterizza per la presenza invasiva del sistema militare: le strutture fisiche – Camp Darby ne è solo un esempio – e quelle di ricerca continuano a proliferare sul territorio, volute e difese dai vari governi della città.

La guerra necessaria agli Stati e al capitalismo diventa quindi il convitato di pietra del discorso politico locale e non solo, ma certo non delle nostre esistenze. In realtà, è chiaro, siamo sempre in guerra, o impegnati nella sua preparazione. Ed altrettanto chiaro deve essere che chi fa la guerra non può essere lasciato in pace.

Vogliamo quindi cogliere l’occasione dell’anniversario per lanciare una mobilitazione sul territorio pisano, contro la NATO, la guerra e tutti gli Stati.

Sabato 2 Marzo si terrà un’assemblea pubblica che vuole essere il primo appuntamento di un mese di mobilitazione che culminerà nelle giornate del 5, 6 e 7 Aprile a Pisa.

 

COS’È CAMP DARBY

La base statunitense è situata nella pineta di Tombolo, tra la provincia di Pisa e la periferia Nord di Livorno, all’interno del parco naturale di Migliarino-S.Rossore-Massaciuccoli ed occupa circa mille ettari di terreno.

Camp Darby, gestita dall’ U.S. Army, ospita al suo interno anche un comando NATO; ha inoltre la funzione di stoccaggio e manutenzione degli armamenti, essendo il più grande deposito europeo di armi USA, che contiene anche testate nucleari ed uranio impoverito.

Al suo interno arrivano una linea ferroviaria, che la collega all’aeroporto di Pisa e alla linea Torino – Roma delle FS, il canale dei Navicelli, che la unisce al Porto di Livorno ed è in prossimità dello svincolo Pisa Centro dell’autostrada A12.

La concessione agli USA è avvenuta nel 1951, dopo un trattato bilaterale firmato dall’allora Ministro della difesa italiana, dal governo statunitense e dal Pentagono.

Come tutte le altre basi USA in Italia, Camp Darby è inserita nella catena di comando del Pentagono e quindi sottratta ai meccanismi decisionali italiani.

Negli anni della guerra fredda la base era un covo per l’addestramento del personale di Gladio, struttura che fra le altre cose ha collaborato alla strategia della tensione, che si è realizzata anche con le stragi neofasciste e di Stato. La base militare ha svolto una funzione fondamentale nelle operazioni belliche statunitensi in Medio Oriente, soprattutto dagli anni ’80, superando la funzione anti-sovietica per la quale era nata. In virtù della sua posizione nel Mediterraneo non solo rifornisce le portaerei a stelle e strisce, ma da qui in passato partirono anche grandi quantitativi di armi destinate ad organizzazioni paramilitari centroamericane.

Nel 1986 si scoprì che la base era stata al centro del traffico segreto di armi verso l’Iran, il cosiddetto scandalo Iran-Contras gate, gestito dalla CIA con la complicità del governo italiano.

Ulteriori conferme della sua importanza strategica si desumono dal fatto che provenivano da Camp Darby circa 4.000 tonnellate di bombe e granate usate contro l’Iraq durante l’operazione Desert Storm del 1991, così come il 60% delle bombe sganciate sulla Jugoslavia nel 1999. La base è diventata sempre più importante nella strategia di proiezione verso l’Europa dell’Est, il Mediterraneo ed il Vicino Oriente.

 

IL POTENZIAMENTO DELLA BASE

Dall’inizio degli anni Novanta questa base si è costantemente ampliata, e quest’anno è cominciato con l’avvio della fase operativa di un nuovo progetto, presentato dal ministero della Difesa su richiesta del Pentagono, per un suo ulteriore potenziamento.

A Dicembre 2018 sono infatti iniziati i lavori che prevedono la costruzione di un nuovo tronco ferroviario, lungo circa 2,5 Km, che sarà utilizzato per il trasporto di armi e munizioni dirette ai depositi della base militare.

I binari collegheranno la piccola stazione di Tombolo al cuore di Camp Darby, attraverso un ponte girevole in acciaio che sarà realizzato sul Canale dei Navicelli.

Il piano, ritenuto strategico per “la salute dell’uomo e la pubblica sicurezza” prevede inoltre il taglio di 937 alberi (autorizzato dall’Ente Parco) che dovranno far posto alle linee ferroviarie destinate a modificare il paesaggio tra Pisa e Livorno ed il potenziamento della Tombolo Dock, ovvero la banchina usata dalla base per la ricezione e la spedizione di materiale bellico situata sulle sponde del Canale dei Navicelli, che collega la Darsena pisana al Canale Scolmatore dell’Arno e quindi al mare del Porto di Livorno.

La Cimolai SpA, la società di Pordenone che si occupa delle infrastrutture, si è aggiudicata l’appalto di circa 40 milioni di dollari per la realizzazione dei lavori. Terna, che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica in alta e in altissima tensione in tutta Italia, collabora pure: ha firmato la convenzione con Cimolai per l’interramento della linea elettrica. L’intento sarebbe creare una sorta di hub delle armi che, dal porto di Livorno, vengono stoccate a Camp Darby e smistate su acqua, ferro e gomma per raggiungere i vari teatri di guerra.

 

PISA MILITARE

Il militarismo a Pisa non è rappresentato solo dall’ingombrante presenza di Camp Darby; per cominciare, lo stesso Parco naturale nel quale è situato ospita anche il Centro Interforze Studi e Applicazioni Militari (C.I.S.A.M.) delle tre Forze Armate, ormai noto per l’opera di Decommissioning del proprio Reattore Sperimentale che ha comportato lo sversamento delle acque radioattive della piscina di raffreddamento proprio nel Canale dei Navicelli nell’arco del 2014; meno conosciuta invece è la Base Addestramento Incursori (B.A.I.), sempre ospitata all’interno del Parco, centro nel quale vengono formati i futuri incursori paracadutisti del 9° Reggimento d’assalto “Col Moschin”, reparto speciale dell’esercito italiano che ha sede a Livorno.

Per continuare nel triste elenco di presenze militari sul territorio non possiamo dimenticarci della Brigata Paracadutisti Folgore che, tra il Centro di addestramento (situato a Pisa) e la sede del Comando della Brigata (il suo quartier generale che si trova a Livorno), riempiono le serate cittadine di decine di ‘teste rasate’ e le strade di quei ‘baschi amaranto’ dell’Operazione Strade Sicure. Oppure l’Aeroporto Militare di Pisa, sede della 46° Brigata Aerea dell’aeronautica Militare, che negli ultimi anni si è ampliato per diventare un Hub nazionale per le Forze Armate, in grado di mobilitare fino a 30 mila militari e 12 mila tonnellate di materiali al mese, tutto ciò in una città di 90mila abitanti proclamatasi “città della Pace”.

Il panorama militarista pisano è ampio e ben fornito, e trova una giusta rappresentanza anche in tutti quei ‘luoghi del sapere’, pubblici e privati, come Università e Scuola Sant’Anna. Sappiamo bene infatti come la ricerca civile contribuisca in maniera effettiva (e solamente di facciata in modo neutrale) al rafforzamento e all’evoluzione dell’apparato militare. Il Sant’Anna, considerato uno dei fiori all’occhiello della città, ne rappresenta un ottimo esempio: basta citare il corso di peacekeeping che, in collaborazione con il Centro militare di studi strategici, prepara la futura classe dirigente a lavorare a stretto contatto con i militari, formando i futuri osservatori marchiati UE, ONU. E che dire della collaborazione con l’azienda livornese WASS, del gruppo Leonardo-Finmeccanica, leader nella costruzioni di siluri di ultima generazione. O ancora le collaborazioni con l’Esercito e con la Boeing.

Infine l’Università di Pisa e le sue ricerche, i laboratori per i radar fotonici o per il nucleare “sicuro” ed aziende come IDS, che progettano droni e tecnologie di puntamento al servizio degli eserciti di mezzo mondo.

La guerra in questa città è di casa.

 

LA GUERRA INTORNO A NOI

Il concetto di guerra è un concetto ampio: guerra esterna, per l’approvvigionamento di risorse e mercati per l’industria nazionale, guerra interna, per il controllo e la pacificazione del mondo sociale. Guerra militare, ma anche guerra al vivente in senso più ampio possibile: l’attacco alla biodiversità condotto dalle colture OGM o la visione della Terra come di un luogo da sfruttare e da ridurre ad un insieme di “risorse”, anche tramite la costruzione di opere come il TAP in Puglia.

La preparazione della guerra non avviene in tempo di pace solo in quanto accumulazione quantitativa degli armamenti e definizione degli schieramenti geopolitici.

Il processo è molto più profondo, e comprende in maniera più globale le condizioni sociali ed economiche in tutta la loro complessità: esse devono divenire tali da giustificare la guerra guerreggiata come extrema ratio agli occhi dei governati (e anche di alcuni governanti). Ma questo desiderio di legittimazione è solo un illusione, un effimero gioco di specchi, in quanto la guerra è al contrario e comunque una componente organica ed onnipresente nei processi di ristrutturazione e trasformazione del Dominio, accumulazione di Capitale, nonché del mantenimento e della conquista del Potere. Questa rappresentazione della guerra, come evento possibile e non necessario al mantenimento della “prosperità” nella quale viviamo, è soltanto una mistificazione il cui fine è quello di non far mettere in discussione il sistema sociale nel suo complesso come causa e fonte delle guerre e dei morti, garantendone così la continuazione ed il mantenimento della possibilità di governare, nonostante le sofferenze che provoca quotidianamente.

Progressi enormi sono stati compiuti dal punto di vista tecnologico negli ultimi anni: la sfida per i sistemi di posizionamento geografico (GPS) ha fatto sì che molte potenze si dotassero di un sistema proprio ed autonomo rispetto agli Stati Uniti (Cina, Russia, India, Ue); nuove dottrine della guerra, come quella per il controllo dello spazio elettromagnetico (ovvero la virtualità e le telecomunicazioni, leggasi cyberwarfare), controinsorgenza e conflitti asimmetrici influenzano le questioni più vitali di un paese; le tecnologie belliche, sia convenzionali che nucleari, biologiche, chimiche e nanotecnologiche, sono profondamente mutate e, trasformatesi, ridisegnano scenari e strategie del modo di condurre la guerra e del modo in cui essa si interseca con la società e i diversi settori produttivi; l’industria, quanto meno quella occidentale, è sempre più focalizzata sul contenuto tecnologico e legato al sapere presente nel processo di produzione, e sempre meno alla quantità. La ricerca del valore aggiunto legato al contenuto tecnologico ha soppiantato la ricerca del volume della produzione.

Ciò che viene ricercato nel nostro presente è infatti un processo di valorizzazione della merce (che trova le sue origini nello sfruttamento sempre più affinato del lavoro) estremo e sempre più raffinato. Per questo assistiamo oggi, tra cyberwarfare e guerra elettronica, all’accelerazione del progresso tecnologico, le nuove rivoluzioni industriali e la diffusione su scala globale del modo di produzione capitalistico – con il conseguente e contemporaneo esaurimento dei territori non capitalistici da trasformare in mercati di sbocco delle merci prodotte dalle economie nazionali e degli spazi vergini da colonizzare con le proprie logiche. Terreno di conquista, di scontro, lo divengono così gli esseri viventi, fin nelle loro componenti biologiche, o i sogni, i desideri e i bisogni degli individui. Tutto ciò pone nuove sfide all’analisi, alla riflessione ed all’azione rivoluzionaria.

 

GUERRA INTERNA ED OPPRESSIONE

La militarizzazione securitaria sempre più spudorata della società segue a ruota l’intensificarsi dei processi di guerra interna. Accompagnate da una propaganda isterica sulla sicurezza, con la riabilitazione culturale della gerarchia e dell’obbedienza all’autorità, si stanno varando misure legislative, amministrative, tecniche di “pulizia sociale” che mirano a pacificare la società perché ognuno stia al suo posto. In molti comuni sono stati varati regolamenti che proibiscono il semplice sedersi o mangiare sugli scalini in certe zone delle città, si tolgono panchine e chiudono fontanelle. Negli ultimi tempi abbiamo visto aumentare le pene per reati come il blocco stradale e l’occupazione di spazi. Soprattutto abbiamo visto nell’Operazione Strade Sicure i militari schierati nelle strade, super armati, chiedere i documenti, interpellare e minacciare tutti quelli che appaiono indesiderabili, perché chi non si conforma, per volontà o per necessità, agli imperativi dei padroni, si trovi sempre più in difficoltà.

Lor signori sanno bene che il tipo di società che gestiscono produce sempre più esclusione e miseria e prendono le misure necessarie.

Garage Anarchico Pisa

(it) Italia: Solidarietà agli arrestati in Trentino

Canzone arrabbiata

Provano rabbia per questo mondo di sfruttamento e di autorità. Questa fondamentalmente la colpa degli anarchici, di tutte le epoche. Ed è per questo che lottano, con o senza violenza, perché la violenza è parte di questo mondo. Non possono sopportare che la gente muoia in mare, nell’indifferenza generale. Non sopportano che si alzino muri, frontiere, galere e filo spinato, che il mondo sia dominato dall’ideologia militare. Non tollerano che si aizzi la guerra tra poveri e il razzismo, che personaggi insulsi e inutili fomentino tutto questo, come fa il ducetto Salvini e tutto il partito che rappresenta. Non sopportano che la natura, quella dove si è cresciuti fino a quella più lontana, venga devastata e annientata. Non possono ancora consentire che la morale, religiosa e non, ci schiacci e decida del nostro corpo, così come della nostra esistenza. Non accettano la schiavitù, quella salariata come quella tecnologica. Desiderano tutto, sono innamorati della poesia. Per questo i compagni anarchici del Trentino sono stati arrestati, per questo siamo a loro fianco.
Tra chi si rassegna e chi apre orizzonti, abbiamo da tempo scelto con chi parteggiare. In pochi giorni due ondate repressive contro gli anarchici, hanno coinvolto Torino, Trento e Rovereto. E la solita macchina mediatica si è messa in moto. Questo, forse, sarà servito a trovare dei facili nemici interni su cui scagliare il perbenismo democratico, o ad occultare il peggioramento delle condizioni di tutti. Oppure servirà a nascondere quanto il controllo sia parte dell’esistenza e quanto l’addomesticamento sia il pilastro del presente e futuro consenso, ma non potrà certo bastare a renderci completamente muti.
Camminiamo e cantiamo, per questo tentiamo di distruggere le catene, non solo le nostre. E siamo scintille, fuochi, semi, alberi, onde, montagne, farfalle. Il nostro pensiero ai compagni arrestati a Trento e Rovereto.

Solidarietà complice e arrabbiata. TERRORISTA È LO STATO!

Biblioteca anarchica occupata Disordine [Lecce]

(it) Trentino, Italia: Arresti e perquisizioni a seguito di una operazione repressiva contro gli anarchici in Trentino (19/02/2019)

Arresti e perquisizioni a seguito di una operazione repressiva contro gli anarchici in Trentino

Durante la notte e la mattina di martedì 19 febbraio 2019 in varie località del Trentino sono stati arrestati sette anarchici: Agnese, Giulio, Nico, Poza, Rupert, Sasha, Stecco. Ad una persona sono stati imposti gli arresti domiciliari, mentre tutti gli altri sono stati imprigionati in varie carceri. Le accuse principali sono “associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico” (articolo 270bis del codice penale) e di “attentato con finalità di terrorismo” (articolo 280 del codice penale), in riferimento ad alcune azioni dirette avvenute in Trentino nel corso degli ultimi anni. Altri reati di cui sono accusati sono: “interruzione di pubblico servizio”, “danneggiamento”, “sabotaggio di apparecchi telematici”, “incendio” e “trasporto di materiale esplodente”. Contestualmente sono avvenute 50 perquisizioni, con circa 150 poliziotti e carabinieri mobilitati nell’operazione repressiva (cui è stato dato il nome di “operazione Renata”, a quanto pare un nome tratto dal nomignolo dato ad una automobile utilizzata da dei compagni). Le indagini sono state condotte da Digos (polizia di Stato) e ROS (carabinieri). Nella stessa giornata degli arresti è avvenuta una conferenza stampa, a Roma, a cura dell’antiterrorismo. E’ chiaro il tentativo di colpire la presenza anarchica in Trentino, incasellando e descrivendo i rapporti tra compagni anarchici entro una fantomatica “associazione sovversiva” (con leader, gregari, cassiere, responsabili, “covi”, ecc.), un’accusa volta a cercare di distribuire il maggior numero di anni di carcere possibile.

E’ probabile che prossimamente i compagni verrano trasferiti in altre carceri (quindi cambieranno gli indirizzi). Qui di seguito gli ultimi indirizzi aggiornati.

Solidarietà rivoluzionaria con gli anarchici prigionieri!

 

Giulio:
Giulio Berdusco
Casa Circondariale
Via Paluzza 77
33028 Tolmezzo (UD)

Rupert:
Roberto Bottamedi
Casa Circondariale di Brescia Canton Mombello
Via Spalto S. Marco 20
25100 Brescia (BS)

Nico:
Nicola Briganti
Casa Circondariale di Verona Montorio
Via S. Michele 15
37131 Verona (VR)

Stecco:
Luca Dolce
Casa Circondariale
Via Paluzza 77
33028 Tolmezzo (UD)

Poza:
Andrea Parolari
Casa Circondariale di Vicenza
Via Basilio Dalla Scola 150
36100 Vicenza (VI)

Agnese:
Agnese Trentin
Casa di Reclusione Verziano
Via Flero 157
25125 Brescia (BS)

(it-en-fr) Torino, Italia: Testo letto dai solidali al processo Scripta Manent

https://anarhija.info/library/i-u-italija-uvijek-visoko-uzdignute-glave-poziv-na-1.jpgBelow French and English translations.

Testo letto dai solidali al processo Scripta Manent

Lunedì 11 febbraio nell’aula bunker del carcere di Torino un nutrito gruppo di compagni e compagne ha espresso la sua solidarietà agli anarchici/e sotto processo in seguito all’Operazione “Scripta manent”. Il PM Roberto Sparagna, è stato impossibilitato a prendere parola per formulare la sua requisitoria. Dopo diversi slogan e la lettura del seguente testo, la Corte ha interrotto l’udienza. L’aula è stata sgomberata dall’intervento delle squadre antisommossa. Nel corso della protesta è stata espressa solidarietà a tutti gli anarchici arrestati sotto processo in questo periodo, in seguito all’operazione “Scripta manent”, operazione “Panico” e “Scintilla”, e contro lo sgombero dell’Asilo Occupato a Torino. Continue reading

(it) Russia: Chiamata di solidarietà – Un’altra ondata di arresti e torture contro gli anarchici

Il 1° febbraio 2019, gli agenti del Servizio Federale di Sicurezza, l’organo di sicurezza dello Stato russo erede del KGB[1], hanno arrestato una decina di persone nell’ultima ondata della loro campagna repressiva condotta contro gli anarchici di tutto il paese.

Dopo una brutale tortura durante le seguenti 24 ore con lo scopo di costringerli ad auto-incolparsi, hanno rilasciato 11 di loro. L’ultima persona, Azat Miftakhov, attualmente scomparso (all’interno del sistema giudiziario), mentre il FSB aveva continuato a torturarlo, negandogli la visita dell’avvocato.

Questo è solo l’ultimo di una serie di casi nei quali il FSB ha utilizzato la tortura per forzare gli arrestati a rilasciare confessioni false, con l’intenzione di fabbricare “cospirazioni terroriste” per reprimere l’attivismo anche in altri paesi.

L’ultima novità del FSB è torturare i detenuti per rilasciare false dichiarazioni ai mezzi di comunicazione dello Stato e anche alla polizia. Dopo che gli agenti del FSB hanno torturato il compagno con scariche elettriche per due ore nel retro di una macchina, Daniel Galkin è stato trascinato davanti ad un giornalista della tv di Stato “Primo Canale” (Pervi Kanal), ordinandogli di fare dichiarazioni per discreditare il movimento anarchico.
Tutto ciò è familiare ai metodi che lo Stato utilizzava contro i comunisti dissidenti negli anni Trenta durante il governo di Stalin. Una volta liberato, Galkin ha fatto una dichiarazione pubblica sulla tortura alla quale è stato sottoposto e sui metodi che il FSB utilizza per terrorizzare.

“Voglio parlare. Voglio dire ciò che è successo finché posso. Tramite tutti i mezzi e strumenti possibili. Voglio fare tutto il possibile per raccontare questo alle persone. Dormo molto male. Dormo ed è come se loro continuassero a perseguitarmi, sfondando la porta in basso e portandomi in qualche luogo nel bosco, perché in Russia è questo che si fa con le persone militanti.”

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Nuova repressione contro gli anarchici russi

Il 1° febbraio, a Mosca, il Servizio Federale di Sicurezza (FSB) ha fatto irruzione in varie abitazioni, arrestando 10 persone con accuse di “cospirazione”. Tutti sono stati liberati dopo un lungo giorno di interrogazioni e torture fisiche, eccetto una persona, Azat Miftakhov. E’ stato accusato di “fabbricazione di esplosivi” e di essere membro di “una organizzazione radicale anarchica, Narodnaja Samooborona” (l’Autodifesa Popolare). Durante tutto l’anno scorso, questa organizzazione è stata l’obiettivo principale della polizia e della repressione in Russia: varie persone accusate di esserne membri sono state arrestate, torturate o minacciate. Alcune di loro hanno dovuto abbandonare il paese sotto minaccia di pesanti condanne di carcere e torture.

Uno degli anarchici detenuti, Danil Galkim, ha informato sulle torture. Dopo la detenzione è stato picchiato e torturato con scariche elettriche in una macchina di polizia, per due o tre ore. Sotto tortura, Galkin è stato forzato a dire che Azat Miftakhov è un anarco-comunista e che ha preso parte in azione anarchiche. Galkin è stato forzato anche a dare un’intervista che comprometteva gli anarchici sulla TV federale “Primo Canale” (Pervi Kanal), e a promettere che “che avrebbe collaborato con la polizia fornendo informazioni su azioni anarchiche”.

Nel commissariato di Balašicha, a Mosca, Galkin ha visto Azat che era stato minacciato dagli agenti del FSB e aveva le braccia legate. Secondo lui Azat “non sembrava un essere umano” a seguito delle torture. Ha detto inoltre di aver sentito le urla di una delle ragazze attiviste detenute, la quale si trovava nella stanza accanto alla sua. Ha sentito pure che uno degli anarchici detenuti si avrebbe tagliato le vene e preso delle pastiglie per evitare la tortura, con la speranza di non fornire nessuna informazione su altri compagni. Secondo altri testimoni e giornalisti questa persona sarebbe Azat Miftakhov.

Abbiamo appena saputo che Azat rimarrà in carcere, almeno, fino al 7 febbraio.

Invitiamo ad azioni di solidarietà, alla diffusione di queste notizie e all’appoggio economico. In Russia (e nei territori recentemente annessi, come la Crimea) sono in corso diversi procedimenti penali in quali gli anarchici affrontano accuse di “terrorismo”. Questo comprende il caso “Network” (il caso contro l’anarchico Vyatcheslav Lukichev, contro l’anarchico Kirill Kuzminkin, il caso contro l’anarchico di Crimea, Evgeniy Karakashev).

Per donare per la difesa legale di Azat Miftakhov e altri militanti russi:
1. – Attraverso il conto di PayPal di Croce Nera Anarchica di Mosca. Indicare nell’oggetto “for Azat”.
2. – Attraverso il conto di PayPal di Vladimir Akimenkov.
3. – Attraverso il bonifico internazionale: SWIFT SABRRUMM
Numero conto: 40817810238050715588
Nome: AKIMENKOV VLADIMIR GEORGIEVITCH
Per favore, indicare “solidarity donation” quando fate il bonifico.

[1] Il FSB è stato creato nel 1995 con il compito di gestire eventuali minacce allo Stato. Questo organo collabora con le forze di polizia straniere nella lotta contro il jihadismo e contro alcune bande di crimine organizzato. Il FSB ha investito risorse nella lotta contro i ribelli separatisti della Cecenia nella guerra sviluppatasi nel 1994-1996 e nel 1999-2000. Una parte del lavoro del FSB consiste nell’evitare qualsiasi ondata di proteste pro-occidentali in Russia, come lo è stata la Rivoluzione delle Rose in Georgia nel 2003, e la Rivoluzione Arancione in Ucraina nel 2004. Putin è stato a capo di questo ufficio prima di salire al potere.

[Tratto da anarhija.info].

(it) Svizzera: Tre mesi di detenzione preventiva per il compagno arrestato a Zurigo

Nota bene: La persona tratta in arresto a Zurigo il 29 gennaio 2019 per le accuse relative ad un attacco incendiario contro diversi veicoli dell’esercito svizzero a Hinwil (Zurigo) il 27 settembre 2015, per un attacco incendiario contro l’antenna radio per le comunicazioni della polizia a Waidberg (Zurigo) il 10 luglio 2016 e per l’inserimento di manifesti (la polizia crede di conoscere una data per questo, il 16 novembre 2017) nella vetrina della Biblioteca Anarchica Fermento che presumibilmente invitavano a causare “danni alla proprietà e violenza contro aziende e persone che fanno parte dello sviluppo del carcere Bässlergut a Basilea e alla costruzione del PJZ a Zurigo”, nel mese di settembre 2019 ha consapevolmente collaborato con la polizia svizzera redigendo e depositando presso l’ufficio della pubblica accusa una dichiarazione in cui rende affermazioni che potranno essere utilizzate dalle forze dell’ordine contro un compagno anarchico latitante e ricercato da luglio 2016 per le stesse azioni. Oltre a ciò, ha rivolto i sospetti verso alcuni amici e conoscenti. L’ex gruppo di solidarietà ha diffuso un testo su questa miserabile vicenda.


Aggiornamento: sono stati imposti 3 mesi di detenzione preventiva al compagno arrestato a Zurigo il 29 gennaio.

Tre mesi di detenzione preventiva sono stati imposti al nostro compagno, con la seguente spiegazione: rischio di fuga e pericolo di collusione. Ora è nella prigione distrettuale di Zurigo BGZ. Il pericolo di fuga viene impiegato come argomento perché, tra le altre cose, un altro compagno è ancora in fuga accusato dell’azione incendiaria contro la stazione radio di Waidberg (Zurigo).

L’imposizione di tre mesi di detenzione preventiva è la massima applicazione restrittiva, e ogni tre mesi tale tipologia di detenzione deve essere riconfermata per legge da un giudice di custodia. Per i compagni che non hanno familiarità con il regime di detenzione cautelare in vista del processo presente in Svizzera: in questo Stato è prassi comune che la detenzione preventiva abbia una durata piuttosto lunga, a volte persino anni. È possibile che vogliano tenere in carcere il nostro compagno fino ad un eventuale processo.

Se vuoi scrivere al nostro compagno arrestato contatta direttamente la Biblioteca Anarchica Fermento, tramite e-mail o per posta. Tuttavia, le lettere che riguardano il suo caso saranno trattenute dal procuratore di Stato e non gli saranno consegnate dal carcere, lo stesso vale per i libri e le grosse pubblicazioni.

Vostri,
Biblioteca Anarchica Fermento

Indirizzo:
Anarchistische Bibliothek Fermento

Zweierstrasse 42
8005 Zürich [Switzerland]

e-mail: bibliothek-fermento [at] riseup.net

(it) È uscito il numero 3 del giornale anarchico “Vetriolo”

Vetriolo – Giornale anarchico – Numero 3 – Inverno 2019

i-e-italia-e-uscito-il-numero-3-del-giornale-anarc-1.jpgQuesto numero è la quarta uscita di “Vetriolo”. Quattro numeri, per una pubblicazione come questa, non sono certo pochi. Un giornale che, piuttosto che accumulare e rinforzare certezze, crediamo abbia cercato di corroderle e farle crollare, ponendo nuovi dubbi e alimentando antichi interrogativi. Non certo per il puro gusto della retorica o della polemica, ma perché pensiamo che di “nodi da sciogliere” ve ne sono sempre parecchi. Allo stesso tempo riteniamo occorra riflettere ed analizzare, un difficile lavoro che certamente non è opposto alla corrosiva demolizione di certezze, ma che, anzi, vi è complementare. In queste riflessioni ed analisi abbiamo sempre affermato che la realtà non è un enigma incomprensibile, a differenza di quanto sostenuto da coloro che vorrebbero imporci la loro desistenza. Così, anche in questo numero si è tentato di analizzare la realtà odierna e, in particolare, lo si è voluto fare proponendo anche alcune ipotesi, oltre a proseguire con le riflessioni e le analisi che hanno contraddistinto i precedenti numeri sia attraverso articoli teorici più o meno estesi che di agitazione e d’attualità. Al lettore le proprie considerazioni. Ribadiamo e ricordiamo, ancora, che questo giornale non è né un asettico prodotto intellettuale né un contenitore di opinioni o di pareri. Proprio perché non intende chiudersi entro facili risposte, strillare soluzioni pronte all’uso o brandire tesi precostituite, si tratta di uno strumento che può implicare un vivo coinvolgimento con le idee in esso affermate, e questo lo auspichiamo sempre.

Sommario:

– L’Idea indicibile
– Azione… e reazione
– L’assalto con l’asta. Un incontro sportivo tra lotte e repressione
– Quale internazionale? Intervista e dialogo con Alfredo Cospito dal carcere di Ferrara. Seconda parte
– La punta dell’iceberg
– A Marco
– Degenerazioni. Tra orgoglio e vittimismo di genere
– Pensieri e parole. A proposito del karaoke su Battisti
– Nazionalismoduepuntozero. Dodici ipotesi su robotica, crisi della globalizzazione e «ritorno» dello Stato-nazione
– Libia: guerra per procura tra Italia e Francia
– La fine dell’insurrezionalismo?
– La morte dello Stato
– I grandi editori
– Una storia sinistra. Terza parte (1962-1982)

Per richieste di copie e contatti fare riferimento alla seguente e-mail: vetriolo[at]autistici.org

Una copia: 2 euro. Per la distribuzione, a partire da almeno cinque copie: 1 euro e 50 cent. a copia. Spese di spedizione in Italia: 1 euro e 30 cent. (fino a due kg). Gratis per le persone prigioniere. Sono ancora disponibili copie dei numeri 0, 1 e 2.

(it) Zurigo, Svizzera: Arrestato un compagno della Biblioteca Anarchica Fermento (29/01/2019)

Nota bene: La persona tratta in arresto a Zurigo il 29 gennaio 2019 per le accuse relative ad un attacco incendiario contro diversi veicoli dell’esercito svizzero a Hinwil (Zurigo) il 27 settembre 2015, per un attacco incendiario contro l’antenna radio per le comunicazioni della polizia a Waidberg (Zurigo) il 10 luglio 2016 e per l’inserimento di manifesti (la polizia crede di conoscere una data per questo, il 16 novembre 2017) nella vetrina della Biblioteca Anarchica Fermento che presumibilmente invitavano a causare “danni alla proprietà e violenza contro aziende e persone che fanno parte dello sviluppo del carcere Bässlergut a Basilea e alla costruzione del PJZ a Zurigo”, nel mese di settembre 2019 ha consapevolmente collaborato con la polizia svizzera redigendo e depositando presso l’ufficio della pubblica accusa una dichiarazione in cui rende affermazioni che potranno essere utilizzate dalle forze dell’ordine contro un compagno anarchico latitante e ricercato da luglio 2016 per le stesse azioni. Oltre a ciò, ha rivolto i sospetti verso alcuni amici e conoscenti. L’ex gruppo di solidarietà ha diffuso un testo su questa miserabile vicenda.


Martedì 29 gennaio 2019, poco dopo mezzogiorno, un nostro compagno è stato arrestato nel suo appartamento. La porta è stata aperta con la forza da un’unità forense.

Il suo arresto, le perquisizioni domiciliari a casa sua e – ancora una volta – alla Biblioteca Anarchica Fermento sono state giustificate dalle autorità con le seguenti accuse:
– Attacco incendiario contro diversi veicoli dell’esercito svizzero a Hinwil (Zurigo) il 27 settembre 2015.
Attacco incendiario contro l’antenna radio per le comunicazioni della polizia a Waidberg (Zurigo) il 10 luglio 2016.
Inserimento di manifesti (la polizia crede di conoscere una data per questo, il 16 novembre 2017) nella vetrina della Biblioteca Anarchica Fermento (nella precedente sede) che presumibilmente invitavano a causare “danni alla proprietà e violenza contro aziende e persone che fanno parte dello sviluppo del carcere Bässlergut a Basilea e alla costruzione del PJZ a Zurigo”.

Il nostro compagno, che si occupa della biblioteca anarchica, e che era già stato tormentato in precedenza a causa di questa storia dei manifesti, è stato portato via da casa sua ed è stato sottoposto ad un cosiddetto trattamento ED (con l’ottenimento da parte della polizia di DNA, impronte digitali, ecc.), oltre che interrogato.

Oggi, questo martedì, il nostro compagno è stato arrestato di nuovo e pare che sia stato costretto, nel suo appartamento, a seguire i poliziotti fino alla Biblioteca Anarchica Fermento per aprirla o per dare loro le chiavi e… vivacemente, sono stati confiscati ancora due computer, di cui uno di essi nuovo di zecca e l’altro con un ampio archivio digitale…

Fino ad ora non abbiamo ricevuto alcuna dichiarazione esplicativa da parte della polizia, alcun mandato di ricerca o qualcosa di simile. Tuttavia, non presumiamo che il nostro compagno abbia aperto volontariamente la porta alla polizia o abbia persino dato loro i computer in regalo.

Successivamente il compagno è stato portato nella – così chiamata – prigione di polizia provvisoria di Zürich PROPOG, dove si trova ancora adesso. Venerdì (1 febbraio) vedrà il giudice di custodia, che deciderà sulla sua custodia cautelare prima del processo.

Protestiamo contro l’arresto del nostro compagno, indipendentemente dalla questione se le accuse siano vere o no. L’antimilitarismo e il sabotaggio sono sempre stati parte dell’anarchismo. Nella nostra biblioteca si possono trovare molteplici pubblicazioni su questo.

In particolare chiamiamo biblioteche, archivi e info-shops a informare di questo attacco al Fermento e ad uno dei nostri bibliotecari.

L’incontro straordinario della Biblioteca Anarchica Fermento il 31 gennaio 2019

PS: Necessitiamo di computers…

(it) Italia: Qualche chiarimento sul keylogger trovato a Napoli

Nell’ottobre 2018, diversi siti internet hanno pubblicato un articolo a proposito di un programma di sorveglianza di tipo keylogger, installato dagli sbirri e ritrovato su un computer in Italia.

Anche se questo esempio di sorveglianza si situa al di fuori del nostro campo (vogliamo limitarci piuttosto allo studio dei dispositivi di sorveglianza fisici, come indicato nel nostro invito a contribuire), abbiamo ritenuto importante parlarne lo stesso.

Abbiamo ricevuto delle mail di chiarimenti a proposito di questo programma di sorveglianza, che spiegano alcune cose rimaste poco chiare nell’articolo dell’ottobre 2018. Abbiamo riassunto qua sotto le nuove informazioni. Queste sono da prendere con precauzione, dato non è stato possibile analizzare correttamente il programma di sorveglianza (il disco fisso del computer infettato dal programma di sorveglianza è stato cancellato dopo la sua scoperta).

— Il sistema operativo del computer infettato dal programma di sorveglianza era Windows.
— Il programma è stato installato via internet. E’ rimasto sul computer per quattro anni. Quando il computer è stato formattato/reinstallato, il programma di sorveglianza veniva di nuovo installato, a distanza via internet.
— A quanto pare tale programma aveva bisogno di una connessione permanente a internet per spiare e per inviare le informazioni raccolte. Non poteva memorizzare i dati localmente e inviarli in un secondo tempo.
— Il programma poteva registrare la sequenza dei tasti schiacciati sulla tastiera, prendere regolarmente degli screenshot dello schermo e, a seconda delle misure di sicurezza presenti sul computer, registrare le comunicazioni in entrata e in uscita (pagine web visitate, etc.).
— L’esistenza del programma é stata scoperta grazie al dossier dell’inchiesta [l’operazione Scripta manent, NdT].

Il programma era stato fornito ai Carabinieri dalla ditta Neotronic. Qua sotto un estratto della presentazione del programma, fatta da Neotronic:

“Bisogna notare che il sistema NID (Neotronic Internet Decoder) può ottenere “in chiaro” tutte le comunicazioni spedite/ricevute dall’utilizzatore, finché queste non sono protette da tecniche di crittografia inattaccabili. Se, durante l’ascolto, vengono individuate delle comunicazioni cifrate (per esempio delle comunicazioni Blac Berry cifrate, Skype, della VoIP criptata, delle pagine web in https, etc.) é possibile interpretare il contenuto di queste comunicazioni, dopo valutazione delle misure di sicurezza prese dall’utilizzatore (firewall, antivirus, anti-malware) e dei programmi utilizzati, grazie al nostro agente informatico Enhanced Law Enforcement Neotronic Agent (ELENA), che può anche fornire a intervalli regolari degli screenshot del computer preso di mira e il testo digitato sulla tastiera connessa al computer utilizzato dalla persona presa di mira (comprese le mail criptate)”.

More precisions about the keylogger found in Italy

(tradotto dal francese da guerresociale)

[Tratto da anarhija.info].

(it) E’ stato pubblicato il numero 2 di “Negazine”

Negazine 2

Il secondo numero di una rivista come questa è, per noi, un gran successo. Non solo siamo contenti, il che sarebbe ovvio, ma siamo anche un poco meravigliati. Non ci facevamo illusioni e non ce ne facciamo neanche adesso. L’elenco delle questioni a noi incomprensibili, contenuto nell’articolo “E ora?” permane ancora valido, anche se abbiamo, qui, cercato di dare alcune risposte. Non che queste risposte non siano, in se stesse, soddisfacenti, è che man mano che avanzavamo nella stesura di esse ci accorgevamo che aprivano altri dubbi, ancora più complessi e numerosi delle risposte che riuscivano a dare alle questioni in gioco.

Prezzo di copertina 5.00 euro
Sconto del 40% per i distributori
2.00 euro spese postali

e-mail: edizionianarchismo@gmail.com

Edizioni Anarchismo

[Tratto da anarhija.info].

(it) Italia: Nuova carta di solidarietà per l’operazione Scripta Manent

https://anarhija.info/library/i-u-italija-uvijek-visoko-uzdignute-glave-poziv-na-1.jpgItalia: Nuova carta di solidarietà per l’operazione Scripta Manent

Comunichiamo il cambio del numero di carta postepay cui inviare soldi a sostegno dei compagni indagati per l’operazione Scripta Manent: 5333 1710 7777 2446

Chi preferisse effettuare un bonifico può contattarci all’indirizzo mail cassamanent@tutanota.com e riceverà le coordinate IBAN e l’intestazione della carta.

Cogliamo l’occasione per chiedere uno sforzo ai compagni dal momento che stiamo per affrontare le ultime fasi del processo e che andranno affrontate altre spese legali. Continue reading

Insuscettibile di ravvedimento

Insuscettibile di ravvedimento. Nell’odierna società iper-tecnologizzata un sito internet tra i tanti migliaia e migliaia di altri, ma non uno strumento volto a sentirsi parte – per chi lo gestisce – di una qualche comunità, seppure virtuale. Intendiamo utilizzare questo sito internet per creare uno spazio dove raccogliere testi anarchici tra i più disparati e molteplici, oltre che per divulgare informazioni relative al movimento anarchico, però senza pubblicare assiduamente eventi ed appuntamenti.

Siamo nemici della tecnologia e ci troviamo ad utilizzare uno strumento come questo. Un fatto che è chiaramente un controsenso, oltre che una contraddizione, proprio perché crediamo che ogni sito internet non faccia altro che contribuire al dominio comunicativo che il potere attua attraverso la tecnologia. E come sappiamo, ripetendo una frase di cui magari spesso nemmeno si colgono tutte le implicazioni, quest’ultima non è neutrale. Inoltre, tristemente, vediamo anche come l’enorme immiserimento cognitivo e culturale apportato dalla tecnologia abbia colpito il movimento anarchico; e questo, nell’immediato, molto banalmente, possiamo notarlo anche a partire dall’interesse che vi è per la carta stampata, che quasi pare scomparsa.

Consci delle innumerevoli problematiche e dei limiti, sia nostri che imposti dallo strumento, ci accingiamo comunque a farlo funzionare. Una parte del piccolo lavoro che ci proponiamo di attuare è la traduzione dei testi, per questo motivo invitiamo tutte le persone interessate ad inviare eventuali traduzioni di ciò che verrà pubblicato.

In ultimo, ci teniamo a dire che questo sito internet non rappresenta alcuna collettività o gruppo, che non andrà all’inseguimento dell’attualità, che non vogliamo categorizzare, omologare o uniformare nessuno e che, nel nostro raccogliere alcune espressioni della guerra sociale e del conflitto contro il potere, non intenderemo riportarne, descriverne o raffigurarne la totalità e la complessità, bensì coglierne alcuni lampi, tuoni e bagliori.

E-mail: insuscettibilediravvedimento[at]logorroici[dot]org