Buenos Aires, Argentina: Riguardo l’attacco contro la polizia posta a difesa del consolato dello Stato cileno (21/10/2019)
Nel pomeriggio di lunedì 21 ottobre 2019 centinaia di persone si sono trovate davanti al consolato del Cile a Buenos Aires, in Argentina, a sostegno della rivolta generalizzata in corso da alcuni giorni contro lo Stato cileno. Alla fine della manifestazione, un gruppo di anarchici rivoluzionari ha iniziato a scagliare pietre e bottiglie incendiarie contro la polizia a difesa del consolato. Anche alcuni giornalisti borghesi sono stati attaccati.
La marcia era stata organizzata da gruppi militanti di sinistra per esprimere il loro disaccordo con le misure di sicurezza applicate da Sebastián Piñera (presidente del Cile) e con la repressione statale che negli ultimi giorni ha causato la morte di almeno 10 persone a Santiago e dintorni. A seguito degli avvenimenti accaduti nei pressi del consolato cileno a Buenos Aires almeno nove persone sono state arrestate e tre ferite.
Riguardo gli “incidenti” accaduti di fronte al consolato cileno a Buenos Aires il 21 ottobre 2019. Uno sguardo anarchico e rivoluzionario
Ancora una volta lo spettacolo mediatico alza la sua voce indignata, parlano di infiltrati, del kirchnerismo [corrente politica argentina facente riferimento al socialismo democratico] e della sinistra, di qualsiasi questione che riesca a distogliere l’attenzione dal conflitto – le scuse abbondano con le elezioni, ancora le maledette elezioni -, ma mai della ribellione, mai della libertà. Lo sappiamo tutti, dall’altra parte delle Ande stanno uccidendo i nostri compagni, i rivoltosi che affrontano la polizia e i militari forniti di fucili e mitragliatrici puntati direttamente contro di loro e che scelgono di costruire barricate, afferrare pietre, carburante e cappucci.
Di fronte a questo clima, abbiamo scelto di fare un passo avanti, faccia a faccia con quelli che ogni giorno rubano la nostra vita; o [i militanti di sinistra] hanno dimenticato che la polizia in Argentina uccide qualcuno ogni 24 ore? È estremamente ipocrita, da parte di coloro che affermano di essere solidali con una rivolta sociale, difendere la polizia, le banche e la stampa; di quale solidarietà ci parlano? Questo non è altro che l’uso politico delle circostanze, l’appendere nuovamente le loro bandiere, quando poi, il giorno seguente, ritornano nei loro quartieri benestanti e nelle loro logiche gerarchiche.
La rivolta non conosce confini perché l’essenza degli Stati è la stessa, quella del dominio e dello sfruttamento. Coloro che affermano che il contesto non è il medesimo parlano solo a partire dal proprio privilegio; non sanno cosa significa vedere scomparire lo stipendio in due minuti, trascorrere la vita al lavoro e abbassare la testa ogni volta che bisogna mettere la forza nel corpo; non sanno cosa significa essere esausti, mangiare veleno o essere schiacciati dalla polizia.
Queste parole sono per i ribelli che ancora sognano un mondo veramente diverso, non per coloro che mentre cantano «i proiettili stanno per essere restituiti» difendono la stampa borghese che mente e ci criminalizza ogni giorno. Li definiscono persino «operatori televisivi»; di quale opposizione stanno parlando? Queste parole sono per coloro che vogliono afferrare il corso della propria vita; non siamo interessati a bandiere o rappresentanti, al contrario, crediamo nella rivolta autonoma, senza leader, e in faccia al vuoto discorso che sostiene di essere “anti-polizia” riaffermiamo, mettiamo in atto e sosteniamo che attaccare la polizia è totalmente giustificato da questa vita di miseria a cui siamo sottoposti.
Contro lo Stato, il capitale e i suoi falsi critici!
Non siamo infiltrati, siamo la rabbia, siamo la solidarietà che trascende i confini!
Lunga vita alla rivolta senza partiti
Il testo in spagnolo è leggibile a questo link: https://anarquia.info/argentina-sobre-los-incidentes-frente-al-consulado-chileno-en-buenos-aires-el-21-10-una-mirada-anarquica-y-revolucionaria/
Il testo in inglese è leggibile a questo link: https://www.amwenglish.com/articles/statement-by-revolutionary-anarchists-on-molotov-attack-on-police-at-chilean-consulate-in-buenos-aires/
[Tratto da roundrobin.info].
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Buenos Aires, Argentina: Molotov Attack on Police at Chilean Consulate (October 21st, 2019)
Hundreds of people concentrated on Monday afternoon in front of the consulate of Chile in Buenos Aires, Argentina in support of the insurrection against the Chilean state. At the end of the demonstration, a group of anarchist revolutionaries began throwing stones and molotovs at the police. Some bourgeois journalists were also attacked by the militants.
The march had been organized by leftist militants to express their rejection of the adjustment applied by Sebastián Piñera and the repression that left 11 dead. As a result of the incidents in downtown Buenos Aires, at least nine people were arrested and three were injured.
ARGENTINA: ON THE “INCIDENTS” IN FRONT OF THE CHILEAN CONSULATE IN BUENOS AIRES ON October 21. AN ANARCHIC AND REVOLUTIONARY LOOK.
Again the media show raises its indignant voice, they speak of infiltrators, of Kichnerism and of the left, any issue that manages to divert attention from the conflict, excuses abound with the elections, again the damn elections, but never the rebellion, never Freedom. We all know that on the other side of the mountain range they are killing our compañerxs, the rebels who face police and military, who have rifles and machine guns pointing directly at them, choose to build barricades, grab stones, fuel and their hoods.
Faced with this climate, we chose to step forward, face to face with those who steal our lives daily, or did they forget that the police kill someone every 24 hours in Argentina? It is extremely hypocritical that those who say they stand in solidarity with a social revolt defend the police, the banks and the press. What solidarity do they talk to us about? That is nothing more than political use of circumstances to go to hang their flags again when the next day they return to their well-off neighborhoods and their hierarchical logics.
The revolt knows no boundaries because the essence of the States is the same, that of domination and exploitation. Those who say that the context is not the same only speak from privilege; they do not know what it is to see how the salary disappears in two minutes, spend your life at work and lower your head every time you have to hop on the pinwheel, they don’t know what it is to be sprayed, eat poison or be squeezed by the police.
These words are for the rebels who still dream of a really different world, not for those who sing that “the bullets are going to be returned” and then defend the bourgeois press that lies and criminalizes us every day. They even call them “TV workers.” What opposition are they talking about? These words are for those who want to take control of their lives; we are not interested in flags or representatives; on the contrary, we believe in the autonomous revolt, without leaders, and in the face of empty speech that claims to be “anti-police” we reaffirm, take it to action and say that attacking the police is totally justified by this life of misery to which we are subjected.
AGAINST THE STATE, CAPITAL AND ITS FALSE CRITICS!
WE ARE NOT INFILTRATORS, WE ARE THE RAGE, WE ARE THE SOLIDARITY THAT TRANSCENDS BORDERS!
LONG LIVE THE REVOLT WITHOUT PARTIES
[Text from amwenglish.com].
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ARGENTINA: SOBRE LOS “INCIDENTES” FRENTE AL CONSULADO CHILENO EN BUENOS AIRES EL 21/10. UNA MIRADA ANÁRQUICA Y REVOLUCIONARIA.