Atene, Grecia: Alcune rivendicazioni di azioni (novembre – dicembre 2019)
Atene, Grecia: Rivendicazione dell’attacco contro la MAT e la DIAS delle forze di polizia greche (07/11/2019)
Nella notte di giovedì 7 novembre 2019, abbiamo scelto di attaccare un furgone della polizia antisommossa (“MAT”), posto di fronte agli uffici di Kinal (ex Pasok), e la polizia in motocicletta (“DIAS”) che li accompagnava durante il loro cambio di turno. La nostra scelta è stata totalmente mirata.
In una situazione in cui il governo di Nea Dimokratia [“Nuova Democrazia”, partito politico greco] ha scatenato una caccia all’uomo contro chiunque combatta, in una congiuntura volta a sfrattare gli spazi di lotta politico-sociali e per i migranti, in una situazione di concreta abolizione dell’università come spazio d’asilo, quindi l’invasione della MAT e degli sbirri OPKE nelle università – in questa situazione abbiamo scelto di fare un’imboscata contro la feccia della MAT e i lacchè delle forze DIAS, e di attaccarli da due lati con ordigni incendiari, distruggendo le loro moto, ferendone tre e contemporaneamente cercando di bruciare il furgone immobilizzato in via Eressou.
Questa azione ha avuto luogo all’interno dell’area di Exarchia, in modo da chiarire che la prosecuzione dell’aggravamento della politica repressiva dello Stato avrà delle risposte equivalenti. Ciò che ha seguito la nostra azione, ha appena verificato il nostro valido atto per combattere – vittoriosamente – contro i torturatori della polizia greca: accuse casuali, un tentativo di invadere il bar situato nella piazza, torture contro i combattenti, il quartiere riempito di gas lacrimogeni.
La polizia ha mostrato il suo vero volto ancora una volta, quando alcuni militanti – con dei mezzi di lotta casalinghi – hanno attaccato i guardiani dell’ordine completamente armati, riuscendo a rovinare il senso dell’onnipotenza forzata in quest’area. Riuscendo, inoltre, a ricordare che le operazioni “chirurgiche” della polizia di M. Chrisochoidis [ministro della protezione cittadina e dell’ordine pubblico], quando devono far fronte alla resistenza che disonora la repressione e che ne misura i limiti, vengono eseguite senza anestesia. E infine, ricordando che senza i riflessi combattivi e l’intensificazione delle resistenze sociali e di classe è certo che queste operazioni repressive riusciranno ad intorpidire e paralizzare il movimento, che si abituerà alla repressione, incorporando paura e rinuncia.
L’attacco contro il movimento è parte integrante di un più ampio attacco contro i diritti acquisiti fondati sul costo e con l’auto-sacrificio della società combattiva. La presunta transizione verso lo sviluppo capitalista, come ultimo sforzo del sistema per trattare la profonda crisi strutturale del capitale, segna il maggiore accumulo di ricchezza nelle mani dei ricchi, l’approfondimento dello sfruttamento contro i poveri, la ridistribuzione di povertà e miseria, l’intensificazione del lavoro precario, sottopagato e sottovalutato.
Ecco perché il capitalismo incrementa costantemente il proprio arsenale repressivo. Ecco perché rafforza le sue leggi contro l’insurrezione che, necessariamente, scoppierà nei prossimi anni anche in Grecia. Ecco perché attacca avventatamente e furiosamente le strutture e le persone in lotta, trattando il movimento come un’”associazione criminale” che deve essere immediatamente sradicata.
Se vogliamo bloccare la preventiva strategia di contro-insurrezione, dobbiamo innalzare il muro dell’autodifesa del movimento e la violenza sociale e di classe contro di essa.
P. S.: Forza al compagno anarchico Vangelis Stathopoulos, imprigionato a seguito della massiccia operazione repressiva concertata dalla feccia della polizia antiterroristica l’8 e il 9 novembre 2019.
Compagni
A questo link il testo in greco: https://athens.indymedia.org/post/1601032/
A questo link il testo in inglese: https://325.nostate.net/2019/11/24/athens-greece-responsibility-claim-for-the-attack-against-dias-forces-and-mat-van-in-exarchia/
Atene, Grecia: Attacco contro l’Eurobank in via Ambelokipoi (17/11/2019)
Il partito Nea Dimokratia, sulla scia della strategia socialdemocratica di Syriza, ha puntato sulla segnalazione di un nemico interno, in modo da poter procedere senza soluzione di continuità con gli aggiustamenti gestionali del capitale interno che passano inosservati e senza reazione. Pertanto, la questione di Exarchia, l’”affrontare l’illegalità nei quartieri e nelle università”, l’imposizione della dottrina “legge ed ordine”, si trova in cima all’agenda della destra, investendo nelle caratteristiche più cannibali e conservatrici della popolazione locale e costruendo una strategia di copertura per il crescente degrado della forza lavoro. Una strategia per rendere invisibili i morti, i torturati e gli esclusi ai confini, sul mare, nei luoghi di lavoro, nelle strade della metropoli, nei centri di detenzione e nelle carceri. Una strategia che porterebbe l’attenzione pubblica sui conflitti degli antiautoritari contro gli sbirri e sugli attacchi ai simboli, alle strutture e alle persone del potere, caratterizzando tutto ciò come la forma di violenza dominante e strutturata, quindi la minaccia più importante al di sopra delle teste dei cittadini mainstream.
La dicitura impiegata dalla narrativa autoritaria dominante non è scelta a caso, e raffigura occupazioni (tane di fuorilegge), centri sociali nelle università (covi), persone che per strada combattono contro i poliziotti (vandali), persone che la violenza del capitalismo ha fatto allontanare dalle loro terre d’origine e che cercano di trovare qui un destino migliore (immigrati clandestini), guerriglieri armati ed espropriatori radicali (terroristi, ladri e assassini). Collegando, infine, tutte queste espressioni con l’astrazione “Exarchia”.
Non entreremo nella storia di Exarchia, nelle lotte, nelle relazioni, nelle radici che si sono sviluppate al loro interno. Tutto questo, per lungo tempo, è stato analizzato in modo molto più delicato e approfondito. Vogliamo solo dire che, nell’astrazione “Exarchia”, la figura del nemico interno, il soggetto che deve essere schiacciato, distrutto, imprigionato, esiliato, escluso dalla normalità della democrazia borghese, assume una forma ed una sostanza specifiche. E’ il soggetto che deve confermare fermamente e inequivocabilmente chi detiene il potere sovrano, chi definisce le basi su cui sono costruite le relazioni tra le persone, ma anche con l’ambiente, le risorse, i beni che producono, il tempo e lo spazio.
Dopotutto, Exarchia è lo spazio urbano e il punto antropologicamente definito che mette in evidenza ciò che il capitalismo moderno teme, ciò che i moderni Stati occidentali temono. Luoghi di auto-organizzazione, espropriazione di risorse, spazio e tempo, propaganda anarchica e diffusione di teorie antiautoritarie su base sociale, azione diretta e attacchi di tipo guerrigliero nel terreno metropolitano, la realizzazione che siamo due mondi paralleli in rotta di collisione, la conclusione che il capitalismo non è la fine della storia: questo è ciò che temono. Ed è quello che vogliono strangolare. Exarchia è il simbolismo visibile e incarnato di ciò che vogliono soffocare. Questa è la ragione di tutta la maniacale repressione contro le strutture, i mezzi e i soggetti della lotta antiautoritaria.
Abbiamo visto questa furia repressiva scoppiare sui corpi degli arrestati il 17 novembre 2019 e contro i solidali che il giorno seguente si sono incontrati al tribunale, riversandosi sui marciapiedi e sulle strade di Exarchia insieme al sangue delle persone tormentate dalla spazzatura in uniforme che nel frattempo permaneva nei canali televisivi in un’atmosfera di “vittoria per la democrazia” e “pulizia dagli anarchici”. Contro questa furia avallata dallo Stato, crediamo che le nostre risposte debbano essere oculate, tenendo conto di sempre più fattori, al fine di essere, nelle nostre azioni, il più possibile pericolosi ed efficaci. Completando il mosaico della presenza anarchica in strada quel giorno e seguendo la logica di colpire dove non ci stanno aspettando e dove non stanno radunando le loro forze, nella prima serata del 17 novembre, abbiamo sfondato le vetrine e il bancomat della Eurobank in via Mihalakopoulou Ambelokipoi. Volevamo così ricordare loro che non possono avere occhi e orecchie sempre e dovunque, e che quando definiamo il luogo e il tempo del conflitto, si scopre che la loro griglia metropolitana, la loro struttura repressiva, la loro fama politica e il loro status sono fragili e vulnerabili.
La presente azione è stata un segnale di solidarietà e complicità con i ribelli del Cile. Era anche un grido di solidarietà e forza per i nostri compagni latitanti, perseguitati e incarcerati.
P. S.: Dimitris Armakolas è sempre presente nella memoria rivoluzionaria.
Amici della violenza asimmetrica
A questo link il testo in greco: http://ragnarok.squat.gr/2019/11/22/Σπασιματική-σε-eurobank-στους-Αμπελοκήπους-17/
A questo link il testo in inglese: https://325.nostate.net/2019/12/01/athens-greece-attack-against-eurobank-in-ambelokipoi/
Atene, Grecia: Rivendicazione degli attacchi incendiari contro una sede di Nea Dimokratia e un ufficio delle Poste elleniche a Pefki (18/11/2019)
Rivendichiamo la responsabilità degli attacchi incendiari contro la locale sede di Nea Dimokratia [“Nuova Democrazia”, partito politico greco] e l’edificio delle Poste elleniche nell’area di Pefki, alla periferia nord di Atene, come un ardente benvenuto per il nuovo governo e i suoi politici, per la spazzatura umana con le asce che siede nei seggi del parlamento e per la nostra adorabile feccia Adonis Georgiadis, una infame ed esilarante figura politica dell’estrema destra. Ognuno dei nostri attacchi è una promessa alla nostra lotta verso l’anarchia e il nostro segnale di solidarietà con i nostri compagni ricercati e imprigionati. Per adesso non abbiamo molte cose da dire. Ora è il momento dell’azione e della costante e durevole lotta multiforme. Forza e complicità con tutti coloro che prenderanno le strade con il desiderio di vandalizzare, di lanciare pietre ai poliziotti e di bruciare i simboli autoritari. Forza e complicità con tutti i prigionieri anarchici in tutto il mondo. Solidarietà significa attacco.
Forza all’anarchico ricercato Dimitris Chantzivasiliadis.
Niente è finito, torneremo.
Lunga vita all’anarchia.
P. S.: Forza all’anarchico prigioniero Vangelis Stathopoulos.
Combattenti anarchici / Cellula “Orizzonte di distruzione”
[Nota: Il termine “asce”, presente nella rivendicazione, fa riferimento a Makis Voridis, un fascista che negli anni ’90, armato di un’ascia, attaccava anarchici e punks].
A questo link il testo in greco: https://athens.indymedia.org/post/1601170/
A questo link il testo in inglese: https://325.nostate.net/2019/11/24/athens-greece-responsibility-claim-for-the-attack-to-the-new-democracy-offices-and-to-the-hellenic-post-at-pefki/
Atene, Grecia: Attacco incendiario contro Alphacom, azienda costruttrice di sistemi di sorveglianza, a Kaisariani (02/12/2019)
Mentre la spazzatura in uniforme occupava Exarchia e il centro di Atene per un’altra notte, in modo da adempiere ai sogni del signor Chrisochoidis [Michalis Chrisochoidis, ministro per la sicurezza cittadina e per l’ordine pubblico] di una città morta e sicura, abbiamo deciso di attaccare un piccolo obiettivo.
L’immagine di George Orwell in “1984” è già realtà. L’internet delle cose implementa televisori, frigoriferi e altri apparecchi elettronici nelle nostre case al fine di raccogliere i nostri dati, esaminare le nostre abitudini, trasformare la vita umana in algoritmo digitale. Loro la chiamano Smart City, noi la chiamiamo società totalitaria.
Una società che vende i prodotti della città intelligente e anche le sue ideologie è la compagnia di sicurezza “Alphacom”. Quest’ultima non solo fornisce tutto ciò, ma pure la tecnologia CCTV e altre attrezzature per i ricchi e per le autorità, per proteggere i loro interessi. Ultima cosa ma non meno importante, Alphacom sta vendendo e installando i prodotti di Tyco. Quest’ultima è una società multinazionale, che produce tecnologie di sorveglianza per le carceri in tutto il mondo e per altre forze di sicurezza.
Nelle prime ore del 2 dicembre [2019] abbiamo incendiato il furgone di Alphacom posto di fronte al loro negozio a Kaisariani.
Questo fuoco è stato acceso per l’anarchico prigioniero Dino Giagtzoglou [Konstantinos Giagztoglou, arrestato ad ottobre 2017], che ha scritto una lettera all’Incontro Internazionale contro le Tecno-Scienze in Italia (luglio 2019) [si tratta dell’iniziativa “Tre giornate contro le tecno scienze”], in cui menziona molte ragioni per combattere questa parte del sistema di potere capitalista. Accogliamo con favore l’imminente ricerca sulle figure protagoniste di questo settore.
Questo fuoco è stato acceso anche per Loic, ancora in carcere ad Amburgo.
Infine, questo attacco è stato compiuto in solidarietà e simpatia con i perseguitati per l’indagine sull’Autodifesa Rivoluzionaria [Organizzazione per l’Autodifesa Rivoluzionaria], così come quelli perseguitati per le buone intenzioni, la parentela o l’amicizia. La nostra forza e solidarietà sono superiori alla politica e alle operazioni repressive.
Forza ai compagni Giannis Michailidis, Konstantina Athanasopoulou e Dimitris Chantzivasiliadis, che si trovano nell’illegalità.
Anarchici
A questo link il testo in greco: https://athens.indymedia.org/post/1601654/
A questo link il testo in inglese: https://325.nostate.net/2019/12/10/athens-greece-attack-against-surveillance-systems-company-in-kaisariani/
Atene, Grecia: Rivendicazione dell’attacco incendiario contro una concessionaria Citroen (06/12/2019)
Tu, che ci hai derubato di tutto, che ci poni sotto il doloroso scrutinio della sorveglianza sistematica e dei criminali in uniforme, tu, saresti tu a supplicare bugie riguardo il perdono. Ci trascini fuori dai tetti e dalle case, dalle strade e dalle piazze, tu giudichi, ordini, imprigioni. Spari e vinci. E non accetteremo.
Mentre la città brilla attraverso le fiamme che danzano, non solo con le tue maledette luci della cattività, la paura cresce nei tuoi occhi.
Per stasera sono i tuoi collaboratori, la tua infrastruttura, le tue dannate macchine che utilizzerai per darci la caccia, ma in qualsiasi momento potresti essere solo tu.
La sera del 6 dicembre [2019], nove ordigni incendiari sono stati collocati sotto altrettante automobili presso una concessionaria della Citroen ad Atene, perché è uno tra i tanti che forniscono materiale per l’equipaggiamento delle forze di polizia greche e che queste ultime impiegano per rintracciare ed imprigionare.
La tua rete sarà minacciata, i tuoi alleati saranno bruciati, ci assicureremo che tu soffra.
Nessun perdono.
Verso la distruzione totale della polizia e dei suoi luridi sostenitori.
A questo link il testo in greco: https://athens.indymedia.org/post/1601849/
A questo link il testo in inglese: https://325.nostate.net/2019/12/12/athens-greece-claim-for-incendiary-attack-against-a-citroen-facility-6th
[Tratto da roundrobin.info].
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Athens, Greece: Responsibility claims for some attacks (November – December 2019)
Athens, Greece: Responsibility claim for the attack against DIAS forces and MAT van in Exarchia (November 7th, 2019)
In the night of Thursday 7th of November 2019, we chose to attack to the riot-police (MAT) van, which stays in front of the KINAL (ex PASOK) offices, and to the motorcycle-police (DIAS forces) that was accompanying them during their shift-change. Our choice was totally targeted.
In a conjuncture that the government of New Democracy has unleashed a man-hunt against anyone who fights, in a conjuncture of evicting migrant’s and political-social spaces of struggle, in a conjuncture of the concrete abolition of the university’s asylum and the invasion of MAT and OPKE cops into the universities – in this conjuncture we chose to make an ambush against the scums of MAT and the lackeys of the DIAS forces, and attack them from two sides with incendiary devices, destroying their motorbikes, injuring three of them, and simultaneously trying to burn the van that was immobilized on Eressou street.
This action took place inside the area of Exarchia, so as to make clear that the continuation of the state’s repressive policy’s aggravation will have the equivalent answers. What followed our action, just verified our valid act to -victoriously- fight against the torturers of the Greek Police: random prosecutions, attempt to invade the café on the square, tortures against combatants, fulfilling the neighbourhood with tear-gases.
Police showed its real face once again, when a few militants -with home-made means of struggle- attacked the fully-armed guards of the order, managing to ruck the contrived omnipotence sense in this area. Managing, also, to remind that the “surgical” operations of M. Chrisochoidis police are carried out with no anaesthetic, when they have to cope with the resistance which shames repression and measures its limits. And, finally, reminding that, without combative reflexes and intensification of the social-class resistances, it is sure that these repressive operations will achieve to numb and paralyze the movement, which will get used to the repression, incorporating fear and relinquishment.
The attack against the movement is an integral part of a larger attack against the acquired rights established on the cost and with the self-sacrifice of the combative society. The supposed passage towards the capitalist development, as a last effort of the system to handle the deep structural crisis of the Capital, signs the higher accumulation of wealth in the rich hands, the deepening of exploitation against the poor ones, the re-allocation of poverty and beggary, the intensification of precarious, underpaid and undervalued work.
That’s why capitalism constantly upgrades its repressive arsenal. That’s why it strengthens it’s laws against the insurrection that will, necessarily, outbreak the next years in Greece too. That’s why it attacks rashly and rabidly against the structures and the people of struggle, treating the movement as a “criminal association” which must be immediately eradicated.
If we want to block the preventive strategy of counter-insurgency, we must raise the wall of the movement’s self-defence and the social-class
counter-violence against it.
PS.: Strength to the anarchist comrade V. Stathopoulos, who was imprisoned after the massive repressive operation that was concerted by the scums of anti-terrorist police on the 8th and 9th of November 2019.
Comrades
Athens, Greece: Attack against Eurobank in Ambelokipoi street (November 17th, 2019)
The New Democracy party, in the wake of SYRIZA’s social-democratic strategy, has placed its bets on pointing out an internal enemy so that it can proceed seamlessly with management adjustments of domestic capital that go unnoticed and without reaction. Thus, the issue of Exarchia,”confronting lawlessness in neighbourhoods and universities”, the imposition of the “law and order” doctrine, is high on the right-wing agenda, investing in the most cannibalistic and conservative characteristics of the local population and by building a cover-up strategy for the ever-increasing degradation of the labour force. A strategy of making the dead, tortured and excluded at the borders, on the sea, at workplaces, on metropolitan roads, detention centres and prisons, invisible. A strategy that would turn the public eye to the antiauthoritarians’ conflicts with the cops and the attacks on the symbols, structures and people of power, characterizing it as the dominant, structured form of violence, and therefore the most prominent threat that lies over mainstream citizens’ heads.
The wording used by the dominant authoritarian narrative is not chosen by chance, depicting occupations (outlaw dens), social centres in universities (hideouts), people fighting on the street with cops (vandals), people who capitalism’s violence turned away from their homelands to try to find a better fate here (illegal immigrants), armed guerrillas and radical expropriators (terrorists, robbers and murderers). And linking all these expressions with the “Exarchia” abstraction.
We will not go into the history of Exarchia, the struggles, the relationships, the roots that have developed within them. All of this has, for a long time, been analyzed much more delicately and thoroughly. We only want to say that, in the “Exarchia” abstraction, the intended figure of the enemy within, the subject who must be crushed, destroyed, imprisoned, exiled, excluded from the normality of bourgeois democracy, takes a specific form and substance. The subject who must firmly and unambiguously confirm who holds sovereign power, who defines the basis on which relations between people are built, but also with their environment, resources, the goods they produce, time and space.
Exarchia is, after all, the urban space and anthropologically defined point that highlights what modern capitalism fears, what modern western States fear. Places of self-organization, the expropriation of resources, space and time, anarchist propaganda and the diffusion of anti-authoritarian theories on a social basis, direct action and guerrilla-type attacks in the metropolitan field, the realization that we are two parallel worlds on a collision course, the conclusion that capitalism is not the end of history: this is what they are afraid of. And that’s what they want to strangle. Exarchia is the visible and embodied symbolism of what they want to stifle. That is the reason for all the manic repression against the structures, the means and the subjects of the antiauthoritarian struggle.
We saw this repressive rampage explode on the bodies of those arrested on November 17th 2019 and those gathered in solidarity at the courts the following day, pouring out on the pavements and streets of Exarchia together with the blood of people tormented by the uniformed trash lingering on the TV channels in an atmosphere of “victory for democracy” and “sweep of the anarchists”. Against this state-endorsed rampage, we believe that our answers must be prudent, taking into account more and more factors, in order to be as dangerous and effective as possible in our actions. Completing the mosaic of the anarchist presence on the street that day and following the logic of hitting where they are not expecting us and gathering their forces, early in the evening of November 17th, we smashed the windows and the ATM of Eurobank on Mihalakopoulou street in Ambelokipoi. We thus wanted to remind them that they can’t have eyes and ears all the time everywhere, and that when we define the place and time of the conflict, it turns out that their metropolitan grid, their repressive structure, and their political fame & status are fragile and vulnerable.
The present action was a signal of solidarity and complicity with the rebels of Chile. It was also a cry of solidarity and strength to our fugitive, persecuted and incarcerated comrades.
P. S.: Dimitris Armakolas, always present in revolutionary memory.
Friends of Asymmetric Violence
Athens, Greece: Responsibility claim for the attacks against the New Democracy offices and to the Hellenic Post at Pefki (November 18th, 2019)
We claim the responsibility for the incendiary attacks against the local offices of New Democracy and the building of the Hellenic Post at the area of Pefki in the northern suburbs (of Athens), as a fiery welcoming for the new government and its politicians, such us the human garbage with the axes* who sit on the parliament seats, and our lovely scum Adonis Georgiadis, an infamous hilarious political figure of the extreme right wing. Each one of our attacks is a promise to our struggle towards anarchy, and our signal of solidarity with our wanted and imprisoned comrades. For now, we don’t have many things to say. Now is the moment for action and for constant and abiding multi-form struggle. Strength to and complicity with everyone who will take the streets with the desire to vandalize, to throw stones to the cops, and to burn the authoritarian symbols. Strength to and complicity with all the anarchist prisoners all around the world. Solidarity means attack.
STRENGTH TO THE WANTED ANARCHIST DIMITRIS CHANTZIVASILIADIS
Nothing is over, we’ll be back
LONG LIVE ANARCHY
P. S.: STRENGTH TO THE IMPRISONED ANARCHIST V. STATHOPOULOS
ANARCHIST COMBATANTS / “HORIZON OF DESTRUCTION” CELL
* Talking about Makis Voridis, a fascist scum that was attacking anarchist and punks armed with an axe back in the ’90s.
Athens, Greece: Attack against “Alphacom” surveillance systems company in Kaisariani (December 2nd, 2019)
While the garbage in uniforms occupied for another night Exarchia and the center of Athens, to fulfill the dreams of Mr. Chryssochidis of a dead and safe city, our ways lead to a soft target.
The image of George Orwell “1984” is already reality. The internet of things implements televisions, refrigerators and other electronic stuff in our homes, in order to collect our data, to survey our habits, to transform human life in digital algorithm. They call it Smart City, we call it a totalitarian society.
A company which sells the hard ware of the smart city and also its ideologies, is the security company “Alphacom”. Alphacom not only provides this, but also CCTV technology and other equipment for the rich and for authorities, to protect their interests. And last but not least, Alphacom is selling and installing the products of Tyco. Tyco is a mulitinational company, which produces surveillance technologies for prisons worldwide and other security forces.
In the early hours of December 2, we burned the van of Alphacom in front of their shop in Kaisariani.
This fire was lit for anarchist prisoner Dino Giagtzoglou, who wrote a letter to the International Meeting against the Techno-Sciences in Italy (July 2019)
in which he mentions many reasons to fight this part of the capitalist powersystem. We welcome the upcoming research about the players in this game.
This fire was also lit for Loic, still in prison in Hamburg.
Finally, this attack was made in solidarity and sympathy with those persecuted for the Revolutionary Self-Defense case, as well as those persecuted for good intentions, kinship or friendship. Our strength and solidarity are superior to the politics and repressive operations.
Strength to the comrades Michailidis, Athanassopoulou, Chatzivasileiadis, who are in illegality.
Anarchists
Athens, Greece: Claim for incendiary attack against a Citroen facility (December 6th, 2019)
You, that robbed us of everything, that place us under the painful scrutiny of systematic surveillance and uniformed thugs, you, you would be the ones pleading lies about forgiveness. You drag us out of rooftops and houses, of streets and squares, you judge, you order, you cage. You shoot and you win. And we won’t accept.
As the city glimmer with the flames that dance and not only with your cursed imprisoned lights, on your eyes grows fear.
For tonight it is your collaborators, your infrastructure, your damned cars that you’ll use to chase us, as anytime it might be just you.
On the evening of 6th December, nine incendiary devices were placed under same amount of cars on a Citroen facility in Athens, for being one of many that provide the material for the Greek police force to hunt and retain.
Your network will be threatened, your allies will be torched, your suffering will be ensured.
Never forgive.
Towards the total destruction of police and their bloody supporters.
[All the texts are taken from 325.nostate.net].