Atene, Grecia: “Chiamata alla solidarietà per il compagno anarchico Christoforos Kortesis” e “Ovit S. A., Leroy Merlin, autorità – Tutte le merde collaborano insieme”
Nota: Raccogliamo due testi sulla vicenda repressiva che, a partire da un furto in un negozio della catena Leroy Merlin, ha coinvolto alcuni compagni anarchici e ha portato alla carcerazione dell’anarchico C. Kortesis.
Atene, Grecia: Chiamata alla solidarietà per il compagno anarchico Christoforos Kortesis
Compagni,
il 12 luglio 2019 gli anarchici Christoforos Kortesis e Thimios A. hanno tentato di sottrarre alcuni prodotti di valore insignificante dal negozio Leroy Merlin di Peiraios, ad Atene. Attraverso una complessa manipolazione ad opera della compagnia di sicurezza OVIT e di Leroy Merlin, e mentre erano entrambi tenuti in ostaggio all’interno del negozio per tre ore, si è verificato un tentativo organizzato di coinvolgere nella vicenda il dipendente, e sindacalista combattente, Giannis A.. Le autorità giudiziarie hanno approfittato dell’occasione per restituire a C. Kortesis i molti anni di azione coerente e persistente nel movimento anarchico. Bisogna tenere presente che il compagno è detenuto in carcere dal 16 luglio, perseguitato tramite accuse potenziate e costruite, appositamente, ai sensi della legge terroristica per rapina. Le stesse accuse sono rivolte anche a Thimios A., mentre il dipendente Giannis A. viene accusato di essere un complice. Pavlos X., arrivato successivamente presso il negozio Leroy Merlin insieme ad altri tre compagni solidali, si trova a fronteggiare accuse criminali legate all'”occultamento”.
Il sistematico allargamento dell’accusa e la detenzione del compagno C. Kortesis è dovuta alla sua azione politica di lunga durata nel movimento anarchico, nonché alla sua precedente condanna relativa all’accusa di partecipazione all’organizzazione Lotta Rivoluzionaria (E. A.), una condanna dichiarata da un tribunale politico speciale posto all’interno della prigione di Koridallos. Questa è una tattica di repressione che assume caratteristiche idiosincratiche quando si tratta di combattere i compagni, mentre allo stesso tempo le autorità di contrasto stanno esercitando, per dirla esemplificativamente, tutto il loro rigore e arsenale legale sui nostri compagni in conflitto. In questa specifica occasione, la detenzione di C. Kortesis segnala un messaggio molto chiaro e minaccioso non solo alle dozzine di compagni anarchici che sono stati perseguitati, imprigionati o rilasciati sotto restrizioni, ma anche a tutti coloro che intendono essere presenti e solidali nelle lotte sociali e di classe.
Infine, questo caso giudiziario viene usato dallo Stato per criminalizzare le relazioni politiche e tra compagni e gli atti di solidarietà, etichettandole come gangs e come protezione criminale, mentre il pensiero sottostante dei meccanismi giudiziari è quello di stigmatizzare e criminalizzare la classe dei poveri. La multinazionale Leroy Merlin deve assumersi le responsabilità per l’inchiesta e la detenzione in corso contro il nostro compagno. Va notato che il 9 agosto, uno dei co-proprietari del gruppo multinazionale globale ADEO (che include Leroy Merlin), Hugues Mulliez, ha ucciso due persone a bordo del suo motoscafo, ferendo gravemente una terza persona a bordo di una barca, a Porto Heli, fuori Atene. La giustizia greca ha assunto delle responsabilità proteggendo un uomo ricco e rilasciandolo su cauzione di 50.000 euro con l’obbligo di presentarsi all’ambasciata greca a Parigi una volta al mese!
Nell’ultimo periodo, l’Assemblea [dei solidali con C. Kortesis] ha organizzato una serie di incontri ed interventi (in luoghi pubblici, nei negozi Leroy Merlin, presso la sede della società di sicurezza OVIT, al tribunale del Pireo, alla Facoltà di Giurisprudenza di Atene, frequentata dal procuratore Aggeloudi), e ha pubblicato i corrispondenti annunci e manifesti sul caso [in greco, a questo link].
Oltre ad evidenziare attivamente la svolta politica propria di questo caso, l’Assemblea, con la partecipazione dei compagni perseguitati e del compagno prigioniero C. Kortesis, affronta l’intera questione nella sua totalità, discutendo tutte le implicazioni del caso, come la parte processuale e il sostegno finanziario ai perseguitati.
Il compagno C. Kortesis è imprigionato nel carcere di Koridallos dal 16 luglio, mentre ad agosto l’appello contro la sua detenzione è stato respinto. L’Assemblea ha espresso le sue posizioni e ha preso una completa posizione contro la persecuzione dei compagni, la detenzione del compagno Kortesis, l’istituzione dell’accusa, la superficiale accusa contro C. Kortesis, rivelando la logica di fondo della sua detenzione in un testo che è stato pubblicato [in greco, a questo link]; mentre lo stesso C. Kortesis, nel mese di settembre, ha pubblicato un testo politico, dove prende una posizione totale ed esprime le sue convinzioni riguardo la vicenda [in greco, a questo link].
Per il prossimo periodo, l’Assemblea sta pianificando di proseguire le sue diverse iniziative contro i meccanismi di persecuzione statale e le aziende Leroy Merlin e OVIT, responsabili delle accuse. Martedì 22 ottobre abbiamo tenuto una assemblea nel tribunale del Pireo, in cui si trovano tutti gli investigatori e i pubblici ministeri coinvolti nel caso [in greco, a questo link]. Abbiamo deciso di organizzare una manifestazione, ad Atene, per il 23 novembre.
Indirizziamo un invito aperto alla solidarietà e all’azione in ogni direzione, dentro e fuori la Grecia. Nel prossimo periodo, riteniamo cruciale che vengano prese iniziative politiche in altre città della Grecia, oltre che al di là dei confini; iniziative che mettano in evidenza la vicenda e i suoi risvolti politici, incentrate sulla liberazione immediata del compagno C. Kortesis; mentre riteniamo legittime anche le corrispondenti iniziative politiche di sostegno finanziario.
Assemblea di collettivi anarchici, compagni e solidali
Atene, Grecia: Ovit S. A., Leroy Merlin, autorità – Tutte le merde collaborano insieme
Venerdì 12/07/2019, presso il negozio di Leroy Merlin nel quartiere di Rendi (al Pireo) vengono sottratte delle merci dal magazzino, del valore complessivo di 180 euro, da parte di due compagni anarchici. Questo fatto è un bel pretesto per la dirigenza di Leroy Merlin, in ottima collaborazione con l’agenzia di sicurezza OVIT e le autorità greche, per creare una mal fatta inchiesta repressiva con vari obbiettivi:
- mettere nel mirino il compagno-lavoratore Giannis A., che lavora in questo reparto e svolge una attività politico-sindacale, accusandolo di essere “diretto complice della rapina”;
- il persecuzione giudiziaria dei due compagni, C. Kortesis e Thymios E., tramite la detenzione preventiva del primo con l’accusa di “rapina” per aver sottratto merci del valore complessivo di 180 euro;
- la persecuzione giudiziaria di quattro compagni per il fatto di essere stati solidali e di aver tentato di aiutare economicamente i due compagni, oltre che per aver denunciato la loro reclusione in una stanza per tre ore consecutive, attuata del proprietario dell’agenzia di sicurezzza OVIT, Costantino Drivas, e della OVIT stessa.
In poche parole, C. Kortesis e Thymios E. vengono identificati come “sospetti” e, dopo richiesta da parte della dirigenza della Leroy Merlin, vengono portati nella “camera di sicurezza” dall’agenzia per risolvere i conti e restituire la somma di denaro che corrispondeva al prezzo delle merci. Mentre la questione si stava risolvendo, visto che i compagni avevano accettato di restituire la somma e avevano anche avvisato anche i loro familiari di recarsi sul posto per poter restituire i soldi, in quel momento, Costantino Drivas, un ex-militare e co-proprietario dell’agenzia OVIT comincia a minacciarli e ricattarli con l’uso della violenza psicologica affinché dichiarino il compagno-lavoratore G. A. come il loro complice; cercando, in questo modo, di trovare una scusa per giustificare il suo licenziamento oppure per obbligarlo a dimettersi, visto che lui è un lavoratore messo nel mirino dalla dirigenza della compagnia a causa della sua attività politico-sindacale nel settore del commercio e nelle lotte sociali. I due compagni rifiutano di stare al gioco dei padroni e perciò Drivas li mantiene con la forza e in più utilizza, in maniera infame, il fatto che C. Kortesis abbia una pena sospesa per partecipazione a Lotta Rivoluzionaria [organizzazione anarchica dedita alla guerriglia urbana contro lo Stato e il capitale, attiva da 2003], minacciando di coinvolgere anche la polizia greca in questa storia. I due compagni, una volta restituite le merci richiedono di essere rilasciati. Dopo tre ore, arrivano altri compagni solidali che li aiutano ad uscire dalla detenzione arbitraria. Il terrorismo dei padroni lascia il posto velocemente alla voglia di vendetta da parte dello Stato. Lo stesso giorno, la polizia greca manda alla procura del Pireo le carte accusatorie con tre reati di primo grado: furto, uso di violenza, lesioni. Il 13 luglio, il compagno C. Kortesis viene arrestato nel centro di Atene da sbirri incappucciati che lo pestano e lo portano alla questura del Pireo. Contemporaneamente, la sua casa viene perquisita con un vasto dispiegamento di forze dell’ordine, creando così un assurdo teatrino con sfondo di perquisizioni e repressione, il tutto per merci del valore di 180 euro! Il pretesto dimostra da solo quando sia fasulla tutta questa faccenda tragicomica, che però, in un contesto di repressione generalizzata, riteniamo molto preoccupante.
“Data la sua incapacità di guadagnare un reddito sufficiente, ne deriva di conseguenza il suo tentativo di acquistare reddito illegalmente e di tendere al compimento di furti e di rapine come elemento costituente della sua personalità…” – G. Pandelidis (G. I. P., giudice per le indagini preliminari).
“Non è importante che cosa fai, ma chi sei. Se sei un tossicodipendente e possiedi piccole quantità di droghe? In galera. Se sei proprietario di navi e trasporti tonnellate di droghe? Libero. Se sei un disoccupato e hai un debito di pochi euro con lo Stato? In galera. Se sei Aristeidis Floros, membro di una grande compagnia e hai rubato 256 milioni di euro? Certo che sei libero. Se sei anarchico e metti in dubbio l’onnipotenza dello Stato? In galera. Se sei uno sbirro che uccidi ragazzi anarchici di quindici anni? Certo che sei libero. Se sei donna e resisti al tuo stupratore? In galera. Se sei imprenditore e trafficante di donne? Libero. E gli esempi sono infiniti…” – C. Kortesis.
La vendetta da parte dello Stato si realizza attraverso le sue leggi ed i suoi funzionari giuridici. Il pubblico ministero M. Aggeloudi trasforma l’accusa iniziale di “furto” in una accusa di terzo grado, “furto a scopo di rapina”, con l’obbiettivo di porre in carcere preventivo C.Kortesis, che alla fine entra in carcere il 16 luglio. La giustificazione del carcere preventivo si basa fondamentalmente sul giudizio del G. I. P. Pandelidis, ovvero che, dato il percorso politico e la posizione economica di Kortesis, tali fattori lo rendono automaticamente sospetto di compiere azioni illegali. Questa spiegazione da parte della giustizia ha un colorito chiaramente classista, che diventa ancora più ovvio se confrontato con il fatto che, invece, alcuni giorni dopo viene rilasciato con una multa di 50.000 euro l’imprenditore francese Hugues Mulliez (membro della famiglia Mulliez, proprietaria della compagnia Leroy Merlin), dopo aver ucciso due persone, aver ferito gravemente una terza persona e dopo averli abbandonati con il suo motoscafo a Porto Heli. Sostanzialmente, il furto di alcuni merci del valore di alcune decine di euro da parte di un proletario ha come conseguenza la sua detenzione, invece l’uccisione di due persone da parte di un proprietario-azionista ha come conseguenza la libertà incondizionata, acquistata con un po’ di soldi. Lo speciale trattamento nei confronti del compagno C. Kortesis non è dovuto solo alla sua posizione di classe. Diventa sempre più difficile per una persona riuscire a trovare lavoro senza poter avere un conto in banca, un fatto divuto ad una delle varie misure di strangolamento economico previste per quelli che sono stati accusati di far parte di un gruppo di lotta armata. La persecuzione di C. Kortesis ha pure un carattere ideologico-punitivo, dato che lo Stato cerca di punire e schiacciare in maniera esemplare chi, nonostante tutto, insiste sulla lotta e continua la sua attività politica e sociale come compagno anarchico.
In parallelo, il pubblico ministero Aggeloudi coinvolge altre cinque persone nell’operazione repressiva. A completare il terrificante quadretto paranoico del procuratore, viene utilizzato anche il vecchio e infame metodo del riconoscimento dell’imputato tramite una “chiamata anonima”. Di conseguenza, viene identificato il compagno anarchico Pavlos C. per la sua partecipazione al fatto, mentre la (falsa) estimonianza di Drivas è sufficiente affinché venga menzionato come imputato anche il compagno-lavoratore della Leroy-Merlin, con l’accusa di “favoreggiamento diretto al furto con scopo di rapina”. Complessivamente la presenza dei compagni (Thymios E., Giannis A., Pavlos C.) davanti al G. I. P. Pandelidis e il sostegno della loro attività politica, hanno reso chiaro il tentativo della Leroy Merlin e della Ovit S. A. di costruire una accusa, ponendo un ostacolo ai loro piani e a quelli delle autorità giustiziarie (a Thymios E. sono state applicate misure cautelari – deve presentarsi in questura periodicamente, mentre agli altri due non sono state applicate misure restrittive).
La sicurezza e la proprietà
La carcerazione preventiva di C. Kortesis rende chiaro il tentativo da parte delle autorità giudiziarie di criminalizzare la solidarietà, I rapporti di amicizia e le azioni di solidarietà tra persone, mettendole nella categoria delle “associazioni a delinquere” e delle “reti di sostegno ai criminali”. Un’altra volta il regime utilizza casi specifici come esperimenti per allargare l’uso della legge antiterroristica 187 e per sperimentare la costruzione dell'”associazione a delinquere” (istigazione, concorso morale, favoreggiamento) in modo da affrontare i suoi nemici basandosi sulla propria ideologia ed i suoi scenari terroristici. Questi scenari chiamano la solidarietà come “sostegno ai criminali”, le relazioni personali come relazioni tra “bande”, la resistenza alle torture come “violenza illegale”, il tentato furto come “furto a scopo di rapina con favoreggiatori”.
Le agenzie di sicurezza e il miscuglio di compagnie che lucrano vendendo “il bene della sicurezza” non sono altro che un esercito privato di infami e di servi dei padroni con una chiara presa di posizione nella lotta di classe. Non salvaguardano soltanto le proprietà e i profitti dei padroni ma infamano anche tutti i/le lavoratori/rici che si oppongono ai loro sfruttatori. Per tutti questi motivi sono bravi alleati e complici della repressione statale e delle autorità. Drivas, il capo dell’agenzia Ovit è un ex-sovratenente del esercito greco, addestrato nel settore dello spionaggio e della gestione delle informazioni militari secondo la NATO. Perciò, la sua testimonianza era sufficiente per costruire lo scenario fantasioso del procuratore. Intanto, l’ascesa carrieristica di P. Kondoleon, ex dirigente dell’agenzia security multinazionale G4S, divenuto capo della C. I. A. greca, è emblematico per il ruolo acquisito dalle agenzie di sicurezza. Leroy Merlin e ogni padrone pagano per proteggere i loro profitti perché hanno migliaia di ragioni per farlo. La riappropriazione dai supermercati e dai grandi negozi era ed è da sempre stata una prassi diffusa socialmente per coprire i bisogni quotidiani, prendendo prodotti senza pagarne il prezzo. Noi anarchici/che intendiamo la riappropriazione come un qualcosa che va nella direzione dell’abolizione della proprietà e di ogni rapporto di sfruttamento.
In questa guerra per la vita e la morte non metteremo i profitti dei padroni più in alto delle nostre vite, dei nostri bisogni e della nostra libertà. La multinazionale Leroy Merlin fa parte della cricca dei ricchi di questo mondo e la lista delle “ottime pratiche dei datori di lavoro” è lunga: decine di incidenti sul posto di lavoro che accadono ogni giorno nei reparti della Leroy Merlin e hanno conseguenze irreversibili sull’incolumità fisica e psicologica di centinaia di lavoratori in questa compagnia. L’abolizione del riposo domenicale, l’imposizione di un orario lavorativo di 9 ore, il licenziamento di una lavoratrice ammalata di sclerosi a placche imputandola di “bassa produttività”, la collaborazione con agenzie di reclutamento come Manpower, lo sfruttamento di decine di schiavi a pagamento (in affitto) – questi sono solo degli esempi di una lunga lista.
Parliamo con i loro termini, allora. Sappiamo bene che i padroni, lo Stato e le autorità giustiziario-poliziesche hanno creato una struttura stabile, ben protetta, con l’intenzione di applicare in continuazione e sistematicamente una rapina e un attacco violento contro gli sfruttati di questa società tramite l’alta tassazione, la schiavitù salariata, il saccheggio delle risorse naturali, ecc., e che possiedono una rete ampia di servi disponibili a partecipare e sostenere questo crimine eterno. Li invitiamo allora a guardarsi in faccia prima di parlare di bande!
Contro la dottrina “ordine-sviluppo-sicurezza” dei dominanti, la solidarietà vincerà
Il fatto che il multiforme movimento anarchico venga messo nel mirino, il tentativo di criminalizzare le lotte sociali e di classe, il tentativo di repressione contro compagni/e, lo schiacciamento di ogni forma di lotta auto-organizzata e senza capi, il terrorismo ed il disarmo dei movimenti, trovano la loro base nella dottrina “ordine-sviluppo-sicurezza” che da anni viene condotta dai politici dello Stato greco, in un contesto di crisi del sistema capitalistico. Dalla propaganda per l’abbattimento dell’illegalità diffusa e la pulizia dai “rifiuti” di Exarcheia alle ultime maxi-operazioni di sgombero di alcune occupazioni di migranti e di strutture autogestite, dall’isolamento di centinaia di migranti nei centri di accoglienza al sequestro dell’anarchico Dimitris C., dalla repressione della lotta contro l’istallazione dell’industria eolica ad Agrafa e a Kardizza alla repressione delle resistenza che nascono nei quartieri (vedi la feroce repressione del corteo a Koukaki che si teneva contro gli Air-b’n’b e la riqualificazione turistica), fino alla criminalizzazione dello sciopero, l’abolizione dell’asilo universitario, il perseguimento di venti detenuti politici per le loro idee politiche e perché hanno espresso pubblicamente solidarietà alle lotte carcerarie; attraverso tutto ciò lo Stato e i padroni costruiscono il moderno quadro totalitario, combattendo ogni focolaio sociale di resistenza e di lotta che metta in dubbio il sistema.
Le lotte di classe e sociali, multiformi e auto organizzate sono i nostri respiri collettivi. Sono respiri di insubordinazione e di complicità, di ammutinamento e di solidarietà tra gli sfruttati e gli oppressi di questo mondo, contro la condizione di asfissia dettata dal dominio dello Stato e dei padroni sulle nostre vite. Siamo presenti collettivamente sul fronte della guerra sociale e di classe. Non lasciamo nessun compagno solo contro la repressione, nessuna compagna indifesa contro lo Stato, i padroni e i loro servi, contro tutti quelli che compiono la più grande ed eterna rapina, quella della nostra vita.
Contro la repressione, nessuna provocazione rimarrà senza risposta. Schiacciamo il terrorismo dello Stato e dei padroni.
Liberazione immediata del compagno anarchico C. Kortesis.
Nessun persecuzione ai/lle compagni/e.
Assemblea di collettivi anarchici, compagni e solidali
[I due testi dell’assemblea solidale sono stati originariamente pubblicati in athens.indymedia.org.Traduzione del secondo testo ricevuta via e-mail].
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Athens, Greece: “Open call solidarity act to anarchist comrade Christoforos Kortesis” and “Ovit, Leroy Merlin, State mechanism – All bastards work alongside”
Note: We publish two texts about the recent repressive attack against some anarchists in Greece, in particular about the situation of C. Kortesis.
Athens, Greece: Open call solidarity act to anarchist comrade Christoforos Kortesis
Comrades,
On 12/7, the anarchists Xristoforos Kortesis and Thimios A. attempted to remove some products of meaningless worth from the Leroy Merlin store of Peiraios street, in Athens. Through a complex manipulation on behalf of the OVIT security company and Leroy Merlin, and while they were both held hostages inside the store for 3 hours, an organized attempt took place to involve at the explicit incidence, the employee and a fighting trade unionist, Giannis A. The judicial authorities took advantage of the occasion to payback to X. Kortesis, the many years of consistent and persistent action in the anarchist movement. Keep in mind that the comrade is being held imprisoned since 16/7, followed by upgraded and constructed charges, under the terrorist law for robbery. The same charges are held also for Thimios A. while the employee Giannis A. is being accused for being an accomplice. Pavlos X. that came at the Leroy Merlin store, alongside with 3 more comrades in a solidarity act, is confronted with criminal concealing charges.
The systematic enlargement of the prosecution and the detention of the comrade X. Kortesis is due to his long-lasting political action in the anarchist movement, as well as to his previous conviction, under the accusation of participating in the organization Revolutionary Struggle (E.A.), held by a special political court inside the Koridallos prison. A repression tactic that takes on idiosyncratic features when it comes to fighting comrades, while at the same time law enforcement authorities are exerting all their rigor and legal arsenal on our fighting comrades, to state it exemplarily. At this specific occasion, the detention of X. Kortesis is signalling a very clear and threatening message not only to the dozens of anarchist comrades that have been persecuted, imprisoned or released under restrictions, but also to all those that intend to be present and solidary in the social and class struggles.
Finally, this case is being exploited by the state to criminalize political and comrade relationships and solidarity acts by labelling them as gangs and criminal protecting, while the underlying thinking of the judicial mechanisms is to stigmatize and criminalize the class of the poor. The multinational company Leroy Merlin must assume responsibilities for the case and the detention of our comrade. It should be noted that on August 9th, one of the co-owners of the ADEO global multinational group including Leroy Merlin, Hugues Mulliez, killed two people in his speedboat, while seriously injured a third person riding on a boat, in Porto Heli outside Athens. Greek justice has assumed responsibilities by protecting a rich man and releasing him on bail of 50,000 euros with the obligation of presenting himself at the Greek Embassy in Paris once a month!
Over the past period, the Assembly has organized a series of assemblies and interventions (in public places, in Leroy Merlin stores, at the headquarters of security company OVIT, in Piraeus Courts, at the Athens Law School where the prosecutor Aggeloudi is attending), and has issued corresponding announcements and posters on the case (https://athens.indymedia.org/post/1600196/).
Along with actively highlighting the political spin of this case, the Assembly with the participation of persecuted comrades as well as prisoner comrade X. Kortesis, approaches the whole issue in its totality, by discussing all the implications of the case, such as the judicial procedural part and the financial support of the persecuted.
Comrade, X. Kortesis is imprisoned in Koridallos prisons since 16/7, while on August the appeal against his detention was dismissed. The Assembly has expressed its positions and has taken a total stand against the persecution of comrades, the detention of comrade Kortesis, the setting-up of the prosecution, the cursory prosecution of Kortesis, and the revealing rationale of his detention in a published text (https://athens.indymedia.org/post/1599468/) while Kortesis himself published a political text this September , where he takes a total stance and expresses his positions regarding the case (https://athens.indymedia.org/post/1599757/).
For the following period, the Assembly is planning to continue its diverse moves against state-prosecuting mechanisms and the Leroy Merlin-OVIT companies responsible for the prosecutions. On Tuesday 22/10 we held a gathering in the Piraeus courts where all the investigators and prosecutors involved in the case are located (https://athens.indymedia.org/post/1600583/).We decided , to organize a demonstration, in Athens on Saturday, November 23.
We address an open call for solidarity and action in every direction, inside and outside Greece. In the forthcoming period, we consider it critical that political initiatives are being taken in other cities in Greece, as well as beyond the borders, initiatives that will highlight the case and its political domains focused on the immediate release of comrade X. Kortesis, while we consider legitimate the corresponding political initiatives of financial support as well.
Assembly of anarchist collectives, comrades and solidarities
Athens, Greece: Ovit, Leroy Merlin, State mechanism – All bastards work alongside
On Monday 12/7/2019, at Leroy Merlin’s store in Rentis, Athens, 2 anarchist comrades made an attempt to expropriate goods worth 180 euros. That made the occasion for Leroy Merlin’s administration, in cooperation with the security firm Ovit, to set their scheming targeting:
- the comrade working at that store Giannis A., who was targeted and accused as “an accomplice to pedatory theft” due to his active political-syndicalistic action;
- the 2 comrades Christoforos Kortesis and Thymios A. who were both prosecuted for the felony “pedatory theft”, as the first comrade is remanded in custody pending trial, because he took goods worth 180 euros;
- the 4 comrades who where there in solidarity to support financially the 2 comrades and complain about their captivity for 3 hours by the employes and the owner ,Konstanntinos Drivas, of the security firm Ovit.
All in all, Chistoforos Kortesis and Thymios E., are considered “suspects” and Leroy Merlin orders them to be led by the security firm Ovit to the “security room” in order to resolve the issue and ensure the payment of the requisite amount of money. As the matter seems to be resolved and the comrades agree to pay all the money and while they are calling close comrades to bring the requisite amount, the ex-military and co-owner of the security firm Ovit, Konstantinos Drivas starts threatening and blackmailing the comrades using psychological and physical violence. He asks them to name the comrade-working there G.A. as their “accomplice”, trying to lead to his “justified” dismissal or force him to quit his job. He has been targeted by his employers due to his active political-syndicalistic action in the trade sector and the social class struggle. The 2 comrades refuse to play the bosses games and Drivas threatens to involve the police, taking advantage of the fact that Christoforos Kortesis is on parole for a former conviction by a special court that accused him of participating in the organization “Revolutionary Struggle” and tries violently to hold them captive in the room. The 2 comrades, demand to be released, since the had returned the products. 3 hours later, with the presence of 4 comrades who came in solidarity, their absurd captivity is over.
The state’s vengefulness soon takes the place of the employers’ terror tactics. On the same day, the hellenic police forwards to the public prosecutor of Piraeus the case file, which concerns three accusations of misdemeanors: theft, illegal use of force and personal injuries. On 13/7, the comrade Christoforos Kortesis is arrested in the city center of Athens, by hooded cops who lead him in a police car where they beat him and then they take him in the police department of Piraeus. At the same time, a search is conducted at his house with the presence of an exceedingly large police force and a whole theatrical show of prosecutions and repression is set up around a few electrical tools, worth 180 euros!!This starts to reveal the cheapness of their low comedy, that remains nevertheless very dangerous, at the present juncture of general repression.
“In view of his economic weakness to obtain income for his livelihood, resulting purpose of illegal income and propensity to commit theft and robbery as a part of his personality” – investigating magistrate G. Pantelidis.
“So it doesn’t matter what you do, but who you are. Are you toxic-addicted and have small quantities of drugs? You will be imprisoned – Are you a ship-owner and carrying tons of drugs? You are free to go.Are you unemployed and owe a few euros to the public? Imprisoned – You are the Aristidis Floros of a business group and you have dismissed 256 millions of euros? But of course you are free to go. Are you an anarchist and you fight the system? Imprisoned -Are you a cop and killing a fifteen year old anarchists? Of course you will be released. Are you a woman and resist your rape? Imprisoned. Are you a businessman -big procurer? Free to go…The counterexamples are uncountable” – anarchist Christoforos Kortesis.
The states vengefullness obtains flesh and blood through laws and officers of the class justice. The public prosecutor M. Aggeloudi changes the original accusation of “theft” to the felony of “pedatory theft”, in order to accomplish the immediate detention under remand of Christoforos Kortesis, something that actually happens on 16/7. The justification o detention is based on the investigating magistrates’ Pantelidis judjement that Christoforos Kortesis political route and bad economical state make him a suspected of committing new crimes. This reveals the justice’s class face, a face of the justice that at the same time releases the french businessman Hugues Mulliez, a member of the Mulliez family, owners of Leroy Merlin around the world. The bail was set in the amount of 50.000 for the murder of 2 people and the heavy injury of a third one, after they were run over by a private yacht and abandoned, in Porto Heli. A proletarian’s theft of consumables, worth a few euros is considered enough to lead to his imprisonement, while the murder of two people by a large shareholder is considered something that can be easily bought off. And Christoforos Kortesis special treatment comes as a result not only of his class position, that becomes even worse since his bank account has been blocked-one of the many measures of economic elimination imposed to those charged with participation in armed organizations. Christoforos Kortesis prosecution has clearly a moral character, as he is punished exemplary for his long and consistent political and social action as an anarchist fighter.
At the same time, the public prosecutor M. Aggeloudi charges 5 more people. She uses the well-known and widely used in terrorism cases, method of “anonymous call” to indentify the anarchist comrade Pavlos H. for his participation in the events. The false testimony of Konstantinos Drivas is used as well to implicate the comrade-working at Leroy Merlin. He is accused of the felony “accomplice to pedatory theft”. The 3 comrades, Thymios A., Giannis A. and Pavlos H. presented themselves in front of the investigating magistrate Pantelidis, defended their political action, shed some light into the sketchy Leroy Merlin-Ovit setup, and held a barrier against the accusations that were made up by the judicial mechanism. Thymios A. received a restraining order to show up in a police department and the other 2 were released with no restraining orders.
Safety, safety, property
The justification of Christoforos detention reveals the effort made by the judicial mechanism to criminalize solidarity, friendship and comradeship as well as the solidarity actions between people by trying to present them as “organized gangs” and “criminal abetting networks”. Once more the state used certain cases as testing tubes, to expand the use of the counter terrorism law 187 and to “discover” criminal organizations (incitement, moral instigation, complicity). All that, in order to stand against its declared enemies and fight us with the well-known tales of counter terrorism. In those tales solidarity appears to be “abbeting criminals”, relations between comrades appear to be “gangs” resistance to torture appears to be “illegan use of violence” and attempted theft appears to be “pedatory theft”.
Security firms with a wide range of companies that trade the so called “safety commodity” are a private army of moles and minions of the world’s bosses. It’s clear how they answer to them. Their job is not only to keep their bosses properties and earnings safe but also snitch on those targeted by the bosses. These traits make them indispensable allies of the state and its repressive mechanism. That’s why Drivas (former captain of the hellenic army, trained in the field of retrieving and handling military information aligned with NATO standards) with his testimony was more than enough to support the public prosecutor’s scenario. The recent placing of the former director of the multinational company G4S P. Kontoleon as the head director of the greek National Intelligence Service, speaks for itself. Leroy Merlin, like every other boss pays a lot of money to ensure the protection of its earnings, as it has a thousand reasons to worry about their security. The expropriation of goods from supermarkets and department stores has always been and still remains a common social practice, so that every day needs are covered without paying the price. As anarchists we perceive expropriation as a wider political imperative, to abolish property and every exploitation relationship.
And in this fight, of life and death, we will not place the bosses’ earnings above our lives and our needs or above our freedom. The french multinational company Leroy Merlin is a part of the rich elite of this world and the list of their “best employers practice” is quite long: dozens of work accidents that happen every single day in their stores and that have an unimaginable physical and psychological impact on hundreds of employees, the lead role that they play in the abolition of Sunday holiday, the imposition of working 9 hours a day, the dismissal of an employee who suffered from Multiple Sclerosis, ing it as “reduced performance”, the cooperation with “slavery” companies like Man Power, the exploitation of dozens of hired workers in their stores.
Let’s speak their language then. We know that the bosses, the state and its police-propositional mechanisms have developed a stable, guarded and close structure in order to carry out their everyday violent pedatory theft at our expense, through taxes, labour and nature exploitation etc. and they have a very wide network of available perpetrators to do that. So, if they want to look for gangs, they should look in the mirror.
Against the “order – development – security” doctrine of the elite, solidarity will crush them
The targeting of the multiform anarchist movement, the attempt to criminalize the social and class struggles, the targeting and the attempt to eliminate the strugglers, the smash of every face of self-organized struggle, the terrorizing and disarmament of political movements are all located at the core of the order- development-security doctrine, that political staff of the greek state has served for many years during the systemical capital crisis. The state and the bosses are trying to create an environment, where every social struggle or any voice of doubt will not be able to exist. And they are using a variety of repressive methods to achieve this: the recent refugee housing squat evictions, the deportation and banishment of thousands of refugees and immigrants to the “hospitality” of their modern concentration camps, the abduction of the anarchist Dimitris H., the repression of demonstrations against the installation of wind energy parks in Karditsa and Agrafa, the terrorizing of local resistance struggles (the repression of a local demostration in Koukaki against Airbnb and the touristic gentrification), the criminalization of strike, the university and campus reforms, the prosecution of 20 political prisoners for their public expression of solidarity with struggles behind the bars.
The multiform self-organized social class struggles are our way to catch our breath. A breath of comradeship, resistance and solidarity. A breath of freedom against the suffocation that the state and bosses are imposing on us. We are here, all present in the front of social class war. We will leave no comrade alone in any prosecution, we will leave no struggler alone in front of the state, the bosses and their minions, in front of those who commit the biggest everyday robbery at our expense.
Against their repression, no challenge will be left unanswered We shall smash the state’s and bosses’ terror.
Immediate release of the anarchist comrade Christoforos Kortesis.
No prosecution for the other comrades.
Assembly of anarchist groups, comrades and solidaires
[From athens.indymedia.org].