Verona, Italia: Una giornata di solidarietà contro un’altra richiesta di sorveglianza speciale (16/11/2019)
Lunedi 30 settembre si è svolta presso il tribunale di Venezia l’udienza per decidere in merito all’applicazione della misura della sorveglianza speciale richiesta dalla questura di Verona nei miei confronti.
Sono Peppe, da qualche anno insieme alla mia compagna vivo in un piccolo comune della provincia di Verona.
In tanti anni di lotte a fianco dei compagni di varie città d’Italia le attenzioni di sbirri e magistrati non mi sono mai mancate, ma da quando abito da queste parti sembra che mi vogliano molto più bene di prima, come testimoniano fatti e fatterelli di ordinaria repressione che abbiamo scritto negli ultimi anni ed altri un po’ meno ordinari che abbiamo anche raccontato di persona.
Dopo quasi un anno di sorveglianza speciale passato al paese lontano da tutto (gennaio-dicembre 2019), quando finalmente potevo tornare ad avere una vita sociale, partecipare ad iniziative ed assemblee, quando, con in mano una qualifica professionale ottenuta a caro prezzo e un certificato che dava il via libera per conseguire una patente per 10 anni, potevo trovare la possibilità di spostarmi autonomamente e arrivare a fine mese (ahimè si! parliamo di lavoro…) arriva un foglio di via da Verona (aprile 2019 – notificato insieme ad un foglio di via da Torino causa partecipazione al corteo in solidarietà all’Asilo).
Cosa che fattivamente mi impedisce di accedere alla maggior parte dei luoghi di lavoro possibili…negli stessi giorni arriva un provvedimento della prefettura che mi blocca il conseguimento della patente.
Anche la patente della mia compagna non può essere rinnovata alla scadenza di settembre a causa di tracce nelle analisi di sostanze non assunte (fatto già successo alla vigilia della scorsa sorveglianza… ma forse siamo i soliti paranoici).
A distanza di meno un mese dalla notifica del foglio di via parte la nuova richiesta di sorveglianza speciale, questa volta di 5 anni!
Richiesta che non è giustificata da alcun fatto recente di rilevanza ma che oltre la solita zuppa sulla mia pericolosità sociale e un dettagliato dossier psicosociale di una trentina di pagine, porta come motivazione il fatto che non ho un lavoro, quindi per forza vivo di proventi di illeciti.
Il solito cane che si morde la coda…
Ma perché questo accanirsi nei confronti di una sola persona? Qualcuno ha detto che ciò accade quando si fanno le cazzate… noi diretti interessati pensiamo invece che nulla accade a chi non muove una foglia. Forse un individuo con un certo passato alle spalle, che sfugge alle dinamiche cittadine, un potenziale elemento di disturbo allo status quo che tanto aggrada alla questura va controllato, represso, isolato e ostacolato in ogni aspetto della sua vita fino a poter solo desiderare di andarsene. Non stiamo ad elencare singoli fatti o denunce perche ci si annoia e si diventa ripetitivi…d’altra parte abbiamo a che fare con apparati dotati di molte capacità e influenze ma poca fantasia.
Cogliamo l’occasione per ringraziare * compagn* che ci hanno dato solidarietà in questi anni e quell* che (ci auguriamo) non la faranno mancare nei giorni a venire, a noi e a chiunque si trovi in situazioni del genere.
Rendendosi conto che, al di là delle simpatie personali, l’inasprirsi della repressione è una questione che colpisce tant* di noi, chi più chi meno, e ci riguarda tutt*… noi anarchic* e chiunque non desideri scendere a patti con l’esistente. Siamo in un momento in cui il livello di conflitto sociale è estremamente basso ma a tutti è evidente che la pentola trabocca e sta per scoppiare. Per questo lo Stato si para il culo allungando le mani su coloro che da sempre alimentano il fuoco della rivolta. Negli ultimi mesi abbiamo subito molti attacchi: inchieste, sgomberi, arresti e altri ne sono stati preannunciati, soprattutto (ma non solo) verso quelle individualità, gesti e situazioni che il potere ha deciso debbano fare da esempio.
La solidarietà dà molto fastidio e viene sempre più repressa, ma è un’arma che non ci possono togliere. E soprattutto ognuno può concretizzarla come meglio crede… tessendo reti, aprendo brecce, sabotando qualche pezzettino di questa macchina infernale che ci opprime o togliendo il sonno a chi lo ha già tolto a noi.
A ciascun* il suo: non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Forse non li vinceremo mai, ma venderemo cara la pelle!
Non sappiamo ancora l’esito dell’udienza ma non ci importa, vorremmo condividere con tant* compagn* una giornata di solidarietà al paesello in cui viviamo.
Vi aspettiamo numeros* e rumoros* a Cerro Veronese da venerdì 15 novembre per chi vuole ambientarsi e dare una mano…
Sabato 16 novembre alle ore 13.00: pranzo benefit.
A seguire chiacchierata e barbara discesa in città per un indecoroso volantinaggio.
Dal pomeriggio concerti punk hc nel fienile.
Abbuffaggi e dabbere come non ci fosse un domani.
A seguire: dj set, un po’ di trashazza e poi quello che ci va.
C’è un pò di posto per dormire (porta materassino e saccopelo) ma la tenda potrebbe servire…
No fasci, no sbirri, no sessisti, no presimale, no paparazzi.
Sì cani, se cat-friendly.
Il tutto sarà benefit per le spese del processo, per Divine, Nat e i compagni arrestati per il corteo del 9 febbraio a Torino.
A giorni pubblicheremo la locandina con le informazioni per i concerti!
Qualche link su alcuni fatti più o meno recenti: 1) https://roundrobin.info/2019/03/verona-sulla-sorveglianza-speciale-repressione-e-proposte-di-collaborazione/, 2) https://roundrobin.info/2019/02/a-verona-skippare-e-reato/ e 3) https://www.inventati.org/rete_evasioni/?p=2579.
[Ricevuto via e-mail].