(it-fr) Seyssinet-Pariset (Isère), Francia: «Odio e dieci morsi di fuoco al macchinario blu». Attacco incendiario contro Enedis (13/01/2020)

https://attaque.noblogs.org/files/2020/01/seyssinet6-1536x1152.jpgSeyssinet-Pariset (Isère), Francia: «Odio e dieci morsi di fuoco al macchinario blu». Attacco incendiario contro Enedis (13/01/2020)

Odio e dieci* ragioni per prendersela con una azienda che promuove e propaga l’elettricità e il disastro.

Per gli anarchici e gli altri antiautoritri fissati col fatto di scrivere oppure no dei comunicati. O dal fatto che gli attacchi possano essere «riappropriabili» da parte del loro «soggetto rivoluzionario» preferito. Lasciamo trovare le loro ragioni alle persone che lo desiderano. Per potersi immaginare come «gli autori» di questo attacco.

Quello che possiamo dire è che ci piace giocare. Giocare con il fuoco. Giocare un po’ con la vita, pure. Una vita che non tiene che a tutti quei fili elettrici. Fili che ci piacerebbe tagliare ovunque possibile. Per non finire con un fusibile che ci salta per davvero, nella testa.

In ogni caso, piaccia oppure no a quel fondo di pattumiera schifoso che è Eric Vaillant (si veda quello che ha detto questo attuale procuratore di Grenoble sul comunicato dell’incendio di France Bleu Isère**). Questo testo è davvero la «rivendicazione» dell’attacco ai «veicoli» della Enedis. Che è avvenuto nella notte fra il 12 e il 13 gennaio 2020 a Seyssinet-Pariset (vicino a Grenoble).

Se scriviamo «veicoli» è per fare un occhiolino complice agli “Energumeni super furiosi“. Che hanno incendiato quelli della EDF.

L’ondata di perquisizioni che si è abbattuta a fine novembre 2019 su Grenoble, Fontaine e sulla ZAD di Roybon ci ha schifati. Senza stupirci, però. Perché gli alti papaveri della repressione sono stati lasciati talmente indietro, dopo i primi attacchi, nel 2017 (si veda l’atto di perquisizione, disponibile su internet). A tal punto che si è sparso molto fumo sull’«agglomerazione di Grenoble», prima di questo incendio.

Che gli attacchi continuino a propagarsi. Contro tutto quello che pretende portarci sempre maggior comodità materiali e maggior libertà. Creando, di fatto, sempre più costrizioni alla vita e sempre più  morbosità.

Dei fuori di testa che tengono testa


Note del traduttore:

* Nella notte fra il 12 e il 13 gennaio, a Seyssinet-Pariset, vicino a Grenoble, un incendio in un deposito di Enedis, la filiale di Electricité de France che è proprietaria e gestisce la reta di distribuzione elettrica, ha distrutto una dozzina di veicoli e alcuni gruppi elettrogeni. In francese, le parole accostate «Haine et dix…» si pronunciano come… Enedis.

** All’epoca, il procuratore, davanti ad una rivedicazione chiara, si era mostrato «prudente», dicendo che non si trattava di una rivendicazione.

[Traduzione ricevuta via e-mail e leggermente corretta. Tratta dalla rivendicazione pubblicata in attaque.noblogs.org].


Fotografie:

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Seyssinet-Pariset (Isère), France: Haine et dix morsures de feu dans la machinerie bleue (13/01/2020)

Haine et dix morsures de feu dans la machinerie bleue

Haine et dix raisons de s’attaquer à une entreprise qui promeut et propage l’électricité et le désastre.

Pour les anarchistes et autres antiautoritaires obsédés par le fait d’écrire ou pas des communiqués. Ou par le fait que les attaques puissent être «réappropriables» par leur «sujet révolutionnaire» préféré. On laisse les personnes qui le voudraient, trouver leurs propres raisons. Pour pouvoir s’imaginer être «les auteurs» de cette attaque.

Ce qu’on peut dire, c’est qu’on aime jouer. Jouer avec le feu. Jouer avec la vie, aussi, un peu. Vie qui ne tient qu’à tous ces fils électriques. Fils qu’on aimerait couper partout où on peut. Pour ne pas finir par définitivement péter les plombs.

En tout cas, n’en déplaise à ce répugnant fond de poubelle municipale qu’est Eric Vaillant (voir ce qu’à dit cet actuel procureur de la République de Grenoble sur le communiqué de l’incendie de France Bleue Isère). Ce texte est bien la «revendication» de l’attaque des «véicules» d’Enedis . Qui a eu lieu dans la nuit du 12 au 13 janvier 2020 à Seyssinet-Pariset (à côté de Grenoble).

Si on écrit «véicules», c’est pour faire un clin d’oeil complice aux «Energumènes Diablement Furax». Qui ont incendié ceux d’EDF.

La vague de perquisitions qui a déferlé fin novembre 2019 à Grenoble, Fontaine et sur la ZAD de Roybon nous a débectés. Sans pour autant nous étonner. Car le gratin répressif a été si copieusement dépassé depuis les premières attaques de 2017 (voir la commission rogatoire lisible sur internet). Qu’on l’avait presque cru oublié dans le four de la justice étatique. A tel point que beaucoup de fumée s’est répandue dans «l’agglomération grenobloise» jusqu’à cet incendie.

Que les attaques continuent à se propager. Contre tout ce qui prétend apporter toujours plus de confort matériel et de liberté. Engendrant, en fait, toujours plus de contraintes existentielles et de morbidité.

Des disjonctés tenant tête

[Depuis attaque.noblogs.org].