Grand Est, Francia: Devono cadere (03/11/2019)
Sabotaggio di piloni di misurazione per le pale eoliche, nella regione Grand Est.
Nella notte tra domenica e lunedì 3 novembre, abbiamo preso di mira dieci piloni di misurazione per le eoliche [servono per misurare la forza del vento, in vista dell’installazione di parchi eolici; NdT] nella regione Grand Est. Ne abbiamo fatti cadere sei e danneggiati tre, che non sono ancora caduti (sorpreeesa!!!). Questi piloni sono alti 100 metri, sono interamente in metallo ed hanno diversi cavi in acciaio, allineati su tre assi, per assicurarne la stabilità e se si tagliani i cavi, ecco… BADABUM! Un’altra cosa bella è che si trovano in campagna, spesso in zone molto isolate… Per tagliare i cavi in acciaio puoi tagliare tutti i fili con un tronchese o delle tenaglie (o tutto quello che credi opportuno e che se ne sta a far niente nella tua cassetta degli attrezzi), dal più lontano al più vicino al pilone, finché tutto crolla (di solito, dopo aver tagliato tre o quattro cavi). Tagliali tutti sullo stesso asse, così il pilone cadrà nella direzione opposta (pensa prima alla direzione in cui vuoi scappare, birichino!). Armati di perseveranza, perché, secondo la larghezza dei cavi, bisogna darci dentro; non esitare ad allontanarti un po’ quando cade, perché fa un casino d’inferno (certo, è divertente, ma fa pure un po’ paura).
Non abbiamo attaccato l’eolico soltanto perché ci piace combinare casini. Ma anche per quello che esso significa: campi interi di macchine bianche che spuntano in gran numero su tutte le colline dove ci piace giocare e che colonizzano gli spazi al di fuori delle città. Quegli stessi spazi che sono sempre più sfruttati per nutrire l’appetito insaziabile delle città in fatto di energia e di altri materiali di consumo.
Per noi, prendersela con l’eolico significa anche prendersela con il nucleare. Prendersela con la sua vetrina rispettabile. In effetti, non crediamo al mito per cui le “energie alternative” cercherebbero di rimpiazzare il nucleare. Esse si sommano a quest’ultimo. Non viviamo in un periodo di transizione, ma di crescita costante, che necessita quindi una sempre maggiore produzione di energie; se l’energia fa girare il mondo, allora ci sembra molto importante prenderla di mira. E anche le illusioni di consumo “alternativo” che l’accompagnano.
In questo periodo, l’ecologia sembra essere alla moda. Sempre più movimenti di contestazione si appropriano dei temi ambientalisti. Possiamo indubbiamente esserne felici. Ciononostante, molti di questi movimenti sembrano privarsi di mezzi di riflessione radicali che mettano le cose all’interno di un contesto più globale, oppure si perdono in una lista infinita di rivendicazioni necessarie ad un sistema un po’ più sostenibile, un po’ meno peggio. Sembrano anche privarsi di mezzi d’azione (l’ideologia della non-violenza continua le sue malefatte e nulla cambia, né dentro di noi, né intorno a noi), mezzi d’azione che, secondo noi, permettono di avere un impatto sul mondo che ci divora e che noi, in risposta, attacchiamo.
Eppure sappiamo che in questi gruppi ci sono degli individui il cui sangue ribolle. Che si ritrovano intrappolati nei fili della politica. Che non si accontentano di questa “crisi” che si trasforma in “catastrofe” e che ci annuncia sempre per l’indomani la fine ineluttabile di questa civilizzazione. Che non ne possono più di aspettare calmi, fra lavoro e militantismo…
Speriamo che questo attacco vi faccia piacere e vi dia voglia di partecipare con noi a questo grande gioco.
Non abbiamo la pretesa di capire tutto, di consocere la verità oppure di sapere qual’è LA buona strategia per prendersela con questo mondo. Facciamo semplicemente dei tentativi, questa volta il tentativo dell’attacco, l’azione come pretesto per la riflessione. Un pensiero per le persone che lottano a Bure e all’Amassada*. Un pensiero per le persone che continuano ad attaccare e a rimettere in questione.
Non vogliamo aspettare la catastrofe. Vogliamo essere la catastrofe.
* NdT: A Bure, nell’est della Francia, lo Stato francese, tramite la sua agenzia di gestione dei rifiuti nucleari, l’Andra, vorrebbe costruire una una mega-discarica nucleare sottoterra – la resistenza contro questo preogetto dura da anni; l’Amassada era un terreno occupata nell’Aveyron (sud della Francia), per impedire a RTE, filiale di Énergie de France, di costruire un grande trasformatore, parte di una rete internazionale per trasportare dell’energia elettrica ad altissima tensione attraverso tutta l’Europa ed il Maghreb.
[Testo tradotto ricevuto via e-mail. Rivendicazione originariamente pubblicata in Indymedia Nantes].
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Grand Est, France: They Must Fall (November 3rd, 2019)
Sabotage of Wind Measurement Mats in the Grand Est Regions.
During the night of Sunday to Monday, November 3, 10 masts of wind measurements were taken in the far east. We dropped 6 and damaged 3 that have not yet fallen (surpriiiiiise!). These masts are 100m high, they are all made of metal, they have cables aligned everywhere on three axes to ensure their stability and even if you cut the cables it makes BADABOUM. What’s also nice is that they are in the countryside and often well insulated… To cut the steel cables you can cut all the wires with a cutting pliers or a pliers (or whatever you think is appropriate that hangs in your toolbox) from the furthest away to the nearest mast until everything collapses (usually after 3-4 cut cables). Cut them all in the same axis because the mast will fall in the opposite direction (think in advance in which direction you want to run away, smart guy). Be brave because depending on the size of the cables you have to work hard. Don’t hesitate to move away a little when it falls because it makes a hell of a mess! (certainly it’s very funny but it’s a little scary too).
We didn’t go after the wind just because we like to do stupid things. But also for what it is: fields of white machines that grow massively on all the hills where we like to play and that colonize spaces outside cities. These same spaces, which are increasingly exploited to feed the insatiable appetite of cities for energy and other consumables.
Tackling wind power is also about tackling nuclear power. To attack its respectable window. Indeed, we do not believe in the myth that “green energies” are trying to replace nuclear power. They add up to it. We are not living in a time of transition but of constant growth, requiring an ever-increasing production of energy. If energy drives the world, then it seems very important to us to take it on. And the illusions of consuming differently that go with it.
Ecology seems to be in fashion right now. More and more protest movements are taking up environmental issues. We can undoubtedly be pleased about this. However, many of these movements seem to be depriving themselves of radical means of reflection placing things in a more global context or losing themselves in an endless list of demands to advance for a system that is a little more sustainable, a little less worse. They also seem to be depriving themselves of means of action as well – the ideology of non-violence continues its misdeeds and nothing changes either in or around us – the means of action that, for us, allow us to have taken over the world that devours us and therefore that we attack in return.
Yet we know that there are individuals in these groups with boiling blood. Let the nets of politics get stuck. Who are not satisfied with this “crisis” that turns into a “catastrophe” and that always announces the inevitable end of this civilization for tomorrow. Who can no longer wait wisely between small work and activism….
We hope that this attack will please you and make you want to participate in this great game with us.
We do not claim to understand everything, to hold the truth or to know what is THE right strategy to tackle this world. We just make attempts. The attempt of the attack this time. The action as a pretext for reflection. A thought for the people who struggle with bure and amassada. A thought for the people who continue to attack and question.
We do not want to wait for disaster. We want to be the disaster.
[Translated text from anarchistsworldwide.noblogs.org].
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Grand Est, France: Il faut qu’ils tombent (03/11/2019)
Sabotage mat de mesure éoliens régions Grand-Est.
Dans la nuit du dimanche au lundi 3 novembre, on s’est attaqués à 10 mats de mesures éoliens dans le grand est. On en a fait tombés 6 et on en a endommagées 3 qui ne sont pas encore tombées (surpriiiiiise !). Ces mats ils font 100m de haut, ils sont tout en métal, ils ont des cables partout alignés sur trois axes pour en assurer la stabilité et même que si on coupe les cables ca fait BADABOUM. Ce qui est chouette aussi c’est qu’ils se trouvent en campagne et souvent bien isolé… Pour sectionner les cables en acier tu peux couper tout les fils avec une pince coupante ou une tenaille(ou tout ce que tu juge opportun qui traine dans ta boite à outils) du plus lointain au plus proche du mat jusqu’a ce que tout s’effondre(en général au bout de3-4 cables sectionnés). Coupe les tous dans le même axe car le mat tombera dans la direction opposée (réfléchis par avance dans quel direction tu veux t’enfuir petit malin). Arme toi de courage parce que selon la taille des cables faut s’acharner. hésite pas à t’éloigner un peu quant ca tombe parce que ca fout un sacré bordel ! (certes c’est très rigolo mais ca fout un peu la trouille aussi).
On s’est pas attaquer à l’éolien juste parce qu’on aime faire des bétises. Mais aussi pour ce que c’est: des champs de machines blanches qui poussent massivement sur toutes les collines où on aime jouer et qui colonisent les espaces hors villes. Ces mêmes espaces qui sont toujours plus exploités pour nourrir l’appétit insatiable des cités en énergie et autres consomable.
S’attaquer à l’éolien c’est aussi pour nous s’attaquer au nucléaire. S’attaquer à sa vitrine respectable. En effet nous ne croyons pas au mythe selon lequel les « énergies vertes » tentent de remplacer le nucléaire. Elle s’y additionnent. Nous ne vivons pas un moment de transition mais de croissance constante nécéssitant donc une production toujours plus importante d’énergies. si l’énergie fais tourner le monde alors il nous semble bien important de nous en prendre à elle. Et les illusions de consommer différement qui vont avec.
L’écologie semble être à la mode en ce moment. De plus en plus de mouvements contestataires s’emparent des questions environnementales. Sans doute pouvons nous nous en réjouir. Cependant beaucoup de ces mouvements semblent se priver de moyens de réflexion radicaux replacant les choses dans un contexte plus global ou se perdant dans une liste sans fin de revendication à avancer pour un systeme un peu plus soutenable,un peu moins pire. ils semblent également se priver de moyens d’actions également-l’idéologie de la non-violence continue ses méfaits et rien ne change ni dans nous ni autour- des moyens d’actions qui,pour nous, permettent d’avoir prises sur monde qui nous dévore et donc que nous attaquons en retour.
Pourtant nous savons qu’il y a dans ces groupes des individues avec le sang qui bouillonne. Que les filets de la politique engluent. Qui ne se contentent pas de cette « crise » qui se transforme en « catastrophe » et qui nous annonce toujours la fin inéluctable de cette civilastion pour demain. Qui ne n’en peuvent plus de patienter sagement entre petit boulot et militantisme…
On espère que cette attaque vous fera plaisir et vous donnera envie de participer à ce grand jeu avec nous.
Nous ne prétendons pas tout comprendre, détenir la vérité ou savoir quelle est LA bonne stratégie pour s’attaquer à ce monde. On fait juste des tentatives. la tentative de l’attaque cette fois. l’action comme prétexte à la réflexion. une pensée pour les personnes qui luttent à bure et à l’amassada. une pensée pour les personnes qui continuent d’attaquer et de remettre en question.
Nous ne voulons pas attendre la catastrophe. Nous voulons être la catastrophe.
[Publié sur Indymedia Nantes (5 novembre 2019), attaque.noblogs.org et sansattendre.noblogs.org].