(it-es) Cile: Comunicati dei compagni Marcelo Villaroel Sepulveda e Juan Aliste Vega (24/10/2019)

https://es-contrainfo.espiv.net/files/2019/10/2red.jpgCile: Comunicati dei compagni Marcelo Villaroel Sepulveda e Juan Aliste Vega (24/10/2019)

Pubblichiamo, tratti da roundrobin.info, due comunicati dei compagni prigionieri Marcelo Villaroel Sepulveda e Juan Aliste Vega. Contestualmente alla pubblicazione di questi due testi ne è stato diffuso anche un terzo, scritto dal compagno Joaquín García Chanks (che non includiamo qui perché è stato già pubblicato, a questo link). Tutti e tre sono da tempo prigionieri dello Stato cileno e tutti e tre i loro testi si soffermano sull’ampia e gioiosa rivolta in corso in Cile dal 18 ottobre 2019.


Comunicato del compagno Marcelo Villaroel Sepulveda

“Che tutto faccia in modo
che questo mondo continui a bruciare
che tutta la sua normalità esploda
che la memoria e la resistenza
tengano il controllo della strada”.

Sono felice di rincontrare nel bel fuoco della rivolta il viso di tuttx i miei fratelli e sorelle caduti.
Tutti coloro che ho conosciuto e con i quali ho condiviso istanti di condivisione illegale nel corso dei giorni e degli anni di sovversione e che oggi guardano dall’universo e dalle stelle, con il loro carico di forza dell’ancestrale newen del mapu, alla trasgressione totale della normalità e pace sociale dei ricchi.

Ugualmente vedo tutt* i/le compagnx che non conosco ma che rispetto per i loro atti e la loro insistenza e che stanno facendo sì che il loro nome rimarrà tatuato nella recente memoria dell’Insurrezione permanente.
La polizia, i politici, gli ecclesiastici, gli impresari, i borghesi, i nazisti e fascisti, i bastardi e tutta la loro moralità è stata nuovamente colpita partendo dal giorno 18 ottobre appena trascorso, in maniera incessante come vendetta innegabile dei tanti anni di miseria e sottomissione in un momento senza precedenti nella storia degli ultimi 30 anni in questo territorio.
Qui il desbordo e la rottura totale di tutto ciò che rappresenta l’autorità è la pratica che continua da quel venerdì di fuoco in cui, partendo dall’evasione del pagamento dei biglietti della metro, siamo passati a incendiare e saccheggiare tutto il nostro paese.
Siamo migliaia in tutto il Cile però, chiaramente, con differenti prospettive e motivazioni.
L’immensità di questa valanga storica è un fatto ed è, fra i nostri giorni di prigionia, forse uno dei giorni più felici.
La contraddizione è inevitabile ma reale: incarcerati ma felici perché siamo in strada in qualunque atto di sabotaggio, d’ira, di complotto, di vendetta e illegalità, vivendo questa esperienza unica che siamo stati capaci di dare alla luce con silenziosi e costanti giorni, mesi, anni di cospirazione insieme a tuttx coloro che conosciamo, di distinte generazioni e che oggi sappiamo in strada in azione.
Perché non cadremo mai, perché speriamo sempre in quel momento per prolungare la nostra guerra contro il presente, perché mille volte lo abbiamo sognato e intimamente lo desideriamo follemente: nell’arco di giorni il paese dei poderosi ha iniziato a tremare per la furia incontrollata degli oppressi e sfruttati che stanno recuperando la loro vita attraverso la dignità che ha iniziato ad essere un sentimento comune, comportamento quotidiano e azione di moltx.
Ancora una volta la merda del potere ha dovuto mandare in strada i suoi sicari professionisti… no no, no, non è l’Iraq, Haiti o i Balcani: è il Cile nell’ottobre del 2019.

Ventimila soldati del sanguinario e codardo esercito del Cile e varie forze di polizia (nelle sue due varianti) sono in strada e hanno iniziato l’inevitabile massacro.

Davanti agli occhi del mondo stanno abusando e violentando donne, torturando, assassinando, provocando incendi e saccheggi al fine di giustificare la necessità sociale della loro presenza, colpendo e attaccando a bruciapelo sia chi sta lottando sia la popolazione non mobilitata.
E’ l’unica risposta che offrono è quella che dobbiamo contemplare, ricordandoci l’esperienza storica che abbiamo avuto durante la contro insurrezione quando vestivano il ruolo di garanti dell’ordine e della legge, ultimo risultato della loro putrida patria.
In un modo o nell’altro l’estensione e la radicalizzazione del comportamento della Rivolta sta andando a configurarsi in modi operativi che hanno le caratteristiche di una vera e propria guerriglia urbana trasversale che ha definiti obiettivi che devono essere colpiti.
E’ in questa esperienza che l’apprendimento sta permettendo sia di incontrare nuove strade e allo stesso tempo va a precisare le nostre croniche debolezze… è l’opportunità di dare continuità alle pratiche antagoniste di attacco e di farle diventare la normalità del quotidiano, elevando il nostro sguardo così come le potenzialità della lotta antiautoritaria. Questo momento lo esige; tutta l’esperienza di ieri e di oggi ci serve come arsenale teorico- pratico per continuare la nostra pratica sovversiva fino a quando tuttx saremo liberx.
Nessuno ha la certezza di quanto durerà questo momento caotico di disordine.
Quasi tutto un paese è ancora sotto stato di emergenza e coprifuoco.
Nel frattempo noi in carcere non siamo più o meno sicuri che in strada. Chiaro è che siamo ostaggi dello stato e del capitale e le nostre vite oggi sono condizionate da chi ci mantiene imprigionati con i loro stratagemmi giuridici che tendono a perpetrare la nostra prigionia.
Però con forza e molta allegria posso dire di vedermi in ogni barricata, in ogni saccheggio, gridando il nome dei nostrx compagnx cadutx, provocando incendi, appiccando il kutral (termine mapuche che indica il “fuoco”, ndt) della vendetta, resistendo a attaccando i repressori, recuperando ciò di cui abbiamo bisogno, stringendo relazioni di complicità con tuttx coloro che non si fermano e arrestano.
Sono tempi di lotta e convinzioni, in cui elevare i nostri livelli per il combattimento prendendo tutte le precauzioni.
Con fermezza e confidenza, con equilibrio e temperamento, con tutta la forza delle nostre convinzioni
insurrezionali.
Un bel momento per continuare a proseguire in questo cammino chiamando alla Guerra Sociale.

Dal carcere pugno in alto.
Prigionieri liberi subito: strade per l’insurrezione!
Contro lo stato, il carcere e il capitale: Guerra Sociale!
Fino a quando esisterà miseria, ci sarà ribellione!

Marcelo Villaroel Sepulveda
Prigioniero Libertario
24 ottobre 2019
Carcere di alta sicurezza, Santiago del Cile


Comunicato del compagno Juan Aliste Vega

Rivolta, nuova generazione e sovversione autonoma

Un risveglio per mano di una nuova generazione lucida e disposta a rompere l’alienazione e l’anestesia del cittadino. Coltivata dal potere per decenni. Progetto capitalista basato sulla dittatura e sostenuto con il rivestimento della democrazia, democrazia con odore di lacrimogeni e politica fascista. Così la paura ha continuato a permeare le vite, essendo un’ovvia conseguenza di uno stato militare di polizia. Gli strumenti di potere per il dominio sono stati abbelliti con vetrine e consumi (anni ’90). L’asse dominante ha oliato i media e li ha forniti di pane e circo, promettendo con discorsi e arringhe, vendendo miglioramenti della vita e offerte di presunta uguaglianza e giustizia. Con l’involucro politico della loro democrazia e la miscela di individualismo, consumismo, pasta di cocaina e lacrimogeni, hanno assicurato il controllo e la loro pace sociale; allo stesso tempo, per generazioni alcuni si sono arricchiti a spese della miseria di molti: questo è stato solo un dato per situare il detonatore acceso da questa nuova generazione in Rivolta, che ha lasciato dietro di sé la paura, allontanandosi dalla pestilenza dei cittadini, passando sopra l’arroganza del potere ed attaccandolo con la vitalità ribelle che scorre e si unisce in complicità per sovvertire.

La base di tutto non è avanzare una o un’altra richiesta. Ciò che è marcio c’è già ed è il sistema, lo stile di vita e coloro che lo sostengono. La Rivolta cancella tutto ciò che è stato messo a tacere dal potere e dai governi di turno, è l’azione lucida che smaschera la pestilenza del capitalismo imposto alle vite umane.
Il 18 ottobre 2019 segna un’esplosione diversa, una rivolta a cui non siamo estranei.

Ci riempe di gioia il fuoco libertario. Riscopriamo il sabotaggio, le espropriazioni, il combattimento, la decisione, la complicità e la ribellione autonoma.

Come prigionieri sovversivi ci facciamo Rivolta constatando che avanzano i motivi per una maggiore sovversione. Le nostre convinzioni si ossigenano con la realtà del momento in cui lo Stato brucia e viene superato. Riaffermiamo che le loro istituzioni in rovina non sono altro che striscianti maschere di un modello capitalista. Disposti a difendere la loro posizione-ricchezza aumentando l’intensità repressiva, tanto che nel bel mezzo della rivolta si stabilisce la legge sulla sicurezza dello Stato, si istituisce lo stato di emergenza, con soldati al controllo, più sbirri e guardie al loro servizio per le strade. Stato di emergenza militare e poliziesco instaurato nel cammino di tutte le vite.

Tutto il fetore dei partiti politici e delle loro strutture sempre al seguito del buffone di turno schiereranno la loro batteria mediatica comunicativa e disinformativa per raccontare la loro storia. Le loro frasi di bronzo brilleranno: “ora sì che sì”, “prendiamoci cura di ciò che è stato raggiunto”, “protestiamo pacificamente”, “dialoghiamo” e tutte quelle arringhe. Vorranno raccontare ancora una volta la loro storia, truccheranno i morti e saremo tutti delinquenti.

L’impronta dei loro volti e delle loro parole vorrà convincerci che tutto è normale mentre invece è tutto marcio!

Il continuo della lotta ha presente di rivolta e sovversione, ha l’impronta di un volto giovane che rompe con ciò che è stabilito, non si limita ad avanzare richieste, non risponde a progetti all’aceto o alla verticalità, si unisce nella multiforme orizzontalità dell’azione diretta, il suo ossigeno è libertario e la sua paura è stata domata.

Che la complicità si moltiplichi rafforzando il combattimento urbano, che la guerriglia irrompa in ogni angolo contro lo Stato militare di polizia e tutta la sua fauna politica cittadina.

Per la distruzione della società carceraria!
Sovversione autonoma e rivolta permanente!
Finché c’è miseria ci sarà ribellione!

Juan Aliste Vega
Prigioniero sovversivo

[Tratto da roundrobin.info].

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Chile: Comunicados de los compañeros Marcelo Villaroel Sepulveda y Juan Aliste Vega (24/10/2019)

Comunicado del compañero Marcelo Villarroel Sepúlveda

«Ke todo siga
Porke este mundo arde
Ke toda su normalidad estalle
Ke la memoria y la resistencia
Tengan el total kontrol de la kalle!!»

Vengo feliz reenkontrando en el hermoso fuego de la Revuelta el rostro de todxs mis hermanxs muertxs.

Todxs lxs ke konocí y kon kienes kompartí instantes de realización ilegal a través de días y años de subversión y ke hoy nos miran desde el universo y las estrellas vuelven kargadxs de ira, kargadxs de fuerza kon el ancestral newen de la mapu en la transgresión total de la normalidad y la paz social de los rikos.

También veo a todxs lxs kompañerxs ke no konocí pero respeto en sus entregas e insistencias ke hicieron ke sus nombres kedarán tatuados a fuego en la reciente memoria de la Insurrección permanente.

La policía, los políticos, los kuras, los empresarios, los burgueses, los nazis y fachos, los bastardos de todas las kalañas y toda su moralidad ha sido golpeada una y otra vez desde el viernes 18 de oktubre recién pasado de manera incesante komo venganza indesmentible por tantos años de miseria y sumisión en un momento sin precedente en la historia de los últimos 30 años en este territorio.

Aki el desborde y la ruptura total de todo lo ke representa Autoridad es práktika kontinúa desde akel viernes de fuego en ke de la evasión del pago del pasaje del metro pasamos a incendiar y sakear todo a nuestro paso.

Son miles por todo Chile, pero klaramente kon diferentes perspectivas y motivaciones.

La inmensidad de esta avalancha histórika es un hecho y hace de nuestros prolongados días de prisión kiza los más felices.

La kontradixion es inevitable pero real: encerradxs pero kontentxs porke estamos en la kalle en kada akto de sabotaje, de ira, de komplot, de venganza e ilegalidad viviendo está experiencia únika ke hemos sido kapaces de parir kon silenciosos y konstantes días, meses y años de konspiración junto a todxs lxs ke konocemos de distintas generaciones y ke hoy sabemos en la kalle axionando.

Porke nunka dekaímos, Por ke siempre esperamos este momento para prolongar nuestra guerra kontra lo existente, Por ke mil veces lo soñamos e íntimamente lo deseamos kon lokura: En kuestión de días el País de los poderosos ha komenzado a temblar por la furia inkontrolada de lxs oprimidxs y explotadxs ke rekuperan su vida a través de la dignidad ke komienza a hacerse sentido komún, komportamiento kotidiano y axión de muchxs.

La mierda aún en el poder ha debido sakar a sus sikarios profesionales a la kalle… no no, no, no es Irak, Haití, o los Balcanes: Es Chile en oktubre del 2019.

20 mil milikos del sanguinario y kobarde ejército de chile en las kalles, más policías en sus dos variantes han komenzado la inevitable masacre.

A ojos del mundo abusando y violando mujeres, torturando, asesinando, provocando incendios y sakeos para justificar la necesidad social de su presencia, golpeando y atacando a mansalva a kienes luchan así komo a población no movilizada.

Es la única respuesta ke ofrecen y es la ke debemos kontemplar rekordando la experiencia histórika ke tenemos kon la kontrainsurgencia komo garantes del orden y la ley y komo último redukto moral de su pútrida patria.

De algún modo u otro la extensión y radicalidad del komportamiento de la Revuelta va konfigurando el axionar de facto de una guerrilla urbana multiforme ke ha definido objetivos klaros para ser golpeados.

Es en esta experiencia ke el aprendizaje va permitiendo encontrar kaminos así komo precisar nuestras krónikas debilidades… es la oportunidad de darle kontinuidad a las práktikas antagónikas de atake a la normalidad de lo existente elevando nuestra mirada así komo las potencialidades de la lucha antiautoritaria. Este momento lo exige; toda la experiencia de ayer y de hoy nos sirven komo arsenal teóriko-práktiko para seguir en nuestra insistencia subversiva hasta ke todxs seamos libres.

Nadie tiene la certeza de la duración de este momento kaótico de desborde.

Kasi todo un país aún se mantiene bajo estado de emergencia y toke de keda.

Mientras en la kárcel no estamos más o menos segurxs ke en la kalle. Klaro está ke somos rehenes del Estado y el kapital y nuestras vidas hoy son responsabilidad de kienes nos mantienen encerradxs kon sus artimañas jurídicas ke pretenden perpetuar nuestro encierro.

Pero kon fuerza y profunda alegría puedo decir ke me veo en kada Barricada, en kada sakeo, gritando los nombres de nuestrxs kompas kaídxs, provokando incendios, asusando el kutral de la venganza, resistiendo y atakando a lxs represores, rekuperando lo ke necesitamos, estrechando komplicidades kon todxs lxs ke no cesan ni se detienen.

Son tiempos de lucha y konvixión, de elevar nuestros niveles para el kombate tomando todos los resguardos para ello.

Kon entereza y konfianza, con ekilibrio y templanza, kon toda la fuerza de nuestras konvixiones insurrektas.

Un bello momento para kontinuar en este kamino llamando a la Guerra Social.

Desde la kárcel puño en alto.
Presxs a la kalle: kalles para la Insurrección!!
Kontra el Estado, la Kárcel y el kapital: Guerra Social!!
Mientras exista miseria habrá rebelión!!

Marcelo Villarroel Sepúlveda
Prisionero Libertario
24 oktubre 2019


Comunicado del compañero Juan Aliste Vega

Revuelta, nueva generación y subversión autónoma

Un despertar a manos de una nueva generación lúcida y dispuesta a romper la enajenación y anestesia del ciudadano. Cultivada por el poder durante décadas. Proyecto capitalista cimentado en dictadura y sostenido con la incrustación de la democracia, democracia con hedor a lacrimógena y política fascista. Así el miedo siguió calando en las vidas, siendo extensión inequívoca de un estado militar policial. Los instrumentos del poder para la dominación se adornaron con vitrinas y consumo (década de los 90). El eje dominador aceitó y dispuso los medios de pan y circo, prometiendo con discursos y arengas vendiendo mejoras de vida y ofertones de supuesta igualdad y justicia. Con la vaina política de su democracia y la mezcla de individualismo, consumismo, pasta base y lacrimógena aseguraron el control y su paz social y de paso se enriquecieron generacionalmente unos cuantos a costa de la miseria de muchos, lo anterior sólo un dato para situar el detonador encendido por esta nueva generación en Revuelta que dejó atrás el miedo distanciándose de la pestilencia ciudadana, pasando por sobre por la soberbia del poder y enfrentándolo con la vitalidad rebelde que fluye y se conecta en complicidad para subvertir.

Lo de fondo no es reivindicar tal o cual petitorio. Lo podrido ya está y es el sistema, la forma de vida y quienes lo sustentan. La Revuelta debela todo cuanto fue callado por el poder y sus gobiernos de turno, es la acción lúcida que desenmascara la pestilencia del capitalismo impuesto en las vidas. Octubre 18 del 2019 marca una explosión diversa, revuelta de la cual no somos ajenos.

Nos alegra el fuego libertario. Rescatamos el sabotaje, las expropiaciones, el combate, la decisión, las complicidades y rebeldía autónoma.

Como prisioneros subversivos nos hacemos de la Revuelta constatando que las razones sobran para más subversión. Nuestras convicciones se oxigenan con lo real del instante donde el Estado arde y es sobrepasado. Reafirmamos que sus instituciones en desmedro no son más que rastreros celadores de un modelo capitalista. Dispuestos a la defensa de su posición-riqueza subiendo la intensidad represiva así en plena revuelta se instaura la Ley de Seguridad del Estado, se implanta estado militar, con milicos al control, más pacos y ratis a su mando en las calles. Estado militar y policial impuesto en el caminar de todas las vidas.

Todo el hedor de los partidos políticos y sus estructuras que están al alero del bufón de turno dispondrán su batería mediática comunicacional y desinformadora para contar su historia.
Sus frases de bronce relucirán: «ahora sí que sí», «cuidemos entre todos lo logrado», «protestamos pacíficamente», «Dialoguemos» y todas esas arengas. Querrán una vez más contar su historia, maquillaran los muertos y todos seremos delincuentes.

La impronta de sus rostros y palabras querrán convencer que todo está normal siendo que todo está podrido!!!

El continuo de lucha tiene presente de revuelta Y subversión, tiene impronta con rostro joven que rompe lo establecido, no se limita a la reivindicación, no responde a proyectos vinagres ni a verticalidades, se aúna en la horizontalidad multiforme de la acción directa, su oxígeno es libertario y a domesticado el miedo.

Que la complicidad se multiplique fortaleciendo el combate urbano, cual guerrilla irrumpa en cada rincón contra el Estado militar policial y toda su fauna política ciudadana.

Por la destrucción de la sociedad carcelaria!!
Subversión autónoma y revuelta permanente!!
Mientras exista miseria habrá rebelión!!

Juan Aliste Vega
Prisionero subversivo

[Tomado de contrainfo.espiv.net & contrainfo.espiv.net].