Italia: Approccio becero e maldestro dei servizi… (febbraio 2020)
Ogni mercoledì, da qualche mese, svolgo la mia attività lavorativa a Firenze, in diversi ambulatori, sparsi in città. Quando ho iniziato, non avendo ancora un sito, le persone arrivavano a me per conoscenza quindi non vedevo quasi nessuno; un giorno un uomo, sulla sessantina, con spiccato accento romano, mi contattò telefonicamente dicendomi di avermi trovata su internet. La cosa mi sembrò strana, non avendo io facebook, né sito, né linkedin, o altro ancora, ma lui continuava a sostenere che la moglie aveva una schermata su facebook dove c’era il mio nome.
Durante la seconda seduta mi mostrò questo foglio stampato, dove effettivamente risultava il mio nome. Uno dei luoghi dove lavoro, sponsorizzando le proprie attività su facebook, aveva riportato anche il mio nome. Quindi, chiarito l’arcano, la diffidenza si attenuò e il tipo cominciò a cercare di farsi ben volere, portandomi biscotti, manufatti dalla moglie e facendomi i complimenti per la mia abilità come terapista, si spacciò come addetto alle risorse umane, quindi abile interprete di linguaggi corporei e trucchetti psicologici, mi chiese anche se volessi un aiuto per sponsorizzarmi su internet, così da arrivare a più persone, perché diceva essere un peccato che nessuno mi conoscesse, mi consigliò inoltre di non avere atteggiamenti di ostilità nei confronti di innovazioni tecnologiche, per il mio bene, e mi prestò pure un libro di programmazione neurolinguistica che accettai per non essere scortese e posteggiai il manualetto per 2 settimane in un cassetto restituendolo intonso al gentile avventore.
Nelle sedute successive pur essendo guarito disse di voler continuare a venire, io gli consigliai di fare attività fisica regolare perché non pensavo avesse grossi problemi fisici, magari un corso di yoga per riuscire a placare anche il suo umore depresso che, vista la situazione familiare raccontatami, era più che comprensibile; mi disse inoltre che si sentiva in colpa per il lavoro che svolgeva, non sopportava di rifiutare l’assunzione di persone intelligenti, per poi dover assumere solo persone malleabili e servili, criticava superficialmente la società con discorsi qualunquisti e scontati, luoghi comuni su luoghi comuni. Puntualizzo che è cosa assai frequente che i pazienti mi vogliano raccontare cose personali ed esprimere opinioni su qualsiasi cosa.
Arriva Natale, e decide di sospendere le sedute terapeutiche, contrariamente a quanto dichiarato, cioè di voler continuare a venire. Verso fine gennaio, mi ricontatta dicendo che ha mal di schiena. Fa solo due sedute, la prima dove dice di aver trovato un gran sollievo, e la seconda, l’ultima, dove arriva con i soliti biscotti casalinghi, poi comincia a rispondere alla mia domanda sul suo stato di salute dicendo: «Eh… e come va? Male va… non so chi sei». Mi metto a sedere su suo invito, dall’altra parte della scrivania, lo guardo dubbiosa, lui continua: «Eh Ila’, sai… ho amici al ministero degli interni, so’ de Roma e con il lavoro mio… t’avevo parlato del mio amico, che volevo mandà da te, io parlo sempre a tutti de te, m’hai guarito… insomma senza giracci troppo intorno, ‘sti ragazzi dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna, so’ dei bravi ragazzi, te lo posso assicura’ credimi… vorrebbero parla’ con te, che glie dico?». Rispondo con la freddezza che mi è permessa, poca, chiedendo di spiegarsi meglio, gli chiedo che cosa gli avesse detto di me, e continuo a fingere di non capire perché questi “bravi ragazzi” vogliono parlare proprio con me. Lui continua: «Vedi, gli ho detto che sei un’interna, molto catch down, sei una che non te sfugge niente, sei una che sa fa’ le cose…». Insisto chiedendo che vuol dire interna o catch down, lui risponde che sono linguaggi per addetti ai lavori, continua con una serie di aggettivi come introspettiva, chiusa, difficile a comprendere, criptica, e non mi ricordo… io continuo dicendo che questo non mi sembra costituire motivo per far venire qualcuno dell’AISI da Roma a Firenze per parlare con me. Lui continua: «A’ Ila’ tu me conosci, m’hai visto pure in mutande, lo sai che so’ sincero, te consiglio de parlacci, per il tuo bene…». Ho pensato che riuscire a rimanere ancora calma, non rispondere a tale provocazione sarebbe stato come dice Calvino, pretendere di far passare il mare in un imbuto, quindi gli fatturo le sedute e lo faccio uscire dicendogli di non volerlo mai più rivedere, il tipo mi dice che non vuole rinunciare alle mie cure, che ho frainteso, che lui non c’entra niente e bla bla bla… Chiudo la porta alle sue spalle, spero definitivamente.
Questo resoconto vuole essere più preciso possibile, non reputo utile aggiungere alcun ulteriore commento, penso sia utile invece che i compagni siano a conoscenza di quanto accaduto. Per l’anarchia sempre.
Ilaria da Firenze
[Tratto da roundrobin.info].
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Italy: Boorish and clumsy approach of the secret service… (February 2020)
Every Wednesday, for the past few months, I have been working in Florence, in various clinics scattered throughout the city. When I started, as I didn’t have a website yet, people came to me for information so I hardly saw anyone; one day a man, in his sixties, with a strong Roman accent, contacted me by phone and said he found me on the internet. This seemed strange to me, since I had no facebook, no website, no linkedin, or anything else, but he kept claiming that his wife had a screen on facebook where my name was on it.
During the second session he showed me this printed sheet where my name was actually on it. One of the places where I work, sponsoring his facebook activities, also had my name on it. So, once the mystery was cleared up, the suspicion subsided and the guy started trying to get loved, bringing me cookies, artifacts from his wife and complimenting me on my skills as a therapist; he posed as a human resources officer, then as a skillful interpreter of body language and psychological tricks, and even asked me if I wanted help to sponsor myself on the internet, so I could reach more people, because he said it was a shame that no one knew me; he also advised me not to have attitudes of hostility towards technological innovations, for my own good, and lent me a book of neurolinguistic programming that I accepted so as not to be rude, placing the booklet for two weeks in a drawer and returned it intact to the kindly adviser.
In the following sessions, although he was cured, he said he wanted to continue to come; I advised him to do regular physical activity because I didn’t think he had big physical problems, maybe a yoga class to be able to calm his depressed mood which, given the familiar situation he told me, was more than understandable; He also told me that he felt guilty for the work he was doing, he couldn’t bear to refuse to hire intelligent people, and then having to hire only malleable and servile people, he superficially criticized society with all sorts of obvious, cliché after cliché. I would like to point out that it is very frequent that patients want to tell me personal things and express opinions about anything.
Christmas comes, and he decides to suspend the therapeutic sessions, contrary to what he said, that is, he wants to continue coming. Towards the end of January, he contacts me again, saying that he has back pain. He only has two sessions, the first where he says he has found great relief, and the second, the last, where he arrives with the usual homemade cookies, then he starts to answer my question about his state of health saying: «Eh… how’s it going? Bad. I don’t know who you are». I sit at his invitation, on the other side of the desk, I look at him doubtful, he continues: «Eh Ila’, you know… I have friends at the Ministry of the Interior, I’m from Rome and with my job… I told you about my friend, that I wanted to send to you, I always talk to everyone about you, you cured me… in short, without going around too much, these guys from the Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna [AISI, “Internal Security and Information Agency”], they are good guys, I can assure you, believe me… they would like to talk to you, what should I tell them?». I answer with the coldness that I am allowed, little, asking to explain myself better, and I ask him what he said about me, continuing to pretend not to understand why these “good guys” want to talk to me. He continues: «See, I told him that you’re an internal, very catch down, you’re someone who doesn’t miss anything, if you know how to do things…». I insist asking what it means to be an internal or a catch down person, he replies that they are languages for experts, he continues with a series of adjectives such as introspective, closed, difficult to understand, cryptic, and other words I don’t remember… I continue saying that this doesn’t seem to be a reason to bring someone of AISI from Rome to Florence to talk to me. He continues: «Ila’ you know me, you’ve even seen me in my underwear, you know I’m sincere, I advise you to talk to them, for your own good…». I thought that if I could still remain calm, without responding to such provocation, it would be, as Calvino says, to demand to make the sea go through a funnel, so I bill him for the sessions and get him out and tell him that I never want to see him again, the guy tells me that he doesn’t want to give up my treatment, that I misunderstood, that he has nothing to do with it and blah blah blah… I close the door behind him, I hope for good.
This report wants to be as precise as possible, I don’t think it’s useful to add any further comments, I think it’s useful instead that the comrades are aware of what happened. For anarchy always.
Ilaria from Florence
[Translated text received via e-mail].